00 27/12/2013 00:17
Iulianus Apostata, 26/12/2013 22:13:

si vede per strada, come si parcheggiano le auto (senza più regole !!!!), come ci si rivolge al prossimo etc...etc..etc..
Società malata


quoto Iulianus, l'incapacità di chiedere scusa, di usare correttamente gli spazi condivisi come una strada o un marciapiede, di dare del Lei, di andare vestiti con dignità, secondo me la gente incapace di vivere nel mondo civile c'è sempre stata, solo che prima ci si vergognava atrocemente di essere dei cafoni e si faceva di tutto pur di salvare le apparenze, oggi invece è il costume da imitare, quindi tutti gli animali si rivelano per quel che sono senza troppi problemi. E prima le persone veramente non potevano avere un'educazione perché invece di andare a scuola dovevano lavorare nei campi per far guadagnare qualche miseria in più alla famiglia, oggi non c'è alcuna attenuante, se sei animale è colpa tua e, dal mio punto di vista, come tale vai trattato (e anche molto pesantemente).
[Modificato da Legio XIII gemina 27/12/2013 00:42]


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale