00 23/12/2016 21:49
un aspetto molto curioso dei gestionali di città e civiltà è quello sul metodo di pianificazione collettivista e dall'alto quando storicamente il modello non sussisteva. La pianificazione dello sviluppo urbano,culturale e sociale ha come ovvia ragione la giocabilità poiché si tratta appunto di "gioco" in cui il giocatore si assume un "ruolo" che il gioco gli affida per conseguire obiettivi di gioco. Il concetto è ben chiaro ma è affascinante pensare che le civiltà, a parte forse quella egiziana e altre eccezioni "idrauliche", si erano sviluppate in modo assolutamente "caotico" senza un reale intervento del potere politico che si limitava, con i mezzi disponibili, a stabilire "priorità" a seconda del livello di controllo sulla società. Le città e le civiltà nascevano e si estendevano spesso in modo spontaneo per interazione di migliaia di attori con propri bisogni ed idee. La civiltà e l'impero dei romani dopotutto è stato un risultato della "mano invisibile" e della intraprendenza di una molteplicità di persone di ogni ceto sociale. La grandezza dei suoi monumenti è s' frutto di decisioni politiche ma scaturite da successi conseguiti da azioni spontanee di una comunità che viveva e desiderava e si batteva senza alcuna direzione centralizzata.

infatti poi si è visto invece che le società che venivano maneggiate completamente dal potere politico erano prive di autentica vitalità e destinate all'inevitabile fallimento per l'assenza di adattabilità e versatilità dei suoi componenti.
non abbiate pietà dei nemici! vittoria,vittoria e sempre vittoria!!!!

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