00 24/11/2006 17:23
La XVI battaglia di Antiochia e la fine dell'opera di Giorgio di Nicea
Inverno del 1400. Questo è stato l'anno più orribile per l'Impero da molto tempo; come si era previsto i Tartari hanno attaccato Antiochia, sua maestà Niceta il Santo con 790 uomini ha difeso la città contro 2860 Tartari, sebbene la popolazione fosse rinchiusa nella cattedrale a pregare da tre giorni affinché si ripetesse il miracolo di Adana, questo non è avvenuto, i Tartari sono entrati, hanno affrontato le nostre truppe e hanno vinto. Sua maestà è morto con la spada in pugno mentre difendeva la piazza della città. Antiochia è stata saccheggiata e consegnata ai ribelli, i Tartari si dirigono verso la cittadella di Aleppo. Qui si trova al comando il nuovo imperatore, sua altezza Basilio. Intanto la flotta nell'Adriatico è stata intercettata al largo di Venezia da una flotta veneta che l'ha vinta; la nostra flotta è andata in fondo al mare con tutta l'armata, altri 790 uomini sono stati perduti.

Estate del 1401. Le nostre armate sono entrate in Egitto, Alessandria è stata presa d'assalto e conquistata, il principe Pietro ha occupato Il Cairo, il territorio dell'Egitto è ora parte dell'Impero. Una nuova armata è partita da Ragusa verso Venezia, questa volta si è optato per la via di terra, più lunga ma più sicura. Sofia ha respinto un attacco magiaro. I Tartari, lasciata la provincia di Aleppo, puntano su Acri, verso questa città si dirigono anche i pochi Mongoli rimasti.

Inverno del 1401. Che Dio sia lodato!!! I Tartari hanno attaccato i Mongoli e li hanno annientati, questo popolo ha cessato di vivere. Intanto è arrivata la notizia che anche il SRI è stato distrutto dai suoi nemici, nel mondo ora c'è di nuovo un solo imperatore e un solo impero romano. Le trattative di pace verso Egitto e Tartari non hanno portato a nulla; l'armata in illiria marcia sempre verso Venezia senza problemi, i nostri alleati Siciliani e i Milanesi hanno firmato la tregua.

Estate del 1402. Una flotta è salpata da Alessandria con un'armata diretta verso la spagnola Tripoli, l'imperatore Basilio vuole porre tutta la costa africana sotto il controllo imperiale; prima di riprendere Antiochia si è deciso di attendere che i Tartari siano molto lontani. Grazie al cielo sembra che Acri verrà risparmiata, infatti pare che i Tartari la stiano lasciando alle loro spalle. La prossima città a tremare è Gerusalemme. Nel frattempo l'armata occidentale è entrata in Italia, a causa delle bombarde che porta con sè ci vorrà ancora un anno di marcia prima di attaccare Venezia, la città però ci attende e si sta riempiendo di difensori. Che la Vergine ci assista.

Qui si interrompe il manoscritto redatto da mio padre Giorgio di Nicea, infatti poco dopo aver vergato queste ultime frasi, la malattia, inviata da Dio per fargli rimettere i suoi peccati in terra ed evitargli le pene dell'Inferno, lo colpì violentemente e lo portò con sè in pochi giorni. Dopo aver trovato il suo manoscritto ho deciso che io, Michele di Nicea, figlio di Giorgio, megaduca della flotta imperiale dei Caraibi, proseguirò la sua opera da questo punto in avanti, a Dio piacendo, per farla giungere fino ai nostri giorni, o fin dove il Signore mi permetterà di arrivare.

[Modificato da Antioco il Grande 24/11/2006 17.24]

-------------------------------------------------
"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)

"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)