Secondo me, il fatto che l´Impero Romano non sviluppasse mai la tecnica possedendo comunque grandi conoscenze scientifiche non é motivato dal fatto che non avesse competenza, che non fosse, come poi l´Europa, un ambiente con una grande divisione di stati con una fortissima competizione tra di loro.
É un fatto culturale.
Perché nello stesso modo successe nel mondo ellenistico pre romano. Le conoscenze scientifiche aumentarono tantissimo proprio per la competenza dei vari regni ellenistici, i quali attraevano verso di se, in una sorta di mecenatismo, scienziati e saggi per dare piú gloria al proprio impero seleucida, tolemaico che fosse.
Ma questo fiorire delle scienze nel periodo ellenistico non si trasformó in un miglioramento della tecnica, in un´applicazione di queste scoperte alla vita quotidiana.
Idem successe per la Roma Imperiale.
Questo inoltre é da precisare.
Infatti, dire che la tecnica a Roma non vide applicazioni dal campo scientificio...non é corretto del tutto.
Insomma, in architettura, ingenieria, i romani erano avanzatissimi, avevano grandi conoscenze, e possedevano una tecnica edilizia che dallo sfacello dell´impero non si recupererebbe in praticamente piú di 500 anni in Europa.
E comunque, sebbene Roma costruesse opere geniali come il Colosseo, come macchine da guerra (da ricordare l´ingneniere Poliorcete) incredibili, aquedotti, fogne, abitazioni di vari metri di altura, ponti che ancora oggi mantengono la loro funzione.....si vede, come si legge nel De Architettura di Vitruvio, che l´ingenieria, l´architettura per intenderci, non fosse considerata nella mentalitá romana un lavoro degno, manco considerato un´arte di vera importanza.
Questo perché, nella cultura romana, ellenistica, ogni lavoro fisico retribuito era considerato poco degno, come lo stesso Vitruvio dice nella sua opera.
Vitruvio proprio difende il suo campo, dicendo proprio che l´uomo architetto-ingneniere deve possedere molte conoscenze e conoscere il piú possibile dell arti, e che ció dimostra che l´architetto e l´ingeniere non sono lavori pochi degni, poiché richiedono una grande preparazione.
Questa mentalitá e il fatto che nel Mondo Classico la forza degli schiavi fosse una forza a basso costo incredibilmente efficace, fa capire perché la tecnica, eccettuando l´architettura e l´ingnenieria, che sebbene poco considerate nel mondo romano, entravano tuttora dentro della mentalitá pragmatica dei romani, non avesse uno sviluppo notevole pur essendo una civilizazzione con grandi conoscenze scientifiche.
Nella storia invece ci sono altri esempi di come un Impero senza competenza raggiunga livelli di tecnica e di scienza altissimi, negando la tesi di Pius, o almeno facendola meno ovvia, che la sola competenza e la frammentazione favoriscono il miglioramento della tecnica, e che questo sia piú legato a un fatto culturale, nel quale puó entrare certamente la frammentazione politica.
Perché sennó come si spiega ad esempio i livelli altissimi, inigualabili, dell´impero mussulmano, che comprendeva sin dalla frontiera d´Oriente Medio con la Cina fino la Spagna e creatosi in poco piú di un secolo?
Livelli di tecnica in tantissimi campi, dall´agricoltura all´architettura, scientifici in campo matematico, con applicazioni alla vita quotidiana, astronomico, artisitico....
É senz´altro, secondo me, dovuto alla mentalitá islamica di questo periodo. Con un fervore religioso islamico incredibili, un rigoglio impressionante delle materie umanistiche che comprendevano i pensieri della filosogia greca, cristiana e orientale che favorino il sorgere d´una mentalitá aperta e tollerante alla ricerca della veritá, non fece che favorire lo sviluppo della tecnica, in un mondo, il medievale, dove seppur esistesse ancora la schiavitú, questa non era giá ne ben vista dal mondo cristiano ne dall´islamico.
E storicamente, la decadenza del mondo islamico coincide con la frammentazione dell´impero mussulmano in una miriade di califfati, regni di taife, con la competenza sempre maggiore di tribú del Nord Africa, dei regni cristiani in Spagna, degli Ottomani nel Medio Oriente....insomma, proprio la sua decadenza inizia con questa frammentazione che dovrebbe aver mantenuto la sua supremazia nel campo della tecnica, scientifico e umanistico.
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Come i nostri predecessori gli indiani ci accomuna un certo timore del sesso un eccesso di lamentazione per i morti e un costante interesse per sogni e visioni- JIM MORRISON