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la guardia svizzera

Ultimo Aggiornamento: 05/05/2006 17:34
05/05/2006 14:58
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visto che quest'anno rincorre il 500° anniversario della nascita della Guardia Svizzera sono andato a visitare la mostra su di essa al vaticano pochi giorni fa e mi ha parecchio interessato..

ecco un pò la storia...

ecco come erano equipaggiati i soldati del Papa nel '500:

I primi svizzeri furono accolti da Giulio II il 22 gennaio 1506 e portavano un farsetto o giubbone, stretto alla vita, che terminava davanti con delle punte nell'orlo sotto la cintura; oppure indossavano il saio che arrivava fino al ginocchio. Sia il farsetto che il saio erano senza colletto: il collo, nella maggior parte dei casi, veniva lasciato libero e nella parte rigonfia delle maniche e dei calzoni potevano essere applicate delle bande variopinte sciolte, ossia cucite solo alle due estremità. Spesso i diversi colori di queste bande erano usati dai capitani di ventura per distinguere una compagnia dall'altra. Per quel che riguarda le calze, esse arrivavano, in genere, al ginocchio.

Questa maniera di vestire era stata portata in Svizzera dai mercenari confederati che tornavano dalle loro campagne militari in Italia. Questo era, grosso modo, anche il vestiario dei soldati tedeschi e, in particolare, dei lanzichenecchi. La uniformità di vestito e di armamento dei soldati confederati sarà raggiunta, però, solo a metà del 1800. In Italia, con il Rinascimento, fu portato un certo quale snellimento a tutti gli abiti, sia dei nobili che della gente comune: in pratica essi, più o meno, si rassomigliavano. Tanto è vero che nell'affresco "La Messa di Bolsena" nelle Stanze di Raffaello, in basso a destra si vede un gruppo di persone, con splendidi costumi, che non sono svizzeri, bensì cinque "sediari" inginocchiati: l'equivoco è dato dal fatto che questi sono armati di spada. Ma, a quel tempo, tutti o quasi portavano delle spade, perfino i sacerdoti e i loro familiari.

Raffaello nella sua "Cacciata di Eliodoro" nelle Stanze Vaticane rappresenta alcuni soldati dalla Guardia Svizzera attorno a Giulio II, che portano dei calzoni ampi e corti fino al ginocchio e il farsetto che arriva al bacino: questo tipo di vestito era molto comune a Roma e in Italia. Oltre al saio veniva portato anche il saione, che arrivava, invece, fin sotto le ginocchia. In tempo di pioggia o di freddo, si indossava la giornea di panno nero, ampio mantello senza maniche, aperto sui fianchi e legato da cordoncini blu, che copriva davanti e di dietro, quale si vede nell'affresco "Incoronazione di Pio III" del Pinturicchio nella Biblioteca del Duomo di Siena. Oggi la giornea portata dagli svizzeri è di colore blu molto scuro. Gli ufficiali, in circostanze particolari e, quindi, come abito di cerimonia indossavano sopra il saione un robone che arrivava fino al ginocchio. Così è raffigurato Kaspar Röist nel quadro della crocifissione a S. Maria in Campo Santo Teutonico. La stoffa usata era, in genere, di lana: Clemente IX (1667-1669) concesse al Conservatorio delle ragazze mendicanti, dove si lavorava la lana, la esclusiva di fornire i tessuti per vestire la Guardia. Il Rinascimento, oltre a ingentilire i vestiti, li arricchì di colori sgargianti, tra cui dominava il rosso: con Leone X anche la Guardia Svizzera, al giallo e blu dei della Rovere, aggiunse il rosso, in modo da formare i colori dei Medici. Per quel che riguarda il copricapo dei mercenari svizzeri, esso era molto vario e andava da un cappello a larghe tese al balzo o berretto di cuoio imbottito a forma di turbante, oppure si usava un semplice elmo di metallo. In tutti i casi, però, questi copricapo erano adorni di vistose penne di fagiano e airone, come quelle portate da von Silenen nel Trionfo di Giulio II. L'elmo di metallo ben presto cede il posto al morione, casco di metallo a coppo emisferico, con alta cresta e orlo terminante anteriormente e posteriormente con punte rivolte all'insù.

Anche oggi, in particolari solennità la Guardia Svizzera usa il morione, per esempio il giorno del giuramento delle reclute. A diverse riprese nel corso dei secoli, veniva usato anche un casco a fondo svasato, come quello che si vede nell'affresco della Biblioteca Vaticana, Sala Sistina, raffigurante l'erezione dell'obelisco in Piazza S. Pietro. La Rivoluzione Francese esercitò il suo influsso sull'uniforme della Guardia Svizzera che cercò di copiare ciò che sembrava molto pratico, ossia la feluca con una coccarda di nastro e il colletto alla francese; fu adottata pure quella bandoliera di cuoio straordinariamente larga che dalla spalla destra arrivava alla coscia sinistra e finiva con il portasciabola. Durante il periodo di Napoleone non ci furono altri cambiamenti solo perché non si avevano i soldi per realizzarli; alcuni anni più tardi, sotto Leone XII, si fecero dei tentativi di copiare ulteriormente le divise napoleoniche, tentativi che in massima parte non approdarono a nulla, fortunatamente, perché sarebbe stata la fine delle vecchie, gloriose e pittoresche uniformi.

La Divisa Odierna:

Al comandante Jules Repond (1910-1921) che aveva uno spiccato gusto per le forme e per i colori, si deve in gran parte l'attuale foggia della divisa degli svizzeri. Egli, dopo lunghi studi e ricerche, e ispirandosi agli affreschi di Raffaello, fece scomparire ogni tipo di cappello e lo sostituì semplicemente con l'attuale basco, su cui spiccano i gradi; introdusse il colletto bianco al posto delle gorgiere più o meno increspate. Si diede da fare anche per la corazza e la fece modellare secondo le stampe dei tempi passati. Soltanto per l'uniforme di gala sono previsti una vistosa gorgiera, guanti bianchi e morione di metallo chiaro con pennacchio di struzzo, bianco per il comandante ed il sergente maggiore, viola scuro per il tenente, rosso su morione nero per gli alabardieri, e misto, giallo e nero, su morione anche nero, per i tamburi. Nel morione, a destra e a sinistra, è raffigurata a sbalzo la quercia dei della Rovere.

I colori che danno tanto risalto all'uniforme della Guardia sono quelli tradizionali dei Medici, blu, rosso e giallo, a cui si lega molto bene il bianco dei guanti e del colletto. Le bande blu e gialle danno un senso di leggerezza con il loro muoversi sullo sfondo rosso del farsetto e dei pantaloni. La divisa di piccola tenuta o dei giorni feriali è completamente in blu. Lungo i secoli, dunque, ci sono stati dei cambiamenti nell'uniforme della Guardia Svizzera, anche se alle volte si è trattato solo di particolari. Comunemente la paternità di questa uniforme si fa risalire a Michelangelo, ma sembra che egli non se ne sia mai occupato. Chi, invece, ha avuto maggiore influsso nello sviluppo di questa uniforme è stato certamente, come si è visto, Raffaello, che con le sue pitture ha influenzato e diffuso il gusto del Rinascimento italiano.

e inoltre non va dimenticato il loro sacrificio nel 1527 durante il Sacco di Roma ad opera del lanzichenecchi quando stabilirono l'ultima disperata difesa e poi la difesa della città nel 1870.

attualmente sono ora un corpo di rappresentanza ma all'interno del vaticano ha le funzioni di sorveglianza e sono la guardia del corpo del Papa.

devo però anche sottolineare il misterioso episodio avvenuto nel 1998 all'interno della caserma della guardia svizzera dove è stato ucciso Cedric Tornay, il vice caporale delle Guardie Svizzere morto la sera del 4 maggio 1998 insieme al suo comandante, Alois Estermann, e a sua moglie, Glady Moza Romero, venezuelana e funzionaria dell’ambasciata. Un ipotesi molto accreditato è che Estermann sia stato assassinato per una presunta sua attività come "talpa" al servizio della STASI della Germania Est prima della caduta del Muro di Berlino ma non esistono tuttora prove certe come purtroppo succede per tanti altri misteri irrisolti del Vaticano... [SM=g27969]:



non abbiate pietà dei nemici! vittoria,vittoria e sempre vittoria!!!!

http://www.storiainpoltrona.com/
05/05/2006 15:58
Re:

Scritto da: Archita 05/05/2006 14.58
e inoltre non va dimenticato il loro sacrificio nel 1527 durante il Sacco di Roma ad opera del lanzichenecchi quando stabilirono l'ultima disperata difesa e poi la difesa della città nel 1870.




non è che potresti approfondire questi episodi?

ti ringrazio in anticipo :-)
05/05/2006 16:15
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Il Sacco di Roma:

La mattina del 6 maggio 1527, dal suo quartiere generale nel convento di S. Onofrio sul Gianicolo, il capitano generale Borbone diede il via agli assalti. In uno di questi, alla Porta del Torrione, mentre dava la scalata alle mura, egli stesso fu colpito a morte. Dopo un momento di esitazione, però, i mercenari spagnoli sfondarono la Porta del Torrione, mentre i lanzichenecchi invadevano Borgo S. Spirito e S. Pietro. La Guardia Svizzera, compatta ai piedi dell'obelisco che allora si trovava vicino al Campo Santo Teutonico, e le poche truppe romane resistettero disperatamente. Il comandante Kaspar Röist, ferito, sarà trucidato dagli spagnoli a casa sua sotto gli occhi della moglie Elisabeth Klingler, e dei 189 svizzeri se ne salvarono solo quarantadue, cioè quelli che all'ultimo momento, al comando di Hercules Göldli, avevano accompagnato Clemente VII nel suo rifugio di Castel SantAngelo: il resto cadde gloriosamente, massacrato, assieme a duecento fuggiaschi, sui gradini dell'altare maggiore di S. Pietro. La salvezza di Clemente VII e dei suoi uomini fu resa possibile dal "Passetto", un corridoio segreto costruito da Alessandro VI sul muro che collegava il Vaticano e Castel SantAngelo. L'orda selvaggia aveva premura per paura che le forze della Lega tagliassero la via della ritirata. Attraverso Ponte Sisto, lanzichenecchi e spagnoli si riversarono sulla città, e per otto giorni diedero libero sfogo a ogni sopruso, ruberia, sacrilegio e massacro; furono manomesse, perfino, le tombe dei Papi, compresa quella di Giulio II, per rubare quanto vi era dentro: forse dodicimila furono i morti e il bottino sui dieci milioni di ducati. Non c'è da meravigliarsi di tutto questo, perché l'esercito imperiale e, in particolare, i lanzichenecchi di Frundsberg erano animati da uno spirito di crociata antipapista. Davanti a Castel Sant'Angelo, sotto gli occhi del Papa, fu imbastita una parodia di processione religiosa, con la quale si chiedeva che Clemente cedesse a Lutero vele e remi della "Navicella" di Pietro. Allora la soldataglia gridò: "Vivat Lutherus pontifex." Per sfregio, il nome di Lutero fu inciso con la punta d'una spada sull'affresco "La Disputa del Santissimo Sacramento" nelle Stanze di Raffaello, mentre un altro graffito inneggiava a Carlo V imperatore. Conciso e esatto il giudizio del priore dei canonici di S. Agostino emesso allora: "Malifuere Germani, pejores Itali, Hispani vero pessimi" -i tedeschi furono cattivi, peggiori gli italiani, pessimi gli spagnoli. Oltre al danno irreparabile della distruzione di reliquie, praticamente con il Sacco di Roma è andato perduto anche un tesoro d'arte inestimabile, ossia la maggior parte dell'oreficeria artigiana di chiesa. Il 5 giugno Clemente VII si doveva arrendere e accettare pesanti condizioni: abbandono delle fortezze di Ostia, Civitavecchia e Civita Castellana, la cessione delle città di Modena, Parma e Piacenza e il pagamento di quattrocentomila ducati; inoltre, per avere liberi i prigionieri, se ne doveva pagare il riscatto. La guarnigione papale fu sostituita con quattro compagnie di tedeschi e spagnoli; alla soppressa Guardia Svizzera, subentrarono duecento lanzichenecchi. Il Papa ottenne che gli svizzeri sopravvissuti fossero inclusi nella nuova Guardia, ma di essi solo dodici accettarono, tra cui Hans Gutenberg di Coirà e Albert Rosin di Zurigo; gli altri non vollero avere niente a che fare con gli odiati lanzichenecchi.

1870

il 20 settembre 1870, il giorno della breccia di Porta Pia, rimasero a presidiare il Vaticano, proteggendone le porte esterne.

Il corpo armato ha continuato ad esistere anche durante la caduta temporale del papa, ricevendo nel 1914 un nuovo ordinamento, in quell'occasione Pio IX fissa in cento il numero dei soldati e in sei gli ufficiali, comandante compreso con il grado di colonnello, oltre ad un cappellano.

non abbiate pietà dei nemici! vittoria,vittoria e sempre vittoria!!!!

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05/05/2006 16:54
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Il 29 maggio 1453 nelle strade di Costantinopoli il sangue scorreva come l'acqua dopo un temporale e i cadaveri galleggiavano verso il mare come meloni in un canale. Così cadde per sempre la regina di tutte le città.
Ed era tutta colpa dei Turchi infedeli...
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i particolari del sacco di Roma del 1527 li conoscevo dal fumetto DAGO!! ma nn così esatti [SM=g27965]

[SM=x506642]
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