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Capitolo III
Passarono alcuni anni senza che nulla di rilevante accadesse, Adana continuò a essere assediata, mentre Costantino attendeva di vedere il giorno che avrebbe deciso della fine o della vita sua e dei suoi uomini; Durazzo fu nuovamewnte assediata dai Veneziani, mentre emissari imperiali stabilirono un'alleanza con i Germani e rapporti discreti con il papa.

Nel 1103 i Turchi sferrarono un attacco contro Nicea e Laodicea, le truppe infedeli irruppero nella capitale di Bitinia e giunsero fino alla piazza dove furono affrontati dalle truppe imperiali che, con estrema fatica riuscirono a respingerli. Similare fu l'azione al castello di Laodicea dove il presidio era veramente esiguo (250 uomini), facendo resistenza davanti alla porta della seconda cinta e con molte perdite (circa 90) gli imperiali riuscirono a ricacciare il nemico. Il doux già pensava di arruolare nuove truppe per rinforzare il presidio quando i Turchi ritornarono con una nuova armata senza che nulla fosse stato riparato o un solo uomo addestrato; lo sgomento prese il presidio, era la loro fine.

Intanto la crociata veneta aveva attraversato gli Stretti e puntava nel cuore dell'Anatolia, seguita dagli Ungheresi. I primi attraversarono tutta la penisola giunsero fino all'Oronte senza difficoltà, i Magiari invece incapparono in un'armata turca e l'affrontarono venendo sconfitti e annientati. L'attacco magiaro ebbe però un effetto positivo, le truppe che assediavano Adana si ritirarono e Costantino ne approfittò per rinforzare le mura e il presidio.

Mentre Durazzo respinse senza difficoltà i Veneziani, Laodicea fu assaltata: lo scontro fu violento e terribile, i pochi uomini del presidio lottarono come leoni contro le soverchianti truppe nemiche, alla fine il sultano che guidava l'azione fu ucciso, i suoi uiomini, quasi vittoriosi fuggirono, il castello era salvo ma aveva perso quasi 120 uomini. La morte del sultano bloccò per qualche tempo le azioni turche e si potè così provvedere a rinforzare Laodicea in modo adeguato.

L'estate del 1105 vide i Veneziani entrare in Antiochia, così la crociata polacca, che ancora si trovava in Europa si voltò e tornò a casa. In quell'anno accadde una cosa incredibile, gli Ungheresi, nostri alleati da anni e che avevamo sempre onorato ed aiutato con denaro e informazioni geografiche (dopo aver firmato una tregua con il nuovo sultano turco), ruppero il patto a tradimento e misero sotto assedio i castelli di Serdica e Tarnovo, la notizia turbò la Capitale ma non più di tanto, degli Ungheresi non ci si può mai fidare e così i forti erano stati rinforzati per tempo. Un nuovo fronte di guerra si apriva per l'Impero.
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)

"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)