In una campagna tempo fa avevo un capitano diventato generale al cui confronto Massimino il trace era un raffinato erudito greco, non ho più visto niente di simile. Ha incominciato con bevitore per poi evolversi fino diventare una spugna che "gesticola selvaggiamente e beve fino a perdere i sensi". Aveva un tratto che non ricordo per cui le sue bestemmie erano addirittura leggenda, un altro in cui anche gli schiavi maschi temevano la sua sfrenata lussuria (una cosa tipo "perverso"); di aspetto era "orrendo" (questa la trascrivo scrivo perchè è troppo bella): benché quest'uomo ami definirsi "un tipo", è brutto come l'estremità nord di un maiale diretto a sud. La cosa più bella è che in tarda età, prima di morire, ha ricevuto il tratto "devoto agli dei"
Poi mi sono cercato nel file i tratti della pazzia perchè sono qualcosa che merita veramente:
{Hooting} Suonato
La saggezza ha molte forme, ma emettere in continuazione il verso del gufo affamato è difficilmente tra quelle contemplate.
{Hiding_From_the_World} Nascosto dal mondo
Quest'uomo ha preso l'abitudine di dormire in una grossa anfora. Ora è terrorizzato dall'avvento della "Grande Spremitura". È convinto che essa avverrà nelle ore notturne.
{Unhinged_Loon} Fuori di testa
L'abitudine di quest'uomo di dipingersi le natiche di viola e indossare pelli di capra ha condotto molti a sospettare che l'emicrania non sia l'unico male che l'affligge.
{Unusual} Strambo
Convinto che tutti i ragni siano in combutta coi suoi nemici, quest'uomo passa molte ore ad affogare nell'aceto gli infidi aracnidi.
{Deranged} Squilibrato
Alcuni dicono che quest'uomo biascichi come una scimmia ubriaca. A saperlo, le scimmie si offenderebbero.
{Dangerously_Mad} Pazzo pericoloso
Quest'uomo ha l'inquietante tendenza a mordere inaspettatamente chi lo circonda, come testimoniano le cicatrici dei suoi ospiti e dei suoi schiavi.
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[Modificato da WOLFgang 88 17/07/2008 15:28]
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-HUMANITAS- Sapere aude
Quando gli dei non c’erano più e Cristo non ancora, tra Cicerone e Marco Aurelio, c’è stato un momento unico in cui è esistito l’uomo, solo
Homines sumus, lux ac tenebra mundi, dramatis personae in aequore universi
Maledetti, trafitti dalla passione, l'amore ci sopravvive, l'arte ci rende immortali
La tristezza è il nostro destino; ma è per questo che le nostre vite saranno cantate per sempre, da tutti gli uomini che verranno
-Dove c’è molta luce l’ombra è più nera-
"Sopravvivranno le catastrofi e le rovine; trionferà il caos, ma di tanto in tanto verrà anche l'ordine. La pace s'instaurerà di nuovo tra le guerre; le parole umanità, giustizia, libertà ritroveranno qua e là il senso che noi abbiamo tentato d'infondervi. Non tutti i nostri libri periranno; si restaureranno le nostre statue infrante; altre cupole, altri frontoni sorgeranno; vi saranno uomini che penseranno e vivranno come noi: oso contare su questi continuatori che seguiranno ad intervalli regolari lungo i secoli, su questa immortalità intermittente. Cabria si preoccupa di vedere un giorno il pastoforo di Mitra o il vescovo di Cristo prendere dimora a Roma e rimpiazzarvi il pontefice massimo. Se questo giorno venisse, il mio successore lungo i crinali vaticani avrà cessato di essere in capo di una banda di settari per divenire una delle espressioni dell'autorità universale. Erediterà i nostri palazzi, i nostri archivi; differirà da noi meno di quello che si potrebbe credere. Accetto con calma le vicissitudini di Roma eterna" (Memorie di Adriano, M. Yourcenar)
"Questo è il motivo per cui sostengo che Kurtz era un uomo notevole. Aveva qualcosa da dire. La disse. Visto che anch’io ho dato un’occhiata oltre il limite, comprendo meglio il senso di quello sguardo fisso che non distingueva la fiamma di una candela, ma che era grande abbastanza da abbracciare l’universo intero, acuto abbastanza da penetrare tutti i cuori che battono in quelle tenebre. Aveva tirato le somme, aveva espresso il suo giudizio. “Che orrore, che orrore”. Era un uomo notevole. […] Il suo grido era un’affermazione, una vittoria morale pagata a costo di innumerevoli sconfitte, di abominevoli terrori, di abominevoli soddisfazioni. Ma è stata una vittoria. Forse tutta la saggezza, tutta la verità e tutta la sincerità sono concentrate in quell’inapprezzabile attimo in cui superiamo la soglia dell’invisibile, forse" (Cuore di tenebra, J.Conrad)