00 16/11/2006 10:13
La seconda battaglia di Antiochia
Estate del 1231. Dopo neanche sei mesi i Mongoli sono tornati ad assediare Antiochia; due nuove armate si sono posizionate come quelle precedenti, il nuovo re con 260 uomini si è posto alla porta nord con un ariete, la seconda armata (960 uomini) si è posta alla porta sud in attesa. Il generale bizantino Maniace questa volta può contare solo sui 361 uomini sopravvissuti all'assedio precedente (infatti non si sono potute riaddestrare le unità). L'armata del re si avvicina alla porta nord, l'ariete e quasi a contatto con il portone, allora Maniace ordina alle truppe di uscire (per salvare la porta) e affrontare il nemico; i Bizantini si preparano a uscire, la porta si apre e i Mongoli, lasciato l'ariete, si fiondano dentro. La lotta è furibonda, nello scontro lo stesso Maniace fa la parte del leone, finché il re mongolo non viene ucciso, e poco dopo gli scoraggiati suoi uomini fuggono accompagnati dalle frecce incendiarie bizantine. A questo punto arriva notizia che un'unità nemica dalla porta sud sta facendo il giro delle mura per prendere l'ariete e sfondare la porta, Maniace ordina a tutti i suoi uomini di uscire e distruggere l'ariete, quando i nemici sono quasi arrivati l'ariete crolla, i Bizantini si ritirano in città e i Mongoli lasciano Antiochia, la città è di nuovo salva, grazie a Dio, ma per quanto?
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)

"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)