00 13/12/2013 13:42
Re:
andry18, 13/12/2013 13:29:

secondo me la metafora fila, il capo coi buchi e altri problemi vari puoi rattopparlo alla buona (come sta facendo adesso la ca con rome2) oppure scucire gran parte di esso per modificarlo pesantemente (cambio colletto, maniche, sistemo i bottoni, ecc; cose che vorremmo la ca facesse, ma temo non farà mai, se non in un'espansione, e in quel caso ciao rome)




Il capo coi buchi ? Mah... ho seri dubbi che possa essere riconvertito in un vestito interamente apposto. La CA invece, se vuole può rivoltare Rome 2 come gli pare, modificando dati. Poi se nel futuro non lo farà è un altro discorso...


Ricimero, 13/12/2013 13:40:



Caro Giuliano l' Apostata, continuiamo a non capirci o forse, più probabilmente, io mi spiego male. Quello che in buona sostanza intendo è che NON SPENDO 60 EURO PER ESSERE SPERANZOSO! spendo 60 euro per avere in cambio una cosa decente, bistecca, vestiario o giochino. Lo conosci il detto "chi di speranza vive disperato muore'" ...



Carissimo Ricimiero,

tu invece lo conosci il detto "la gatta frettolosa ha fatto i figli ciechi"?...Se puoi aspettare per poter spendere i tuoi 60 euro per un altro gioco su Steam, io ti consiglierei di attendere che migliorino Rome 2 (poi se le migliorie non ti andranno bene, valuterai).
Se invece sei costretto a comprare l'altro gioco a breve (coi 60 euro) è un altro conto.

Io ho capito benissimo. Non mi frega niente di rifiutare Rome 2 pur con questi suoi difetti..e di certo non muoio per il fatto che abbia dei bugs o dinamiche di gioco un pò incomplete
Vedo che continui a non capire: quì non si tratta del fatto che tu abbia speso 60 per essere speranzoso (di certo non sapevi che il gioco era in quelle condizioni). L'esempio della bistecca non centra proprio niente.

Io so aspettare che il gioco possa migliorare: se tu invece sei impaziente e non sai aspettare...per carità massimo rispetto.
[Modificato da Iulianus Apostata 13/12/2013 14:24]
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"