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Kingdoms: Britannia

Ultimo Aggiornamento: 30/04/2008 12:22
30/04/2008 12:22
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Sirius 21, 29/04/2008 19.06:

Io ho giocato con i gallesi e mi sono molto divertito anche se forse la campagna Britannica è quella con meno novità in tutto Kingdoms. Comunque nelle fasi iniziali è divertente. I nemici che si asserragliano nei forti permanenti a volte sono una spina nel fianco. La conquista di insediamenti di cultura diversa spesso ha ahndicap superiori al normale. A proposito, ho trovato bellissimo il fatto che quando conquisti insediamenti di cultura diversa per qualche turno ci puoi reclutare truppe della cultura originaria, mentre col passare del tempo queste scompaiono. Molto realistico e interessante. Le truppe gallesi poi sono tostissime, efficaci e toste anche solo da vedere, soprattutto la fanteria. Bello anche il fatto che a un certo punto compare una nuova fazione con l'alleanza dei Baroni. Le altre campagne sono più accattivanti ma è carina anche quella britannica in fin dei conti.



quoto tutto, però dopo un po' è noioso. Mi chiedo se a giocare con gli inglesi sia diverso...voglio dire, dovrebbero essere in una situazione per certi versi simile all'impero romano d'occidente in BI: poche truppe sparse su un territorio molto vasto e nemici da ogni lato più rivolte (l'alleanza dei baroni); l'economia dovrebbe essere invece più florida. e in più il re dopo un po' parte per la crociata con una bella armata, tanto per renderla la situazione più semplice.


Il movimento è la sottrazione dell'intelligenza all'organizzazione sociale del consenso. Il che la rende più deficiente. Probabilmente anche più cattiva.
L'intelligenza sotratta al sistema di organizzazione sociale è intelligenza libera.
L'intelligenza libera è destinata al nihilismo.
ADDIO, SBANCOR

Può tuttavia accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro. In effetti, nella vita di ogni popolo democratico c'è un passaggio assai pericoloso. Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell'abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare.

Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono più a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti.In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono:saranno loro stessi a privarsene volentieri...Se un individuo abile e ambizioso riesce ad impradonirsi del potere in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso. Basterà che si preoccupi per un po di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto. Che garantisca l'ordine anzitutto! Una nazione che chiede al suo governo il solo mantenimento dell'ordineè già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all'altro può presentarsi l'uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati i più piccoli partiti possono impadronirsi del potere.

Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all'universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando le leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo.
Alexis de Tocqueville. "La democrazia in America", 1840

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4.eliminare l'informazione. Il Paese Semplice ammette solo tautologie

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