Harry Turtledove, LA BATTAGLIA DI TEUTOBURGO, € 18,50, 320 p., Editore Fanucci, 2009 (collana Gli aceri)
"Publio Quintilio Varo, politico romano, viene convocato dall'imperatore Cesare Augusto, che gli affida tre legioni e lo incarica di partire per la frontiera orientale dell'impero, quella sul Reno, con l'obiettivo di sottomettere le tribù di barbari Germanici contro le quali molti altri condottieri hanno fallito, e portare le loro terre sotto il dominio di Roma. Intanto Arminio, principe dei Cherusci, è impegnato in un gioco mortale: presta servizio sotto l'impero romano, ottenendo così la cittadinanza e il grado di ufficiale, e apprendendo l'arte della guerra e della politica. Ma ciò che impara sarà essenziale per la sopravvivenza del popolo Germanico, che riunirà sotto la sua guida nella strenua lotta contro l'invasore, prima che l'impero li sottometta riducendoli in schiavitù e cancellando le loro antichissime tradizioni. Si prepara una lotta senza eguali, in cui due uomini si fronteggiano in quella che entrerà nelle leggende come la Battaglia di Teutoburgo, uno scontro sanguinoso che cambierà per sempre il corso della storia".
Visto che si parla di Teutoburgo, ieri ho scoperto in libreria questo romanzo scritto dal famoso Harry Turtledove. Questa volta il nostro amico lascia il fantasy della saga della legione di Videssos e si dedica ad un vero romanzo storico.
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)
"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)