Il ratto delle sabine

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arysfalian
00giovedì 25 marzo 2010 01:09
quale fu la sua vera natura?
Roma era stata appena fondata secondo la leggenda,ed era già in grado di minacciare i popoli vicini.Secondo il mito questa città gremita quasi solo di validi guerrieri,vedeva la mancanza del "materiale" per accrescere e mantenere questa potenza.Le donne per procreare.
Al fine di porre rimedio,Romolo prima con le buone (richieste ai popoli vicini) e poi con le cattive (il ratto) ottenne quello che voleva.

Ma come si svolsero i fatti??
Quante furono probabilmente le fanciulle rapite,in relazione alla popolazione totale sabina?
Come fu possibile che dei "giovani arrapati di discendenza troiana"(quindi tutto un programma [SM=g8231] ) siano stati capaci di saltare addosso alle donne dei loro ospiti senza che essi opponessero strenua resistenza?
Perchè i sabini si fermarono e fecero solo successivamente guerra?
è vera la "cortesia" dei romani di rapire solo figlie nubili?
Come può essere possibile che donne strappate ai loro cari,alle loro famiglie e probabilmente ai loro amanti,accettarono così di buon grado la loro nuova posizione??Erano tutti dei Rocco Siffredi con il volto di Johnny Deep questi romani???
Il rapimento di donne non era un affronto grave nell'antichità,sebbene usato anche per fondere due popoli??
All'epoca dello scontro tra Romani e Sabini,le fanciulle erano già state possedute con la forza??O si concessero volontariamente?O il tutto si "consumò" dopo la pace??

BOH??!! [SM=g8269]
Antioco III
00venerdì 26 marzo 2010 18:29
Bhe ma è solo un'altra leggenda volta ad esaltare le virtù romane. Niente di pù, niente di meno...
Sertorio64
00domenica 28 marzo 2010 09:35
Re: quale fu la sua vera natura?
arysfalian, 25/03/2010 1.09:

Roma era stata appena fondata secondo la leggenda,ed era già in grado di minacciare i popoli vicini.Secondo il mito questa città gremita quasi solo di validi guerrieri,vedeva la mancanza del "materiale" per accrescere e mantenere questa potenza.Le donne per procreare.
Al fine di porre rimedio,Romolo prima con le buone (richieste ai popoli vicini) e poi con le cattive (il ratto) ottenne quello che voleva.

Ma come si svolsero i fatti??
Quante furono probabilmente le fanciulle rapite,in relazione alla popolazione totale sabina?
Come fu possibile che dei "giovani arrapati di discendenza troiana"(quindi tutto un programma [SM=g8231] ) siano stati capaci di saltare addosso alle donne dei loro ospiti senza che essi opponessero strenua resistenza?
Perchè i sabini si fermarono e fecero solo successivamente guerra?
è vera la "cortesia" dei romani di rapire solo figlie nubili?
Come può essere possibile che donne strappate ai loro cari,alle loro famiglie e probabilmente ai loro amanti,accettarono così di buon grado la loro nuova posizione??Erano tutti dei Rocco Siffredi con il volto di Johnny Deep questi romani???
Il rapimento di donne non era un affronto grave nell'antichità,sebbene usato anche per fondere due popoli??
All'epoca dello scontro tra Romani e Sabini,le fanciulle erano già state possedute con la forza??O si concessero volontariamente?O il tutto si "consumò" dopo la pace??

BOH??!! [SM=g8269]




I sabini hanno radunato le più racchie senza dote e le hanno rifilate ai romani ....tenendosi le più [SM=g8866] [SM=g8866] [SM=g8866] Infatti a Rieti, Norcia, e nel territori che furono sabini la qualità media della fauna femminile è decisamente alta! scusate il commento vagamente maschilista [SM=g8263]
Costantinus
00mercoledì 31 marzo 2010 15:37
Come spesso accade per le origini di Roma probabilmente è una leggenda creatasi in seguito e connessa al mito di Romolo. In realtà esistevano già villaggi sui vari colli che attorno all'VIII secolo si unirono sotto la guida di un Re (infatti le datazioni archeologiche ooincidono all'incirca con la data tramandata del 753 a.C) quindi le donne già c'erano. Probabilmente era una leggenda volta ad esaltare la bellicosità romana [SM=g8113]
Sertorio64
00venerdì 2 aprile 2010 16:17
Re:
Costantinus, 31/03/2010 15.37:

Come spesso accade per le origini di Roma probabilmente è una leggenda creatasi in seguito e connessa al mito di Romolo. In realtà esistevano già villaggi sui vari colli che attorno all'VIII secolo si unirono sotto la guida di un Re (infatti le datazioni archeologiche ooincidono all'incirca con la data tramandata del 753 a.C) quindi le donne già c'erano. Probabilmente era una leggenda volta ad esaltare la bellicosità romana [SM=g8113]




quoto
arysfalian
00sabato 3 aprile 2010 07:06
quindi un enorme boiata storica.
dicevo io che i sabini parevano dei fessi.
Costantinus
00martedì 6 aprile 2010 18:44
Bisogna sempre considerare che almeno fino alla metà del V secolo a.C. (e anche oltre, spesso fino alla seconda guerra punica) la leggenda si mescola abbondantemente con la storia di Roma per cui è difficile tracciare contorni precisi.

E comunque le molte leggende sulle origini di Roma sono spesso rilette dai Romani in chiave a loro contemporanea (es. secondo i Romani le leggi Licinie Sestie del 367 a.C. comportavano un certo tipo di suddivisione dell'ager publicus impossibile all'epoca, visto che la ripartizione prevederebbe una quantità di terreni inimmaginabili all'epoca, quindi il loro modo di tramandarsi è stato influenzato pesantemente dagli avvenimenti inerenti i Gracchi e la loro politica di redistribuzione dell'ager publicus).
Antioco il Grande
00martedì 6 aprile 2010 19:09
Il vero problema è che fino alla II guerra punica non c'è traccia di narrazione storica a Roma. I primi a narrare questi eventi sono, in quegli anni, i poeti Nevio ed Ennio e lo storico Fabio Pittore, che già raccontano la storia del ratto, gli storici seguenti partono da lì. Inoltre, come già gli antichi annotavano, tutte le eventuali notizie più antiche erano andate distrutte con il sacco dei Galli nel IV sec.; si era poi fatto in modo di ricostruire la parte più antica e tra errori sinceri e manipolazioni volute è difficile liberare il vero dal falso. Non dimentichiamo che molte notizie sono giunte incomplete, basti pensare alla storia di Servio Tullio riferita dall'imperatore Claudio, di cui non c'è traccia negli storici conservati, ma che è in buona parte confermata dall'archeologia.
Costantinus
00martedì 6 aprile 2010 19:53
Re:
Antioco il Grande, 06/04/2010 19.09:

Il vero problema è che fino alla II guerra punica non c'è traccia di narrazione storica a Roma. I primi a narrare questi eventi sono, in quegli anni, i poeti Nevio ed Ennio e lo storico Fabio Pittore, che già raccontano la storia del ratto, gli storici seguenti partono da lì. Inoltre, come già gli antichi annotavano, tutte le eventuali notizie più antiche erano andate distrutte con il sacco dei Galli nel IV sec.; si era poi fatto in modo di ricostruire la parte più antica e tra errori sinceri e manipolazioni volute è difficile liberare il vero dal falso. Non dimentichiamo che molte notizie sono giunte incomplete, basti pensare alla storia di Servio Tullio riferita dall'imperatore Claudio, di cui non c'è traccia negli storici conservati, ma che è in buona parte confermata dall'archeologia.




quoto [SM=g8920]
Antioco il Grande
00sabato 10 aprile 2010 11:12
Che poi ci siano stati rapimenti di donne non è da escludere. Leggendo l'Iliade salta agli occhi che cosa degna d'onore era riportare bottino dalle razzie e soprattutto donne, da usare nei modi più disparati (dal filare la lana a spasso per il padrone). Non è quindi da escludere che nei tempi più antichi, in un ottica molto "arcaica", i primi Romani, oltre a rubare capre, buoi e frumento si portassero via anche le contadinotte trovate nei campi.

Che il ratto sia avvenuto, anche più di una volta, è possibile vista la mentalità dell'epoca (cose simili erano ampiamente documentate nei poemi omerici, come detto, ed erano ritenute normali, addirittura Ulisse tra i Feaci si infuria quando lo chiamano mercante ma non nasconde, anzi esalta, il suo aver compiuto atti di pirateria, tra cui il rapimento di donne).

Tutto il resto del racconto, il ratto durante la gara, la mancanza di donne è, penso, un di più volto ad abbellire e contestualizzare, nonché giustificare nei secoli seguenti (quando la pratica era meno sentita) un fatto che capitava spesso nella notte dei tempi. Del resto il ratto serviva anche a spiegare alcune usanze nuziali, ad esempio i Romani gridavano, durante il corteo nuziale, la parola Talassio e dal momento che neppure loro capivano cosa significasse, la spiegavano con il nome di uno dei compagni di Romolo, certo Talassio, a cui era riservata una sabina rapita.

A questo aggiungiamo che il rapimento rituale era pratica comune in molte culture antiche, a Sparta il giovanotto entrava in casa della ragazza e la rapiva senza troppi complimenti rendendola poi sua sposa.
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