È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

 















La più grande comunità italiana sui videogiochi Total War di Creative Assembly
  

Total War: Warhammer | Total War: Attila | Total War: Rome 2 | Total War: Shogun 2
Napoleon: Total War | Empire: Total War | Medieval II: Total War | Rome: Total War

LEGGETE IL NOSTRO REGOLAMENTO PRIMA DI PARTECIPARE. PER FARE RICHIESTE DI SUPPORTO, LEGGETE PRIMA QUESTA DISCUSSIONE.

 

 
Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

L'ARMENIA

Ultimo Aggiornamento: 21/03/2006 15:31
21/03/2006 15:05
OFFLINE
Post: 1.365
Registrato il: 21/02/2006
Città: MONZA
Età: 32
Sesso: Maschile
Centurio Primus Pilus
Il nano rosso
volevo chiedere se qualcuno può darmi qualche informazione dull'Armenia nel periodo romano(ricerca scolastica)
--------------------------------------------------

°o¤ø, ̧ ̧,ø¤o°`°o¤ø, ̧~2oo9~W i ToKiO HoTeL ™~2o1o~°o¤ø, ̧ ̧,ø¤o°`°o¤ø, ̧

Per Favore se possibile datemi una mano qui (nn sono giochi scemi, è per la tesina):
http://totalwargamesitalia.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8793058&
21/03/2006 15:14
OFFLINE
Post: 791
Registrato il: 02/07/2005
Sesso: Maschile
Centurio
spero ti basti parla anche di prima e di dopo la caduta di Roma(è un po lunga lo so)
Nel periodo prearmeno molti popoli abitavano l'Anatolia. Gli Ittiti ne occupavano il centro. La regione di Van era abitata dagli Hourit che influenzarono molto Siria e Mesopotamia. A sud del lago di Van c'erano molti piccoli regni chiamati nel loro complesso Naïri. Tutti questi regni furono unificati dal re Aram (880 - 884 a.C.). Nacque così il regno di Urartù.

Gli Assiri furono spesso in lotta con gli urarturiani e Salmanassar occupò e distrusse la loro capitale. Chardouri 1° trasferì il centro dell'Urartu a Van e con lui si affermò la potenza urartiana. Il conquistatore assiro, Assurnasirpal, violento e crudele, riuscì a sottomettere gran parte dei paesi a sud di Van, ma la resistenza fu particolarmente efficace, tanto che Charduri (Sardur) si proclamò "Figlio di Lutipris, il re potente, il re della totalità (tale attributo era prerogativa dei monarchi assiri), il re dei Nairi" (Corp. Inscr. Ch. n.3.). L'espansione del regno fu portata avanti da Aram e Sardur I, che combatterono Salmanassar III, che non riuscì nel suo tentativo di sottometterli. Con Ispuinis e Menuas i confini del regno si allargarono fino all'Arax ed al Lago di Urmià. Il grande Charduri II riuscì ad estendere i confini del regno fino al futuro Tigran, ma fu vinto a Rumcala (743 a.C.) dal re di Assiria, Teglatfalasar III che assediò Van senza ottenerne la resa. Tutte queste guerre non indebolirono però l'Urartù. Rusa II arricchì le regioni di Valarshapat e dell'attuale Erivan. Quest'ultimo si trovò a combattere contro i "Muschki (armeni?). Dal 612 a. C. l'Assiria venne divisa tra Medi e Babilonesi. L'ultimo re fu Rusas III (610/585 a.C.) che vide la caduta del proprio regno sotto l'incalzare delle immigrazioni indoeuropee. La cultura, la struttura feudale furono assorbite dai conquistatori.

Per quanto concerne l'origine degli Armeni è importante Erotodo che ci dice, parlando dei contingenti armeni di Serse: "Gli Armeni erano armati come i Frigi, dei quali erano una colonia", aggiunge anche: "Secondo i Macedoni i Frigi si nominavano Brigi finchè questi popoli restarono in Europa". Nel 1200 a.C. alcuni indoeuropei passarono dalla Tracia in Asia distruggendo l'impero degli Ittiti e stabilendosi in Anatolia. Fonti greco-assire ci narrano di Gordios (695a.C), capo dei muschi, che era padrone del territorio che andava da est della Cappadocia alle rive dell'Eufrate. Rusas II respinse infatti gli attachi dei muschi e fortificò le frontiere. Incerte sono le vicissitudine che portarono alla conquista dell'Urartù da parte degli Armeni. Questa deve per aver avuto luogo dal 612 al 585 a.C.. Senofonte, nella Ciropedia, ci narra che questi ultimi erano spesso in lotta con i caldi (urartiani). Gli armeni riuscirono a spingere gli urarturiani a est del massiccio dell'Ararat . In seguito però per mezzo di trattati si riappacificarono e diedero vita ad una specie di unità nazionale.

Per molto tempo questa popolazione potè godere della piena indipendenza. Ma i Medi, gli Sciti e i Cimbri, con l'aiuto dei Babilonesi attaccarono la Siria. Nel 612 a.C. Ninive capitolò. Ciaxare, re dei Medi , dopo aver distrutto l'impero Assiro estese il suo dominio anche sull'Armenia. Sorge l'astro dell'Achemenide Dario, che riuscirà ad unire sotto il suo scettro tutto il mondo civile orientale, Armenia compresa. Per commemorare le sue vittorie, Dario fa incidere i testi lapidari di Behistun,ove per la prima volta viene menzionata l'Armenia e si afferma che la vittoria sugli Armeni è importante e conseguita dopo una dura ed aspra lotta. Incominciò un periodo di supremazia e di influenza persiane i cui influssi si fecero sentire in tutti i campi, specialmente nella lingua che si arricchì di vocaboli persiani, anche quelli di uso comune.

Alessandro il Grande abbattè l'impero persiano e l'Armenia passò sotto il dominio macedone. Alla morte di Alessandro la satrapia d'Armenia fu data al generale Neoptolemo che fu ucciso senza lasciare alcun successore. Si assistette ad un breve periodo di grande autonomia e prosperità. Antioco III volle portare l'intera Anatolia sotto il suo dominio, affidò le redini dell'Armenia ad Artaxias ed a Zariadris .

Quando Roma sconfisse nel 189 Antioco, Artaxias dichiarò l'indipendenza e chiese il protettorato romano. Secondo Strabone egli riuscì anche ad allargare i confini dell'Armenia e, su consiglio di Annibale, costruì una nuova capitale, Artaxata, a sud di Erevan (zona strategicamente rilevante). Strabone riporta anche che sotto il regno di Artaxias l'armeno diventò lingua ufficiale e comune di tutta la regione, ciò è indice di una già formata entità etnico-culturale e linguistica. Durante la dominazione macedone l'arte, l'amore per la libertà, e le più nobili conquiste dello spirito ellenico nidificarono nell'animo armeno. I generali Artaxias e Zariadris reistaurarono la monarchia armena. Iniziò la dinastia degli Artassidi (Artashesiank').

Dopo un lungo periodo di silenzio durato quasi due secoli si affacciò un nuovo pericolo dalla Persia, i Parti con il loro re Mitridate il Grande. Tigran II che diventerà il Grande, il più importante degli Artassidi passò infatti gran parte della sua gioventù in prigionia come ostaggio; per il suo riscatto il regno di Armenia dovette cedere gran parte dei suoi territori delle provincie del sud. Ma appena salito al trono riuscì ad unificare, con straordinaria abilità, tutto il suolo armeno e ad espandere, anche notevolmente, i suoi territori facendo dell'Armenia, sebbene alleata di Roma, la rivale potenzialmente più temibile.

E' proprio per la consapevolezza della potenza raggiunta che Tigran fece coniare le monete con la dicitura "re dei re". All'apogeo del suo potere fondò una nuova capitale Tigranocerta.

Nel frattempo una grave crisi era in atto nell'impero persiano, Tigran II ne approfittò: penetrò in Assiria, occupò Ninive, riconquistò le province del sud, s'impadronì della Mesopotamia settentrionale e arrivò fino ad Ecbatan. I Parti furono costretti a stipulare un trattato d'amicizia. Proseguì le sue conquiste a Nord, occupò l'Iberia (Georgia) e conquistò il Chirvan e Karabagh. La Siria si arrese senza opporre resistenza. Invase la Cappadocia, l'Armenia entrò così ancora più in contatto col mondo greco. Tigran invitò alla sua corte i più importanti artisti greci ed incoraggiò, in ogni maniera, il diffondersi del mondo ellenico. Nel giro dei ventitrè anni nei quali si svolsero gli eventi di cui sopra, creò uno dei più potenti imperi del Medio Oriente.

Roma non riconobbe però i confini dell'impero di Tigran II, ciò spinse il "re dei re" a porsi su posizioni antiromane, lo scontro fu inevitabile. Lucullo con le sue legioni invase l'Armenia, espugnò Tigranocerta, che fu sottoposta a saccheggio. Tigran aveva sottovalutato la strategia romana. Così viene celebrato Lucullo nel foro di Augusto a Roma: "L. Licinius L. f. Lucullus…triumphavit de rege Ponti Mitridate et de rege Armeniae e (sic) Tigrane magnis utriusque regis copiis, compluribus proelis terra marique superatis". Tigran cambiò tattica, sfruttando le montagne ed il rigido inverno armeno indebolì l'esercito di Lucullo che fu costretto a ritirarsi. Roma però non si arrese, inviò Pompeo che inflisse una dura sconfitta a Tigran II.

Roma comunque comprese che l'armeno si spezza ma non si piega. Risparmiò quindi al re l'umiliazione di deporre la corona ai piedi del vincitore e fece di lui un valido alleato.

Nei periodi successivi Romani e Parti si contesero l'Armenia. All'interno del paese si formarono partiti filoromani e filopartici. Si stabilì, dopo varie eventi, che l'Armenia avrebbe avuto un re designato dai Parti e ratificato da Roma. Solo per due anni l'Armenia fu provincia romana, seguirono alterne vicende legate alla dinastia degli Arsacidi (Arshakuni), sino a quando Adriano "Armenis regem habere permisit, cum sub Traiano legatum habuissent".

L'imperatore Diocleziano rinnovò il protettorato sull'Armenia e conferì il regno a Tiridate III, educato a Roma ed avverso ai Persiani. L'Armenia uscì dall'orbita culturale persiana ed entrò a pieno titolo nel mondo greco romano e nel Cristianesimo, facendo così parte integrante del mondo occidentale.

Nel 301 d.C. ebbe inizio l'era Cristiana quando Tiridate III venne convertito da S. Gregorio l'Illuminatore, Patriarca di tutti gli Armeni.

La Persia si accorse che il Cristianesimo aveva allontanato del tutto gli armeni dalla sua sfera d'influenza. Sapor II cercò d'imporre il culto del fuoco sacro e venne aiutato nella sua opera da Meroujan Ardzruni che aspirara ad ascendere al trono d'Armenia. Si opposero a questo tentativo i membri del Partito della Fede, S. Nerses il Grande, il generale Musheg Manikonian e la regina Parantzem, sotto la loro guida le armate armeno romane sconfissero e cacciarono il nemico.

Una prova ancora più forte aspettava il Cristianesimo armeno. Con un editto il re persiano, Yazdgard II, imponeva agli armeni il mazdeismo, ma questi potevano accettare la sovranità persiana ma non tollerare alcun intervento umano in materia di fede. Si giunse quindi alla guerra dei Vardanank, evento cruciale della storia armena, quello che viene definito " il battesimo di sangue". La vigilia della Pentecoste, 26 maggio del 451 a.C., .prima della battaglia di Avarayr, così Vartan Mamikonian, il generalissimo, si rivolgeva alle truppe: "Chi credeva che il Cristianesimo fosse per noi come un abito, ora saprà che non potrà togliercelo come il colore della nostra pelle". In questa battaglia perirono tutti quanti i combattenti armeni, la fede però fu salva. La chiesa armena sia essa cattolica che apostolica celebra questi santi con la grande solennità dei "Vartanank".

La resistenza degli armeni fu presa in mano dalle mogli dei generali caduti sul campo di battaglia, dopo anni di aspra guerriglia i persiani compresero che non potevano cancellare la fede dal cuore degli armeni. Questo episodio è significativo per capire quanto sia importante il ruolo che rivesta la donna in questo popolo, la donna è infatti depositaria e trasmettitrice dell'armentità..

Nel 485 Valash, re di Persia, riconobbe agli armeni la libertà di culto, di coscienza e di cultura. Questo popolo, come fa notare Padre Zekiyan, combattè soprattutto per tre principi irrinunciabili, che vengono anteposti alla stessa esistenza:

nessuno deve essere costretto ad abiurare la propria fede

nessuno dev'essere giudicato in base alla propria condizione sociale, bensì secondo il valore delle proprie azioni

nessuna autorità può prendere provvedimento alcuno per sentito dire, ma solo per diretta conoscenza di causa.

Tutto ciò non è una delle conquiste più significative della civiltà europea?

Seguì un periodo in cui i bizantini cercarono di assimilare gli armeni, tendenza che raggiunse il suo acme con l'imperatore Giustiniano.

Nel 642 d.C. ebbe luogo la prima invasione araba e l'Armenia diventò un campo di battaglia tra arabi e bizantini. Nel nono secolo si assistette alla disgregazione del mondo arabo, si ridusse quindi la pressione sull'Armenia che si sollevò con i Mamikonyan, che vennero però sconfitti e decimati. Seguì una rapida ascesa della famiglia dei Bagratidi, più flessibili nei confronti degli arabi, cosicchè Ashot venne riconosciuto da Baghdad come principe dei principi; si sollevarono i califfi degli emirati autonomi, insidiatisi nel cuore dell'Armenia, che però vennero subito sconfitti.Il califfo e l'imperatore di Bisanzio, Basilio I (uno dei diversi imperatori armeni di Bisanzio), riconobbero Ashot "re dei re" degli Armeni.

Cito solo, senza elencare nomi e fatti, che fu molto forte il contributo armeno al mondo bizantino, molti furono gli imperatori armeni tanto da dare anche una dinastia armena , la cosiddetta dinastia macedone fondata da un armeno di Bulgaria.

La dinastia dei Bagratidi diede splendore culturale e stabilità economica e fondò una favolosa città, Anì "dalle mille e una chiesa".

21/03/2006 15:25
OFFLINE
Post: 1.365
Registrato il: 21/02/2006
Città: MONZA
Età: 32
Sesso: Maschile
Centurio Primus Pilus
Il nano rosso
Re: spero ti basti parla anche di prima e di dopo la caduta di Roma(è un po lunga lo so)

Scritto da: Fenno 21/03/2006 15.14
Nel periodo prearmeno molti popoli abitavano l'Anatolia. Gli Ittiti ne occupavano il centro. La regione di Van era abitata dagli Hourit che influenzarono molto Siria e Mesopotamia. A sud del lago di Van c'erano molti piccoli regni chiamati nel loro complesso Naïri. Tutti questi regni furono unificati dal re Aram (880 - 884 a.C.). Nacque così il regno di Urartù.

Gli Assiri furono spesso in lotta con gli urarturiani e Salmanassar occupò e distrusse la loro capitale. Chardouri 1° trasferì il centro dell'Urartu a Van e con lui si affermò la potenza urartiana. Il conquistatore assiro, Assurnasirpal, violento e crudele, riuscì a sottomettere gran parte dei paesi a sud di Van, ma la resistenza fu particolarmente efficace, tanto che Charduri (Sardur) si proclamò "Figlio di Lutipris, il re potente, il re della totalità (tale attributo era prerogativa dei monarchi assiri), il re dei Nairi" (Corp. Inscr. Ch. n.3.). L'espansione del regno fu portata avanti da Aram e Sardur I, che combatterono Salmanassar III, che non riuscì nel suo tentativo di sottometterli. Con Ispuinis e Menuas i confini del regno si allargarono fino all'Arax ed al Lago di Urmià. Il grande Charduri II riuscì ad estendere i confini del regno fino al futuro Tigran, ma fu vinto a Rumcala (743 a.C.) dal re di Assiria, Teglatfalasar III che assediò Van senza ottenerne la resa. Tutte queste guerre non indebolirono però l'Urartù. Rusa II arricchì le regioni di Valarshapat e dell'attuale Erivan. Quest'ultimo si trovò a combattere contro i "Muschki (armeni?). Dal 612 a. C. l'Assiria venne divisa tra Medi e Babilonesi. L'ultimo re fu Rusas III (610/585 a.C.) che vide la caduta del proprio regno sotto l'incalzare delle immigrazioni indoeuropee. La cultura, la struttura feudale furono assorbite dai conquistatori.

Per quanto concerne l'origine degli Armeni è importante Erotodo che ci dice, parlando dei contingenti armeni di Serse: "Gli Armeni erano armati come i Frigi, dei quali erano una colonia", aggiunge anche: "Secondo i Macedoni i Frigi si nominavano Brigi finchè questi popoli restarono in Europa". Nel 1200 a.C. alcuni indoeuropei passarono dalla Tracia in Asia distruggendo l'impero degli Ittiti e stabilendosi in Anatolia. Fonti greco-assire ci narrano di Gordios (695a.C), capo dei muschi, che era padrone del territorio che andava da est della Cappadocia alle rive dell'Eufrate. Rusas II respinse infatti gli attachi dei muschi e fortificò le frontiere. Incerte sono le vicissitudine che portarono alla conquista dell'Urartù da parte degli Armeni. Questa deve per aver avuto luogo dal 612 al 585 a.C.. Senofonte, nella Ciropedia, ci narra che questi ultimi erano spesso in lotta con i caldi (urartiani). Gli armeni riuscirono a spingere gli urarturiani a est del massiccio dell'Ararat . In seguito però per mezzo di trattati si riappacificarono e diedero vita ad una specie di unità nazionale.

Per molto tempo questa popolazione potè godere della piena indipendenza. Ma i Medi, gli Sciti e i Cimbri, con l'aiuto dei Babilonesi attaccarono la Siria. Nel 612 a.C. Ninive capitolò. Ciaxare, re dei Medi , dopo aver distrutto l'impero Assiro estese il suo dominio anche sull'Armenia. Sorge l'astro dell'Achemenide Dario, che riuscirà ad unire sotto il suo scettro tutto il mondo civile orientale, Armenia compresa. Per commemorare le sue vittorie, Dario fa incidere i testi lapidari di Behistun,ove per la prima volta viene menzionata l'Armenia e si afferma che la vittoria sugli Armeni è importante e conseguita dopo una dura ed aspra lotta. Incominciò un periodo di supremazia e di influenza persiane i cui influssi si fecero sentire in tutti i campi, specialmente nella lingua che si arricchì di vocaboli persiani, anche quelli di uso comune.

Alessandro il Grande abbattè l'impero persiano e l'Armenia passò sotto il dominio macedone. Alla morte di Alessandro la satrapia d'Armenia fu data al generale Neoptolemo che fu ucciso senza lasciare alcun successore. Si assistette ad un breve periodo di grande autonomia e prosperità. Antioco III volle portare l'intera Anatolia sotto il suo dominio, affidò le redini dell'Armenia ad Artaxias ed a Zariadris .

Quando Roma sconfisse nel 189 Antioco, Artaxias dichiarò l'indipendenza e chiese il protettorato romano. Secondo Strabone egli riuscì anche ad allargare i confini dell'Armenia e, su consiglio di Annibale, costruì una nuova capitale, Artaxata, a sud di Erevan (zona strategicamente rilevante). Strabone riporta anche che sotto il regno di Artaxias l'armeno diventò lingua ufficiale e comune di tutta la regione, ciò è indice di una già formata entità etnico-culturale e linguistica. Durante la dominazione macedone l'arte, l'amore per la libertà, e le più nobili conquiste dello spirito ellenico nidificarono nell'animo armeno. I generali Artaxias e Zariadris reistaurarono la monarchia armena. Iniziò la dinastia degli Artassidi (Artashesiank').

Dopo un lungo periodo di silenzio durato quasi due secoli si affacciò un nuovo pericolo dalla Persia, i Parti con il loro re Mitridate il Grande. Tigran II che diventerà il Grande, il più importante degli Artassidi passò infatti gran parte della sua gioventù in prigionia come ostaggio; per il suo riscatto il regno di Armenia dovette cedere gran parte dei suoi territori delle provincie del sud. Ma appena salito al trono riuscì ad unificare, con straordinaria abilità, tutto il suolo armeno e ad espandere, anche notevolmente, i suoi territori facendo dell'Armenia, sebbene alleata di Roma, la rivale potenzialmente più temibile.

E' proprio per la consapevolezza della potenza raggiunta che Tigran fece coniare le monete con la dicitura "re dei re". All'apogeo del suo potere fondò una nuova capitale Tigranocerta.

Nel frattempo una grave crisi era in atto nell'impero persiano, Tigran II ne approfittò: penetrò in Assiria, occupò Ninive, riconquistò le province del sud, s'impadronì della Mesopotamia settentrionale e arrivò fino ad Ecbatan. I Parti furono costretti a stipulare un trattato d'amicizia. Proseguì le sue conquiste a Nord, occupò l'Iberia (Georgia) e conquistò il Chirvan e Karabagh. La Siria si arrese senza opporre resistenza. Invase la Cappadocia, l'Armenia entrò così ancora più in contatto col mondo greco. Tigran invitò alla sua corte i più importanti artisti greci ed incoraggiò, in ogni maniera, il diffondersi del mondo ellenico. Nel giro dei ventitrè anni nei quali si svolsero gli eventi di cui sopra, creò uno dei più potenti imperi del Medio Oriente.

Roma non riconobbe però i confini dell'impero di Tigran II, ciò spinse il "re dei re" a porsi su posizioni antiromane, lo scontro fu inevitabile. Lucullo con le sue legioni invase l'Armenia, espugnò Tigranocerta, che fu sottoposta a saccheggio. Tigran aveva sottovalutato la strategia romana. Così viene celebrato Lucullo nel foro di Augusto a Roma: "L. Licinius L. f. Lucullus…triumphavit de rege Ponti Mitridate et de rege Armeniae e (sic) Tigrane magnis utriusque regis copiis, compluribus proelis terra marique superatis". Tigran cambiò tattica, sfruttando le montagne ed il rigido inverno armeno indebolì l'esercito di Lucullo che fu costretto a ritirarsi. Roma però non si arrese, inviò Pompeo che inflisse una dura sconfitta a Tigran II.

Roma comunque comprese che l'armeno si spezza ma non si piega. Risparmiò quindi al re l'umiliazione di deporre la corona ai piedi del vincitore e fece di lui un valido alleato.

Nei periodi successivi Romani e Parti si contesero l'Armenia. All'interno del paese si formarono partiti filoromani e filopartici. Si stabilì, dopo varie eventi, che l'Armenia avrebbe avuto un re designato dai Parti e ratificato da Roma. Solo per due anni l'Armenia fu provincia romana, seguirono alterne vicende legate alla dinastia degli Arsacidi (Arshakuni), sino a quando Adriano "Armenis regem habere permisit, cum sub Traiano legatum habuissent".

L'imperatore Diocleziano rinnovò il protettorato sull'Armenia e conferì il regno a Tiridate III, educato a Roma ed avverso ai Persiani. L'Armenia uscì dall'orbita culturale persiana ed entrò a pieno titolo nel mondo greco romano e nel Cristianesimo, facendo così parte integrante del mondo occidentale.

Nel 301 d.C. ebbe inizio l'era Cristiana quando Tiridate III venne convertito da S. Gregorio l'Illuminatore, Patriarca di tutti gli Armeni.

La Persia si accorse che il Cristianesimo aveva allontanato del tutto gli armeni dalla sua sfera d'influenza. Sapor II cercò d'imporre il culto del fuoco sacro e venne aiutato nella sua opera da Meroujan Ardzruni che aspirara ad ascendere al trono d'Armenia. Si opposero a questo tentativo i membri del Partito della Fede, S. Nerses il Grande, il generale Musheg Manikonian e la regina Parantzem, sotto la loro guida le armate armeno romane sconfissero e cacciarono il nemico.

Una prova ancora più forte aspettava il Cristianesimo armeno. Con un editto il re persiano, Yazdgard II, imponeva agli armeni il mazdeismo, ma questi potevano accettare la sovranità persiana ma non tollerare alcun intervento umano in materia di fede. Si giunse quindi alla guerra dei Vardanank, evento cruciale della storia armena, quello che viene definito " il battesimo di sangue". La vigilia della Pentecoste, 26 maggio del 451 a.C., .prima della battaglia di Avarayr, così Vartan Mamikonian, il generalissimo, si rivolgeva alle truppe: "Chi credeva che il Cristianesimo fosse per noi come un abito, ora saprà che non potrà togliercelo come il colore della nostra pelle". In questa battaglia perirono tutti quanti i combattenti armeni, la fede però fu salva. La chiesa armena sia essa cattolica che apostolica celebra questi santi con la grande solennità dei "Vartanank".

La resistenza degli armeni fu presa in mano dalle mogli dei generali caduti sul campo di battaglia, dopo anni di aspra guerriglia i persiani compresero che non potevano cancellare la fede dal cuore degli armeni. Questo episodio è significativo per capire quanto sia importante il ruolo che rivesta la donna in questo popolo, la donna è infatti depositaria e trasmettitrice dell'armentità..

Nel 485 Valash, re di Persia, riconobbe agli armeni la libertà di culto, di coscienza e di cultura. Questo popolo, come fa notare Padre Zekiyan, combattè soprattutto per tre principi irrinunciabili, che vengono anteposti alla stessa esistenza:

nessuno deve essere costretto ad abiurare la propria fede

nessuno dev'essere giudicato in base alla propria condizione sociale, bensì secondo il valore delle proprie azioni

nessuna autorità può prendere provvedimento alcuno per sentito dire, ma solo per diretta conoscenza di causa.

Tutto ciò non è una delle conquiste più significative della civiltà europea?

Seguì un periodo in cui i bizantini cercarono di assimilare gli armeni, tendenza che raggiunse il suo acme con l'imperatore Giustiniano.

Nel 642 d.C. ebbe luogo la prima invasione araba e l'Armenia diventò un campo di battaglia tra arabi e bizantini. Nel nono secolo si assistette alla disgregazione del mondo arabo, si ridusse quindi la pressione sull'Armenia che si sollevò con i Mamikonyan, che vennero però sconfitti e decimati. Seguì una rapida ascesa della famiglia dei Bagratidi, più flessibili nei confronti degli arabi, cosicchè Ashot venne riconosciuto da Baghdad come principe dei principi; si sollevarono i califfi degli emirati autonomi, insidiatisi nel cuore dell'Armenia, che però vennero subito sconfitti.Il califfo e l'imperatore di Bisanzio, Basilio I (uno dei diversi imperatori armeni di Bisanzio), riconobbero Ashot "re dei re" degli Armeni.

Cito solo, senza elencare nomi e fatti, che fu molto forte il contributo armeno al mondo bizantino, molti furono gli imperatori armeni tanto da dare anche una dinastia armena , la cosiddetta dinastia macedone fondata da un armeno di Bulgaria.

La dinastia dei Bagratidi diede splendore culturale e stabilità economica e fondò una favolosa città, Anì "dalle mille e una chiesa".




ave Caesar(anzi, Fennus)!!!!!!!!!!!
--------------------------------------------------

°o¤ø, ̧ ̧,ø¤o°`°o¤ø, ̧~2oo9~W i ToKiO HoTeL ™~2o1o~°o¤ø, ̧ ̧,ø¤o°`°o¤ø, ̧

Per Favore se possibile datemi una mano qui (nn sono giochi scemi, è per la tesina):
http://totalwargamesitalia.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8793058&
21/03/2006 15:31
OFFLINE
Post: 791
Registrato il: 02/07/2005
Sesso: Maschile
Centurio
un aiuto quando posso
lo do volentieri Nanoguerriero [SM=x506627] [SM=g27964] [SM=x506642]
Vota:
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:28. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com


© The Creative Assembly Limited.
All trade marks and game content are the property of The Creative Assembly Limited and its group companies.
All rights reserved.