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Il II assedio di Gaza
Estate del 1395. L'orda mongola si sta allontanando lentamente da Gaza, intanto gli Egiziani pongono la cittadella sotto assedio, le loro truppe non sono numerose (circa 300) ma comprendono molti pezzi d'artiglieria (4 trabucchi, 2 bombarde, 2 cannoni e 2 catapulte). A causa dei Mongoli, l'imperatore Emanes lo Sfregiato ha trasferito buona parte del presidio di Gaza a Gerusalemme, nella cittadella restano lui e circa 250 uomini. L'attacco egizio è devastante, la loro artiglieria distrugge la prima cinta di mura, gli Egiziani entrano in città, mentre i Bizantini si assestano nella seconda cinta, l'artiglieria viene fatta avanzare e posta a distanza di tiro della seconda cerchia. L'imperatore e i suoi 25 cavalieri escono per distruggere le artiglierie nemiche, riescono a travolgere le catapulte,protetti dagli arceri a cavallo, ma quando stanno per annientare le bombarde, il generale egiziano e i suoi cavalieri li caricano, la mischia è furiosa, il grande imperatore Emanes muore con la spada in pugno. I superstiti fuggono verso la seconda cinta inseguiti dal generale egiziano ebbro di vittoria, anche gli arceri a cavallo fuggono e scappando consentono all'infido egizio di entrare nella seconda cerchia; per fortuna le truppe bizantine si sono assestate sulla terza cinta e da lì colpiscono con le frece il generale nemico intento a combattere gli arceri a cavallo; 52 fanti bizantini escono dalle mura e attaccano il generale che alla fine muore ma dopo aver ucciso 28 fanti. Intanto i trabuchi continuano a sparare, i 100 uomini rimasti escono dalle mura e puntano sull'artiglierie, affrontano con gravi perdite i fanti egizi, ma arrivano ai pezzi e uccidono gli artiglieri. Sono rimasti solo 53 uomini al presidio, il loro comandante li fa riposare e poi dà ordine di puntare sui 20 uomini ai cannoni, questi in poco sono posti in fuga, allora attaccano i 34 arcieri contadini egizi che sono messi in fuga e annientati dagli 8 arcieri a cavallo rimasti. I 36 uomini del presidio devono ancora affrontare 32 miliziani egizi,lo scontro e cruento, i Bizantini sanno che uccisi quelli la vittoria sarà loro e combattono come leoni, l'imperatore va vendicato. Alla fine la vittoria arride all'Impero, restano 12 uomini ma Gaza è salva.

Inverno del 1395. Ad Antiochia si è diffusa la notizia della morte del sovrano, suo figlio, che si trova lì, si appresta a tornare alla Capitale per essere incoronato imperatore dei Romani. Intanto la flotta di esplorazione parte da Costantinopoli verso occidente, ma a largo dell'Attica è affrontata da 40 navi veneto-magiare che affondano 5 vascelli su 10, i rimanenti con il corpo di spedizione puntano su Tessalonica dove le truppe sbarcano mentre le navi vengono riparate. L'armata andrà a Corinto, punto di partenza della spedizione, via terra. Il nuovo imperatore però ha capito che difficilmente una flotta potrà attraversare tutto il Mediterraneo, pieno di navi nemiche, senza basi a terra; qundi si è deciso di dirottare l'armata sull'Egitto, quasi indifeso, annetterlo e poi travolgere gli Spagnoli che controllano l'Africa occidentale. Quando l'Impero si affaccerà sull'Oceano allora la spedizione potrà ripartire, questo però comporterà qualche anno di dura lotta.

Estate del 1396. Mentre la flotta si sta riparando, è giunta notizia che i Tartari hanno varcato il confine con la loro immensa armata, a nulla è valso offrire doni per allontanare le loro truppe. Poco fa è giunta notizia che Adana è assediata dalle loro truppe, vista l'impossibilità di difenderla si è dato mandato al governatore di trovare una soluzione che comporti i minori danni per la popolazione, come dice il proverbio "Piegati giunco, che la tempesta passa". A Costantinopoli e in tutto l'Impero si attendono notizie della sorte che i nuovi invasori riserveranno ad Adana, ma ciò che si è saputo del loro comportamento contro i Turchi non fa ben sperare.

Intanto si è venuto a sapere che Genova, capitale del Regno di Sicilia, è posta sotto ripetuti attacchi crociati (Milanesi e Veneziani); il nuovo imperatore ha inviato emissari al re siciliano per offrire 10.000 fiorini di aiuto, la richiesta d'alleanza e l'offerta di aiuto militare contro Venezia, la proposta è stata accolta, entro 15 turni un'armata bizantina dovrà attaccare i Veneziani, i nostri generali pensano di puntare su Venezia stessa così da mettere piede in Italia dopo più di 200 anni e togliere ai Veneziani la loro capitale e l'ultimo porto sul Mediterraneo, si teme però della reazione del Papa. Che la Vergine ci assista.

[Modificato da Antioco il Grande 23/11/2006 10.10]

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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)

"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)