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Film con ambientazione inizio '900

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    Celioth
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    00 04/05/2008 22:53
    Si, esatto, sono alla ricerca di film con un'ambientazione di inizio '900, fino agli anni '30-'40, che seguando le orme di film stupendi come novecento oppure c'era una volta in america e che non siano i soliti "filmini" da quattro soldi.

    Chi ne conosce altri oltre a quelli che ho citato potrebbe postare informazioni? Da quando ho visto il capolavoro di Sergio Leone inizio quasi ad invidiare quell'epoca [SM=g8119]

    Grazie in anticipo [SM=g8320]






    L'avidità è fonte dei peggiori guai dell'uomo.
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    Le bellezze della vita sono le difficoltà, sono esse che ti insegnano a vivere. Non piangervi sopra ma superale e impara da esse.
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    Non pensare o sperare negli errori del nemico. Per vincere costringilo a fare le tue mosse.

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    E non piangere perchè una bella cosa è finita, anzi sorridi e siine felice, poichè essa ci è stata.

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    Vestinus
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    00 04/05/2008 23:06
    Direi che Novecento è un film più unico che raro, semplicemente fenomenale!
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  • davide.cool
    00 04/05/2008 23:26
    la grande guerra
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    Celioth
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    00 05/05/2008 17:05
    Re:
    davide.cool, 04/05/2008 23.26:

    la grande guerra




    Dovrei avercelo da qualche parte... credo che andrò a ripescarlo :D






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    WOLFgang 88
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    Centurio
    Zeitgeist
    00 05/05/2008 20:49
    Direi Quarto potere di Orson Welles sul crecente potere della stampa, Sacco e Vanzetto di Montaldo, un classico sulla pena di morte basato sulla nota vicenda dei due anarchici italiani, i classici di Charlie Chaplin oppure l'ultimo imperatore di Bertolucci sulla fine dell'impero celeste (anche se non è tutto sul primo novecento). Se poi vuoi farti del male c'è tuttta la filmografia russa sulla rivoluzione; un nome per tutti Sergej Michajlovič Ejzenštejn (film muti ma dal grandissimo impatto visivo).
    [Modificato da WOLFgang 88 05/05/2008 20:50]
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    -HUMANITAS- Sapere aude
    Quando gli dei non c’erano più e Cristo non ancora, tra Cicerone e Marco Aurelio, c’è stato un momento unico in cui è esistito l’uomo, solo

    Homines sumus, lux ac tenebra mundi, dramatis personae in aequore universi
    Maledetti, trafitti dalla passione, l'amore ci sopravvive, l'arte ci rende immortali
    La tristezza è il nostro destino; ma è per questo che le nostre vite saranno cantate per sempre, da tutti gli uomini che verranno

    -Dove c’è molta luce l’ombra è più nera-

    "Sopravvivranno le catastrofi e le rovine; trionferà il caos, ma di tanto in tanto verrà anche l'ordine. La pace s'instaurerà di nuovo tra le guerre; le parole umanità, giustizia, libertà ritroveranno qua e là il senso che noi abbiamo tentato d'infondervi. Non tutti i nostri libri periranno; si restaureranno le nostre statue infrante; altre cupole, altri frontoni sorgeranno; vi saranno uomini che penseranno e vivranno come noi: oso contare su questi continuatori che seguiranno ad intervalli regolari lungo i secoli, su questa immortalità intermittente. Cabria si preoccupa di vedere un giorno il pastoforo di Mitra o il vescovo di Cristo prendere dimora a Roma e rimpiazzarvi il pontefice massimo. Se questo giorno venisse, il mio successore lungo i crinali vaticani avrà cessato di essere in capo di una banda di settari per divenire una delle espressioni dell'autorità universale. Erediterà i nostri palazzi, i nostri archivi; differirà da noi meno di quello che si potrebbe credere. Accetto con calma le vicissitudini di Roma eterna" (Memorie di Adriano, M. Yourcenar)

    "Questo è il motivo per cui sostengo che Kurtz era un uomo notevole. Aveva qualcosa da dire. La disse. Visto che anch’io ho dato un’occhiata oltre il limite, comprendo meglio il senso di quello sguardo fisso che non distingueva la fiamma di una candela, ma che era grande abbastanza da abbracciare l’universo intero, acuto abbastanza da penetrare tutti i cuori che battono in quelle tenebre. Aveva tirato le somme, aveva espresso il suo giudizio. “Che orrore, che orrore”. Era un uomo notevole. […] Il suo grido era un’affermazione, una vittoria morale pagata a costo di innumerevoli sconfitte, di abominevoli terrori, di abominevoli soddisfazioni. Ma è stata una vittoria. Forse tutta la saggezza, tutta la verità e tutta la sincerità sono concentrate in quell’inapprezzabile attimo in cui superiamo la soglia dell’invisibile, forse" (Cuore di tenebra, J.Conrad)