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il trattato tra Annibale e Filippo V di macedonia

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  • davide.cool
    00 02/06/2006 19:48
    Il Trattato fra Annibale e Filippo V era stato stipulato in chiave - ovviamente - antiromana quando, dopo la battaglia di Canne, Annibale, il condottiero cartaginese, sembrava sul punto di conquistare Roma e Filippo V di Macedonia, che temeva l'espansione romana, voleva salire sul carro del vincitore.

    Partito dalla Spagna per portare in Italia la guerra contro Roma scatenando la seconda guerra punica, era passato di vittoria in vittoria con battaglie fulminee ed eclatanti contro le legioni della nascente potenza italica. Continuando la guerra in Spagna con l'aiuto dei fratelli Asdrubale e Magone nonché di altri comandanti cartaginesi, costringeva i romani ad utilizzare risorse e uomini nella penisola iberica, distogliendo risorse dalla guerra in Italia. L'alleanza con Filippo V di Macedonia permetteva al condottiero cartaginese di tentare l'apertura di un altro fronte sul fianco orientale (con relativo sforzo umano e materiale per Roma).
    Il re macedone vedeva la potenza romana dilagare sulle coste orientali del mare Adriatico. Roma aveva soggiogato gli Illiri della regina Teuta con il pretesto che le tribù illiriche si dedicavano alla pirateria sulle coste dalmate e albanesi colpendo pesantemente gli interessi dei mercanti italici. Ormai la costa orientale dell'Adriatico era sotto controllo o protettorato romano. Molte città e isole greche della costa (come Apollonia o Corcira) erano pesantemente aiutate da Roma e l'Urbe appoggiava le rivendicazioni territoriali e politiche della Lega Etolica in lotta contro la Macedonia e il resto della Grecia. A sua volta pressato a oriente dai re seleucidi di Siria e da Attalo I di Pergamo, Filippo cercava un potente alleato per frenare Roma nella sua espansione verso i Balcani e ridurre il pericolo sul suo fronte occidentale. Sembrava proprio che Annibale fosse quell'alleato.

    Tito Livio, lo storico romano del I secolo, in Ab Urbe condita libri (XXII, 33) narra come Filippo, viste le vittorie di Annibale, inviasse una delegazione in Italia per stringere l'alleanza. Era l'estate del 215 AC. Gli ambasciatori greci, evitando Brindisi e Taranto, i porti più logici per chi proveniva dall'Ellade, sbarcarono vicino a Capo delle Colonne in Calabria, presso il famoso tempio di Giunone Lacinia. Da lì cercarono di recarsi a Capua dove Annibale aveva posto il suo quartier generale. Scoperta dai presidi romani la delegazione fu inviata presso pretore Valerio Levino. Senofane l'ateniese capo della spedizione, dichiarò platealmente di essere stato inviato dal re Filippo per stringere un accordo di amicitia societatemque (amicizia e alleanza) con il popolo romano. Il pretore accolse quindi come ospiti i nemici, e li inviò con una scorta verso Roma, spiegando l'itinerario e indicando dove fossero accampati i cartaginesi.
    Ovviamente la legazione macedone giunse al campo di Annibale senza alcun problema e l'alleanza poté essere stipulata.
    Si riporta il testo tramandato da Polibio, tolte solo le preghiere ai vari dèi:

    " Giuramento che stringono il generale Annibale, Magone, Mircano, Barmocaro, tutti i senatori cartaginesi che sono insieme a lui e tutti i Cartaginesi che militano assieme a lui, con Senofane di Atene, figlio di Cleomaco, ambasciatore che ha inviato presso di noi il re Filippo, figlio di Demetrio, a nome suo, dei Macedoni e degli alleati.
    [seguono due paragrafi (2 e 3) di invocazioni a vari dèi greci e cartaginesi]

    " Il generale Annibale ha detto, e con lui tutti i senatori cartaginesi che sono con lui e tutti i Cartaginesi che militano con lui, che, come sembri bene a voi e a noi, stringiamo questo giuramento di nobile amicizia e benevolenza, da amici, parenti e fratelli: che siano preservati dal re Filippo, dai Macedoni e dagli altri Greci quanti sono loro alleati, i signori cartaginesi, il generale Annibale, quelli che sono con lui e quelli che sono soggetti ai Cartaginesi, i soldati e gli alleati, tutte le città e tutti i popoli con cui noi abbiamo amicizia tra quelli dell’Italia, della Gallia e della Liguria, e tutti coloro con i quali avessimo amicizia e alleanza in questa terra.
    " Anche il re Filippo e i Macedoni e i loro alleati tra gli altri Greci saranno preservati e protetti dai Cartaginesi che militano con noi, dagli Uticensi, da tutte le città e da tutti i popoli che obbediscono ai Cartaginesi, dagli alleati e dai soldati, da tutti i popoli e da tutte le città che ci sono in Italia, in Gallia e in Liguria e da tutti gli altri che, in queste regioni d’Italia, dovessero diventare alleati. Non trameremo insidie gli uni contro gli altri, né tenderemo agguati gli uni agli altri: saremo nemici con tutto lo zelo e la buona intenzione, senza inganni né insidie, di quelli che fanno guerra ai Cartaginesi, con l’eccezione dei re, delle città e dei porti con i quali sussistono giuramenti e relazioni di amicizia.
    " Anche noi saremo nemici di quelli che fanno guerra al re Filippo, con l’eccezione dei re, delle città e dei popoli con i quali sussistono giuramenti e relazioni di amicizia. Sarete nostri alleati anche nella guerra che combattiamo contro i romani, finché gli dèi non diano a noi e a voi il successo. Ci soccorrerete, secondo la necessità e come concorderemo. Una volta che gli dèi ci avranno assicurato il successo nella guerra contro i Romani e i loro alleati, se i Romani chiedessero di stringere un accordo di amicizia, lo stringeremo, in modo tale che la stessa amicizia ci sia con voi, e a condizione che non sia loro lecito intraprendere mai una guerra contro di voi e che i Romani non siano padroni di Corcira, Apollonia, Epidamno, Faro, Dimale, dei Partini e dell’Antitania. essi renderanno a Demetrio di Faro quanti dei suoi si trovano nello stato romano, E se invece i Romani intraprendessero una guerra contro di voi o contro di noi, ci soccorreremo a vicenda nella guerra, secondo la necessità di ciascuna delle due parti. allo stesso modo faremo se lo facesse qualcun altro, con l’eccezione dei re, delle città e dei popoli con i quali sussistano giuramenti e relazioni di amicizia. Qualora ci sembri bene togliere o aggiungere qualcosa a questo giuramento, lo toglieremo o lo aggiungeremo, così come sembri bene a entrambi ‘’”.


    Brevi note
    Il testo sembra provenire dalla copia redatta dalla segreteria di Annibale e in seguito sequestrata a Senofane.

    Si notano i nomi dei fratelli Annibale e di Magone e il fatto che viene citata la presenza di senatori cartaginesi che sono con lui e tutti i Cartaginesi che militano con lui. Questo sembra indicare che Cartagine fosse attivamente presente con suoi plenipotenziari nelle terre italiche e che quindi sostenesse e approvasse le operazioni di Annibale, non accontentandosi di "non sconfessare" il barcide.
    Il testo riporta specularmente gli obblighi e le protezioni dei greci dai cartaginesi e dei cartaginesi dai greci. Anche i vari popoli soggetti dovevano essere "preservati" da attacchi e da insidie da parte dell'altro alleato.
    La "Gallia" altro non è che la Gallia Cisalpina dove Annibale raccoglieva una buona parte delle sue truppe celtiche e dove, in seguito, anche Magone verrà mortalmente ferito durante un tentativo di reclutamento. La Liguria era allargata all'attuale Liguria, parte del Piemonte e della Toscana a cavallo dell'Appennino Ligure. Ancora nel 215 AC il concetto di "Italia" era fermo a sud dell'Appennino Tosco-Emiliano.
    Il punto più interessante è forse al comma (12) dove si ipotizza che, una volta vittoriosamente conclusa la guerra a Roma, Cartagine poteva persino stipulare un accordo di amicizia con il nemico. Il gioco delle alleanze e delle inimicizie fra gli Stati è sempre stato estremamente variabile ma in questo comma, per quanto rientrante nel novero delle possibilità diplomatiche, sembra trasparire una strana, incredibile, ingenuità da parte cartaginese: che Roma potesse solo pensare di arrivare a degli accordi di amicizia proprio con la città-stato nemica che tanti danni e lutti aveva già provocato appare del tutto incredibile.

    Una volta concluso il trattato, la delegazione intraprese il viaggio di ritorno in Macedonia per far sottoscrivere l'accordo a Filippo. Con Senofane partirono anche i cartaginesi Magone, Gisgone e Bostar. Raggiunta la nave ancora in attesa al tempio di Giunone Lacinia, presero il largo. La nave venne però intercettata e catturata da alcune navi da guerra romane guidate da Valerio Flacco. Senofane ritentò con la frottola della delegazione amica ma i romani, notati i passeggeri dall'aspetto e dall'abbigliamento punico, approfondirono l'indagine, scoprirono la verità e anche le copie dei trattati. La delegazione veene inviata a Roma con cinque navi veloci e i prigionieri tenuti lontani l'uno dall'altro per evitare scambi di intese.
    Mentre le navi risalivano la costa tirrenica verso Roma, giunte a ridosso della costa campana vennero a loro volta intercettate da altre navi romane. Chiarita la situazione i prigionieri furono portati a Cuma che il console Tiberio Sempronio Gracco stava assediando. Dopo un nuovo interrogatorio i prigionieri vennero trasferiti a Roma al cospetto dei senatori.

    Il Senato fece mettere in carcere i prigionieri più importanti e fece vendere come schiavi i loro compagni. Vennero armate venticinque navi da aggiungere alle venticinque guidate da Publio Valerio Flacco e alle cinque che avevano portato i prigionieri. La flotta venne inviata a proteggere il litorale della Puglia e a fare ricognizione sulle coste orientali dell'Adriatico per controllare le mosse di Filippo.
    Livio riferisce che le spese per la flotta e la guerra macedonica fu impiegato il denaro che era stato inviato ad Appio Claudio perché lo consegnasse a Gerone tiranno di Siracusa.

    Una delle cinque navi prigioniere, però riuscì a sfuggire ai romani e a tornare in Macedonia senza però poter fornire a Filippo esatte notizie sui termini dell'accordo presi dalla prima delegazione. Il re macedone dovette inviarne una seconda che, questa volta, riuscì a portare a termine la missione con successo. Livio ci ripoprta i nomi degli ambasciatori: Eraclito soprannominato Scotino, Critone Beoto e Magne Sosisteo. Il trattato fu quindi ratificato ma, essendo nel frattempo passata l'estate Filippo e Annibale non riuscirono a iniziare le operazioni. E Roma era stata messa sull'avviso.
    Filippo V di Macedonia non riuscì a impensierire Roma per tutto il corso della seconda guerra punica.









    [Modificato da davide.cool 02/06/2006 19.52]

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    Caio Logero
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    00 02/06/2006 21:21
    Complimenti Davide.... incredibile e utilissimo tassello sull'insieme delle guerre romane contro i punici e i macedoni.
    La cosa strana è che Filippo non fosse intervenuto nel conflito prontamente prima che Annibale tornasse in Africa....
    In ogni caso questo è il più grande regalo all'Urbe: il primo pretesto per entrare nell'Ellade.


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  • davide.cool
    00 03/06/2006 14:15
    mi sa che sto topic non interessa a nessuno. forse se lo chiamavo Augusto è mio zio la gente veniva in massa! mah [SM=x506628]

    comunque io sono sempre stato d'accordo nel dire che il senato cartaginese fosse contro annibale, invece da questa copia di documento sembrerebbe che fosse con annibale e non lo contrastasse. boh, non so piu che pensare. Questo potrebbe spiegare il fatto che annibale non provò a conquistare roma perchè sperava che si arrendesse e tornasse a diventare amica di caratgine!
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    CLVCIANUS
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    Centurio
    00 03/06/2006 14:41
    NON E' VERO!
    MA CHE DICI? [SM=g27973]
    INTERESSANTE ECCOME! [SM=x506627] [SM=x506649]
    [SM=x506657] [SM=x506657] [SM=x506657]
    [SM=x506672] [SM=x506672] [SM=x506672] [SM=x506672]
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  • davide.cool
    00 03/06/2006 15:20
    chissà quanti documenti tipo quest iesistono per annibale ecc. tutti sono sempre stati d'accordo con il dire che fosse colpa di cartagine se annibale nn ha mai avuto rinforzi ecc. ma con la frase il senato che sta con me, lo scenario cambia moltissimo. Come è documentato un fatto risalente alla caduta di cartagine in cui, tra i molti scritti prelevati dalla grande biblioteca di cartagine prima della messa a fuoco della città, vi era il trattato sull'agricoltura e sui latifondi fatta da Magone e prelevato dai romani e subito messa in legge ed approvata dal senato di roma. Catone scrisse un libro descrivendo i passaggi chiave di questo trattato. come i cartaginesi fossero troppo avanti rispetto ai romani nel campo agricolo e commerciale
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    Pius Augustus
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    00 03/06/2006 15:27
    Strana l'assoluta irrilevanza dei macedoni nella guerra.


    « Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli...
    a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto."
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    Caio Logero
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    00 03/06/2006 15:32
    Finché la guerra va bene e sia. Dopo quando bisogna trovare il colpevole per una guerra rivelatosi disastrosa tutti se la svignano e a chi ricade la colpa? Chi viene sconfessato?
    Ma certo Annibale... ma chi se no? Quella specie di guerraiolo ci ha portato nel disastro.... è colpa sua e basta. Oh no ci sono i romani alle porte, cosa facciamo?

    Quello di Annibale è un caso molto ripetuto nella storia. Gli ingrati lo cercano sempre un capro espiatorio, cercano sempre un nuovo Annibale.

    Comunque la distruzione di Cartagine ha portato con se una grossa fetta del patrimonio umano...


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    mitrandil20
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    00 03/06/2006 15:38
    quoto [SM=x506641]
  • davide.cool
    00 03/06/2006 15:39
    si. il primo a essere non d'accordo sulla distruzione di cartagine fu proprio scipione secondo l'africano. i Senatori di roma si accorsero subito dell'errore fatto distruggendo la città. I fenici all'apoca della costruzione della città, avevano speso ingentissime risorse economiche per costruirla.L posizione della città infatti è di straordinaria protezione sia dal lato del mare che dal versante collinare. inoltre i navigatori foresti che arrivavano a cartagine, venivano sempre colpiti dal fatto che la città non sembrava avere un porto perchè non visibile dal mare. infatti bastava chiudere con una cinta di mura gigantesca al città dal lato del mare per renderla indistruttibile. era posizionata in maniera incredibilmente strategica e arroccata. I romani infatti la ricostruirono a modo loro in seguito

    [Modificato da davide.cool 03/06/2006 15.40]

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    mitrandil20
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    00 03/06/2006 15:49
    sbaglio o la ricostruirono in un altro luogo?
  • davide.cool
    00 03/06/2006 17:33
    esattamente nello stesso punto. vennero costruiti acquedotti, palazzi nuovi ecc. Della città punica a differenza di quanto è leggenda, venne lasciato inpiedi il tophet (abbattuta solo la grandissima statua di Elissa (didone) e lasciato il perimetro di muro ad est che partiva dal porto e finiva sino oltre alla cittadella. inoltre, adesso dove sorge un ristorante presso cartagine, si puo vedere perfettamente i contorni del cothlon cirocolare con per terra ancora i binari per spostare le navi
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    =sigfrido=
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    Centurio
    00 03/06/2006 22:53
    tutto molto interessante...poi sui cartaginesi tutto è affascinante !! [SM=x506627]
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    CLVCIANUS
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    Centurio
    00 04/06/2006 12:22
    DAVIDE NON RICORDO SE L' HA RICOSTRUITA AUGUSTO O VESPASIANO.... [SM=g27966] [SM=g27966] [SM=g27966] [SM=g27966]
    [SM=x506657] [SM=x506657] [SM=x506657] [SM=x506657]
    [SM=x506672] [SM=x506672] [SM=x506672] [SM=x506672]
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  • davide.cool
    00 04/06/2006 14:17
    julia carthago l'ha costruita Augusto nel 29 DC se non mi ricordo male
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    Tercio Real
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    Praefectus Castrorum
    00 04/06/2006 16:14
    non so da dove ho letto, che Filippo V di Maceodnia, non partecipo attivamente alla guerra perché la stipulazione del trattato con Annibale, arrivo 6 mesi tardi, perche la prima delegazione fu andata persa.
    Quando ritrovo l´informazione ve la dico.
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  • davide.cool
    00 04/06/2006 18:44
    la flotta della delegazione macedone e cartaginese venne intercettata e bloccata dai romani. i macedoni cercarono di sviare le argomentazioni per allontanare i lsospetto ma i romani videro subito che tra di loro, c'erano donne e uomini vestiti in modo palesemente punico e li fermarono. il trattato fu una della cause primarie dello scoppio della prima guerra macedonica. La macedonia durante la seconda guerra punica non fece molto poichè la situazione militare ed economica laggiu non era delle migliori e filippo aspettava la situazione migliore della guerra per intervenire. cioè dopo cannae quando roma sembrava allo sfacelo
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    LEONIDAS!
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    00 28/10/2006 10:42
    chi mi sa dare informazioni sulla guerra tra romani ed illiri???cmq il topic e molto interessante...
  • davide.cool
    00 04/05/2007 17:33
    Re:

    Scritto da: LEONIDAS! 28/10/2006 10.42
    chi mi sa dare informazioni sulla guerra tra romani ed illiri???cmq il topic e molto interessante...



    riapro sto thread interessante. potete dire la vostra
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    Augusto.Carducci
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    00 04/05/2007 17:44
    Re:

    Scritto da: davide.cool 04/06/2006 14.17
    julia carthago l'ha costruita Augusto nel 29 DC se non mi ricordo male


    ma augusto era già morto nel 29 dc. c'era tiberio all'epoca.
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    Augusto.Carducci
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    00 04/05/2007 17:52
    cmq ammazza...è interessantissimo questo trattato..
    credo di non essere l'unico che era convinto dell'alienazione di annibale da parte del senato cartaginese.
    complimenti davide....bel testo
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  • davide.cool
    00 04/05/2007 18:04
    Re:

    Scritto da: Augusto.Carducci 04/05/2007 17.52

    credo di non essere l'unico che era convinto dell'alienazione di annibale da parte del senato cartaginese.
    complimenti davide....bel testo



    il senato punico ha sempre considerato la guerra come di annibale non sua. siccome il senato gioiva per le vittorie ma nelle sconfitte dava la colpa solo al generale punico dicendo che era una sua guerra personale, penso che annibale abbia parlato anche a nome del senato perchè il senato stava con annibale subito dopo cannae. è na mia idea
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    Augusto.Carducci
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    Re: Re:

    Scritto da: davide.cool 04/05/2007 18.04


    il senato punico ha sempre considerato la guerra come di annibale non sua. siccome il senato gioiva per le vittorie ma nelle sconfitte dava la colpa solo al generale punico dicendo che era una sua guerra personale, penso che annibale abbia parlato anche a nome del senato perchè il senato stava con annibale subito dopo cannae. è na mia idea


    forse è anche la realtà visto che non sarebbe stata di certo la prima (o l'ultima) volta che vennero scaricate solo le colpe e ci si prese il merito delle vittorie...povero annibale, mi metto nei suoi panni, con quel rimasuglio di esercito e da solo come 1 cane
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    Pilbur
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    Re sul trono di Spade
    00 10/05/2007 13:27
    Il senato cartaginese era doppiogiochista
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  • davide.cool
    00 11/05/2007 13:39
    Re:

    Scritto da: Pilbur 10/05/2007 13.27
    Il senato cartaginese era doppiogiochista



    faceva solo i suoi interessi
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    Augusto.Carducci
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    00 11/05/2007 15:16
    Re: Re:

    Scritto da: davide.cool 11/05/2007 13.39


    faceva solo i suoi interessi


    bhè con la 3 guerra punica poteva essere un pò più furbo il senato cartaginese...si fidava addirittura del fatto che i romani avrebbero stretto accordi di pace!!
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  • davide.cool
    00 11/05/2007 15:38
    Re: Re: Re:

    Scritto da: Augusto.Carducci 11/05/2007 15.16

    bhè con la 3 guerra punica poteva essere un pò più furbo il senato cartaginese...si fidava addirittura del fatto che i romani avrebbero stretto accordi di pace!!



    beh io penso che essi avrebbero potuto prendere accordi con roma solo dopo che questa si fosse arresa nella seconda. nella terza guerra dopo la furbata romana e le dichiarazioni inaccettabili di abbandonare la città ecc, tutti quelli che prima erano pacifisti e pro pace con roma cambiarono idea e diventarono tutti anti romani. a quel punto non gli sarebbe interessata piu la pace, qualunque esito la guerra avesse espresso.
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    00 11/05/2007 15:56
    Re: Re: Re: Re:

    Scritto da: davide.cool 11/05/2007 15.38


    beh io penso che essi avrebbero potuto prendere accordi con roma solo dopo che questa si fosse arresa nella seconda. nella terza guerra dopo la furbata romana e le dichiarazioni inaccettabili di abbandonare la città ecc, tutti quelli che prima erano pacifisti e pro pace con roma cambiarono idea e diventarono tutti anti romani. a quel punto non gli sarebbe interessata piu la pace, qualunque esito la guerra avesse espresso.


    si ok ma 2 aiuti li potevano pure dare a quel disgraziato che erano 20 anni che faceva guerre fuori casa sul suolo nemico!!
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  • -Megas Alexandros-
    00 12/05/2007 00:29
    Ho appena finito di leggere "Annibale" di David Anthony Durham(bellissimo,ve lo consiglio,forse e' il piu' bello tra la decina di libri gia' letti su questo grandissimo personaggio!),e ho notato che lui fa riferimento ad un 4°fratello di nome Annone(chissa'?).
    Poi ho un dubbio che mi sono sempre posto:ma perche' Annibale scelse di passare proprio in quel punto delle Alpi,dove partito con quasi 100000 uomini,arrivo' a varcarle con circa 30000(numero rinforzato poi dalle varie tribu dei Galli),mentre il fratello Asdrubale pochi anni dopo,passo' sempre per le Alpi,ma in un punto molto piu' agevole,dove non ci fu tutta quell'ecatombe di perdite? Capisco che Annibale volle cogliere di sorpresa i Romani(e ci riusci' benissimo),ma se non avesse perso quasi 70000 uomini in quel attraversamento forse,chissa',la storia sarebbe cambiata!!!!!!