Sebbene Procopio meriti appieno i giudizi espressi da Augusto ed il 10, purtroppo non altrettanto merita quest'edizione della Garzanti. Per due motivi:
1 Si è scelto di riprodurre la traduzione di Comparetti apparsa alla fine dell'800, e che presenta un linguaggio non molto scorrevole per un lettore moderno, ma su cui comunque si potrebbe chiudere un occhio.
2 L'indice dei nomi di persona non fa coincidere per nulla il numero di pagina riportata con l'effettivo punto in cui il nome ricorre, ad esempio se cerchi Teodorico, l'indice ti da pag. 15, vai a pagina 15 e non trovi citato Teodrico, credo che abbiano ricopiato l'indice dall'edizione originale senza adattarlo alle dimensioni della nuova edizione, dalla Garzanti mi aspettavo di più, si sarebbe potuto anche tradurre nuovamente il testo greco, invece di usare l'edizione dell'800 o usare la traduzione di Pontani del 1970, di certo si sarebbe potuto mettere il testo greco a fronte.
L'opera resta comunque di prim'ordine, l'apparato di note è molto ben fatto, ma i meriti vanno più alla grandezza di Procopio che alla cura profusa dalla Garzanti nel pubblicarlo.
Consigliato per l'importanza dell'opera, Procopio è uno dei maggiori storici bizantini, ma con l'avvertenza che l'edizione italiana lascia, secondo me, molto a desiderare, io darei un 6/10.
Attenzione inoltre a quale edizione comprate la prima, del 2005, presenta errori gravi d'impaginazione, che rendono ardua la lettura del terzo libro, questi errori sono stati eliminati nell'edizione del 2007 (che comunque presenta pag. 317 e 324 invertite).
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)
"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)