00 03/01/2020 16:00
Il problema è che lo stesso Anonimo ha difficoltà a trovare delle fonti da utilizzare. Fino ai Severi, più o meno, si suppone, perché lo cita lui stesso, che l'autore usi le Vite dei Cesari di Mario Massimo, un senatore che compose, probabilmente, le vite di 12 Cesari successivi ai Flavi rifacendosi a Svetonio (che vuole proseguire e usa come modello). I Cesari di Massimo godono di vasta fama a Roma, tanto che Ammiano Marcellino, alla fine del IV secolo segnala che Massimo e le Satire di Giovenale sono le letture preferite della nobiltà romana. Il nostro Anonimo usa Massimo come fonte, è da quanto appare dai frammenti (provenienti quasi tutti dallo stesso Anonimo), è una buona fonte (a Massimo affianca, ad esempio, le autobiografie degli stessi imperatori, come quella scritta dallo stesso Adriano). Ma Massimo finisce con Elagabalo o Severo Alessandro (essendoci pochi frammenti siamo incerti sul punto di conclusione), quindi da Massimino il Trace in poi (o forse da Severo Alessandro) l'Anonimo deve cercare fonti alternative, che spesso non esistono. Più avanza nell'anarchia militare del III secolo, più le fonti scarseggiano. A volte l'Anonimo cita nomi di scrittori che usa come sue fonti, ma sono autori altrettanto anonimi di cui la Historia Augusta è la sola testimonianza (tanto che molti studiosi pensano che siano fonti fasulle inventate dal fantasioso anonimo!).

Se prendiamo proprio le vite dei 30 Tiranni (come li chiama l'Anonimo), si nota che molti di questi sono certamente vissuti, come Tetrico e i sovrani dell'Impero delle Gallie, ma di molti l'Anonimo è l'unica fonte e c'è il forte sospetto che i personaggi siano stati inventati tanto per arrivare al numero di 30 (che richiama i 30 tiranni ateniesi di V secolo).

Pertanto se la Historia riporta notizie o fatti che si possono, anche sommariamente, basare su altre fonti (tipo Eutropio o Aurelio Vittore, autori di IV secolo che sono probabilmente fonte dello stesso Anonimo, visto che i tre testi presentano errori comuni giustificabili con la dipendenza di uno dall'altro), possiamo essere sicuri che gli eventi siano abbastanza affidabili, ma se la Historia risulta unica testimonianza (ad esempio del fatto che Massimino il Trace avesse la madre di origine gotica o che sotto Elagabalo sua madre e la nonna crearono un "Senato delle donne" che affiancava il giovane e stravagante imperatore), allora bisogna prenderlo con le pinze. Del resto, però, la Historia riporta, come tratto proprio dalle Vite di Mario Massimo, il testo delle maledizioni che il Senato pronunciò alla morte di Commodo per maledire l'odiato imperatore e che sono considerate sicuramente vere.

Inoltre si nota un progressivo peggioramento dell'opera, proprio come se l'Anonimo avesse perso man mano la voglia di cercare notizie attendibili e avesse preferito inventare tutto di sana pianta. Quindi la Historia Augusta è un incredibile testo a metà tra la Storia e il fantasy.
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)

"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)