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Il Vero Erede

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    Franci T.
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    10 04/09/2018 23:51
    Lasciate ogni speranza, voi che leggete :rofl
    A parte gli scherzi, mi è venuta voglia di provare a scrivere un racconto incentrato su una campagna. Tuttavia non sono un grande scrittore, quindi è meglio che vi aspettatiate una cosa pessima, così potreste rimanere sorpresi positivamente, se andasse bene :rofl
    Fatemi sapere che ne pensate, e buona lettura.

    Il Vero Erede

    Capitolo I

    Un titolo usurpato


    Marco Antonio guardò verso il Pireo, un tempo centro del commercio, punto d’incontro fra mondi, popoli, e culture. Osservò le navi caricare e scaricare le numerose anfore di vino, casse contenenti armi e sacchi pieni di spezie, e paragonò la sua vita, il suo percorso, a uno di quei contenitori. Era salito sulla nave del successo, e ora ne stava scendendo. D’improvviso Cesare lo aveva tradito, affidando la sua eredità a un giovane ignoto, sbucato dal nulla, e lui era rimasto senza niente. Solo la debole posizione di Ottaviano gli aveva permesso di realizzare il secondo triumvirato, insieme a Lepido.

    Tuttavia Roma era divisa, e non in due, non in tre, bensì in quattro: Sesto Pompeo Magno controllava la Sicilia, la Corsica e la Sardinia, e si comportava come gli antichi pirati illiri, saccheggiando i mercantili e soffocando i commerci. Nonostante nominalmente fossero alleati, i triumviri erano in pratica entità a sé: Lepido possedeva un territorio che ricalcava il grande impero Cartaginese, Ottaviano possedeva l’Italia e la Gallia, e lui, il più grande generale di Cesare, si era preso la più grande parte di impero: l’Oriente. I suoi domini spaziavano dall’Illyricum alla Syria, dalla Bithynia alla Libya. Era riuscito ad assicurarsi anche moltissimi stati cliente, dei cuscinetti pronti a rallentare le invasioni dei popoli barbari e dei Parti. Fra questi stati cuscinetto, gemma solitaria in un mare di pietra, l’Egitto: l’antica terra dei Faraoni era guidata dalla nobile discendente di Tolomeo, madre dell’unico figlio di Cesare, Cleopatra VII.

    Marco Antonio distolse lo sguardo dal porto e lo posò su una colonna di legionari in marcia, le loricae scintillanti, i gladi affilati, non vi era discrepanza nel loro incedere, quasi arrivassero ad annunciare la volontà di un dio. Ve ne erano molti in tutto l’impero, ma i suoi dovevano resistere agli assalti più imponenti, ai popoli più numerosi. A Nord Breuci e Scordisci minacciavano l’Illyricum, e poco più lontano l’ombra minacciosa dei Daci e delle tribù nomadi si stagliava sul Danubio. A Sud varie tribù africane si preparavano a lanciare le loro razzie contro l’Egitto. Ma la minaccia più grande si trovava ad Est: l’impero dei Parti, i vincitori di Carrae, era già in guerra con i possedimenti del triumviro e si preparava a distruggere ancora una volta il regno d’Armenia, fedele suddito del generale di Cesare.

    Doveva preparare i suoi possedimenti per la guerra, e solo allora avrebbe potuto sconfiggere i suoi nemici, e reclamare per sé quello che era l’impero del vero erede di Cesare.


    "Povero me,sto per diventare un Dio." Tito Flavio Vespasiano, imperatore romano, sul letto di morte, 79 d.C.

    "Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno" Niccolò Sagundino, sulla morte(29 maggio 1453) di Costantino XI Paleologo.
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    Leonida.7742
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    00 27/09/2018 00:21
    E' stato così scorrevole e gustoso che l'avrò letto in due minuti circa!
    Bravo Francy.Complimenti anche per come ti destreggi con la lingua italiana.Attendo altro materiale!!! :martello


    "La morte è bella,quando il prode combatte in prima fila e cade per la Patria." Tirteo I,10
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    pack83
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    Immunes
    00 27/09/2018 12:50
    :bravo
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    Franci T.
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    Immunes
    00 27/09/2018 16:12
    Sono veramente contento che vi sia piaciuto. Dato che l'avevo già mezzo scritto, ecco il secondo capitolo. Spero possa essere scorrevole e interessante. :)

    Capitolo 2

    “Se vuoi avere successo a questo mondo, prometti tutto e non mantenere nulla”


    Sangue, ancora sangue. Era da solo due settimane che la Legio I Syriaca aveva cominciato ad assediare Palmyra, roccaforte dei Parti, e già erano morti trecento uomini. I soldati, se si poteva definirli tali, erano armati solamente di una lancia e di uno scudo. Senza armatura, pattugliavano la prima linea, per evitare improvvise sortite nemiche, ma se ve ne fossero state, avrebbero potuto ben poco. L’unica speranza contro le macchine della morte, i catafratti, veniva da un manipolo di seicento legionari armati di gladii e pila. Solo loro avrebbero potuto impedire che i fragili ranghi dei coscritti si trasformassero in uno spettacolare quadro di dolore e morte, di agonia e terrore.
    Publio Ventidio Basso era il loro comandante. Governatore della parte Orientale dell’impero di Marco Antonio, era un uomo sulla cinquantina, che l’ex generale di Cesare aveva scelto per la sua forte personalità, e per la sua attitudine al comando. Tuttavia, nonostante tutti i privilegi di Basso derivassero dal favore di Antonio, egli non era un suo convinto sostenitore. Disapprovava le scelte del triumviro, il quale aveva deciso di difendere Lepido dalle navi di Pompeo, nonostante fosse chiaro che il monarca dell’Africa odiasse profondamente Antonio.

    Antonio aveva deciso per una politica espansionista ai danni dei Parti, puntando sul supporto dell’Armenia, che da nord avrebbe dovuto tenere occupati gli eredi di Serse, per permettergli di preparare un’invasione su larga scala della Mesopotamia. Aveva stanziato molti fondi in tutto l’impero, per permettere alle province di prosperare, e di potenziare le infrastrutture militari e civili. Aveva dato tutto, tranne il tempo. Con un ordine che non ammetteva repliche, aveva comunicato a Basso di attaccare Palmyra, specificando che “l’eventuale fallimento avrebbe cause gravissime per tutta la Pars Orientis Marci Antoni Imperii”. Così il generale era dovuto partire racimolando truppe in ogni villaggio o città in cui passava, e solamente prima di superare il confine poté aggiungere al proprio esercito dei legionari degni di questo nome. Giunti sotto alle possenti mura nemiche, ben consci di non poterle reclamare con un semplice assalto diretto, i romani avevano cominciato la costruzione di una innovativa macchina da guerra, la testuggine. Era l’unione di un ariete con delle protezioni in legno ricoperto da argilla. Forte della presenza di questa macchina, durante un’afosa sera, Basso convocò gli ufficiali più importanti della legione.

    “Grazie all’eccezionale lavoro degli ingegneri e dei legionari possiamo ora lanciare l’attacco alle mura. Ci divideremo in due gruppi: il primo utilizzerà la testuggine per far crollare le mura e attirare i difensori nella breccia, mentre il secondo userà le scale da assedio e occuperà le mura, costringendo i difensori a terra. Dopodiché li annienteremo.”
    “Legato, chi salirà sulle mura?” a parlare era stato il primus pilus, uno dei pochi esperti dell’arte della guerra presenti nella sua legione.
    “Ottima domanda. I vigiles si occuperanno della breccia, mentre tu e tuoi legionari prenderete le mura.” rispose Basso con un ghigno, e con il grande disappunto dei comandanti dei coscritti.
    “Domani, signori, avrete tutto ciò che vi è stato negato negli ultimi tempi”.


    "Povero me,sto per diventare un Dio." Tito Flavio Vespasiano, imperatore romano, sul letto di morte, 79 d.C.

    "Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno" Niccolò Sagundino, sulla morte(29 maggio 1453) di Costantino XI Paleologo.
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    Leonida.7742
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    00 04/10/2018 00:00
    Bravo! Avevo più o meno la tua età quando scoprii i TW.Un mio amico mi passò un copia mezza scassata (era pirata,purtroppo all'epoca dalle mie parti era normale comprarle) di Medieval I,e funzionavano solo le battaglie storiche,avrò giocato 1000 volte quella che contrapponeva gli inglesi al Saladino,ed ogni volta mi regalava spunti nuovi per sognare.Col tempo quella capacità l'ho persa,ma tu cerca di coltivarla sempre! auguri! :up


    "La morte è bella,quando il prode combatte in prima fila e cade per la Patria." Tirteo I,10
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    Franci T.
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    00 28/10/2018 10:25
    Innanzitutto grazie mille. I miei amici non sanno manco cosa sia un Total War, figurarsi averlo, solo uno è riuscito a citarli.
    Non che sia un grande sognatore dopotutto, ma qualcosa ogni tanto m'immagino :rofl
    Per quanto riguarda la storia magari proverò a finire il 3 capitolo, poi si vedrà :)


    "Povero me,sto per diventare un Dio." Tito Flavio Vespasiano, imperatore romano, sul letto di morte, 79 d.C.

    "Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno" Niccolò Sagundino, sulla morte(29 maggio 1453) di Costantino XI Paleologo.