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Campagna con lo Stato Pontificio

Ultimo Aggiornamento: 13/10/2011 09:57
08/09/2011 21:07
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Tribunus Angusticlavius
Pontificatus Adriani VII (1449-1456)


Appena sepolto Eugenio IV, il conclave elegge in pochissimi giorni come nuovo Papa il cardinale Benedetto Orsini, con il nome di Adriano VII. Benedetto ha 59 anni, è un uomo di fede, saldo nelle sue convinzioni e tuttavia poco avvezzo alle vicende politiche: la Curia romana ha deciso che fosse proprio lui a salire al Soglio Pontificio perchè amico del defunto Eugenio e perchè considerato facilmente "direzionabile" dalle fazioni romane egemoni ( lui stesso del resto è un Orsini ). L'autorità del nuovo Papa è molto debole, ma i nobili romani provvedono subito a consigliare il Pontefice in maniera oculata nelle scelte di governo e a mostrargli i metodi utilizzati dal suo predecessore per sbarazzarsi di eventuali oppositori: in poco tempo il mite e pacifico Benedetto comincerà ad imporre un ferreo controllo sui propri territori, tanto da prendere il soprannome di "lo spietato".

Il1450 vede nuovle minacciose addensarsi sul panorama italiano. Mentre Alessandro Massimi continua l'assedio di Capua tenendo in trappola Alfonso V d'Aragona insieme al nobile Renat Jourquera e le loro truppe, Roma decide che la politica da tenere nei confronti degli Angioini si deve ridimensionare: in seguito alla non lontana sconfitta degli Aragonesi in Campania, Roma non vuole cedere i nuovi territori conquistati ai Francesi. Certo è una politica disdicevole, ma la posta in palio è troppo alta per comportarsi diversamente: dopo secoli dominazione gli Angiò sono diventati un potere debole e un'occasione migliore per frammentare il Regno di Napoli ed ottenerne una parte potrebbe non capitare mai più. Nel febbraio del 1450 Adriano VII fa tornare in seno alla Chiesa in Principe di Taranto, revocandogli la scomunica ricevuta a seguito dei continui assalti ai feudi angioini negli anni precedenti. Renato d'Angiò rimane molto indispettito dall'evento intuendo e temendo le intenzioni del Papa nei suoi confronti, ma può fare poco contro Roma: nel frattempo, sempre a corto di soldi, egli stesso è costretto a cedere al Papa la città di Teramo in cambio di 50.000 fiorini. Adriano VII invia il Marchese di Ascoli Guidantonio da Montefeltro ( it.wikipedia.org/wiki/Guidantonio_da_Montefeltro ), a pacificare i nuovi territori appena annessi, il quale deve combattere contro alcuni vassalli ribelli e costruire nuove torri di guardia in prossimità del confine angioino con i territori di Pescara, in caso che eventi imprevisti possano dar luogo ad una crisi contro Napoli: Teramo è stata annessa dal Papa proprio nell'ottica di diventare un territorio cuscinetto in caso di guerra, lasciando libere e prospere le Marche, teatro in questi anni di una rinascita economica. In primavera si ha notizia dell'avanzata ottomana in Bosnia, il pericolo turco si avvicina sempre di più all'Italia e a Roma si pensa di stipulare alleanze con i popoli balcanici in funzione anti-turca.

In estate la guerra tra Firenze e Siena continua con degli sviluppi preoccupanti: infatti i Senesi riescono ad espugnare la roccaforte fiorentina di Voltterra, fortezza chiave per il dominio della Toscana. Firenze viene successivamente sconfitta in campo aperto presso Chianni dalle armate senesi ed il comandante fiorentino Neri Capponi ( www.treccani.it/enciclopedia/neri-di-gino-capponi/ ), e costretto a ritirarsi verso la costa, lontano da rifornimenti di truppe e di mezzi. Firenze, che ha il grosso delle sue truppe impegnato nell'assedio della città di Massa dei potenti Malaspina, si trova con numerosi eserciti senesi a pochi passi dall'Arno. Gli equilibri toscani sono molto importanti per Roma: la supremazia di un'unica signoria su tutta la Toscana potrebbe essere una grave minaccia politica e militare per Roma. Per ora si può fare poco, ma la Curia decide che nel caso che la città di Firenze venga minacciata, si dovranno mandare delle truppe ad invadere i territori senesi. Tra gli altri eventi italiani i messaggeri pontifici riportano che Venezia ha ceduto la città di Bergamo al Marchesato di Mantova in cambio di molti favori, essendo la Serenissima in difficoltà a tenere quel territorio ed essendo al momento più occupata delle questioni adriatiche che di quelle lombarde. In autunno Astorre II Manfredi, Governatore della Romagna, comincia a costruire una nuova cattedrale nel centro di Bologna.
Tra gli eventi europei c'è la battaglia di Formigny, in Normandia, dove le truppe del Re di Francia e i Bretoni conducono una brillante vittoria contro gli Inglesi. La battaglia causerà la fine dei domini inglesi in Normandia cosa che avverrà in agosto con la resa di Cherbourg. Nel frattempo nella stessa Inghilterra di Enrico VI, il Kent è in rivolta sotto la guida dell' irlandese John Cade. A Magonza la Bibbia di Gutenberg "Bibbia a quarantadue linee" è il primo libro stampato in Europa con l'aiuto dei caratteri mobili.

Il 1451 comincia con l'arrivo a Roma di una notizia allarmante dall'Oriente: l'Impero Ottomano ha indetto una jihad contro Roma. Tutti i potentati islamici del Mediterraneo potrebbero partecipare ad un grande sbarco nel Lazio e conquistare la capitale della Cristianità. A Roma si diffionde un senso di angoscia e di preoccupazione. La Repubblica di Ragusa è stata già attaccata dai Turchi. Adriano VII non ha esperienza di cose militari, tuttavia ordina di rafforzarre la guarnigione romana in modo tale da poter resistere ad un futuro assedio. Dopo aver terminato le opere avviate dal suo predecessore Eugenio, il Papa fa interrompere tutte le costruzioni edilizie in città e ordina al Prefetto dell'Urbe Pietro Malatesta di cominciare i lavori di potenziamento delle mura dell'Urbe. Pietro, lungo tutto il perimetro delle mura romane, fa rinforzare i bastioni, ricostruire le parti più deboli delle fortificazioni e insieme a molti ingegneri partecipa ai lavori per installare sulle torri delle baliste giganti in grado di bersagliare degli eventuali assedianti. Il popolino assiste agli imponenti lavori e ritrova un po' di senso di sicurezza dopo l'allarmante notizia. Oltre a ciò il Papa istituisce un reparto di Guardie Svizzere ( www.sopi.it/Roma/curiositaromane/guardiasvizzera.htm ), e recluta numerose milizie: quello che un tempo era un mite uomo di Chiesa esce inoltre da Roma con parte delle sue milizie per il gusto di "provarle" e si reca di persona a massacrare un gruppo di briganti a est dell'Urbe. Nello scontro il Papa stesso carica contro la fanteria nemica che, aggredita da una parte dalla cavalleria papale e dall'altra dalle Guardie Svizzere, viene massacrata brutalmente: i pochi superstiti vengono catturati e squartati vivi a Roma in presenza del popolo. Molti cardinali a Roma sono comunque scettici sulla possibilità di uno sbarco a Roma da parte di truppe islamiche: i Turchi sono ancora molto impegnati nei Balcani e la situazione in Nord Africa è molto critica per i poteri interni per far si che qualche principe musulmano possa partire alla volta dell'Italia.
A giugno Siena viene scomunicata per aver infranto l'ordine da parte del Papa di cessare le ositilità con Firenze. Un diplomatico aragonese viene assassinato da un sicario romano a Chiusi. Vicino a Faenza l'Inquisizione colpisce mandando al rogo un eretico che aveva cominciato a predicare nella zona: diverse altre inchieste e processi vengono tenute per snidare i seguaci dell'eresia. Subito dal Lazio vengono inviati altri inquisitori. Ferrara, dopo aver notevolmente potenziato le sue armate, invia un esercito attraverso gli Appennini, attacca Lucca e la espugna con successo. A Roma ci si rende conto che Ferrara potrebbe presto diventare una grande potenza del Nord al pari di Milano, e si decide a rinforzare il contingente papale al confine con i territori degli Estensi.
Ad agosto avviene un brusco spostamento dell'asse delle alleanze: gli Angioini firmano una pace con gli Aragonesi e decidono di allearsi con Ferrara. Tutto questo appare agli occhi di Adriano VII come una mossa a tenaglia che potrebbe mettere in grave pericolo la Chiesa, e decide di scomunicare Renato di Angiò, con il pretesto ufficiale di aver firmato la pace con l'Aragona, nemica della Chiesa di Roma. Il Regno di Napoli è diventato un nuovo potenziale nemico.
A Conscio ( vicino a Treviso ), a Settembre, una povera donna guardiana di maiali sostiene di aver avuto una visione della Madonna, La quale secondo lei l'ha curata e le ha fatto dono di uno spirito profetico: la donna ora sostiene che tra 2 anni Costantinopoli cadrà sotto i Turchi.
Il 25 novembre del 1451, la guarnigione spagnola di Capua è allo stremo: le risorse cittadine non bastano più per continuare l'assedio. Dopo la pace con gli Spagnoli, gli Angiò hanno lasciato libere le coste napoletane e dalla Sicilia è già giunto in Campania un contingente spagnolo per sconfiggere congiuntamente con Alfonso l'armata papale di Alessandro Massimi: tuttavia in città non se ne hanno notizie né si sa bene dove sia, e la situazione è ormai troppo disperata per attendere oltre. Le ultime risorse di Capua sono finite e nel giro di pochi giorni le stesse truppe del Re Alfonso moriranno di fame. Nella città potrebbe scoppiare un'epidemia da un momento a l'altro e nel volgo, che si nutre già da tempo di insetti e di topi, si comincia già a guardare ai propri simili come prossima fonte di nutrimento. Alfonso si decide: l'atto è eroico e non smentirà di certo l'eroismo del reame aragonese. La mattina del 26 novembre, in un'alba brumosa e cupa, le porte occidentali di Capua si aprono e l'esercito aragonese, dopo aver vuotato le ultime botti di vino e aver mangiato gli ultimi tozzi di pane presenti in città, si schiera prontamente di fronte alle mura. Alessandro Massimi ha già predisposto le proprie truppe in ordine di battaglia su diverse linee, fanteria, tiratori e cavalleria. Siamo alla resa dei conti. Gli Spagnoli perderanno la battaglia e lo sanno, ma è proprio con questo pensiero che sono ancora più determinati a combattere fino all'ultimo: nei loro occhi si può leggere la rassegnazione e il dolore, ma anche l'immancabile senso dell'orgoglio iberico. Dopo che i religiosi capuani sono passati tra le linee per benedire per l'ultima volta i soldati, Alfosno V da l'ordine di avanzare contro le linee pontificie: Renat Jourquera, famoso e coraggioso nobile spagnolo, carica per primo la fanteria romana con i suoi soldati causando numerose vittime, finendo infilzato da più lancieri che lo tirano giù da cavallo completando disumanamente l'"opera" di massacrarlo. I Grifuni napoletani cercano di causare vittime con le loro balestre nell'esercito nemico, ma un Ribault mercenario assoldato dai Romani posto strategicamente sopra una collina dominante il campo di battaglia comincia a vomitargli addosso proiettili in continuazione, massacrandone molti e facendoli fuggire. L'esiguo contingente di fanteria spagnolo viene in breve decimato dai colpi di balestra papali e Alessandro Massimi da l'ordine alla cavalleria di caricare il Re di Aragona. Alfonso osserva con i suoi penetranti occhi bruni i soldati romani che marciano verso di lui, e gli si lancia incontro nell'ultima e gloriosa carica della sua vita, spinto alle spalle dal grido si battaglia dei suoi uomini. Nel fitto della mischia, il Re d'Aragona viene trafitto a turno da diversi uomini d'arme romani che non osservano pietà verso un così illustre nemico. Alfonso, già grondante sangue da numerose ferite, viene colpito brutalmente da un colpo di spada alla testa e cade da cavallo tra le grida di gioia dei cavalieri romani esultanti. In breve tempo la cavalleria papale travolge le ultime linee spagnole ed entra in città abbandonandosi ad un disumano saccheggio dove muoiono oltre 7.000 civili. Sul campo rimangono 324 papali e 437 aragonesi. Il corpo di Alfonso V verrà riconsegnato dai Romani ad un'armata spagnola pochi giorni più tardi, e dopo alcuni mesi sepolto nella Cattedrale di Barcellona. L'affronto all'intera Spagna da parte del Papa è enorme, tuttavia Roma ha ottenuto una grande vittoria per se ma anche per l'Italia: infatti l'Aragona è scacciata definitivamente dalla Campania e gli avamposti calabresi rimangono l'unica presenza spagnola sulla penisola.

Alfonso V d'Aragona che esce da Capua, l'esercito pontificio e la morte di Alfonso.








Nel 1452 Alessandro Massimi, che dopo la morte di Eugenio IV ha trovato solo avversione da parte del nuovo pontefice e la Curia, trama una congiura: egli ha infatti in mente di ribellarsi a Roma e di marciare nel Lazio con la sua possente armata di Capua. La Curia pontificia, avendo ricevuto le confessioni di alcuni delatori avversi a Massimi, decidono di fargli tendere un tranello da parte di alcuni nobili corrotti vicini a lui e al comando del suo esercito. Massimi poco dopo aver preso Capua decide di marciare contro l'esercito aragonese sbarcato in Campania in difesa di Capua il quale ormai si sta ritirando, al comando del Principe d'Aragona Don Indico. Massimi riesce a obbligare gli Spagnoli a combattere in una piana poco a ovest di Castel Volturno. I nobili corrotti dal Papa hanno intenzione di far caricare il Massimi contro le linee nemiche e di lasciarlo solo all'improvviso condannandolo a morte praticamente certa circondato dagli Aragonesi, ma la provvidenza li anticipa imprevedibilmente: Massimi va all'attacco dell'armata spagnola e durante la carica un picchiere nemico riesce a infilzare il suo cavallo scaraventando il nobile romano a diversi metri di distanza: gli Spagnoli accorrono e lo massacrano a colpi di spada, mentre l'esercito papale si ritira a Capua sopreso della morte del comandante e degli ordini improvvisi di ritirata da parte dei nobili al comando. Gli Spagnoli comprendono cosa è successo e considerano la morte di Massimi come un riscatto parziale per la vita del lorodefunto re: Don Indico rientrerà a Messina pochi giorni dopo.
Il 9 marzo 1452 Adriano VII incorona imperaore a Roma Federico III d'Asburgo: questa sarà l'ultima volta che un Papa incoronerà l'Imperatore.

Nel 1453 le torri con le baliste a Roma vengono completate: non c'è ancora alcuna notizia che un'armata musulmana sia partita per Roma da qualche porto del Mediterraneo, ed è altamente probabile che questo non accadrà mai. Tuttavia i nuovi armamenti saranno un valido baluardo contro chiunque vorra un giorno prendere l'Urbe. Pietro Malatesta avvia dopo pochi mesi un nuovo piano di potenziamento delle difese dell'Urbe che prevede l'utilizzo di cannoni sulle torri romane. Nel resto dei territori pontifici viene dato inizio a dei piani di ampliamento di alcune città con la costruzione di nuove cinte murarie: Gaeta, Velletri, Pontecorvo e Civitavecchia ottengono delle nuove mura. Nel frattempo si incentivano le coltivazioni e si continuano a costruire nuove strade in tutto lo Stato Pontificio.
Nello stesso anno Costantinopoli cade in mano ai Turchi: nella Cristianità grande è il timore al pensiero delle conseguenze che potrà portare questo evento epocale. Francia e Inghilterra pongono fine alla guerra che dal secolo precedente hanno combattuto: la Francia ha vinto. Venezia dichiara guerra alla Croazia, mentre gli Angioini si alleano con il Ducato di Calabria e il Principato di Taranto con l'Aragona. Calabresi e Tarantini si massacreranno quindi sorretti rispettivamente dalla Francia e dalla Spagna.

Nel 1454 delle truppe mercenarie reduci della battaglia di Vitulazio conquistano Rieti e la consegnano al Papa in cambio di terre e privilegi: questa città era l'ultima roccaforte ribelle rimasta nello Stato Pontificio.
( la Pace di Lodi in questa AAR non avviene XD ).




Nel 1455 due eserciti della Confederazione Elvetica scendono fino a Losanna ( attualmente in mano ai Savoia la fa ), e ne causa la ribellione dai suoi padroni . Gli Svizzeri potrebbero mettere a serio rischio gli equilibri del Nord Italia. In Inghilterra scoppia la Guerra delle Due Rose. Gli Aragonesi dichiarano guerra al Duca di Calabria, stringendo il Ducato in una morsa insieme ai Tarantini: questo potrebbe significare un ritorno prepotente della presenza spagnola in Italia da sud. Gli Asburgo firmano una pace con la Croazia. Firenze riesce a conquistare Massa, dopo anni di durissima guerra. Un emissario pontificio, Falcone Di Fabro, assiste all'assedio di Matera da parte delle truppe calabresi a danno di quelle tarantine: i Calabresi perderanno. Adriano VII decide di scomunicare nuovamente il Principato di Taranto a causa della nuova alleanza firmata con la Spagna: nel frattempo egli stesso giunge nei pressi di Velletri per reprimere una rivolta di contadini. Il Papa riesce a massacrare i rivoltosi.

La battaglia nei pressi di Velletri




Nel 1456 gli Ottomani revocano ufficialmente la jihad indetta 5 anni prima, Roma trae un sospiro di sollievo: tuttavia la minaccia turca nei Balcani e nel Mediterraneo si fa sempre più concreta per tutto il mondo cristiano. Nello stesso anno scoppiano dei focolai di eresia presso Perugia e Teramo: si fa di tutto per estirparla, ma sembra molto radicata. L'eretico di Perugia viene inseguito ma riesce a far perdere le sue tracce: a Teramo invece l'eresia si diffonde e l'uccisione per mano di un sicario dell'eretico "padre", sembra il mezzo più plateale e rapido per porre fine l'eresia congiuntamente con l'inflessibile lavoro della Santa Inquisizione. Il 4 Agosto muore Guidantonio da Montefeltro, proprio a Teramo, e si temono rivolte per la mancanza di un capo e in presenza dell'eresia dilagante. Il 16 ottobre muore invece a Roma Adriano VII, all'età di 66 anni. Durante il suo pontificato lo Stato Pontificio ha continuato ad evolversi, anche meglio del previsto: sono stati battuti gli Aragonesi, si sono spente le rivolte, si è costruito molto e si nota un generale aumento del benessere relativo soprattutto alla rinascita delle attività commerciali nelle Marche; nelle città-fortezza si sono installate molte gilde di spadai, i mercanti pontifici sono alcuni tra i più ricchi nel Nord Italia. Lo Stato Pontificio rimane comunque relativamente poco potente, soprattutto considerando il "blocco" costituito da molte fazioni che lo circondano. Il prossimo Papa dovrà riuscire a compiere una nuova mossa espansionistica in Italia e a dare lustro a Roma ridonando ad essa la fama di conquistatrice.

L'Italia alla morte di Adriano VII



[Modificato da Legio XIII gemina 08/09/2011 22:36]


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

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