Boom delle t-shirt targate "mafia"
Scoppia la polemica a Palermo
PALERMO - Mafia e moda simboli dell'Italia nel mondo? C'è chi ha pensato di unirli. A Palermo vanno a ruba le magliette con la scritta "Mafia - Made in Italy". Un fenomeno che ha scatenato polemiche e reazioni politiche, con l'Unione che chiede il sequestro immediato dei capi.
Le t-shirt fanno bella mostra nelle vetrine della catena di negozi d'abbigliamento "Prima visione", sparsi per Palermo. La grande scritta "mafia" in verde campeggia sullo sfondo rosso, seguita da "made in Italy", quasi fosse un motivo d'orgoglio nazionale.
"Le vendiamo dall'inizio di maggio - ha detto Giovanni Ceraulo, responsabile del negozio del centro - e sono andate benissimo. E' un capo che tira molto, nonostante il prezzo un po' elevato: 32 euro. Ne vendiamo una media di 10 al giorno". A comprare il souvenir sono soprattutto gli stranieri.
Sugli scaffali di un negozio di via Bandiera ci sono da un paio di giorni le magliette, in vari colori, della famiglia del film "Il Padrino" e di "Al Capone", con le immancabili pistole e l'inequivocabile scritta: "gangster". "Ne abbiamo vendute quaranta in due giorni - ha detto il proprietario del negozio S'otto Tonò - Le comprano soprattutto i ragazzi anche per il prezzo contenuto: sei euro".
E il business è arrivato anche su internet. Su un sito si vendono magliette e felpe con la scritta "Cosa nostra" e dietro il timbro "affiliato". Ma ce n'è per tutti i gusti, con immagini che lasciano poco spazio alla fantasia: dalla "Birra Corleone" a "Calibro italiano", da "Picciotto" a "Baciamo le mani". "CosaNostra, Tipico Stile Italiano - si legge sul sito - nasce dall'idea di tre creativi che affondano le loro radici nel profondo sud italiano, ed è proprio lì che attinge il 'background culturale' del marchio". Non è, e non vuole essere, prosegue il testo, un'esaltazione di valori negativi come quelli mafiosi, "quanto uno sguardo ironico agli stereotipi che costituiscono il tessuto di fondo del famoso Italian way of life".
Le magliette hanno suscitato immediatamente reazioni polemiche. "Esistono molti modi per cercare di farsi pubblicità: questo è un modo stupido ed offensivo per le tante vittime innocenti della mafia", afferma il deputato dei Ds, Beppe Lumia. "Io credo - aggiunge - che chi ha messo in produzione e in vendita queste magliette non sia cosciente della sofferenza che la mafia ha generato in tante famiglie". Lumia si appella "alla coscienza dei siciliani e degli italiani: spero che non ne vendano più e, soprattutto, spero che i negozianti di Palermo e di tutta Italia le ritirino dalle vetrine".
Anche altri esponenti dell'Unione chiedono il ritiro della magliette: "Presenteremo un'istanza alle autorità competenti, per richiedere il sequestro immediato delle t-shirt in quanto si configura certamente il reato di vilipendio alla Nazione", dicono gli esponenti della Margherita Francesco Ferrante e Franco Piro e il senatore Giuseppe Di Lello del Prc.
E il procuratore antimafia, Pietro Grasso, afferma: "Forse sarebbe bene togliere dal mercato queste magliette. Anziché pubblicizzare boss o gangster o stampare la parola mafia sulle magliette, sarebbe meglio rilanciare sulle t-shirt le tradizioni culturali della nostra città o le bellezze naturali della nostra Isola, così come fanno le università di Oxford o di Cambridge".
Si dice "indignata" Maria Falcone. "Facciamo tanto - afferma la sorella del giudice ucciso da Cosa Nostra - per combattere la mafia ed offrire un'immagine diversa di Palermo e della Sicilia, e poi ci troviamo a commentare queste notizie. Il paradosso è che ogni anno migliaia di bambini e di ragazzi delle scuole superiori indossano le magliette prodotte dalla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone che inneggiano all'antimafia e oggi ci ritroviamo nei negozi magliette che pubblicizzano la mafia come made in Italy. E' un vero peccato. Nel nome del business, qualcuno, in pochi istanti, vanifica il lavoro di tanta gente che è impegnata da anni nel nome della legalità e della lotta alla mafia".
(14 luglio 2006) repubblica
dopo aver letto questo articolo da palermitano c sn rimasto malissimo
ed è vergognoso.
Questo significa infangare grandi uomini cm falcone e borsellino che sn morti a causa della mafia.
Voi che ne pensate??
[Modificato da Alessandro Magno III 14/07/2006 23.33]
"Desidero che ciascuno di voi, viva felice ed in pace, ora che la guerre stanno per finire.
Tutti gli uomini mortali, da ora in avanti, vivranno uniti in un solo popolo e lavoreranno pacificamente per il bene comune.
Dovrete considerare tutto il mondo come il vostro paese, un paese con il migliore governo possibile, con delle leggi comuni, senza distinzione di razza.
Io non faccio distinzione, come altre menti ottuse fanno, fra Greci e Barbari. Non sono interessato alle origini razziali dei sudditi. Li distinguo solamente sulla base delle loro qualità.
Per me, ogni straniero è un greco ed ogni cattivo greco è un barbaro.
Se ci sono delle differenze fra di voi, non dovete risolverle con le armi, ma con la pace. Se ce ne sarà necessità, io agirò come vostro tramite.
Nn dovete pensare a Dio come a un despota autoritario, ma come ad un padre comune, cosicchè la vostra condotta assomigli a quella di tanti fratelli, che appartengono alla stessa famiglia.
Per quello che mi riguarda, io considero tutti, siano essi bianchi o neri, uguali.
E vorrei che non foste solo sudditi del mio impero, ma anche partecipi alleati.
Dovreste considerare il Giuramento che abbiamo fatto stanotte come un Simbolo di Amore".
Alessandro, dal discorso alle truppe a Babilonia
Avrebbe potuto restarsene a casa in Macedonia, sposarsi, avere una sua famiglia, sarebbe stato celebrato da morto. Ma non era questo Alessandro. Tutta la vita ha combattuto per liberarsi dalla paura e così lottando, così solo, è diventato libero. L'uomo più libero che abbia mai conosciuto. La solitudine crescente e l'impazienza di coloro che non riuscivano a capire furono la sua vera tragedia e se il suo desiderio di riconciliare greci e barbari finì nel baratro del fallimento...e che fallimento, il suo fallimento superò qualunque successo ottenuto dagli altri. Io ho vissuto una lunga vita Kadmo ma gloria e memoria apparterrano per sempre a coloro che seguiranno la propria grande visione e il più grande di questi è colui che ora chiamano Megas Alexandros, Alessandro il grande. (Dal film Alexander)
Il coraggioso muore una volta, il codardo cento volte al giorno(Giovanni Falcone)