17/01/2008 21:31 |
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| | | OFFLINE | Post: 6.358 | Registrato il: 14/07/2006 | Città: CURSI | Età: 30 | Sesso: Maschile | Praefectus Castrorum | Rex spammatorum | |
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Girando su internet mi sono imbattuto in un sito Web Archive e spinto dalla curiosita ho voluto vedere il sito rtwitalia nel lontano 2004 e poi nell'ultimo aggiornamento del 2007..qui ho riscoperto la pag delle battaglie storiche e le sto mettendo a posto (visto che accenti e i caratteri speciali non si leggono..)
Per ora ho fatto la Battaglia di Tunisi..
Testo nascosto - clicca qui
LA BATTAGLIA DI TUNISI
(Attilio Regolo - 255 a.C.)
Siamo nella Prima Guerra Punica.
Dopo alterne vicende che avevano visto come teatro prevalentemente la Sicilia, i Romani avevano prodigiosamente creato, dice la tradizione, praticamente dal nulla una marina e avevano inferto ai Cartaginesi la clamorosa sconfitta di Capo Ecnomo, guadagnandosi definitivamente la superiorità sul mare, almeno dal punto di vista militare.
Va qui detto che se è vero che la classe dirigente romana poco o nulla sapeva di navigazione, tra le popolazioni soggette ai Capitolini non mancavano eccellenti marinai come gli Etruschi ed i greci del sud. Il "miracolo" va quindi perlomeno ridimensionato senza voler nulla togliere ai meriti dei romani.
Esaltato da tale successo il console Attilio Regolo, famoso per l'orribile fine in una botte irta di chiodi, pensò di poter invadere l'Africa sulle orme di Agatocle di Siracusa.
Colto qualche successo iniziale, Regolo inviò degli ambasciatori ai Cartaginesi (accolti con gioia da questi ultimi) a dettare le condizioni di resa; tali condizioni furono considerate troppo umilianti dai pur accomodanti mercanti fenici ed in un sussulto d'orgoglio allestirono un nuovo esercito arruolando, com'era loro costume, mercenari da vari luoghi del Mediterraneo. Tra questi vi era un gruppo di greci agli ordini di un abile condottiero, tale Santippo di Sparta. L' esperto militare di professione individuò prontamente le cause delle precedenti sconfitte campali cartaginesi, dovute alla pessima scelta del terreno ed ad un improprio uso dei punti di forza degli eserciti punici ossia cavalleria ed elefanti. L' acuta analisi, esposta al Senato della città di Didone fu talmente convincente che a Santippo fu, di fatto, affidato il comando dell'esercito. Diciamo "di fatto" perchè gli eserciti cartaginesi non potevano essere guidati da stranieri e si dovette studiare una formula che salvasse le apparenze. Per dare l'idea di quanto i senatori cartaginesi tenessero alla forma si pensi a quanto fece Annibale dopo la sconfitta di Zama: avendo ingaggiato battaglia senza il permesso del Senato, cosa vietata sotto pena della crocifissione, il Barcide inviò un messo a chiedere detto permesso senza rivelare che la battaglia era già avvenuta. Ottenutolo prontamente, solo allora il messo annunziò l'esito della battaglia.
In ogni modo, Santippo passò l'inverno a ricostituire l'esercito Cartaginese, negli effettivi e anche e soprattutto nel morale, tanto che i romani furono molto sorpresi di non trovarsi di fronte gli abbattuti avversari di qualche mese prima. La battaglia ebbe luogo in qualche spianata presso Tunisi; si ignora il luogo esatto. I punici erano riusciti a radunare circa 12.000 (dodicimila) fanti tra cui un corpo di picchieri cittadini di Cartagine, 4000 (quattromila) cavalieri e ben 100 (cento) elefanti.
I romani dovevano disporre di un numero di soldati non troppo dissimile sebbene con più fanti e meno cavalleria: storicamente il punto debole degli eserciti romani.
Santippo schierò in prima linea gli elefanti con i picchieri dietro di loro ,ad adeguata distanza, nel caso gli animali, presi dal panico, non se ne andassero a scompaginare le file. I mercenari furono posti alla destra dei picchieri e la cavalleria, protetta da un velo di schermagliatori sulle ali. Gli storici discordano sull'esatta disposizione delle truppe di Regolo: c'è chi sostiene che fossero schierati su ben sei file in luogo delle tre tradizionali; possiamo convenire sul fatto che il Console abbia cercato di disporre i manipoli (non c'era ancora la Coorte) con una profondità superiore rispetto a quella consueta. Non c'è dubbio che la sua intenzione fosse quella di sfondare il centro nemico prima che la superiorità Cartaginese sulle ali facesse sentire il suo effetto.
Santippo lanciò gli elefanti all'attacco ed i veliti mossero loro incontro per tentare, senza successo, di spaventarli con le grida e il rumore delle armi battute sugli scudi. I bestioni giunsero all'impatto con la fanteria romana infliggendole sensibili perdite. Tuttavia con accorte manovre, passata la carica dei pachidermi, i romani furono capaci di ricomporsi e di muovere all'attacco dei falangiti cartaginesi. Questi, tuttavia, fecero egregiamente il loro dovere e va dato atto a Santippo di aver saputo trasformare mercanti avvezzi a maneggiare pesi e misure, in temibili guerrieri; frattanto, la cavalleria cartaginese aveva facilmente sbaragliato quella romana molto meno numerosa ed abile e, lungi dal lasciarsi attirare all'inseguimento, aveva disciplinatamente attaccato, con veemenza, la fanteria capitolina che dovette rompere il proprio schieramento faticosamente ricostituito dopo la carica degli elefanti e quindi distaccare numerosi manipoli per fronteggiare la nuova minaccia. Giunsero anche gli schermagliatori ed alcuni conduttori di elefanti furono capaci di ricondurre i propri animali all'attacco. Esausti e decimati, ormai notevolmente in inferiorità numerica, i legionari non poterono più reggere il confronto e come i veterani di Annibale cinquanta anni più tardi ,non poterono nè più vincere nè più fuggire! Solo 2000 (duemila) romani poterono raggiungere la base della flotta. Non sappiamo che fine fece Regolo; è famosissima la storia in base alla quale fu mandato a Roma dai cartaginesi per perorare la pace dietro la promessa di ritornare in prigionia qualora avesse fallito. Avendo egli consigliato i romani di proseguire la guerra, mantenne la parola data ed i cartaginesi lo posero in una botte irta di chiodi che poi fecero rotolare per un pendio. Secondo altri, più prosaicamente, cadde calpestato da un elefante.
Santippo invece, nonostante il successo o forse proprio per questo, non potè restare al comando delle truppe cartaginesi e se ne andò, forse in Egitto al servizio dei Tolomei. Si dice persino che morì assassinato da sicari punici, ma è improbabile. Del resto a Cartagine era sorto l'astro di Amilcare Barca che certo valeva lo Spartano. Certo, visto l'esito della guerra, un Santippo avrebbe fatto comodo....
by Massimo Rosini
LA BATTAGLIA DI PONTE MILVIO (312 d.C.)
Testo nascosto - clicca qui
Premessa Storica
E' di questi giorni (scriviamo in data 30/11/2006) il ritrovamento dello scettro dell'imperatore Massenzio e cogliamo lo spunto per proporre la ricostruzione della battaglia di Ponte Milvio, una di quelle veramente decisive nella Storia poichè segnò inequivocabilmente l'inizio dell'agonia del paganesimo antico e l'affermazione del Cristianesimo.
Si ricorderà che Diocleziano aveva tentato di riorganizzare l'Impero Romano dividendolo, di fatto, in quattro parti rette rispettivamente da un Augusto ed un Cesare. L'idea era di evitare le guerre civili per la successione che tanto avevano nuociuto all'Impero; il Cesare sarebbe dovuto succedere al proprio Augusto e nominare un nuovo Cesare che a sua volta avrebbe dovuto occuparne il posto. Idea teoricamente buona ,se gli uomini fossero immuni da difettucci come avidità di potere, cupidigia, gelosia. Strano che una testa d'uovo come Diocleziano abbia trascurato tali insignificanti particolari. Sta comunque, di fatto, che mentre Diocleziano si godeva il suo "buen retiro" nel suo magnifico palazzo in Dalmazia (a Spalato), immediatamente scoppiarono le lotte tra cesari e augusti vari per il titolo d' Imperatore, lotte che non tennero conto di nulla, nè patti, nè parentele, nè giuramenti, niente.
Risparmiamo a Voi che avete la bontà di leggerci (e a noi la fatica di scrivere) le intricatissime vicende di questo periodo. Arriviamo subito al sodo e troviamo Costantino, poi detto il Grande, Cesare con il potere su Gallia ed Iberia e Massenzio Augusto dominatore diretto d'Italia e Nordafrica Egitto escluso. Massenzio doveva essere un mezzo pazzoide, pare, tanto per avere un'idea sembra che sventrasse donne incinte per conoscere il futuro. Pilastro del suo potere erano solo gli armatissimi ed agguerritissimi pretoriani che godevano di paghe principesche e di ogni sorta di privilegio prendendosi con la forza anche i diritti di cui non avrebbero avuto diritto. Bisogna essere cauti nel credere però a tutte le accuse mosse a Massenzio poichè gli storici filocristiani tendono ad esaltare le virtù di Costantino e ad enfatizzare le miserie morali dei suoi antagonisti. Costui invece, pur essendo dotato di indubbie qualità, non era tutto "santo": ci basti sapere che fece giustiziare il suo primogenito, figlio di primo letto, Crispo con l'accusa di aver attentato alla virtù della sua seconda moglie, Fausta. Francamente con tutta la modestia possibile è un'accusa che sfiora il ridicolo: Crispo era giovane, bello e glorioso per le sue vittorie sul Reno contro gli Alemanni (popolo che evidentemente contro i costantinidi era decisamente sfortunato, si veda la battaglia di Argentoratum contro Giuliano l'Apostata) e sul Bosforo dove in una battaglia navale, magistralmente condotta, aveva sconfitto l'esperto ammiraglio nemico ed assicurato a papà, poi suo carnefice, (vai a far bene al mondo.... ) il dominio di Bisanzio, ribattezzata poi Costantinopoli....
Insomma, era il classico tipo a cui veramente bastava schioccare le dita per avere istantaneamente ai suoi piedi qualsiasi donna dell'Impero; dato che aveva dimostrato di essere tutt'altro che stupido fatichiamo molto a credere che sia andato ad insidiare la, sia pur molto bella, matrigna: unica donna tra tutte dalla quale sapeva di dovere stare alla larga. Crediamo piuttosto che l'immensa popolarità del giovane abbia fatto ombra a Costantino e che perciò sia stato pronto a prestare orecchio alle accuse della moglie Fausta che desiderava assicurare alla propria progenie, tra l'altro pessima sotto ogni aspetto (sembra che i figli di Costantino e Fausta fossero persino fisicamente brutti oltrechè perversi il che è sorprendente dato che i genitori erano entrambi quanto mai avvenenti.... mah! ), la successione all'Impero.
La discesa in Italia di Costantino
Galvanizzato dal fatto di aver respinto l'attacco dell'Augusto bizantino, Galerio, Massenzio comunque non era disposto ad accontentarsi del suo territorio italo africano e pare che si apprestasse a muovere guerra a Costantino. Questi però lo anticipò e lasciati sessantamila dei centomila uomini di cui disponeva a guardia della frontiera renana al comando dello sfortunato Crispo, scese in Italia con circa quarantamila veterani celti, germani e britanni. Massenzio, ben conscio del fatto che vi era più talento militare nella coda del cavallo di Costantino che in lui, se ne rimase a Roma e gli mandò contro il migliore dei suoi generali, tal Ruricio Pompeiano. Questi si attestò a Verona e mandò contro gli invasori un buon nerbo di truppe la cui punta di diamante era costituita dai cavalieri catafratti. Come per le falangi, un assalto frontale di queste formazioni era quasi inarrestabile ma Costantino probabilmente aveva studiato le campagne di Aureliano contro i Palmirensi.
I catafratti caricarono i costantiniani disponendosi a cuneo. La cavalleria gallo germana si aprì per lasciarne passare le "punte" e colpire i cavalieri pesanti sui lati e alla base del cuneo. Era stata dotata di pesanti mazze ferrate che si erano dimostrate armi efficacissime nelle mani degli alleati galilei di Aureliano contro i catafratti della regina Zenobia. Le lunghe lance dei cavalieri di Massenzio si rivelarono invece d'impaccio e la temutissima cavalleria si frantumò e si dissolse. Il primo serio tentativo di fermare Costantino finì così in un disastro. Torino e Milano accolsero Costantino a braccia aperte. Tuttavia Pompeiano che occupava saldamente Verona non poteva essere ignorato da nessun comandante che avesse un minimo di sale in zucca. La città, circondata per tre lati dal vorticoso fiume Adige, era pressochè inespugnabile e Costantino dovette risalire a nord per trovare un guado. Incredibilmente il fiume non era presidiato: stentiamo a credere che Ruricio Pompeiano fosse così terribilmente sprovveduto da omettere una precauzione tanto elementare; ne deduciamo che Costantino abbia portato in qualche modo (corruzione o altro) dalla propria parte le truppe incaricate di fermarlo. Sta di fatto che potè piombare su Verona ed intraprenderne l'assedio: Pompeiano non lo attese e si precipitò nella campagna dove erano accampate le sue truppe per tentare di schiacciare i nemici tra la città ed il suo esercito.
Tuttavia Costantino, ad ulteriore riprova che disponesse di appoggi tra le truppe di Massenzio, si mosse per contrastarlo: lo incontrò all'imbrunire ed ebbe così inizio una delle rarissime battaglie notturne dell'antichità. Non sappiamo nulla di come si svolse perchè nemmeno i gli stessi partecipanti probabilmente poterono averne una chiara percezione. Quando il sole si alzò a gettare il proprio sguardo sulla campagna veronese, potè contemplare gran parte dell'esercito di Massenzio giacere al suolo compreso Ruricio Pompeiano.
Da quello che abbiamo potuto vedere da questi eventi costui fu un valoroso ufficiale più che un abile comandante: Costantino dimostrò la stoffa del vero condottiero combinando la rapidità di movimento e la capacità di calcolo politico di Giulio Cesare con la capacità di adattamento alle tattiche avversarie di un Aureliano. Entrato in Verona, come già aveva fatto in precedenza, vietò ogni saccheggio e violenza, guadagnandosi in tal modo la benevolenza delle popolazioni che gli fecero ponti d'oro fino a Roma. Solo poco tempo prima Galerio, alla testa delle valorose legioni illiriche, dando loro libertà di saccheggio non aveva potuto trovare neppure uno sperduto borgo disposto ad aprirgli le porte tanto che dovette tornarsene a casa ingoiando bile, con le pive nel sacco, sempre seminando distruzione.
La Battaglia del Ponte Milvio
Massenzio comunque, tra le mura della Città Eterna, era al sicuro: il possesso dell'Africa garantiva sicuri rifornimenti di derrate ed il suo esercito sovrastava numericamente i nemici mentre gli effettivi di cui disponeva Costantino erano troppo pochi per intraprendere un assedio serrato. Per di più l'inverno incombeva e per qualunque esercito, specialmente antico, la cattiva stagione ha sempre reso problematico l'approvvigionamento. Infatti tale doveva essere l'intenzione del pazzoide poichè aveva provveduto a far tagliare i ponti sul Tevere Contro Galerio aveva adottato, questa, l'unica tattica che poteva portarlo ed infatti lo portò alla vittoria.
Essere superstizioso, però, porta sfortuna, si sa. Consultati gli aruspici di tutti tipi di cui si circondava Massenzio seppe che una battaglia campale avrebbe distrutto il "nemico di Roma". Peccato però che gli dei dimentichino sempre di fare nome e cognome. Massenzio non dubitò neppure per un attimo che il "nemico di Roma" fosse Costantino e s'indusse a far uscire il suo numeroso esercito ordinando la ricostruzione di un ponte di fortuna in legno dal quale contava di "gettare Costantino nel fiume".
Questi non credette ai suoi occhi. Ancora più incredibile però, fu lo schieramento dato alle sue truppe; chi scrive, nel suo interesse per la polemologia ha letto alcune centinaia di libri sull'argomento ma non ricorda nessun comandante che abbia scientemente disposto i propri uomini in modo tanto folle. Ho domandato a mia figlia Elisabetta, non ancora undicenne, cosa avrebbe fatto lei al posto di Massenzio e lei conoscendo solo l'orografia della val Tiberina e la tipologia di truppe del pazzoide tiranno ha proposto uno schieramento che sicuramente avrebbe reso a Costantino la vita molto più difficile. Nemmeno Varrone contro Annibale a Canne nonostante il terribile disastro fu così insensato.
Massenzio accalcò il suo numeroso esercito tra colline di Saxa Rubra di fronte ed il Tevere alle spalle, tanto che le ultime file avevano addirittura i piedi nell'acqua! Ci potrebbe venire in mente Flaminio al Trasimeno ma dobbiamo ricordare che lo sventato Console non si aspettava un attacco del mago fenicio. Fu imperdonabile il suo avventurarsi senza ricognizione in un territorio a lui sconosciuto ma la cavalleria di Annibale era troppo superiore per permettere un'esplorazione accurata. Massenzio, unico condottiero conosciuto al sottoscritto, volutamente schierò l'esercito in una posizione palesemente suicida. Disponeva di circa 60/70.000 uomini contro i 40.000 scarsi di Costantino ma, in effetti, quelli a lui realmente fedeli erano i pretoriani e la cavalleria che annoverava oltre ai catafratti, anche gli agili numidi che tanti dispiaceri avevano dato ai romani con Annibale, ma i cavalieri, si sa, hanno bisogno di spazio per manovrare e a Saxa Rubra non ce n'era.
L'arma equestre di Costantino, abbastanza agile per superare i catafratti e abbastanza robusta per resistere ai Numidi impossibilitati a compiere le loro ardite evoluzioni, ebbe buon gioco usando la tattica che aveva recentemente dato eccellenti risultati in Piemonte. Vedendo sconfitti i propri cavalieri, il grosso dei fantaccini di Massenzio fu preso dal panico e si gettò in massa verso l'unica via di fuga, il ponte di legno fatto ricostruire in fretta e furia. Giungeva in quel momento Massenzio convinto di dover solo raccogliere le spoglie dei nemici vinti; tentò di fermare i fuggiaschi ma ne fu letteralmente "buttato a fiume". Il "biondo Tevere" in quei giorni più "biondo" del solito per il fango delle recenti piogge autunnali fu la sua tomba. Solo i suoi pretoriani, consci che ad essere presi vivi, avrebbero fatto una fine molto più dolorosa di quella provocata da un colpo di spada si guadagnarono la pagnotta e restarono al proprio posto cadendo fino all'ultimo uomo. Come i guerrieri di Spartaco, ognuno di loro fu colpito di fronte, nessuno tentò un'inutile fuga.
E' nota la leggenda che narra della visione di Costantino di una croce in cielo con la scritta "in questo segno vincerai". A vincere in quel giorno d'ottobre fu proprio quel segno; il cristianesimo divenne per legge, l'anno successivo la religione ufficiale dell'Impero Romano anche se l'imperatore rimase pagano e si fece battezzare solo alla sua morte, circa un quarto di secolo dopo quella giornata.
by Massimo Rosini
spero di fare cosa gradita.. [Modificato da $Blackfire$ 17/01/2008 21:49] _______________________________________________________________________________
La loro moralità, i loro principi, sono uno stupido scherzo.
Li mollano non appena cominciano i problemi.
Sono bravi solo quanto il mondo permette loro di esserlo - te lo dimostro.
Quando le cose vanno male,
queste... persone civili, e perbene, si sbranano tra di loro
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18/01/2008 14:58 |
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| | | OFFLINE | Post: 6.640 | Registrato il: 18/09/2006 | Città: GROTTAGLIE | Età: 38 | Sesso: Maschile | Praefectus Castrorum | Distrugge per ricreare meglio | |
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Bel lavoro black,è da parecchio che cercavo di far riaprire almeno la sezione battaglie storiche di Rosini,magari amplandola con battaglie più tarde dell'epoca romana.
Ma essendo materiale di Modred,Sirius non poteva farci niente.
Ti sei fatto 6 anni di vita universitaria, resistendo al vento, alle scale, alla pioggia e alle megapozze, alle merde di cane per strada, ai padroni di casa bastardi, ai comunisti e ai fascisti, alla mensa universitaria, ai problemi con le segreterie e l'agenzia per il diritto allo studio, alle donne, ai conti limitati. Sei sopravvissuto a tutto questo e hai portato per due volte il tuo scalpo a casa.
In pratica sei sopravvissuto a Perugia. Magna cum laude e all'inferno tutti.
Hail to the doctor,TWICE!
Ut Apuliae legiones vobiscum ad infera longiusque sint...
I Apula "Fervida" Legio
Io sono Arys,Signore di Arysfalia,detto l'Arysfaliano,capo del clan "Luna Di Fuoco" e delle Guardie Fulvie,e il mio nome ha significato oscuro alle genti
perle di saggezza
il sesso è come giocare al bridge:se non hai un buon partner,devi sperare di avere una buona mano
l'interista è il berlusconiano del calcio.Se vince è perchè è il più forte,se perde è perchè gli altri hanno barato.La sua squadra/fazione non ha niente di marcio,poichè niente è stato mai dimostrato,e anche se lo fosse sarebbe fasullo rispetto a quello che hanno fatto gli altri.E in ogni caso spera sempre nella prescrizione.
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18/01/2008 15:00 |
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| | | OFFLINE | Post: 6.358 | Registrato il: 14/07/2006 | Città: CURSI | Età: 30 | Sesso: Maschile | Praefectus Castrorum | Rex spammatorum | |
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il problema è che è un bel malloppone di roba e causa problemi scolastici non posso fare nulla per almeno una settimana.. _______________________________________________________________________________
La loro moralità, i loro principi, sono uno stupido scherzo.
Li mollano non appena cominciano i problemi.
Sono bravi solo quanto il mondo permette loro di esserlo - te lo dimostro.
Quando le cose vanno male,
queste... persone civili, e perbene, si sbranano tra di loro
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18/01/2008 15:36 |
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| | | OFFLINE | Post: 4.525 | Registrato il: 29/05/2006 | Città: ROMA | Età: 31 | Sesso: Maschile | Praefectus Fabrum | Pennywise | |
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ma che è sta roba??
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Stephen King's,IT,1990
Video in italiano:
http://it.youtube.com/watch?v=PBhNkRCmF58
Video in inglese:
http://www.youtube.com/watch?v=8S91U829Ld8&feature=related
"Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà, conosco le vostre paure, vi ammazzerò a uno a uno..." Pennywise Il Clown
"Io sono eterno, sono immortale, sono un Divoratore di mondi e di bambini, finirò per divorarvi tutti..." Pennywise Il Clown
"Credevate di esservi liberato di me?" Pennywise Il Clown
"Non lo vuoi un palloncino colorato?...galleggia...e se anche tu verrai quaggiù con me,galleggerai..." Pennywise Il Clown
"Beep-Beep, Richie!!" Pennywise Il Clown
"Quaggiù tutto vola..." Pennywise Il Clown
"Salve e addio." Pennywise Il Clown
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18/01/2008 15:39 |
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| | | OFFLINE | Post: 6.640 | Registrato il: 18/09/2006 | Città: GROTTAGLIE | Età: 38 | Sesso: Maschile | Praefectus Castrorum | Distrugge per ricreare meglio | |
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IMPERATORE MARCOAURELIO, 18/01/2008 15.36:
ma che è sta roba??
cioè?
Ti sei fatto 6 anni di vita universitaria, resistendo al vento, alle scale, alla pioggia e alle megapozze, alle merde di cane per strada, ai padroni di casa bastardi, ai comunisti e ai fascisti, alla mensa universitaria, ai problemi con le segreterie e l'agenzia per il diritto allo studio, alle donne, ai conti limitati. Sei sopravvissuto a tutto questo e hai portato per due volte il tuo scalpo a casa.
In pratica sei sopravvissuto a Perugia. Magna cum laude e all'inferno tutti.
Hail to the doctor,TWICE!
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Io sono Arys,Signore di Arysfalia,detto l'Arysfaliano,capo del clan "Luna Di Fuoco" e delle Guardie Fulvie,e il mio nome ha significato oscuro alle genti
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18/01/2008 17:41 |
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| | | OFFLINE | Post: 4.525 | Registrato il: 29/05/2006 | Città: ROMA | Età: 31 | Sesso: Maschile | Praefectus Fabrum | Pennywise | |
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di che si tratta?
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Stephen King's,IT,1990
Video in italiano:
http://it.youtube.com/watch?v=PBhNkRCmF58
Video in inglese:
http://www.youtube.com/watch?v=8S91U829Ld8&feature=related
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18/01/2008 17:50 |
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| | | OFFLINE | Post: 6.640 | Registrato il: 18/09/2006 | Città: GROTTAGLIE | Età: 38 | Sesso: Maschile | Praefectus Castrorum | Distrugge per ricreare meglio | |
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ti ricordi che sul sito di Modred a cui faceva capo questo forum,c'era la sezione battaglie storiche?
Giacchè era fatta davvero bene ed è stato un vero peccato perderla,black gironzolando per il web ha visto il vecchio sito del 2004 salvato da qualche parte e le sta ripescando e rielaborando per poterle infine postare complete di tutto e leggibili.
Ti sei fatto 6 anni di vita universitaria, resistendo al vento, alle scale, alla pioggia e alle megapozze, alle merde di cane per strada, ai padroni di casa bastardi, ai comunisti e ai fascisti, alla mensa universitaria, ai problemi con le segreterie e l'agenzia per il diritto allo studio, alle donne, ai conti limitati. Sei sopravvissuto a tutto questo e hai portato per due volte il tuo scalpo a casa.
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18/01/2008 22:59 |
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| | | OFFLINE | Post: 4.525 | Registrato il: 29/05/2006 | Città: ROMA | Età: 31 | Sesso: Maschile | Praefectus Fabrum | Pennywise | |
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lodevole iniziativa.
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Stephen King's,IT,1990
Video in italiano:
http://it.youtube.com/watch?v=PBhNkRCmF58
Video in inglese:
http://www.youtube.com/watch?v=8S91U829Ld8&feature=related
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19/01/2008 13:54 |
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era fatto da cani. Nella battaglia di Cannae a momenti erano piu i cartaginesi che i romani di numero. prendete piuttosto da altre fonti che è meglio |
21/01/2008 09:37 |
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| | | OFFLINE | Post: 6.640 | Registrato il: 18/09/2006 | Città: GROTTAGLIE | Età: 38 | Sesso: Maschile | Praefectus Castrorum | Distrugge per ricreare meglio | |
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forse era fatta da cani Canne,ma non mi pare il resto...almeno per la completezza e la pregnanza del racconto.
Ma poi,chi è 'sto Rosini????Qualcuno di voi lo conosce?
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