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Il lascito di Roma.

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    Pius Augustus
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    Praefectus Fabrum
    00 07/02/2012 23:10
    Vorrei che in questo tread si riassumano tutti i più importanti aspetti della "legacy" della civiltà romana. In cosa, in tutte le branche del sapere e della tecnica e dello stato, ha plasmato il mondo moderno?


    « Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli...
    a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto."
    George Orwell


    "Credi tu, gli chiesi, che io abbia ragione o torto?
    Lei ha ragione...
    E allora perchè dovrei fuggire?"
    Emilio Lussu "Marcia su Roma e dintorni"







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    Costantinus
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    00 08/02/2012 15:36
    In primis direi il diritto, l'esercito e la globalizzazione.

    ___________________________________________

    "Vi abbiamo insegnato a distinguere se (i legionari che incontrerete) sono delle reclute o se sono veterani. Se sono reclute potete provare ad affrontarli; se sono veterani tiragli addosso tutto quello che avete e scappate il più in fretta possibile." (discorso di Flavio Giuseppe ai suoi soldati)

    "A nessuno capita qualcosa che non sia in grado di sopportare" (Marco Aurelio)

    "Se avessi avuto simili soldati avrei conquistato il mondo" (Pirro, riguardo i legionari romani)

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    Legio XIII gemina
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    00 08/02/2012 19:00
    La lingua!


    « ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

    Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


    « Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

    Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


    « Pallida no ma più che neve bianca
    che senza venti in un bel colle fiocchi,
    parea posar come persona stanca:
    quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
    sendo lo spirto già da lei diviso,
    era quel che morir chiaman gli sciocchi:
    Morte bella parea nel suo bel viso. »

    Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


    « Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

    Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


    « Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

    Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

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    arysfalian
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    00 08/02/2012 20:41
    c'è un problema di fondo nel discorso,come tale si è sempre presentato nei famosi topic "qual'è l'impero migliore?",in cui i quiriti primeggiavano quasi sempre.
    Quello dell'italocentrismo e del romanocentrismo.Sarebbe utile al fine della conversazione,che eventuali risposte siano date da persone che effettivamente non vivano immerse in quello che era l'impero,e cioè a catena Roma-Italia-Europa Occidentale.

    Ti sei fatto 6 anni di vita universitaria, resistendo al vento, alle scale, alla pioggia e alle megapozze, alle merde di cane per strada, ai padroni di casa bastardi, ai comunisti e ai fascisti, alla mensa universitaria, ai problemi con le segreterie e l'agenzia per il diritto allo studio, alle donne, ai conti limitati. Sei sopravvissuto a tutto questo e hai portato per due volte il tuo scalpo a casa.
    In pratica sei sopravvissuto a Perugia. Magna cum laude e all'inferno tutti.

    Hail to the doctor,TWICE!



    Ut Apuliae legiones vobiscum ad infera longiusque sint...

    I Apula "Fervida" Legio

    Io sono Arys,Signore di Arysfalia,detto l'Arysfaliano,capo del clan "Luna Di Fuoco" e delle Guardie Fulvie,e il mio nome ha significato oscuro alle genti

    perle di saggezza
    il sesso è come giocare al bridge:se non hai un buon partner,devi sperare di avere una buona mano

    l'interista è il berlusconiano del calcio.Se vince è perchè è il più forte,se perde è perchè gli altri hanno barato.La sua squadra/fazione non ha niente di marcio,poichè niente è stato mai dimostrato,e anche se lo fosse sarebbe fasullo rispetto a quello che hanno fatto gli altri.E in ogni caso spera sempre nella prescrizione.








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    Archita
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    Praefectus Fabrum
    00 09/02/2012 00:33
    la concezione laica dello Stato tranne certi periodi del tardo impero, quando il potere religioso non dominava il potere politico e viceversa ma convivevano insieme dando vita alla base dello Stato occidentale non teocratico e non totalitario.
    non abbiate pietà dei nemici! vittoria,vittoria e sempre vittoria!!!!

    http://www.storiainpoltrona.com/
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    Legio XIII gemina
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    00 09/02/2012 17:54
    Re:
    arysfalian, 08/02/2012 20.41:

    c'è un problema di fondo nel discorso,come tale si è sempre presentato nei famosi topic "qual'è l'impero migliore?",in cui i quiriti primeggiavano quasi sempre.
    Quello dell'italocentrismo e del romanocentrismo.Sarebbe utile al fine della conversazione,che eventuali risposte siano date da persone che effettivamente non vivano immerse in quello che era l'impero,e cioè a catena Roma-Italia-Europa Occidentale.



    Secondo me è vero il contrario, e cioè che chi non conosce a fondo la cultura romana ( romanofilo o meno ), sia portato a credere che l'Impero Romano sia stato solo uno dei tanti imperi della storia più o meno simile agli altri, senza notarne l'unicità dei processi di nascita, sviluppo, i risultati ottenuti e senza accorgersi di quanto la sua eredità sia ancora forte nella nostra cultura, e non solo in Italia o in Europa.
    Inoltre la cultura dell'Impero non è stata esclusivamente quella dei Quiriti bensì l'incontro e lo sviluppo di essa con tante altre culture diverse ed il loro stesso "superamento".
    Secondo me è più interessante interrogarsi su quanto la cultura romana sia stata influenzata da quella greca e quanto queste due fossero separate da quelle orientali ( specialmente nella concezione dell'uomo nei confronti della religione, della società e della natura ), e su quanto civiltà entrate in contatto con esse ( germanica, slava, araba ), abbiano tratto e si siano accresciute culturalmente dal confronto.
    [Modificato da Legio XIII gemina 09/02/2012 22:17]


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    Pius Augustus
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    00 12/02/2012 12:26
    Re:
    arysfalian, 08/02/2012 20.41:

    c'è un problema di fondo nel discorso,come tale si è sempre presentato nei famosi topic "qual'è l'impero migliore?",in cui i quiriti primeggiavano quasi sempre.
    Quello dell'italocentrismo e del romanocentrismo.Sarebbe utile al fine della conversazione,che eventuali risposte siano date da persone che effettivamente non vivano immerse in quello che era l'impero,e cioè a catena Roma-Italia-Europa Occidentale.




    Allora parliamo soltanto di civiltà occidentale.


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    Augusto.Carducci
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    00 12/02/2012 18:18
    la struttura statale e di governo, il diritto, la lingua, la laicità e libertà di fede, l'amore (dettato dalla consapevolezza dell'importanza) verso la scienza
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    Pius Augustus
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    Re:
    Augusto.Carducci, 12/02/2012 18.18:

    la struttura statale e di governo, il diritto, la lingua, la laicità e libertà di fede, l'amore (dettato dalla consapevolezza dell'importanza) verso la scienza




    Per l'amore per la scienza penso più la grecia. Sulla libertà di fede...con il cristianesimo è sparita.


    « Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli...
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    Ελέω Θεού Βασιλευς
    και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
    00 14/02/2012 11:08
    Dipende sempre "di che Roma stiamo parlando"...



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    Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
    Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
    Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





    "Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
    So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
    Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

    "Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
    Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

    "La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

    "Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
    E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
    Per spalancare la murata porta d'Oro;
    E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
    Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
    Cercherò riposo sui miei antichi confini."

    "Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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    Augusto.Carducci
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    00 14/02/2012 19:21
    bhè ovvio...in effetti la fine dell'impero era in tutto e per tutto oscurantista e gretta come un governo del medioevo.
    sull'amore per la scienza sono daccordo che fosse piu greco che romano, ma i romani l'appresero dai greci, e lo conservarono per secoli.
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    arysfalian
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    00 14/02/2012 20:25
    Re:
    Augusto.Carducci, 14/02/2012 19.21:

    bhè ovvio...in effetti la fine dell'impero era in tutto e per tutto oscurantista e gretta come un governo del medioevo.
    sull'amore per la scienza sono daccordo che fosse piu greco che romano, ma i romani l'appresero dai greci, e lo conservarono per secoli.




    ecco un altro errore di concezione storico.
    La cultura greca è innegabilmente precedente a quella romana,e quella romana ha attinto da quella greca,ma ci si dimentica sempre che le due erano comunque distinte.
    Da quel che ricordo dei miei studi liceali,la cultura romana aveva si elevato se stessa con quella greca (da wikipedia:Orazio lasciò scritto che Graecia capta ferum victorem cepit -la Grecia conquistata conquistò il rude vincitore-),ma è anche indubbiamente vero che i romani ne fecero qualcosa di nuovo,di superiore,di magnifico.Usando le basi della cultura greca,diventarono artefici di quella che per me è la massima espressione della sapienza antica.La cultura greca non era più un travaso nella società romana,ma una base,un ingrediente fondamentale per la nuova e sempre aperta ad attingere cultura romana,che ne diventava quindi qualcosa di diverso,di più ampio e quindi migliore.

    Ti sei fatto 6 anni di vita universitaria, resistendo al vento, alle scale, alla pioggia e alle megapozze, alle merde di cane per strada, ai padroni di casa bastardi, ai comunisti e ai fascisti, alla mensa universitaria, ai problemi con le segreterie e l'agenzia per il diritto allo studio, alle donne, ai conti limitati. Sei sopravvissuto a tutto questo e hai portato per due volte il tuo scalpo a casa.
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    l'interista è il berlusconiano del calcio.Se vince è perchè è il più forte,se perde è perchè gli altri hanno barato.La sua squadra/fazione non ha niente di marcio,poichè niente è stato mai dimostrato,e anche se lo fosse sarebbe fasullo rispetto a quello che hanno fatto gli altri.E in ogni caso spera sempre nella prescrizione.








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    Augusto.Carducci
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    00 14/02/2012 21:25
    ma perchè cosa ho detto io?
    "appresero dai greci, e la conservrono per secoli"
    tradotto: appresero l'amore per la scienza dai greci, e conservarono questo amore per secoli, cosa (l'amore per la scienza) che ti porta OVVIAMENTE ad implementare scoprire...sennò non sarebbe mantenuta visto che la scienza che non cresce e si migliora non è scienza
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    arysfalian
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    Re:
    Augusto.Carducci, 14/02/2012 21.25:

    ma perchè cosa ho detto io?
    "appresero dai greci, e la conservrono per secoli"
    tradotto: appresero l'amore per la scienza dai greci, e conservarono questo amore per secoli, cosa (l'amore per la scienza) che ti porta OVVIAMENTE ad implementare scoprire...sennò non sarebbe mantenuta visto che la scienza che non cresce e si migliora non è scienza




    tranquillo Augu',tu non hai sbagliato una virgola.
    Il mio discorso si ricollegava al filone principale,prendendo come spunto la quotazione del tuo per parlare della differenza tra le due culture.
    Solo per questo ti ho quotato. [SM=g8335]

    Ti sei fatto 6 anni di vita universitaria, resistendo al vento, alle scale, alla pioggia e alle megapozze, alle merde di cane per strada, ai padroni di casa bastardi, ai comunisti e ai fascisti, alla mensa universitaria, ai problemi con le segreterie e l'agenzia per il diritto allo studio, alle donne, ai conti limitati. Sei sopravvissuto a tutto questo e hai portato per due volte il tuo scalpo a casa.
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    Xostantinou
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    00 16/02/2012 10:41
    mi diverto a lanciare queste provocazioni (che come ho già visto non raccogliete)...ma voi vi ritenete davvero in grado di poter individuare "il lascito di Roma" in maniera "pura ed inequivocabile"? Avete mai pensato che tutto ciò che è giunto a noi da Roma non è un'eredità diretta ma tutta filtrata/integrata/revisionata/riadattata da quello che c'è stato nel mezzo tra Roma e noi?
    (o siete di quei fanatici che ignorano completamente l'esistenza del medioevo e son convinti che l'impero romano sia concluso il giorno prima della nascita dello Stato italiano? ...perché a parte qualcuno non mi avete dato fin'ora questa impressione...)



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    "Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
    So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
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    Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

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    "Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
    E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
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    Antioco il Grande
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    00 16/02/2012 11:51
    Certamente come lascito diretto di Roma direi il diritto (grazie ovviamente al grande lavoro di Teodosio II e soprattutto di Giustiniano) e la lingua, come l'igiene e la viabilità.

    La medicina fu un campo in cui fecero progressi, ma spesso tramite medici di origini greche, ma certamente i medici apparvero nelle forze armate. E l'igiene personale. Tutti a Roma si facevano almeno un bagno al giorno, cosa che, caduto l'impero, non vedremo in Occidente fino ai nostri giorni. Anche la viabilità fu una grande conquista.

    La laicità dello Stato la metterei da parte. Se il console combatteva contro il volere degli auspici, e perdeva, erano cavoli suoi (durante la prima guerra punica, la flotta romana era in procinto di salpare, ma i galli dei sacerdoti non ne volevano sapere di mangiare, ritenuto brutto segno, il console, infuriato prese i volatili e li gettò a mare "se non vogliono mangiare che almeno bevano". La spedizione finì male, non ricordo se persero la battaglia o incontrarono una tempesta. La colpa fu del console bestemmiatore). E gli esempi sarebbero pure tanti (come i Deci che si dedicarono agli dei inferi per vincere lo scontro, non era religiosità o è sintomo di uno stato laico?). Durante l'assedio gallico le truppe sul Campidoglio erano affamate, ma non mangiarono le oche di Giunone, che erano sacre alla dea.

    E gli imperatori, da Caligola, a Domiziano, per tacere di Diocleziano, che si fecero venerare come dei? Bella laicità!

    La libertà di fede, bella scoperta, erano politeisti. Ma la libertà religiosa aveva limiti, se al governo non sembravo religioni lecite, i culti erano proibiti e i seguaci perseguitati, come nel caso dei Baccanali che furono vietati e posti sotto rigido controllo, perché accusati di tramare contro lo Stato. E gli imperatori vietavano l'astrologia, soprattutto se volta a conoscere la durata della vita del Cesare di turno, o il nome del suo erede. Vespasiano, ed altri prima e dopo di lui, cacciarono pure i filosofi dall'Italia, bella libertà.

    Proprio lo scandalo dei baccanali e le persecuzioni contro i cristiani dimostrano che non erano laici e che non c'era libertà di fede, la libertà di culto era presente fin quando non ti comportavi in modo strano o minacciavi l'impero (se con il tuo culto, o la tua superstizione, attiri l'ira divina sugli altri allora la libertà finisce e ti mando ai leoni). Ad un certo punto i cristiani furono accusati d'essere atei ed attirare l'ira divina con il loro comportamento che era volto all'odio contro l'umanità.

    L'amore per la scienza è più greco ed ellenistico, che romano. Con Roma ci fu una diminuzione delle innovazioni e delle scoperte, che durante l'ellenismo erano state molto diffuse, basti pensare ad Eratostene, Euclide, Archimede, Erone, etc. La scienza sotto Roma è, fondamentalmente Seneca, Plinio il Vecchio e Tolomeo, veri amanti del sapere.

    Caro Xost, escludendo Bisanzio, il medioevo è un buco nero di barbari germanici che non si lavavano e reputavano cosa da pazzi usare la forchetta. Aver compreso che Roma non finì nel 476 ma giunse fino quasi al rinascimento è stata per me una liberazione. [SM=g7792]

    [Modificato da Antioco il Grande 16/02/2012 12:13]
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    00 16/02/2012 15:53
    Il divertimento come il nostro! I Romani hanno costruito i primi "stadi" della storia (cioè anfiteatri). Andare a vedere i gladiatori era più o meno come vedere una partita di calcio.

    Per la scienza è vero che era una cosa più greca, però bisogna precisare delle cose: i Greci ebbero uno sviluppo scientifico soprattutto in Asia Minore dove era a contatto con i Persiani (che a loro volta raccoglievano gli insegnamenti ittiti, babilonesi e assiri, oltre a quelli di lici, lidi, etc.) e nel sud Italia, dove erano a contatto con molte popolazioni ma allo stesso tempo rischiavano costantemente di scomparire, per cui molte invenzioni (come quelle militari di Dionisio di Siracusa) furono dovute in parte anche dalla necessità. Anche Roma ebbe uno sviluppo scientifico proprio a partire dalle guerre puniche e che sostanzialmente perdurò fino al III secolo d.C. quando le condizioni economiche e sociali lo resero stagnante.

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    "Vi abbiamo insegnato a distinguere se (i legionari che incontrerete) sono delle reclute o se sono veterani. Se sono reclute potete provare ad affrontarli; se sono veterani tiragli addosso tutto quello che avete e scappate il più in fretta possibile." (discorso di Flavio Giuseppe ai suoi soldati)

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    00 16/02/2012 18:05
    Ma, ad esempio, le invenzioni militari di Archimede non ci sono giunte, perché lo scienziato non le volle mettere su papiro, ritenendole una branca troppo "pratica", mentre ci sono giunti i suoi trattati matematici. Non mi sembra però che la misurazione della Terra avesse applicazione militare, o la teoria elicentrica di Aristarco, come le porte automatiche di Erone, eppure furono grandi risultati, lo stesso dicasi per i planetari di Archimede, uno con sistema eliocentrico e l'altro con sistema geocentrico. Lo sviluppo scientifico ci fu in Oriente perché era lì che c'erano le corti ellenistiche, Pergamo, Antiochia e soprattutto Alessandria, luoghi dove gli studiosi non avevano alcun pensiero oltre che lo studio. Infatti quando Tolomeo VIII cacciò gli studiosi dalla città gli studi subirono un duro colpo, che non fu mai del tutto superato.

    Scientificamente i Romani rimasero molto indietro rispetto al mondo greco, e neppure interessò loro recuperare.
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    00 17/02/2012 17:26
    Le scoperte ellenistiche di Pergamo, Antiochia e Alessandria furono dovute a scienziati di "corte". A Roma non c'era una corte e quindi niente scienziati.
    I Romani non amavano la teoria matematica ma l'applicazione in opere di ingegneria sì, quindi direi che i Greci prediligevano la teoria e i Romani, da pragmatici quali erano, la pratica. E se una cosa non la consideravano pratica non passavano all'attuazione.

    Poi i Romani non hanno mai costretto i Greci a smettere di fare ricerca scientifica durante l'impero. Durante l'impero molti greci erano cittadini romani, e dal 212 lo erano tutti. Lo stesso Claudio Tolomeo, a giudicare dal nome, era sì greco di Alessandria, ma cittadino romano da almeno 3 generazioni (è vissuto nel II secolo d.C.).
    Per cui non si può dire che tra Greci e Romani ci sia una separazione così netta nel campo della scienza. Diciamo piuttosto, che venuti a contatto con Roma, molti Greci hanno preso un'atteggiamento più "romano" verso la scienza.
    [Modificato da Costantinus 17/02/2012 17:35]

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    00 17/02/2012 22:09
    Anche a roma c' era una corte , solo che i romani si ritenevano talmente superiori da reputare inutile un ulteriore avanzamento tecnico , e quindi non investivano , se guardiamo bene dobbiamo aspettare il tardo impero per notare nuove scoperte o uno sviluppo interessante di ciò che già si sapeva (un esempio lampante è la medicina) , e ciò ci dice che con il ritorno di una situazione difficile si ricomincia a rinvestire nella scienza e quasi tutte queste novità vengono elaborate nella parte orientale (soprattutto in asia minore) dove probabilmente c' era una mentalità differente e magiori possibilità di consultare testi e eruditi.




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    00 18/02/2012 08:32
    Non è detto che Tolomeo fosse romano. Molti pensano che il Cl che si prova anteposto al suo nome, Tolomeo, in alcuni manoscritti, indichi Clarissimus e non l'abbreviazione di Claudio.

    Certo a Roma non c'era una corte, all'inizio, ma durante l'impero sì. Eppure i centri di studio rimasero sempre ad Oriente, ormai solo ad Alessandria, visto che Antiochia e Pergamo avevano chiuso i battenti da lungo tempo. Infatti l'attività scientifica proseguì, come Ipazia, ad esempio, dimostra, fino alla distruzione del Serapeo. E comunque fu Tolomeo VIII a danneggiare irrimediabilmente l'attività di studio del Museo. Inoltre la magnifica condizione creatasi sotto i primi tre Tolomei, quando nacque il Museo ed ebbe i suoi maggiori risultati, non si ricreò più, nonostante gli sforzi. Non basta non impedire l'attività, bisogna appoggiarla concretamente, come fecero i primi tre Tolomei, e non fecero i loro successori, altrimenti l'attività decade e muore.

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    Costantinus
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    00 18/02/2012 23:29
    Re:
    GlaucopideSophia1, 17/02/2012 22.09:

    Anche a roma c' era una corte , solo che i romani si ritenevano talmente superiori da reputare inutile un ulteriore avanzamento tecnico , e quindi non investivano , se guardiamo bene dobbiamo aspettare il tardo impero per notare nuove scoperte o uno sviluppo interessante di ciò che già si sapeva (un esempio lampante è la medicina) , e ciò ci dice che con il ritorno di una situazione difficile si ricomincia a rinvestire nella scienza e quasi tutte queste novità vengono elaborate nella parte orientale (soprattutto in asia minore) dove probabilmente c' era una mentalità differente e magiori possibilità di consultare testi e eruditi.




    non è che i romani non investivano in scienza, è che ai romani interessava l'ingegneria e tutto ciò che è pratico, capite? [SM=g8113]
    poi il lavoro del museo di alessandria era al 90% filologico... i Romani pure ebbero uno sviluppo tecnologico, basta vedere la diffusione di mulini ad acqua, acquedotti e opere di ingegneria varie (come i meccanismi di montacarichi e altro usati nel Colosseo, o il riempire l'anfiteatro d'acqua per fare delle naumachie)...
    [Modificato da Costantinus 18/02/2012 23:34]

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    00 19/02/2012 11:58
    Eratostene, Archimede, Aristarco di Samo, per dire i primi che mi vengono in mente, si occuparono di scienza e tecnica, e se Eratostene si occupò anche di storia e mitologia, gli altri due furono scienziati puri.

    Detto ciò, mi vorrai concedere che se penso alla scienza mi viene in mente Alessandria e non Roma?

    Gli acquedotti inoltre erano già presenti nella Creta minoica e nella Samo del tiranno Policrate nel VI sec. a.C.,

    Certo anche Roma ebbe sviluppo tecnologico, ma solo quando e dove faceva comodo loro, la speculazione teorica non li interessò, e questo fu un limite. Certamente se pensiamo agli acquedotti è questo un grande lascito romano, ma la scienza non era cosa loro.
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    00 19/02/2012 14:12
    I Romani non erano speculatori teorici ma, al livello di applicazione pratica delle tecnologie, di diffusione e di innovazione, hanno superato ampiamente ogni altra civiltà del bacino del Mediterraneo ( e non solo ovviamente ). E' anche vero che Roma è stato un impero che disponeva di mezzi e risorse mai avuti da altri popoli nel passato, ma non si può negare che strade, acquedotti, ponti, dighe, opere di bonifica, equpaggiamento e medicina militare, ingegneria, logistica, strutture architettoniche, materiali di costruzione, abbiano raggiunto nell'età antica il massimo sviluppo e perfezionamento proprio sotto la dominazione e la civilizzazione romana.
    I Greci hanno costruito il pensiero occidentale, hanno ragionato, creato, sviluppato: Roma ( e per Roma non intendo Roma città, bensì Roma più civiltà e cultura etrusca, greca, fenicia, celtica ecc. ) è stata capace di apprendere, eguagliare, diffondere, ampliare, mantenere, ottenendo qualcosa di incredibilmente nuovo e moderno.
    [Modificato da Legio XIII gemina 19/02/2012 14:33]


    « ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

    Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


    « Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

    Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


    « Pallida no ma più che neve bianca
    che senza venti in un bel colle fiocchi,
    parea posar come persona stanca:
    quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
    sendo lo spirto già da lei diviso,
    era quel che morir chiaman gli sciocchi:
    Morte bella parea nel suo bel viso. »

    Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


    « Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

    Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


    « Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

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    00 19/02/2012 15:13
    Re:
    Legio XIII gemina, 19/02/2012 14.12:

    I Romani non erano speculatori teorici ma, al livello di applicazione pratica delle tecnologie, di diffusione e di innovazione, hanno superato ampiamente ogni altra civiltà del bacino del Mediterraneo (e non solo ovviamente).



    certo, scommetto che in Cina o in Persia secondo te erano ancora trogloditi con le clave e sono stati civilizzati dai Romani...

    Legio XIII gemina, 19/02/2012 14.12:

    E' anche vero che Roma è stato un impero che disponeva di mezzi e risorse mai avuti da altri popoli nel passato, ma non si può negare che strade, acquedotti, ponti, dighe, opere di bonifica, equpaggiamento e medicina militare, ingegneria, logistica, strutture architettoniche, materiali di costruzione, abbiano raggiunto nell'età antica il massimo sviluppo e perfezionamento proprio sotto la dominazione e la civilizzazione romana.
    I Greci hanno costruito il pensiero occidentale, hanno ragionato, creato, sviluppato: Roma ( e per Roma non intendo Roma città, bensì Roma più civiltà e cultura etrusca, greca, fenicia, celtica ecc. ) è stata capace di apprendere, eguagliare, diffondere, ampliare, mantenere, ottenendo qualcosa di incredibilmente nuovo e moderno.



    Roma ha applicato ed in alcuni casi perfezionato gli studi greci ed ellenistici, ma la base teorica di tutto ciò non era affatto farina del suo sacco, e lo si vede tranquillamente nel fatto che l'impero ebbe sempre come parte intellettualmente fervente le antiche capitali ellenistiche e non Roma o altre città dell'occidente romano, senza poi contare che l'istruzione era quasi interamente in mano ad insegnanti originari di quelle zone o formati in quelle accademie.
    [Modificato da Xostantinou 19/02/2012 15:21]



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    Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
    Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
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    "Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
    So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
    Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

    "Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
    Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

    "La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

    "Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
    E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
    Per spalancare la murata porta d'Oro;
    E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
    Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
    Cercherò riposo sui miei antichi confini."

    "Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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    00 19/02/2012 15:27
    Avresti dovuto citare la frase che ho scritto dopo, infatti nella prima mi riferivo esplicitamente solo ai popoli bacino del Mediterraneo, cosa che in effetti non ho scritto dopo.
    Che l'attività culturale fosse più fiorente in oriente e che gli insegnanti venissero per la maggior parte da lì è fuori dubbio, ma ciò non vuol dire che tramite l'esperienza pratica e gli studi i Romani non abbiano imparato a fare tanto quanto e più degli orientali ( avendo spiegato poi cosa intendo per Romani ).

    p.s. poi il discorso della farina non lo accetto proprio... non è che se io invento qualcosa per primo chi mi imita dopo è un incapace che da solo non sarebbe stato capace di fare nulla ( e che non aveva fatto nulla ), soprattutto in termini tecnologici questo è un discorso abbastanza relativo. Tutti i popoli del mondo hanno ottenuto i maggiori benefici attraverso il contatto con gli altri, e questo non diminuisce il merito dei risultati ottenuti successivamente, soprattutto in questo caso.
    Inoltre non dobbiamo mai mettere in secondo piano che i Romani, sebbene arretrati nei confronti dei Greci sotto molti aspetti, oltre ad aver raggiunto traguardi maggiori di loro, hanno contribuito enormemente alla civilizzazione attraverso tratti peculiari maturati proprio all'interno della loro cultura.
    L'influenza orientale nella cultura occidentale è stata importante, ma non è stata tutto.

    e lo stesso vale per quella greca nella cultura romana.
    [Modificato da Legio XIII gemina 19/02/2012 21:28]


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    00 19/02/2012 23:36
    I greci teorizzavano l'uso dell'arco secoli prima che i romani ne facessero il "marchio di fabbrica" della propria architettura, ma non lo usarono mai preferendogli l'architrave...erano quindi più arretrati?



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    So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
    Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

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    Tribunus Angusticlavius
    00 20/02/2012 12:00
    No ma, ( a parte che i Romani l'arco l'hanno preso dagli Etruschi ), cosa vuol dire? Tutt'al più ci sarebbe da biasimarli visto che ci avevano pensato e che non l'hanno realizzato, ma ciò equivarrebbe a dimenticarsi che la teoria è in realtà subordinata alla pratica e non il contrario. Se non ho un problema non penso al modo per risolverlo. Secondo te, ad esempio, i Fenici hanno imparato a costruire quelle navi perchè erano interessati alla scienza? Ci sono voluti secoli di tentativi e fallimenti, ridotti com'erano tra le montagne ed il mare, la stessa cosa che vale per i Greci, considerata l'asprezza della loro terra ( senza poi dimenticare il contatto con la cultura orientale, la formazione dei caratteri culturali propriamente greci per tutte le ragioni storiche ecc ).
    Detto questo non capisco assolutamente perchè da quello che ho scritto sembra che si voglia come al solito aprire un dibattito Roma vs Grecia. Non si toglie il merito a nessuno se si dice che i Romani siano partiti da una base di conoscenze tecnologiche teorico-pratiche prese in larga parte dalla Grecia e che in molti ambiti le abbiano perfezionate e superate al livello applicativo ( grazie proprio all'esperienza pratica ).
    [Modificato da Legio XIII gemina 20/02/2012 15:10]


    « ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

    Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


    « Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

    Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


    « Pallida no ma più che neve bianca
    che senza venti in un bel colle fiocchi,
    parea posar come persona stanca:
    quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
    sendo lo spirto già da lei diviso,
    era quel che morir chiaman gli sciocchi:
    Morte bella parea nel suo bel viso. »

    Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


    « Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

    Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


    « Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

    Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

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    Tribunus Angusticlavius
    Ελέω Θεού Βασιλευς
    και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
    00 20/02/2012 15:59
    Il fatto che i greci prediligessero il sistema architravato per una mera questione estetica di armonia matematica delle proporzioni non significa che non fossero in grado di costruire sistemi archivoltati e cupole, visto che le avevano già teorizzate a livello ingegneristico. Fu solo una questione di "stile", la scelta greca di usare l'architrave per tutti gli edifici di prestigio, ma nulla avrebbe impedito loro di realizzare una Hagia Sophia, tranne il fatto che a loro quello stile non piaceva.
    I persiani invece lo usavano.



    ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
    Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
    Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





    "Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
    So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
    Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

    "Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
    Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

    "La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

    "Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
    E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
    Per spalancare la murata porta d'Oro;
    E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
    Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
    Cercherò riposo sui miei antichi confini."

    "Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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    Tribunus Angusticlavius
    00 20/02/2012 17:15
    Non si è detto nulla in contrario.


    « ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

    Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


    « Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

    Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


    « Pallida no ma più che neve bianca
    che senza venti in un bel colle fiocchi,
    parea posar come persona stanca:
    quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
    sendo lo spirto già da lei diviso,
    era quel che morir chiaman gli sciocchi:
    Morte bella parea nel suo bel viso. »

    Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


    « Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

    Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


    « Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

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