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Qualche immagine dalla campagna Mercator.




AAR - IMPERO MING - VH\VH

Sono anni difficili per la Cina. La gloriosa dinastia Ming, vincitrice sulla stirpe Yuan mongolica, controlla il trono imperiale da quasi due secoli ma raramente ha dovuto affrontare simili avversità. La politica Ming ha sempre favorito lo sviluppo agricolo a scapito di quello commerciale; ora Le capitali delle Quindici Provincie sono sovrappopolate e la dottrina del Buddismo sta rapidamente diffondendosi nell'Impero, istigando il popolo contro la divina autorità dell'Imperatore, il cui esercito di soldati-contadini non potrà controllare a lungo tutte le regioni. L'Imperatore Zhengde è un uomo duro e inflessibile: le ribellioni saranno soppresse nel sangue se necessario. I Buddisti saranno perseguitati e si promuoverà il ritorno alla dottrina Confuciana, edificando santuari Kong in tutti gli insediamenti. Potendo contare sulla fedele casta degli Eunuchi, Zhengde è sicuro che il malcontento serpeggiante nelle città sarà presto solo un ricordo.

Ma neppure l'Imperatore può predire il corso degli eventi. L'esercito per il controllo degli insediamenti pretende paghe regolari, e varie epidemie devastano le regioni costiere vanificando i raccolti delle risaie. Nel giro di pochi anni dall'inizio del suo regno, Zhengde è informato dai suoi Eunuchi che le finanze dell'Impero stanno rapidamente scemando: il più grande Impero del mondo potrebbe finire in bancarotta in brevissimo tempo. Le contromisure sono immediate; nelle terre più fedeli si congedano i soldati-contadini, emissari inviati in tutto l'Oriente chiedono tributi, le attività dei mercanti cinesi sono intensificate così come la pressione fiscale, ma questo genera ulteriore malcontento tra il popolo. Alcune piccole ribellioni scoppiano nelle regioni costiere periferiche che vengono comunque immediatamente riportate all'ordine, reclutando nuove milizie e abbassando le tasse. Ma le rivolte si ripeteranno nelle stagioni successive, persino a Beijing, dove la repressione costerà la vita di ben 44.000 contadini!



Anche all'estero la situazione dell'Impero non è rosea. La Cina non gode affatto di buona reputazione e, forse a causa della sua imponenza territoriale, alimenta invidia tra i potentati confinanti. Lo Shogunato è disinteressato agli affari del Continente e sembra interessarsi solo all'unificazione del Giappone, rifiutando le proposte di alleanza ed accettando solo i diritti commerciali; il Regno siamese di Ayutthaya concede a fatica i diritti commerciali ma si rifiuta di trattare per le informazioni geografiche o per elargire tributi; il Khanato Mongolo, da sempre la più grave minaccia incombente sull'Impero Ming, si rifiuta di concedere una tregua e rimane in agguato dietro la Grande Muraglia, forte di un immenso esercito di cavalieri... Come se non bastasse, il principe ribelle N.Z.Chenhao attacca a sorpresa Nanchang!



A cinque anni dall'inizio del regno di Zhengde accade l'inevitabile; i principi di Cina si coalizzano ed iniziano una cospirazione contro il divino Imperatore, il cui Prestigio e gradualmente diminuito, passando dal 70 al 45%. In breve la situazione degenera e cinque membri reali si uniscono alla causa ribelle: esplode la Guerra Civile.



Senza che Zhengde e i suoi Eunuchi potessero sospettare nulla, i generali ribelli si impossessano delle roccaforti di Kaifeng e Nanchang e persino della capitale, Beijing. La presenza dei generali ribelli incoraggia i rivoltosi popolani che prendono possesso dei tre insediamenti, staccandosi dall'Impero.



Un quarto insediamento, Guiyang, sta per ribellarsi quando l'Imperatore si decide a chiedere l'aiuto dei centenari nemici, i Mongoli: a questi ultimi viene ceduta la città in cambio della tregua e di un tributo. La proposta viene accettata e Guiyang diventa un baluardo mongolo entro i confini Ming.



Il Prestigio tocca il punto più basso (20%) al settimo anno, quando i contadini chiedono sprezzanti a Zhengde un'assemblea per la rappresentazione politica popolare! Ferito nell'orgoglio, l'Imperatore e i generali a lui fedeli inaugurano una nuova fase. Lentamente, le finanze si riassestano e la Guerra Civile si placa. I commerci vengono riattivati grazie alla costruzione di strade, mercati e porti; l'esercito di soldati-contadini viene via via rimpiazzato con un nucleo più ridotto di guerrieri di professione e mercenari dal sud. Con queste limitate forze Zhengde riesce ad assediare ed espugnare Kaifeng e Nanchang, anche grazie al supporto di arcieri e lanciarazzi coreani. L'autorità del divino Imperatore Ming è stata ripristinata ovunque, tranne che a Beijing: la capitale è diventata preda dell'orda mongolica.



Forte di un Impero ridimensionato ma più ricco e coeso, Zhengde inizia a guardare oltre i propri confini. La Cina, nei suoi progetti, è destinata al dominio del mondo intero. Mentre gli Eunuchi imperiali attraversano l'Asia e sbarcano in Africa, stipulando alleanze col Giappone, con Ayutthaya, con il regno indiano di Vijayangara e con i regni musulmani timuride, uzbeko e safavide, l'esercito Ming si riorganizza in vista delle prime vere campagne militari. L'espansione in direzione nord-est sarà privilegiata, in modo da ridurre all'obbedienza lo stato coreano e le popolazioni della Manciuria; una seconda spedizione sarà inviata tra le inaccessibili vette dell'Himalaya, allo scopo di annettere i regni tibetani e proteggere i confini occidentali dell'Impero.

[Modificato da The Housekeeper 24/06/2009 12:53]