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Problemi con il Sistema Politico...di nuovo

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    RemovedQuasar
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    00 03/06/2014 11:56
    Dunque dunque ho visto quel bel video che spiegava tutto il sistema politico e sembra tutto molto semplice:

    L'influenza di un Generale dipende dalla Gravitas E dalla sua Ambizione che fa da moltiplicatore alla Gravitas, quindi più Gravitas e più Ambizione ha, maggiore sarà l'influenza che darà alla sua fazione.

    La mia domanda è: PECHE' e chiedo PERCHE', se UCCIDO un generale della fazione politica avversaria che aveva 60 di Gravitas e 3 di Ambizione, l'influenza di quella faziona AUMENTA?

    Come si spiega?? Io gli secco i generale e l'influenza aumenta alla fazione, ma non ha senso!! @____@
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    Leonida.7742
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    00 03/06/2014 12:55
    ahi ahi ahi,ci risiamo! XD


    "La morte è bella,quando il prode combatte in prima fila e cade per la Patria." Tirteo I,10
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    Antioco il Grande
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    00 03/06/2014 13:59
    Credo, ma non sono sicuro, non avendo mai giocato con Roma (solo 20 turni) o Cartagine, e basandomi su quel che accade con i Seleucidi, che l'omicidio dell'avversario indisponga il resto del Senato e ti fa perdere favore.

    L'omcidio va compiuto sapendo che, comunque, ne avrai un qualche danno (certo tra una perdita d'influenza e la guerra civile, meglio la prima). Come quando scoppia uno scandalo e l'Ai ti chiede 2300 talenti per mettere a tacere tutto, se non vuoi pagare subisci una diminuzione di gravitas (lo stesso per le adozioni. Se un'altra fazione adotta un tuo generale, e tu non lo impedisci, ne risente il tuo prestigio).
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    RemovedQuasar
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    00 03/06/2014 15:40
    Stò giocando con la Bactria quindi penso che la situazione valga lo stesso.

    Quiiiindi se io uccido un tizio, il senato (o quello che c'è), si indigna e mi toglie il sostegno. Va bene ha senso ma allora tanto vale non ucciderlo! Come faccio a guadagnare seggi? Ho seccato un botto di generali che non erano della mia fazione ed ora ho solo il 30% del sostegno delle famiglie.
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    andry18
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    00 03/06/2014 15:59
    è un piccolo sacrificio per avere un guadagno maggiore successivamente, eliminando l'arcirivale perderai un po' di consenso, ma ti sbarazzi di un peso non da poco, le famiglie perderanno consenso mancando loro il leader carismatico che te hai seccato, e tu riguadagnerai ben presto posizioni, perché i tuoi generali saranno fighi, i loro no

    un po' romanzato, ma è per far capire il senso


    "Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

    "Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

    "You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

    "ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

    "Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
    L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
    Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
    Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

    http://www.youtube.com/watch?v=_M3dpL4nj3Q
    https://www.youtube.com/watch?v=QcvjoWOwnn4
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    00 03/06/2014 16:32
    Uhm....la critica c'è sempre, è TROPPO realistico ora :D :D :D

    Scherzi a parte, se è così è carino assai, pensavo fosse l'ennesimo bug.

    Ma sta cosa vale con tutte le fazioni o solo quelle "civilizzate"?

    ps: per me il sistema dovrebbe rimanere anche dopo la guerra civile.
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    andry18
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    00 03/06/2014 16:46
    vale per tutte, solo che con le repubbliche dovresti fare un po' di attenzione e non seccare tutti (al fine di mantenere l'equilobrio), mentre nelle monarchie appena vedi qualcuno con ambizione 3 lo fai fuori e fine della storia. il tutto da ripetere n volte finché non finisci la campagna oppure scoppia la guerra civile


    "Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

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    "ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

    "Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
    L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
    Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
    Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

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    Antioco il Grande
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    00 03/06/2014 16:53
    Tu il consenso lo recuperi conquistando e conquistando. Davanti a vittorie militari il Senato si dimentica delle purghe e si prostra adorante ai tuoi piedi (fino al prossimo tizio con super gravitas da eliminare).

    Tra evitare la guerra civile e perdere un po' di consenso, che comunque alla fine recuperi, la scelta risulta ovvia.

    L'altro giorno ho reso satrapia l'Egitto, o quello che rimaneva, nonostante tutto, un paio di turni dopo, i Nasamoni hanno attaccato i Tolomei, avrei dovuto difenderli, essendo satrapi, ma dal momento che sapevo che erano assolutamente inaffidabili (si sarebbero per certo ammutinati alla prima occasione), e non avendo truppe da inviare, avendo un'altra guerra in corso in Media, li ho abbandonati a se stessi. Ho perso ogni credibilità diplomatica, divenendo inaffidabile, ma ho evitato la guerra per proteggere gente che avrei poi dovuto ammazzare comunque. Alla fine la perdita di affidabilità non ha portato alcuna conseguenza, ero abbastanza potente da incutere comunque timore, e dopo diversi turni è risalita, ma io ho evitato una guerra ed eliminato i Tolomei tramite i Nasamoni.

    A volte il gioco ti costringe a scelte dolorose, devi vedere cosa convenga fare.
    -------------------------------------------------
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    RemovedQuasar
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    00 03/06/2014 17:33
    Ho capito, buon esempio direi :)

    Io al momento Satrapie zero (anche se ho 200 amicizia e gli offro 60k mila di soldi non ne vogliono sapere, era molto piu facile con le tribu barbare dello stesso sangue :superxd )

    Ultima domanda: la guerra civile scoppia se hai troppo potere o se c'e un generale con Ambizione 3 e tanta Gravitas.

    Scoppia anche se hai POCO sostegno dalle famiglie nobili?
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    andry18
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    00 03/06/2014 18:08
    scoppia soprattutto se hai poco sostegno. se riesci a mantenerti su una percentuale alta, scoppia automaticamente una volta arrivato al lv ipergalattico di imperium, ma in questo caso la politica non c'entra niente

    PS: con le repubbliche scoppia se la percentuale si discosta troppo dall'equilibrio, ossia nel caso in cui tu ne abbia troppa influenza o troppo poca
    [Modificato da andry18 03/06/2014 18:09]


    "Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

    "Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

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    "ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

    "Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
    L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
    Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
    Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

    http://www.youtube.com/watch?v=_M3dpL4nj3Q
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    Ricimero
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    00 03/06/2014 20:28
    Re:
    andry18, 03/06/2014 18:08:

    scoppia soprattutto se hai poco sostegno. se riesci a mantenerti su una percentuale alta, scoppia automaticamente una volta arrivato al lv ipergalattico di imperium, ma in questo caso la politica non c'entra niente

    PS: con le repubbliche scoppia se la percentuale si discosta troppo dall'equilibrio, ossia nel caso in cui tu ne abbia troppa influenza o troppo poca




    ma una volta che scoppia?...che succede? io non ci sono mai arrivato xchè uso Dei e lì per far scoppiare la guerra civile devi avere l'imperium al massimo e con tutte le patch che hanno rilasciato ho riavviato una marea di campagne. Ma poi? chi ti trovi davanti? è giusto una curiosità.... a quasi un anno dalla release 'sta guerra civile è un qualcosa di mitologico per lo più....almeno per me
    [Modificato da Ricimero 03/06/2014 20:32]
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    Una palla assurda, si crea una fazione a se stante che si prende una tua città a caso, inoltre la fazione ha millanta eserciti pieni. Se la città presa è nelle retrovie, e quindi zone poco difese, sono cavoli amari. Faticai un botto per vincere la guerra quando giocai gli Averni.
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    Ricimero
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    00 03/06/2014 20:35
    Re:
    RemovedQuasar, 03/06/2014 20:32:

    Una palla assurda, si crea una fazione a se stante che si prende una tua città a caso, inoltre la fazione ha millanta eserciti pieni. Se la città presa è nelle retrovie, e quindi zone poco difese, sono cavoli amari. Faticai un botto per vincere la guerra quando giocai gli Averni.

    [/POSTQUOTE

    se la perdi amen ma se la vinci cambia qualcosa?
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    volendo ci sono delle mod che eliminano la guerra civile.
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    andry18
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    00 03/06/2014 20:42
    di fatto spuntano 30 eserciti ribelli dal nulla e ti conquistano un insediamento, appolaiandocisi su. il tuo scopo diventa respingere le varie armate che tentano di uscire da quella regione con lo scopo di conquistare altri tuoi insediamenti. a forza di respingerli saranno abbastanza sfibrati da poter passare al contrattacco e riconquistare l'insediamento perso in precedenza.
    fine

    più che una ribellione quindi è una sorta di invasione
    [Modificato da andry18 03/06/2014 20:44]


    "Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

    "Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

    "You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

    "ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

    "Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
    L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
    Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
    Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

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    Re:
    andry18, 03/06/2014 20:42:

    di fatto spuntano 30 eserciti ribelli dal nulla e ti conquistano un insediamento, appolaiandocisi su. il tuo scopo diventa respingere le varie armate che tentano di uscire da quella regione con lo scopo di conquistare altri tuoi insediamenti. a forza di respingerli saranno abbastanza sfibrati da poter passare al contrattacco e riconquistare l'insediamento perso in precedenza.
    fine

    più che una ribellione quindi è una sorta di invasione



    santo cielo....messa così sembra una bischerata...perdi tempo, punto. Niente a che vedere con la guerra civile di RTW quando dovevi sconfiggere Senato viola, fazioni dai colori improbabili blu e verde pisello ( sempre giocato con i Giuli se non altro per il colore), conquistare Roma e fondare l'impero con tanto di fanfare...vuoi mettere -)))))))))))
    [Modificato da Ricimero 03/06/2014 22:13]
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    00 04/06/2014 00:23
    Eheh no no quella era decisamente più elaborata...sigh.

    Cmq se la vinci puoi decidere se restare repubblica o impero, se opti per quest'ultima scelta allora sparisce la gestione politica.

    Ah puoi scegliere solo con Roma o Cartagine, con le altre fazioni hai direttamente l'impero.
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    Anche la guerra civile nel primo Med era fatta meglio. A me è accaduta solo una volta, per fortuna i ribelli son sbucati a Creta quindi sono rimasti bloccati lì. Ogni tanto affondavano una loro flotta ed alla fine la mia satrapia di Sardi li ha distrutti, fregandosi la mia ex regione.
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    00 04/06/2014 16:32
    Io spero che modifichino qualcosa.Infondo non chiedo nulla,evitare la pagliacciata dei 30 eserciti,metterne diciamo 4/5 (una a testa per le altre famiglie maggiori e qualcun'altra per le restanti minori).
    Farle belle agguerrite a mò di nuova fazione e se le elimini le elimini,altrimenti ci convivi (ma io le farei così aggressive tanto da farle sparire).


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    00 05/06/2014 21:03
    Signori....ancora che parliamo del sistema politico !?!?!?

    Un sistema politico serio ti lega al gioco, in Rome se vuoi sei libero di non seguirlo e il gioco va benissimo.

    Io ancora prego e riprego per l'albero genealogico :(

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    Dimensione schermo 17,3
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    -Seneca


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    00 06/06/2014 16:09
    Eheh scusate ma volevo togliermi questa curiosità. Sono riuscito a finire la campagna senza guerre civile :D :D
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    00 06/06/2014 17:21
    Re:
    RemovedQuasar, 06/06/2014 16:09:

    Eheh scusate ma volevo togliermi questa curiosità. Sono riuscito a finire la campagna senza guerre civile :D :D




    mi è successo anche a me!
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    "Le lacrime più piccole, le lacrime più grosse... quando l'albero della neve fiorì di stelle rosse...ora i bambini dormono nel letto del Sand Creek"

    Fabrizio De Andrè.

    riguardo al massacro di Sand creek.
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    00 06/06/2014 18:12
    i 30 eserciti forse dipende dal livello di difficoltà, io per scelta gioco sempre a normale ed i Lealistidel senato avevavo 3/4 eserciti non pieni ma con unità ottime direi
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    00 06/06/2014 18:15
    cosa intendete per "finire"? se avete raggiunto presto una vittoria militare,culturale o economica è normale.Cioè,se non avete raggiunto picchi alti di imperium nonostante una vostra vittoria culturale,ci può stare.


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    Antioco il Grande
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    00 06/06/2014 19:06
    Re:
    belisario74, 06/06/2014 18:12:

    i 30 eserciti forse dipende dal livello di difficoltà, io per scelta gioco sempre a normale ed i Lealistidel senato avevavo 3/4 eserciti non pieni ma con unità ottime direi




    Credo sia un caso. L'unica guerra civile che ho avuto è stata su livello normale e Creta era stracolma d'armate da 20 (non ho contato se fossero 30, ma di sicuro non erano 4).
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    00 06/06/2014 19:10
    Se poi si vuol eliminare il generale problematico senza perdere consenso, si può utilizzare il vecchio metodo (quello di R1 e Med2), prendi il generale, lo privi dell'armata, trasferendola ad un altro comandante, e lo mandi, da solo ad attaccare il nemico. Prima o poi creperà coraggiosamente in battaglia e sarà un eroe, defunto, dell'impero. Non penso che in quel caso il Senato dovrebbe offendersi.

    Certo, bisogna stare attenti. Una volta in Med2 mandai un generale rognoso con pochi mercenari ad assalire la Crimea, e per esser sicuro di ammazzarlo feci io la battaglia. Purtroppo i ribelli erano indecenti ed il generale non solo non morì ma conquistò l'insediamento in nettissima inferiorità numerica.
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    00 06/06/2014 19:31
    30 era un numero a caso per indicarne l'elevato numero ^^

    cmq no, non sono assolutamente 3/4, credo anch'io sia stato un caso. diciamo...15/20? boh, non mi sono mai messo a contarli


    "Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

    "Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

    "You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

    "ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

    "Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
    L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
    Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
    Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

    http://www.youtube.com/watch?v=_M3dpL4nj3Q
    https://www.youtube.com/watch?v=QcvjoWOwnn4
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    00 06/06/2014 20:25
    ...però poi se si limitassero davvero alla decina,potrebbe anche andare,ma la cosa che io mi chiedo: Tutti contro me? le due famiglie maggiori più quelle minori odiano e si coalizzano solo per me?
    fra di loro ci dovrebbe essere astio...ma per fare questo credo sia necessario l'aggiunta dell'imperium anche per loro o addirittura tornare al vecchio sistema delle famiglie del primo rome.Grosso modo si è andato troppo alla carlona non curando uno degli aspetti più interessanti del sistema politico;ci sono cose belle per carità,ma qui si poteva far meglio.


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    00 07/06/2014 00:26
    Si cmq era vittoria militare e non avevo l'imperium al massimo visto che 2-3 province che mi servivano erano in mano ad alleati militari ^^
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    00 09/06/2014 06:01
    Re:
    RemovedQuasar, 03/06/2014 11:56:

    Dunque dunque ho visto quel bel video che spiegava tutto il sistema politico e sembra tutto molto semplice:

    L'influenza di un Generale dipende dalla Gravitas E dalla sua Ambizione che fa da moltiplicatore alla Gravitas, quindi più Gravitas e più Ambizione ha, maggiore sarà l'influenza che darà alla sua fazione.

    La mia domanda è: PECHE' e chiedo PERCHE', se UCCIDO un generale della fazione politica avversaria che aveva 60 di Gravitas e 3 di Ambizione, l'influenza di quella faziona AUMENTA?

    Come si spiega?? Io gli secco i generale e l'influenza aumenta alla fazione, ma non ha senso!! @____@


    Te lo spiega il tooltip che spunta quando passi il mouse sul tasto per quell'azione. Uccidere o screditare un generale di altra famiglia ha un costo in termini di supporto di senatori/nobili/qualsiasi-cosa-siano. Se ti dice per esempio che un'azione dà "-5 supporto" significa che 5 senatori andranno a sostenere l'altra famiglia. Quindi uccidere un generale di gravitas 60 nel breve periodo ti darà una perdita di influenza, ma ne lungo periodo dovrebbe darti un vantaggio, dovuto al fatto che l'altro schieramento ha perso il suo asso da 60 gravitas.