00 16/02/2007 16:08
Prima di esprimere la mia opinione su Cesare ho alcune osservazioni da fare:
1- Volendo si può fare un paragone tra i grandi generali della storia, ma bisogna sempre contestualizzarli nel loro periodo storico.
2- Il fatto che i Galli fossero meno civilizzati dei Cartaginesi o dei Persiani non significa che fossero meno forti militarmente. Anche i Barbari nel V secolo erano meno civilizzati dei Romani...
3- Annibale e Scipione sono stati due grandi generali, tuttavia nonostante la vittoria finale di Scipione, va ricordato che a Zama fu la strategia di Annibale a risultare vittoriosa. Egli infatti eluse il tentativo di accerchiamento di Scipione, e fu sconfitto solo per il casuale ritorno della cavalleria romana. Per maggiori informazioni potete leggervi il libro di Brizzi: Il guerriero, l'oplita, il legionario.
4- Definire la morte di Cesare ridicola è un'affermazione incredibilmente ridicola. Cesare morì come voleva, all'improvviso, e la sua tragica fine lo consegnò alla storia e al mito. Scommetto che Alessandro Magno o Napoleone avrebbero agognato una fine come quella di Cesare.
5- L'aasedio di Alesia va considerato una delle più grandi battaglie dell'antichità, e su questo punto tutti gli storici sono daccordo.

Ora, per quanto riguarda Cesare, egli era secondo me un uomo fondamentalmente ambizioso. La sua aspirazione era di diventare il primo uomo di Roma, e per raggiungere questo obiettivo ricorse ad ogni espediente politico. Dapprima entrò nel partito popolare in quanto le grandi famiglie nobili gli avevano negato l'appoggio politico, e la cosa gli risultò facile, essendo il nipote di Caio Mario, l'uomo più amato dal popolo.
Negli anni '60 cominciò la sua ascesa politica: questore, edile, pretore. Fu parzialemte coinvolto nella congiura di Catilina, e su questo suo ruolo gli storici si dividono, anche se è indubbio che egli ne fosse almeno a conoscenza. Nel 60 compì il suo più grande gesto politico: firmo il primo triumvirato con Crasso e Pompeo che rappresentavano l'uomo più ricco di Roma e il più grande generale di Roma. Così facendo Cesare si assicurava i suoi successivi passi politici, e in particolare poteva prevalere nella lotta contro la FACTIO degli ottimati, che da sempre lo ostacolava.
La guerra gallica fu deliberatamente una guerra di aggressione che Cesare intraprese per aumentare il suo prestigio militare, e per cercare di mettersi sullo stesso livello di Pompeo. Conclusa vittoriosamente la guerra, Era inevitabile lo scontro con Pompeo e con la fazione degli Ottimati, e quì emerse tutto il genio di Cesare, che riuscì per passare da parte lesa e ad attirare le simpatie del popolo. Durante la guerra civile adoperò il sistema della clemenza unicamente per rendere legittime le sue azioni, e per garantirsi na qualche forma di opposizione in Seanto, senza la quale non aveva alcun modo di eccellere. Infatti al termine della guerra, fu proprio l'assenza di avversari politici a rendere così evidente l'ampiezza del suo potere, e i congiurati erano sostanzialmete uomini che dovevano tutto a Cesare, e che non potevano sopportare questa loro inferiorità.
La mia opinione finale è che quindi Cesare vada considerato uno dei più grandi politici della storia, se non il più grande. Storicamente la sua importanza è incredibile in quanto aprì all'Europa occidentale le porte della civiltà romana, e diede il definitivo colpo di grazia alla repubblica, trasformandola in Impero. Militarmente non lo si può considerare un genio, ma di sicuro un grande stratega in quanto sapeva pianificare al massimo le battaglie e tutte le mosse di una campagna militare, tant'è che persino Napoleone lo ammirava.
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