Hannover ,15 Novembre,1796
Ignaas si strofinò velocemente le mani,avvolte da guanti di pelle, mentre soffici fiocchi di neve cadevano attorno a lui posandosi sul candido campo di battaglia. Un pallido campo che presto si sarebbe colorato. Di rosso.
Si stava posizionando con i suoi commilitoni sul solito fianco destro dell'esercito e osservava, piuttosto preoccupato, le truppe nemiche avanzare in lontananza: Persoons, galvanizzato dalla sua ultima vittoria contro Hannover, aveva osato troppo lasciando l'armata di rinforzo troppo indietro e ora era circondato da truppe nemiche. Da solo. La sua armata era stata intercettata e Persoons doveva dare battaglia. I tedeschi si erano rafforzati dall'ultimo scontro e questa armata non era più composta da semplice milizia, era un vero esercito con cavalleria e artiglieria di tutto rispetto.
Faceva un freddo incredibile, da gelare il sangue.
Maledisse il giorno in cui aveva deciso di arruolarsi sognando le terre calde spagnole o caraibiche.
Nel giro di un'ora l'esercito era nell'assetto voluto dal generale orange e ormai i primi rombi di cannoni incominciavano a farsi sentire. Klaas cavalcava più avanti e, come al solito, era ottimista. Una qualità o un difetto, si chiese Ignaas mentre vedeva i fanti olandesi caricare i fucili.
Arrivò per prima la cavalleria. Che cercò di aprirsi una breccia nelle truppe olandesi che, estratte le baionette, resistevano con qualche difficoltà. Non era un buon segno, pensò il giovane cavaliere, di solito quelle erano solo piccole scaramucce...
Mentre era perso nei suoi pensieri quasi non si accorse dell'ordine che venne dato all'ottavo reggimento di cavalleria: il suo.
Dovevano spostarsi velocemente, aggirando una radura, per colpire al fianco la fanteria Hannover, ormai impegnata con quella olandese. Nessuno li disturbò.
“Cuneooo”
La cavalleria si dispose nella formazione a cuneo.
Ma qualcosa era andato storto. La fanteria tedesca aveva la meglio su quella orange. Dalla sua posizione ovviamente Ignaas non poteva rendersi conto dell'andamento generale della battaglia ma vide alcuni soldati olandesi retrocedere e addirittura darsi alla fuga. Non si rese quasi conto che l'ottavo reggimento intanto si era ritrovato ad essere circondato da truppe rosse. Mentre imprecava contro sé stesso e contro quel mediocre generale che li aveva cacciati in quella trappola, alzò la spada e menò fendenti a destra e a manca.
Le baionette nemiche ferivano i cavalli. Nitriti disperati si mischiavano a urla umane. Dobbiamo ritirarci. Date ordine di ritirata! Ma loro ancora combattevano e perdevano uomini con una velocità impressionante. Vide Klaas scomparire tra le fila nemiche e il suo cavallo poco dopo crollare. La fanteria olandese era lontana e in difficoltà. Poi accadde tutto velocemente: il reggimento semplicemente si sfaldò e ognuno si diede alla fuga, pronto a tutto pur di salvarsi la pelle. Erano tutti soldati esperti e coraggiosi ma non erano pazzi. Sarebbero stati uccisi tutti, dovevano tentare di allontanarsi il prima possibile. Ignaas tirò le redini e cercò di aprirsi un varco verso Nord. Aveva la divisa purpurea ormai. Il braccio gli doleva ma era in gioco tutto. Era riuscito a fare fuori due soldati che gli si erano avvincinati e a ferire un fante che aveva cercato di buttarlo giù dalla sella. Uno spiraglio si apriva...
A pochi metri da lui, doveva soltanto travolgere quei due fanti e...
..la lama penetrò nel suo fianco sinistro come una lama nel burro. Ignaas lanciò un urlo di dolore e capì che era finita. Ebbe il tempo di vedere il suo cavallo crollare. Non aveva più la forza nemmeno di saltare dalla sella in un disperato tentativo. Mentre cadeva pensò a Janna e ai suoi progetti di matrimonio. Pensò a suo padre e alla casa in campagna. Pensò a Klaas, compagno di tante battaglie e sopratutto di feste e licenze. Pensò all'assurda guerra che Persoons aveva condotto in quel luogo freddo e desolato.
Poi fu tutto buio.
Ignaas nel suo ultimos scontro
fortis cadere, cedere non potest
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Dareon Stark e sostenitore di Sandor Clegane,Caio Merlino Britannico,Maniakes e Gaius Philippus.