Sebbene molto spazio, ma non in modo eccessivo, sia dato alla Britannia, ed è comprensibile essendo elgi inglese, lo studioso spazia per tutto l'Impero (Africa, Spagna, Italia, impero romano d'Oriente), e dimostra, ad esempio, che mentre le tegole scompaiono in Britannia, rimangono perfettamente in uso in Oriente, dove i contadini in Siria risiedono in case in muratura e con tegole non solo nel V secolo, ma anche nel VI e VII passando poi alla dominazione araba senza un sensibile cambiamento di usi e costumi.
Lo stesso autore avverte che la situazione in Britannia rappresenta un caso limite e che, ad esempio in Africa ed Italia, il declino è meno marcato e meno repentino, ma pur sempre presente (ad esempio nella riduzione e poi graduale scomparsa del commercio navale di vasellame di ottima fattura che dall'Africa andava in Italia e che dalla conquista vandala va continuamente diminuendo fino a scomparire).
Quando segnala che le campagne tra Roma e Veio erano densamente popolate nel I secolo, mentre gli scavi archeologici dimostrano una sensibile diminuzione della presenza umana negli stessi luoghi nel VII, l'autore avvisa che non sempre l'assenza di reperti indica l'assenza di persone. Costruendo con materiali più deperibili, come il legno e la paglia ed usando ceramiche di pessima qualità e molto più fragili, gli insediamenti del VII secolo possono sparire senza lasciare traccia, rispetto alle strutture romane in mattoni e con tetti di coccio.
Nel complesso non mi sembra che l'autore abbia condotto un lavoro approssimativo, anzi è molto accurato e va con i piedi di piombo nel giugere a conclusioni, non vuole aver ragione per forza.
[Modificato da Antioco il Grande 09/07/2009 12:26]
-------------------------------------------------
"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)
"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)