terza guerra mondiale Hachett

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Archita
00venerdì 19 giugno 2015 10:43
in un mercato di testi vecchi usati ho ritrovato un romanzo di fantapolitica che era abbastanza ben conosciuto nei primi anni '80 che era "la terza guerra mondiale" di John Hackett. l'Autore era un ufficiale delle forze armate di Sua Maestà e scrisse sopratutto per suscitare polemica a riguardo del declino militare dell'UK alla fine degli anni '70 nei confronti dell'URSS che si riteneva avviata ad una fase di crisi ma per questo percepita più pericolosa in futura prospettiva. Difatti il libro si apre con un ipotesi all'epoca sempre più in voga della crisi energetica e le tensioni etniche e centrifughe delle componenti non russe della federazione sovietica. Hackett immagina un futuro 1985 ( il libro è stato pubblicato nel 1978 ) dove in medio oriente si crea una catena di eventi ( in modo molto superficiale e con scarsa conoscenza della regione ) che porta alla formazione di una lega araba filo-sovietica che risolve la crisi energetica della Russia e provoca forti tensioni geopolitiche in altre regioni come l'Africa e i Balcani. Hackett descrive una sorta di disgregazione della Iugoslavia ( quasi profetica la visione in considerazione dell'effettiva crisi avvenuta nella regione fra USA e Russia ) e lo scontro diretto fra sovietici e americani come scintilla del terzo conflitto globale. Il governo di Mosca decide un colpo di mano in previsione di un imminente collasso interno con l'invasione della Germania Occidentale e l'attacco generale alla NATO. Hackett, tipico inglese, descrive in modo esilarante l'ambiguità iniziale francese e in modo irritante la rapida uscita di scena dell'Italia in virtù dei vecchi pregiudizi maturati da purtroppo reali esperienze storiche e soppravalutando, da tipico inglese, le capacità militari del corpo britannico in Germania ed esaltando gli armamenti della Perfida Albione. L'autore.pur descrivendo in modo sommario e senza troppi tecnicismi la guerra, tende spesso a rievocare le esperienze belliche della seconda guerra mondiale ( la traversata dell'Atlantico, i bombardamenti sull'Inghilterra ) scivolando spesso in certe ingenuità come l'idea di far sollevare le popolazioni del Patto di Varsavia con la propaganda mediatica. In ogni pagina è forte il senso di nostalgia della passata gloria imperiale sopratutto nei capitoli dedicati ai mari e all'Africa che erano gli scenari più famigliari del dominio tinto di rosa di un tempo. Nonostante i molti difetti è un testo da riscoprire non tanto per il contenuto ma per certe intuizioni rivelatasi corrette negli anni successivi ( il libro è del '78 ! ) quali la grande considerazione dei media televisivi in guerra ( fenomeno già studiato durante la guerra del Vietnam ) in anticipo alla Prima Guerra Del Golfo del 1990 dedicandoci quasi un intero capitolo. Inoltre il libro suscitò all'epoca molte polemiche sulla politica delle spese militari del governo britannico come appunto era lo scopo della pubblicazione sopratutto sulla deplorata iniziativa di disarmo delle portaerei oggetto di roventi dibattiti in quel periodo. Il dibattito sul tema sarebbe diventato sempre più teso alcuni anni dopo la pubblicazione con lo scoppio della guerra delle Malvinas del 1982 e la successiva campagna di Libia e altri impegni militari dell'UK in vari angoli del globo e in pratica il libro era parte di una furba campagna mediatica per l'opinione pubblica inglese sulle necessità di riarmo e rivitalizzazione di orgoglio nazionale nonostante ( e forze proprio per essa ) la grande crisi economica che affossò quasi l'intero vecchio sistema pre-Tatcheriano.
boboskus
00martedì 30 giugno 2015 12:17
ottimo consiglio, mi hai convinto Archi :)
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