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Le opere storiche, soprattutto a Roma, le scrivevano i membri del Senato (che spesso erano gli stessi attori degli eventi, basti pensare a Cesare). Con l'Impero è l'imperatore che fa le guerre, e se ne prende i meriti, con il tempo i senatori smisero di scrivere storia. Nel III secolo abbiamo 50 anni di caos con il Senato più intento a sopravvivere che a scrivere. Non è un caso che le uniche storie giunte siano quella di Cassio Dione, che si conclude con i primi anni di Severo Alessandro, e quella di Erodiano, che arriva ai Gordiani. Entrambi sono greci e scrivono in greco, con la loro morte non abbiamo più nulla (i Greci hanno continuato a scrivere ma è andato tutto perduto, i Latini nemmeno scrivono) fino ad Aurelio Vittore, che sotto l'Apostata scrive un compendio di storia imperiale da Augusto ai suoi giorni, poi Eutropio, che usando anche Vittore, arriva a Valente, e Ammiano Marcellino, che sotto Teodosio riprende il filo da dove s'è fermato Tacito e copre gli anni da Nerva a Valente. Per ultima questa Historia Augusta che però e quasi un fantasy e si basa, probabilmente su Vittore, che era uno storico affidabile.

Quando nel XII secolo il monaco bizantino Zonara scrive i suoi Annali da Adamo ad Alessio I di Bisanzio è proprio Cassio Dione che usa come fonte per l'epoca da Enea ai Severi. Paradossalmente è proprio Zonara a conservare l'unica esposizione affidabile sull'anarchia di III secolo usando una fonte che per noi è perduta (si pensa sia Pietro Patrizio, un funzionario dell'epoca di Giustiniano). Tutto il resto è perduto (e comunque gli storici di cui siamo a conoscenza, come Dexippo che visse proprio nel tardo III secolo, sono tutti di lingua greca. In latino non c'è nessuno).

Vero, sono passati solo 150 anni, eppure sono sufficienti per perdere traccia di molti dati. Un esempio su tutti. Tutti gli autori romani di IV secolo (da Aurelio Vittore che forse è il primo, a Eutropio fino alla Historia Augusta), raccontano che Caracalla avesse una storia incestuosa con la sua matrigna. Inoltre ci tramandano che la madre di Elagabalo si chiamasse Simiasera. Invece Dione ed Erodiano, contemporanei degli eventi, riferiscono che:

1. Caracalla non ebbe mai una matrigna, anche se veniva chiamato dai contemporanei "Edipo" e sua madre "Giocasta", quindi erano sospettati di incesto.
2. La madre di Elagabalo si chiamava Giulia Soemia, non Simiasera. Se la fonte di Vittore furono I Cesari di Mario Massimo è probabile che fosse questo ad aver commesso tali errori (ancora più assurdi in quanto Massimo scrive poco dopo i fatti). Al contrario Zonara, nel XII secolo, usando Dione dà le notizie corrette.
[Modificato da Antioco il Grande 04/01/2020 15:29]
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