Certamente come lascito diretto di Roma direi il diritto (grazie ovviamente al grande lavoro di Teodosio II e soprattutto di Giustiniano) e la lingua, come l'igiene e la viabilità.
La medicina fu un campo in cui fecero progressi, ma spesso tramite medici di origini greche, ma certamente i medici apparvero nelle forze armate. E l'igiene personale. Tutti a Roma si facevano almeno un bagno al giorno, cosa che, caduto l'impero, non vedremo in Occidente fino ai nostri giorni. Anche la viabilità fu una grande conquista.
La laicità dello Stato la metterei da parte. Se il console combatteva contro il volere degli auspici, e perdeva, erano cavoli suoi (durante la prima guerra punica, la flotta romana era in procinto di salpare, ma i galli dei sacerdoti non ne volevano sapere di mangiare, ritenuto brutto segno, il console, infuriato prese i volatili e li gettò a mare "se non vogliono mangiare che almeno bevano". La spedizione finì male, non ricordo se persero la battaglia o incontrarono una tempesta. La colpa fu del console bestemmiatore). E gli esempi sarebbero pure tanti (come i Deci che si dedicarono agli dei inferi per vincere lo scontro, non era religiosità o è sintomo di uno stato laico?). Durante l'assedio gallico le truppe sul Campidoglio erano affamate, ma non mangiarono le oche di Giunone, che erano sacre alla dea.
E gli imperatori, da Caligola, a Domiziano, per tacere di Diocleziano, che si fecero venerare come dei? Bella laicità!
La libertà di fede, bella scoperta, erano politeisti. Ma la libertà religiosa aveva limiti, se al governo non sembravo religioni lecite, i culti erano proibiti e i seguaci perseguitati, come nel caso dei Baccanali che furono vietati e posti sotto rigido controllo, perché accusati di tramare contro lo Stato. E gli imperatori vietavano l'astrologia, soprattutto se volta a conoscere la durata della vita del Cesare di turno, o il nome del suo erede. Vespasiano, ed altri prima e dopo di lui, cacciarono pure i filosofi dall'Italia, bella libertà.
Proprio lo scandalo dei baccanali e le persecuzioni contro i cristiani dimostrano che non erano laici e che non c'era libertà di fede, la libertà di culto era presente fin quando non ti comportavi in modo strano o minacciavi l'impero (se con il tuo culto, o la tua superstizione, attiri l'ira divina sugli altri allora la libertà finisce e ti mando ai leoni). Ad un certo punto i cristiani furono accusati d'essere atei ed attirare l'ira divina con il loro comportamento che era volto all'odio contro l'umanità.
L'amore per la scienza è più greco ed ellenistico, che romano. Con Roma ci fu una diminuzione delle innovazioni e delle scoperte, che durante l'ellenismo erano state molto diffuse, basti pensare ad Eratostene, Euclide, Archimede, Erone, etc. La scienza sotto Roma è, fondamentalmente Seneca, Plinio il Vecchio e Tolomeo, veri amanti del sapere.
Caro Xost, escludendo Bisanzio, il medioevo è un buco nero di barbari germanici che non si lavavano e reputavano cosa da pazzi usare la forchetta. Aver compreso che Roma non finì nel 476 ma giunse fino quasi al rinascimento è stata per me una liberazione.
[Modificato da Antioco il Grande 16/02/2012 12:13]
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)
"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)