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l'importanza dei pretoriani nella Roma antica...

Ultimo Aggiornamento: 04/02/2008 15:46
04/02/2008 15:46
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Praefectus Castrorum
Il padrino
ecco alcune notizie su di loro

PRETORIANII
La guardia Pretoriana viene istituita per la prima volta da Ottaviano nel 27 d.C. su imitazione delle guardie personali dei generali della tarda Repubblica. Sebbene il nome di questa unità era Cohortes Praetoriae cioè Coorti Pretoriane di fatto si trattava di una legione che all'Epoca di Tiberio aveva nonStele pretoriana, Museo dl Louvre soltanto dieci coorti ma anche un castrum. I Pretoriani erano comandati dal Prefectus Praetorio, di rango equestre. Solitamente entravano a fare parte di questo corpo solo soldati scelti e valorosi oppure ufficiali ma sempre provenienti dalla Provincia Italia. Da semplice guardia all'Imperatore la Legione Pretoriana diventò anche la guardia di Roma insieme alle Cohortes Urbanae, e negli ultimi anni dell'Impero "strumento politico assai persuasivo". La legione era forte di 5000 uomini divisi in 10 coorti da 500 uomini ciascuna. Ogni coorte era comandata da un tribuno militare. Inoltre uno o due manipoli comandati da un centurione detto Trecenarius formavano la guardia d'onore dell'Imperatore ed erano quelli che montavano la guardia a Palazzo. Facevano sempre parte dei Pretoriani gli Equites Singulares, ossia la cavalleria personale dell'Imperatore creata da Traiano: forti inizialmente di 500 e poi di 1000 uomini erano comandati da un tribuno, ed erano suddivisi in turmae come gli altri cavalieri.
Le Coorti Pretoriane furono sciolte da Costantino il Grande poiché gli si opposero nella battaglia di Ponte Milvio a Roma durante lo scontro con Massenzio per il controllo dell'Impero.
La paga annua dei Pretoriani ammontava a 750 denari al tempo di Augusto ma fu portata a 1.000 denari nel I secolo, a 1.500 nel II secolo, a 2.250 nel III secolo d.C.



Introduzione

I pretoriani per la loro funzione di guardia del corpo dell’imperatore furono protagonisti (spesso negativamente) della storia dell’impero romano. Il corpo costituito da ottimi soldati fu un mezzo per affermare nuovi imperatori o mantenere i vecchi al potere. La storia dei pretoriani quindi segue, se non è l’artefice, la storia imperiale in tutti i suoi risvolti. In questo breve articolo parlerò della storia, dell’arruolamento, della vita comune, dell’accampamento e dell’armamento di questo corpo tra i più affascinanti della storia.

Storia

Sappiamo con certezza che esistevano delle coorti pretorie nella repubblica, che erano formate da fanteria scelta e che servivano per il generale di quella o di quelle legioni. Di sicuro comunque non si trattava di un corpo permanente, infatti secondo le fonti letterarie sappiamo che la milizia vera e propria venne creata da Augusto in una data imprecisata che va dal 29 al 20 a.C. in seguito ad una congiura contro la sua figura. Augusto decise di creare 9 coorti che per motivi di sicurezza erano stanziate: 3 a Roma e le rimanenti 6 in altre città della penisola. Queste coorti sono agli ordini del o dei prefetti del pretorio, che era l’apice della carriera equestre poichè lo poneva in strettissimo contatto con la figura dell’Imperatore, il prefetto del pretorio ebbe spesso un ruolo di primo piano nelle vicende dell’impero, quest’uomo era aiutato da un princeps castrorum, suo sottoposto. Ogni coorte era inquadrata da un Tribuno e sei centurioni. Questi ultimi, nell’insieme, sono uguali tra loro, ad eccezione del “trecenarius”, che è il primo di tutti, e il cui nome deriva dal fatto che egli comanda anche i 300 “speculatores” (un’altra guardia del principe), e ad eccezione anche del suo secondo, il “princeps castrorum”. Le coorti pretorie sono dette “equitatae”, in quanto comprendono alcuni cavalieri (1/5?) accanto a una maggioranza di fanti (4/5?).
Sotto il principato di Tiberio (con il prefetto Seiano verso il 20-23 d.C.) furono riuniti in un unico grande accampamento costruito appositamente sul Viminale, alla periferia della città, noto con il nome “castra praetoria”, per questa ragione i pretoriani assunsero il “vexillum” dello scorpione (Tiberio aveva lo scorpione come segno zodiacale).
I pretoriani intervennero per eleggere e deporre imperatori per la prima volta nel 41 d.C. con l’uccisione di Caligola e l’acclamazione di Claudio da parte delle truppe (il nuovo imperatore si mostrò molto generoso donando ben 15.000 sesterzi ad ogni pretoriani). Il 15 gennaio del 69 i pretoriani sostenuti dalle altre truppe uccisero Galba per non aver scelto come collega Ottone invece che Pisone, in quella circostanza i pretoriani elessero per la seconda volta l’imperatore, questa volta fu Ottone come in precedenza era stato Claudio. Per un lungo periodo che va da Vespasiano a Marc’Aurelio i pretoriani non si intromisero nel gestione dell’impero, questo periodo di pace finì quando salì al trono Commodo, i pretoriani dopo avergli salvato la vita e averlo sostenuto nei primi suoi anni di governo furono complici della sua morte. Eliminarono anche il suo successore Pertinace e misero all’asta l’impero. Dopo aver venduto l’impero a Didio Giuliano nel 193, solo perché aveva offerto più soldi del suo antagonista Flavio Sulpiciano, obbligarono il senato a dichiararlo decaduto non appena seppero dell’avvicinarsi a Roma di Settimio Severo.
Il nuovo imperatore, dichiaratosi vendicatore di Pertinace decise di umiliare i pretoriani facendo sfilare le truppe fuori le mura di Roma senz’armi, successivamente furono arrestate dai legionari del Danubio e sostituite con truppe asiatiche, africane e in particolare danubiane. Tuttavia le truppe pretoriane continuarono a fare i propri interessi. Sotto Caracalla il loro stipendio fu aumentato ma nonostante ciò il loro prefetto Macrino lo eliminò e ne prese il posto (217). Il successore di Macrino, Eliogabalo, fu ucciso dai pretoriani che elessero Alessandro Severo come imperatore il 22 marzo del 222. Dopo un periodo di anarchia militare nel 238 in accordo con il Senato e la plebe i pretoriani elessero Gordiano III imperatore. Vista l’età del nuovo imperatore (appena 13 anni) inizialmente il potere fu gestito dalla madre ma successivamente dal prefetto del pretorio Timesiteo. Morto Timesiteo durante la marcia verso Ctesifonte (nella quale campagna furono per la prima volta usati grandi contingenti di goti come federati) il nuovo prefetto Filippo uccise Gordiano grazie ai soldati esausti della lunga campagna nel marzo del 244. Nel 249 dopo la sconfitta di Filippo contro Decio i pretoriani eliminarono il figlio del vecchio imperatore Severo Filippo che era stato precedentemente nominato Cesare. Si racconta che durante il regno di Gallieno per combattere dei barbari che era quasi giunti fino a Roma (o un gruppo di congiurati) i senatori comandarono i pretoriani per fermarli ma l’imperatore invece di ringraziargli gli impedì di comandare corpi armati, è molto probabile che questa sia stata una storia raccontata da scrittori filo-senatoriali per colpevolizzare Gallieno che aveva impedito ai senatori di comandare nelle legioni. Dopo un lungo periodo in cui furono i soldati e in un caso i senatori ad eleggere gli imperatori nel giugno del 276 il prefetto del pretorio Floriano saputo della morte del imperatore il suo fratellastro Tacito, si nominò da solo augusto. Il suo regno fu brevissimo tanto che 2 mesi dopo venne ucciso dai suoi stessi soldati per acclamare imperatore Probo. Passarono gli anni e i pretoriani si fecero risentire quando, fedeli a Massenzio, combatterono con grande eroismo nella battaglia di ponte Milvio (312 d.c.); il vincitore Costantino, dopo l’ingresso trionfale a Roma, sciolse definitivamente la guardia e fece smantellare l’accampamento del Viminale.

Dettagli

- Il loro numero

Gli specialisti si sono scontrati sulla questione di quanti uomini contasse ognuna di queste coorti: 1000 fin dall’inizio per Th. Mommsen, A. Passerini e, più recentemente, D. L. Kennedy, 500 soltanto per M. Durry e H. G. Pflaum, con aumento a 1000 sotto Settimio Severo. Fonti letterarie ed epigrafiche non aiutano a risolvere il problema ma l’archeologia può darci una mano: se un “castra” legionario che ospitava 5000 uomini misurava tra i 18 e i 20 ha, si deve concludere che ognuna delle dodici coorti di Roma non poteva contarne che 500, dal momento che insieme occupavano solo 16,72 ha: si tratta quindi di coorti “quingenarie” e non “miliarie”.
Il loro numero delle coorti variò nel corso del tempo. Inizialmente erano 9 coorti (Augusto), passarono a 12 prima del 47, quindi a 16 nel corso del 69 (durante la guerra civile, da Vitellio che aumentò anche l’effettivo di ogni coorte portandolo a 1000 uomini), furono poi riportate a 9 (Vespasiano, che riporta tutto all’ordinamento di Augusto) e aumentate, di nuovo, a 10 (Domiziano) rimasero così fino quasi all’abolizione del corpo. Quindi adesso è il momento di buttare giù cifre: Augusto – 4500 uomini; Vitellio – 16000; Domiziano – 5000; Settimio Severo – 10000.

- Reclutamento

Il corpo fu inizialmente arruolato tra i migliori legionari italici (meglio ancora, fino a Tiberio, se provenienti dall’Etruria, il Lazio, l’Umbria e le colonie più antiche (Tac., Ann., IV, 5, 5)). Con Claudio i pretoriani possono venire anche dalla Gallia Cisalpina. Nel II secolo ancora 86/89 % dei pretoriani è italico. Con Settimio Severo scompaiono gli italici e il loro posto è preso totalmente da provinciali che comunque hanno la cittadinanza romana. Secondo M. Durry si trattava complessivamente di persone di basso livello, non è dello stesso parere A. Passerini che pensa che comunque essi provenivano da famiglie di notabili. Probabilmente tra i 2 ha ragione il nostro connazionale poiché il posto di pretoriano, per diversi motivi, era molto ambito e quindi i notabili facevano di tutto per fare entrare in questo corpo i loro figli. Dopo Caracalla (a causa della Constitutio Antoniniana) tutti gli abitanti dell’impero possono entrare a farne parte.

- Durata del servizio

La durata del servizio era la prima importante differenza rispetto le legioni e gli altri corpi militari. I pretoriani restavano in servizio solo 16 anni mentre i legionari dai 20 ai 25 anni, è ovvio che chi ne aveva la possibilità si arruolava tra i pretoriani e non tra i legionari. Il congedo avveniva ogni 2 anni il 7 gennaio.

- La paga

La paga era la seconda differenza. Fissata da Augusto a 750 denari annui, fu poi portata alla fine del I° secolo a 1000 (gli aumenti furono di Claudio e di Domiziano), nel III° secolo ricevevano 1500 denari (Settimio Severo) per raggiungere i 2.500 denari sotto il regno di Caracalla. Inoltre al normale stipendio vanno aggiunti i premi che diversi imperatori nel I e nel II secolo e tutti gli imperatori nel III detterò a questo corpo per assicurarsi la fedeltà. Inoltre non va scordata la liquidazione che era superiore a quella delle legioni.

- La vita quotidiana

Come nelle legioni i pretoriani dormivano nell’accampamento e appena si svegliavano iniziavano gli allenamenti. La differenza tra un normale campo legionario e il campo sul Viminale è che il primo è presso il limes esposto ai barbari il secondo è a Roma nella capitale, il centro politico ed economico dell’impero. Dopo un abbondante pasto i pretoriani potevano godere delle terme, degli anfiteatri, dei bar e di tanti altri servizi della capitale. Molto apprezzati erano gli incontri tra gladiatori che oltre ad essere un spettacolo erano anche un modo, secondario, per addestrarsi.

- L’accampamento

Il campo dei pretoriani era costruito tra il Viminale e l’Esquilino, al di là delle mura serviane, ossia, come diremo noi, nell’immediata periferia (Tac., Ann., IV, 5, 5 – Dio. Cass., LVII, 19, 6). Il campo misurava m 440 X 380, cioè 16,72 ha, a ovest del quale fu approntata un’area per le esercitazioni o “campus”. Le mura del “castra”, alte sotto Tiberio 3/5 metri, furono danneggiate durante la guerra civile e ricostruite da Vespasiano. Quando Aureliano fornì di mura la città, l’accampamento dei pretoriani fu inglobato.

- L’armamento

Il pezzo che segue è tratto da una rivista: “Il carattere unico della guardia pretoriana si rifletteva anche nell'equipaggiamento. I pretoriani, infatti, pur essendo un'unità militare a tutti gli effetti e che, come tale, poteva prendere parte a battaglie campali o a operazioni belliche, era dotata di una propria uniforme. Il termine uniforme in questo caso è quanto mai proprio dal momento che, grazie a fonti archeologiche, sappiamo che i membri della guardia pretoriana disponeva di diversi equipaggiamenti che venivano utilizzati a seconda delle circostanze di impiego previsto. La prima è più originale caratteristica dell'equipaggiamento dei pretoriani era il loro carattere volutamente antichizzante. Pur essendo nati in età imperiale, infatti, i pretoriani vestivano indumenti di stile repubblicano. Benchè fosse di fatto una monarchia, l'impero romano restava infatti formalmente una repubblica e la continuità con la forma di governo repubblicana era evocata dall'uso di simbologie tipiche di quell'età. La guardia pretoriana, quindi, che accompagnava sempre l'imperatore nelle cerimonie pubbliche, doveva simboleggiare con il proprio aspetto questo carattere di continuità con la repubblica. I pretoriani portavano quindi un elmo di tipo Montefortino, come quello dei legionari di Cesare, una cotta di maglia di ferro al posto dell'armatura tipica dei primi secoli dell'Impero e uno scudo ovale, invece del classico scudo legionario rettangolare dell'età imperiale. In particolari occasioni, come mostra il bassorilievo di età claudiana che ritrae un gruppo di pretoriani, i membri della guardia sono raffigurati con un tipo di elmo dotato di una vistosa cresta. Alcuni portano anche sopra gli altri indumenti e la corazza una semplice tunica che probabilmente era di colore rosso, a somiglianza della tunica dei littori, i funzionari che simboleggiavano l'autorità delle magistrature repubblicane. Lo scudo è ovale, mentre al fianco destro è portato il classico gladius. in guerra, i pretoriani portavano un equipaggiamento simile a quello degli altri legionari, da cui si distinguevano per l'utilizzo del simbolo dello scorpione, dipinto su scudi e vessilli.”
Inoltre riguardo l’armamento, alla domanda “legionari e pretoriani avevano il medesimo armamento?” ecco le risposte che hanno dato tre storici come Yann Le Bohec, “No, i pretoriani avevano delle armi speciali (vedi M.Durry sui pretoriani e M. Feugere sulle armi)”, Giovanni Brizzi, “Da quanto sappiamo (si desume dalle illustrazioni: i rilievi della Cancelleria, per esempio), quando erano a Roma i pretoriani sembrano aver portato armature alquanto diverse da quelle dei legionari (elmo di tipo attico, lorica anatomica in bronzo, pteruges etc.). Quando venivano impegnati al fronte (capitava; per esempio contro i Daci o i Marcomanni...) veniva probabilmente fornito loro un armamento meno decorativo e più funzionale, simile a quello dei legionari”, e Andrea Frediani, “Per quanto riguarda l'armamento dei pretoriani, Tacito racconta, a proposito degli eventi della guerra civile del 69 d.C., che alcuni legionari scambiarono i pretoriani di Otone, appartenenti allo schieramento nemico, per alcuni di loro, nel corso di alcuni combattimenti notturni. Si evince, di conseguenza, che l'armamento non differiva se non per il rango. In linea di massima, le corazze potevano essere diverse, essendo più diffuse tra i pretoriani quelle anatomiche o a scaglie”.



Già durante il periodo repubblicano si hanno notizie di coorti pretorie che erano formate da fanteria scelta; poste sotto il comando di un generale, non avevano carattere permanente.
L’esigenza di disporre di una guardia del corpo assegnata alla protezione dei più alti ranghi dell’ amministrazione romana, condusse alla costituzione di speciali reparti composti da un nucleo di militari di comprovato valore e assoluta fedeltà.
Tutte le volte che si parla di truppe speciali ci si imbatte in corpi creati con lo scopo di compiere azioni negate al resto dell’esercito.
I pretoriani furono di fatto gli antesignani di questa tendenza e svolsero così bene questo compito da diventare il prototipo della guardia armata.
A torto o a ragione ancora oggi il termine pretoriano è sinonimo di fedelissimo.
Nati fra il 30 e il 20 a.C. per volere di Ottaviano Augusto ( 27-14 a.C. ) nel corso di circa 350 anni essi eliminarono i personaggi scomodi, intervennero nella politica, elessero e destituirono imperatori seguendo esclusivamente i loro interessi.
I pretoriani acquisirono un crescente peso politico, in particolare per quanto riguarda la successione imperiale.
Grande importanza aveva la carica di prefetto del pretorio,che non di rado si trovava a detenere un potere secondo solo all’imperatore stesso.
Vennero create nove coorti dalla I^ alla IX^, di cui tre con sede a Roma e le altre sparse sul territorio italico.
Il comando del reparto era affidato al Praefectus Praetorio ,il prefetto era affiancato da un princeps castrorum che acquisì un ruolo primario sotto l’impero di Tiberio( 14-37 ) che riuni’ tutti i pretoriani in una nuova caserma in prossimità del Viminale: il Castro Pretorio.
L’attaccamento a Tiberio si evince dal simbolo adottato dai pretoriani sul loro vessillo: lo scorpione, segno zodiacale dell’ imperatore.
Le nove coorti volute da Augusto, furono portate a sedici, ma poi ridotte definitivamente a dieci da Vespasiano (69-79 ).
In origine i pretoriani erano selezionati tra i legionari più validi ed erano provenienti dall’Italia centrale, in seguito con Caligola ( 37-41 ), basterà avere la cittadinanza romana, ma vista la possibilità di carriera e di guadagno, si imporranno militi provenienti dal ceto medio.
Sarà Settimio Severo ( 193-211 ) che per motivi di sicurezza personale, sostituirà completamente i pretoriani italici con militi a lui fedeli provenienti dalle province.
L’ultimo atto della lunga storia dei pretoriani fu del 308, nel tentativo di sventare gli attacchi per lo scioglimento del reparto, i pretoriani combatterono la battaglia di ponte Milvio guidati da Massenzio, ma persero, e il vincitore Costantino entrò a Roma in trionfo, sciolse per sempre il corpo dei pretoriani e fece distruggere la caserma.

Differenze tra pretoriani e legionari

Durata della ferma, paga, possibilità di carriera e prestigio: queste le principali differenze tra un pretoriano e un legionario.
I pretoriani restavano in servizio solo 16 anni mentre i legionari dai 20 ai 25; la paga era di 5 volte maggiore, inoltre bisogna aggiungere i premi che gli imperatori elargivano per timore della propria incolumità, infine il premio di congedo era nettamente superiore per i pretoriani.
Nella maggior parte dei casi gli accampamenti dei legionari erano collocati nei pressi
dei limes ( confine ) dell’impero o in territori vicini a popolazioni ostili; in ogni caso erano sottoposti a continui ed estenuanti attacchi.
La caserma dei pretoriani era invece costruita sul Viminale, cioè alle porte di Roma e poteva usufruire di tutte le comodità che la più grande città del mondo antico offriva.
Per il resto la caserma dei pretoriani era realizzata analogamente agli accampamenti dei legionari.
Come i legionari i pretoriani dormivano nell’ accampamento e iniziavano l’addestramento quotidiano appena svegli, ma dopo un pasto meno frugale, i pretoriani potevano godere delle terme, degli spettacoli e di tutti gli altri lussi che il prestigio del reparto offriva loro.
Ecco perché chi aveva la facoltà di scegliere si arruolava senza esitare tra i pretoriani.



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