00 05/03/2013 23:58
Re: La pazienza viene sempre premiata!!!!!!!!
LouisAquila, 05/03/2013 20:58:

In pratica sono al 90% della variante "reintroduzione missioni senatorie" per questa unica ed inimitabile Mod, poi farò la cosa più importante di tutte: GIOCARCI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Dopo settimane di "ossessivo e spasmodico" operato, alternato anche a momenti di depressivo stallo (...vi confesso), sono finalmente addivenuto alla dimostrazione del fatto che il processo di modding RCB è, in questo caso, strutturalmente reversibile...perlomeno in alcuni casi come questo.
Inoltre ho modificato anche le musiche di mappa e campagna (prese dalla colonna de Il Gladiatore, Centurion, King Artur, The Eagle), corni di battagglia e warcry barbari (quest'ultimi presi da RSII)e piazzato un centurione repubblicano (in aggiunta al pre-mariano ed imperiale già presenti), inserito la cavalleria del generale premariana ed i pretoriani del periodo basso imperiale(presi da Sparta Mod 3.5).
Fin'ora le mie modifiche, da un sommario testing incrociato, funzionano impeccabilmente ed sono interventuno nel modo meno invasivo possibile, dato che ho sostituto l'Armenia con la fazione romana del senato (le regioni armene, le unità tipiche di questo popolo e le risorse territoriali le ho poi inglobate alla confinate fazione del Ponto).
Ci sono, però, alcuni piccolissimi bug da sistemare in quanto, da una prima occhiata durante i primi 6/7 turni consecutivi:
-i sarmati ed i garamanti sbucano tra le cariche senatorie durante
la campagna;
-le UI card degli ammiragli sono totalmente sballate;
Se Big Iulianus mi da il permesso, vorrei postare alcune immagini da catturare con fraps.



Louis Aquila,

Mi fa molto piacere che tu sia venuto a capo riguardo al tuo lavoro sulla versione ufficiale di Casus Belli.
Tuttavia, d'ora in poi, ti invito vivamente, cortesemente, a scrivere delle tue modifiche su altro topic (o altrove, dove vorrai), al fine di evitare pericolose confusioni (ogni ragazzo che legge può credere che le tue modifiche riguardino la versione ufficiale di RCB).

Ultimamente, come ben sai, sto realizzando, o tentando di realizzare, una mappa provinciale, e vorrei che in questo topic ci si concentri su questa mia modifica, così come su qualsiasi altra prerogativa della mod ufficiale (ho aperto questo topic proprio per gestire lemie modifiche e quelle di Costantinus; visto che noi due siamo gli unici modder veri e propri di Casus Belli ufficiale); oltre che su eventuali richieste da parte di giocatori in difficoltà.







[Modificato da Iulianus Apostata 06/03/2013 00:09]
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IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"