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Romani, Greci, Germani, Galli , Macedoni.. Popoli Indoeuropei.. - F.A.Q

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2007 20:09
25/09/2004 21:03
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Avendo rilevato talvolta una certa confusione nel sentire citare gli Indoeuropei, da spavalda amazzone che sono,mi permetto di inviare queste "Frequently Asked Questions" sui nostri Antenati, come una sorta di umile prontuario per chi vuole, in Amor di storia e verità, avere qualche informazione in merito. So che molti abituali scrittori di questo Forum queste cose le sanno già, ma magari, a qualche neofita ( e non solo.. repetita iuvant ) potrà essere utile per farsi un'idea su buona parte degli Avi degli europei.


1) Chi erano gli Indoeuropei?

Quando parliamo di “Indoeuropei”, parliamo di una popolazione che ha avuto in comune Cultura, Religione, Etnia, Lingua e che, tra il 4500 e il II-I millennio a.C., a ondate successive, avrebbe colonizzato gran parte dell'Asia centro-meridionale e dell'Europa.

Molti studiosi ritengono che la sede primitiva degli Indoeuropei si trovasse nelle pianure della Russia meridionale, e che a questo popolo possa
essere ricondotta la cultura dei [SM=g27980] Kurgan[SM=g27980] ( Chi quello di Highlander??... SI PROPRIO LUI! [SM=g27963] ), fiorente in quei territori fra il 5000 e il 3000 a.C.
Da lì, in seguito, gli Indoeuropei si sarebbero mossi verso l'India e l'Asia e verso ovest, in Europa.

2) Quali sono stati gli studi che hanno “scoperto” l’esistenza del popolo Indoeuropeo?

L’avere avuto in comune Linguaggio ed Idee e quindi una “unità di origine” dei popoli Indoeuropei fu messo in luce durante il secolo XIX dalle scienze moderne.
Fu per prima la Linguistica, attraverso la filologia comparata, che lo dimostrò. In seguito tale disciplina riuscì a stabilire con sufficiente probabilità,
l’ordine e la successione delle diverse migrazioni dei popoli Indo-Europei.

Alla Filologia si aggiunse poi la Mitologia, per dare un nuovo e potente impulso alle teorie sulle origini storiche dei popoli Indoeuropei.

Nelle culture delle varie Stirpi Indoeuropee si ritrovano dispersi, dove più dove meno alterati, Miti, Leggende, Simboli che si collegano ad una Fonte comune,
ad un semplice concetto originario da cui derivarono.

Oltre agli ultimi lavori sulla comparazione della Religiosità, anche le recenti analisi Genetiche confermano inesorabilmente gli studi dei Linguisti.[SM=g27959]


3) Quali sono stati gli spostamenti che compirono gli Indoeuropei?

Gli Indoeuropei, giunti dalle Steppe Russe all’Europa centrale e orientale si spostarono un po’ in tutte le direzioni. Tre furono le loro principali ondate migratorie.

Con la prima che avvenne verso la fine del III Millennio a.C. si spinsero a sud gli Ittiti e i Greci. Gli Ittiti fondarono un grande impero nell’Asia Minore.
I Greci a più riprese si diffusero nei territori estremi della penisola balcanica e nelle isole del mare Egeo.

Nella seconda ondata alcuni altri gruppi di Indoeuropei si spinsero verso l’India e la Persia. Da questi si formarono i popoli Indiani, Medi e Persiani.

La terza ondata di popoli Indoeuropei sembra essere stata composita ed aver interessato le due Branche rimanenti : quella Settentrionale e quella Occidentale.

La Settentrionale ( gli antenati dei Germani e dei Balto-Slavi ) si stanziò in Scandinavia. La Occidentale ( comprendente gli antenati comuni di Italici e Celti ) si stanziò per un certo tempo tra il Reno e il Danubio, per poi oltrepassarli e dirigersi nell’Europa occidentale e meridionale.

In questa ultima direzione si mossero i Veneti ed i Latini, passando dall'Austria/ungheria in Italia e i Celti passando il Reno verso Francia, Spagna e Isole Britanniche ma rimanendo anche stanziati in Germania ( Prima di venirne scalzati dai Germani provenienti piano piano da Nord).

Saranno seguiti dopo qualche secolo dagli Osco-Piceno-Umbri che caleranno in Italia come seconda ondata italica, mentre gli Illiri si lancieranno nei Balcani.

4) Quali erano le caratteristiche principali degli indoeuropei?

Una delle teorie più accreditate vuole che la culla del “popolo originario” si trovi tra il Basso Volga, il Mar Caspio, il Lago d’Aral e l’alto Jenisej.

Questo antico popolo nostro antenato visse nelle Steppe e nelle Foreste russe.

Erano di aspetto chiaro, ma non biondissimo ( il biondismo spinto è caratteristica di una mutazione genetica avvenuta molto prima dell'arrivo degli indoeuropei nel Baltico), per motivi ambientali: se ne erano stati qualche millennio sotto le cupe cappe delle foreste ad con un Sole debole, a climi molto freddi con fortissima selezione genetica.

Grosso modo avevano le seguenti caratteristiche comuni.

Un’articolazione sociale della società divisa in tre categorie, detta Tripartizione Funzionale: Guerrieri, Sacerdoti , Produttori di Opulenza ( o 'lavoratori').
(in quest’ultima confluiscono i più deboli ed in genere gli appartenenti ai popoli vinti, con varie stratificazioni).

L’uso dell’ascia in ferro e del carro da combattimento.
La prevalenza, con la loro Conquista, di un sistema Patriarcale che si imporrà sul presunto prevalente matriarcato precedentemente presente in Europa.

( Il Patriarcato non significa esclusione dal Sacro della Donna, da non confondere con le successive religioni orientali )

Il Culto degli Dei *simbolicamente* correlato con gli agenti atmosferici, del Cielo, della Luna, del Sole, degli Alberi, dei Boschi.

Si noti la similitudine tra la parola devas (Dio) in sanscrito, Zeus in greco, Dieaus in antico indoeuropeo, Juppiter (Dyeaus-Pitar) in latino, Davos Dag in Celtico.

Il ruolo di queste divinità è il medesimo: esse sono preposte al dominio più alto e più importante: il Clima ed il Cielo.
Tanto per fare un esempio, la massima divinità tra gli Hittiti era il dio Hattico delle Tempeste, in Grecia c’è Zeus e tra i Germani vi era Thor, il dio della luce e del tuono, in India Indra.
Per ultimo, le assonanze linguistiche indicano che nel 2500 circa a.C. la lingua era una sola, con i relativi dialetti appena differenziati.

5) Che cosa si intende per lingue indoeuropee?

Una famiglia di lingue con caratteri fonetici, morfologici, sintattici e lessicale analoghi, che derivano da un’unica fonte preistorica, detta appunto Indoeuropeo. Oggi è concepito come un insieme di dialetti con caratteri affini, originari o in parte acquisiti lungo un processo di contatti preistorici o protostorici fra parlate anche diverse.


6) Quali e quante sono le lingue indoeuropee?

Le lingue indoeuropee sono il gruppo di lingue (famiglia, secondo la classificazione delle lingue) più diffuso nel mondo,
parlato attualmente da più di un miliardo e mezzo di persone.
Fanno parte della famiglia indoeuropea le lingue celtiche, germaniche, italiche (fra cui il latino, e da questo le lingue romanze), slave, baltiche, indoiraniche, più una serie di lingue isolate fra cui il greco, l'albanese e l'armeno, e due sottogruppi oggi estinti, le lingue anatoliche (tra cui l'ittita) e il tocarico, parlato un tempo nel Turkestan cinese.

L'estensione primaria di queste lingue copre quasi tutta l'Europa, e con l'India buona parte dell'Asia; dopo le scoperte geografiche, le lingue indoeuropee si sono espanse in tutti i continenti.


7) Quali sono i tratti comuni delle lingue indoeuropee?

Un certo numero di termini comuni indica che l'allevamento del bestiame era la più importante delle occupazioni fra le popolazioni Proto-Indoeurope.

Voci lessicali come: cavalli, bestiami, maiali, capre erano conosciuti ed usati.

Altrettanto importanti e numerosi sono i termini che hanno a che fare con l'agricoltura.

Gli studiosi ritengono che la terra d’origine degli Indoeropei sia stata anche montagnosa ( Caucaso?), infatti, in tutte le lingue Indoeuropee vi è un considerevole numero di termini atti a definire le montagne e le colline.

Fra i nomi delle piante, degli alberi e degli animali usati da queste popolazioni si trovano sia tipi propri europei
che tipi che si possono trovare solo nel medio oriente. Troviamo citati fra gli alberi la betulla, la quercia,
il faggio; fra gli animali il leone, l’orso, il lupo, lo sciacallo, la volpe, l’alce, il serpente, il topo, il castoro;
tra gli uccelli, l’aquila, l’oca e la gru.

Le lingue indoeuropee sono flessive, con declinazione nominale, e sistema verbale articolati.

8) Qual è una possibile conclusione sugli Indoeuropei?

Una conclusione possibile potrebbe essere questa. Nel periodo che va dal 2000 al 500 a.C. l’Europa fu attraversata da un profondo cambiamento di popolazioni e di lingue a causa dell’avanzata degli Indoeuropei, i quali si spostarono da est verso ovest e verso sud.

Qualche secolo dopo, i Celti avranno una loro espansione, i Greci idem, i Germani ed i Romani (che erano un piccolo gruppo di Indoeuropei), in qualche modo continuarono quei movimenti che in forme minori continuarono fino al 500 d.C. sotto la spinta delle stirpi mongoliche (non indoeuropee) che premevano da est.

Questa è proprio una Sintesi, una spece di Bignami di questi Indoeuropei che sono gli Antenati non solo di una Stirpe ma di tante Stirpi consorelle, dalle quali discendono ( assieme al sostrato precedente ) la massima parte di Europei.

Valete.
Drusilla Flaviana
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28/09/2004 20:45
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Ciao
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Bravissima Drusilla [SM=g27965] !
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una gentil donzella[SM=g27983] [SM=g27964] ..............complimenti x il trattato......ma ti interessi di storia dei popoli o anche di storia militare??

p.s. ho visitato il link che hai come homepage..il forum langue però.....forse che il trattato sia troppo vasto??? [SM=g27964] [SM=g27960]

[Modificato da LEGIO VII CLAUDIA 04/10/2004 16.09]

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Obiezioni alla prima affermazione da 'La civiltà greca' di P. Léveque
Vorrei riportare un estratto da pagina 21 del libro di P. Léveque 'La civiltà greca'(ed. Einaudi) per rispondere ad alla prima affermazione di Drusilla a proposito di chi fossero gli indoeuropei.

'Non si crede più, come una volta, che gli Indoeuropei abbiano costituito , all'origine, una razza unica. Infatti l'archeologia non permette di trovare la loro culla, che si è tentato di scoprire da un secolo a questa parte in tante direzioni differenti. Gli Indoeuropei sarebbero piuttosto degli aggregati, delle cristallizazioni di popolazioni, senza dubbio già fortemente mescolate, tra le quali, in una data molto lontana (V-IV millennio), si sarebbe prodotta una innovazione linguistica capitale, forse analoga a ciò che nel mondo vegetale sono le mutazioni: la lingua di base ... si sarebbe trasformata in una lingua a flessione: l'indoeuropeo'.

Volevo riportare queste osservazioni per dire che a mio giudizio non è possibile dire che sia esistita o che esista un razza indoeuropea e un'etnia indoeuropea da opporre a qualcun'altra (in particolare quella semita).

Dissento da Léveque nel fatto di dire che sia esitito l'indoeuropeo. A mio giudizio non è mai esistita una lingua indoeuropea o indogermanica così come non è mai esistita un protosemitico o così via.

Il mio intervento solo per evitare che qualcuno si senta autorizzato a pensare che oggi esista una razza risalente ad una razza idnoeuropea mai esistita.

Il dibattito è aperto.
12/10/2004 10:54
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Era il mio primo messaggio, esprimo il pensiero in modo più compiuto
‘Non si crede più, come una volta, che gli Indoeuropei abbiano costituito, all’origine una razza unica, e nemmeno che essi abbiano avuto una civiltà materiale comune. Infatti, l’archeologia non permette di ritrovare la loro culla, che si è tentato di scoprire da un secolo a questa parte in tante direzioni differenti. Gli Indoeuropei sarebbero piuttosto degli aggregati, delle cristallizzazioni di popolazioni, senza dubbio già fortemente mescolate, tra le quali, in una data lontana (V-IV millennio), si sarebbe prodotta una innovazione linguistica capitale […]: la lingua di base, ancora molto fluida, dell’Europa mesolitica - lingua di tipo agglutinante che doveva servire di substrato non solamente al gruppo indoeuropeo, ma ad altri gruppi che la continuano più direttamente: gruppo ugro-finnico, basco… - si sarebbe trasformata in una lingua a flessione: l’indoeuropeo’.

Da La civiltà greca di Pierre Lévêque, Einaudi Editore, p. 21

Vorrei citare un estratto dall’opera di Pierre Lévêque sulla civiltà greca per presentare il mio dissenso alla prima affermazione di ‘Drusilla Flaviana’, secondo la quale sarebbe esistita una etnia (che di ‘razza’ è un sinonimo che si suppone depurato di ogni accezione offensiva) indoeuropea. A mio giudizio non è mai esistito un popolo indoeuropeo e non è possibile neppure affermare che sia esistita una lingua indoeuropea così come non è esistito un popolo semitico e una lingua protosemitica (ricostruita per analogia con l’indoeuropeo). Confrontando gli esiti nelle diverse lingue (il confronto il più delle volte avviene fra due o tre lingue) si può ricostruire una forma di partenza, ma vorrei domandare come è possibile stabilire che sia mai esistita sulle labbra di qualcuno. È un’astrazione ad uso e consumo dei linguisti e molto utile per gli studenti universitari per sostenere l’esame di Glottologia.

Drusilla, vorrei un tuo commento su queste mie affermazioni e soprattutto vorrei dire a tutti che è sbagliato pensare che sia esistita una ‘razza indoeuropea’ e ancor più che oggi esista una ‘razza’ che da questa deriva.

Ave atque vale
26/11/2004 05:56
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Indoeuropei

Volevo riportare queste osservazioni per dire che a mio giudizio non è possibile dire che sia esistita o che esista un razza indoeuropea e un'etnia indoeuropea da opporre a qualcun'altra (in particolare quella semita).



Caro Publio Maro, l'errore di fondo nella comprensione da quanto da me scritto, parte dall'assunto che si parlasse di "RAZZA INDOEUROPEA" che poi come al solito non è altro che un paliativo per "RAZZA ARIANA".

Convengo certamente sul fatto che la "RAZZA" ariana o indoeuropea che si voglia non esista, come non esiste la 'razza semitica' od altre amenità del genere.

Però NON E' AFFATTO VERO quello che citi dal librettino ovvero che non si pensa più ad un popolo indoeuropeo originario da cui si è diffusa sia espansione demica che culturale e linguista.

ovvero :


Dissento da Léveque nel fatto di dire che sia esitito l'indoeuropeo. A mio giudizio non è mai esistita una lingua indoeuropea o indogermanica così come non è mai esistita un protosemitico o così via.



Sarai tu a dirlo, per fortuna, prima la Gimbutas e Dumezil, ma adesso Villar e Renfrew lo attestano, senza contare tutta la super comunità di studiosi e linguisti.

Se 60 anni fa dei mentecatti hanno tirato fuori scempiaggini per giustificare le loro atrocità, non vedo perchè OGGI ed ADESSO addirittura si vuole negare la semplice origine linguistica di popoli che sono PALESEMENTE, e perchè no, anche somaticamente più simili tra loro che altri e che svilupparono strutture sociali e religiose simili.

Così si esagera e si fa falsa informazione. I gruppi linguistici indoeuropei, semitici, altaici, ugrofinnici etc. ESISTONO ECCOME, nessuno ha parlato di 'RAZZA' perchè l'umanità non ha 'razze' al massimo ha QUATTRO Tipi diversi ( che sarebbero le 'razze' di una volta), che sono caucasoide, negroide, mongolide, australoide. Fine li'. Saddam e Claudia Shiffer appartengono alla stessa 'Razza'.

Quello che però non gradisco affatto e' il tentare ADDIRITTURA di negare l'esistenza dei popoli INDOEUROPEI. Direi che è il caso di lasciarci dietro certi condizionamenti del secolo scorso.

Mi sono stufata, lasciate in pace gli indoeuropei.
Non risponderò ad altre provocazioni che confondono il concetto di gruppo di popoli o se vogliamo di etnie antchie simili, con quello di 'razza'.

Drusilla Flaviana
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26/11/2004 14:19
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Direi che è il caso di lasciarci dietro certi condizionamenti del secolo scorso.



Quali?
04/12/2004 13:41
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Cara Drusilla, mi dispiace che tu non abbia compreso l’obiettivo del mio post di obiezione. Anzitutto vorrei dire a tutti che il testo che cito non è di un librettino, come scrive Drusilla, ma un estratto da una pubblicazione di diverse centinaia di pagine e che ho citato proprio questo perché è reperibile nella maggior parte delle librerie ed è un testo divulgativo e non specialistico. Mi sembra inutile elencare nomi di autori e di opere scientifiche senza che nessuno possa verificarle, sia per conoscenza personale sia per impossibilità di reperire le fonti citate.

Tu hai scritto: ‘Quando parliamo di “Indoeuropei”, parliamo di una popolazione che ha avuto in comune Cultura, Religione, Etnia, Lingua’.

E’ sui termini che ho scritto in rosso (una popolazione e etnia)che ineriva il mio intervento: nessuno può dimostrare che sia esistita una popolazione indoeuropea che ha avuto un’unica lingua, lasciamo perdere il discorso dell’etnia. Non abbiamo documenti scritti in indoeuropeo, mi puoi smentire? Mi puoi dimostrare che almeno due persone si parlassero in indoeuropeo? Per capire qualcosa su gli ‘indoeuropei’ dobbiamo affidarci alla ricerca archeologica. Il problema principale della ricerca archeologica è la sua incapacità di collegare con certezza i suoi risultati ad una data società che parlasse una certa lingua, almeno che la scoperta archeologica stessa non contenga anche materiale linguistico. Questo limite è stato denunciato più volte e si sono cercati sempre nuovi modi per esprimerlo. Secondo una formulazione recente ‘i vasi non equivalgono a un popolo’ (Mallory). D’altra parte solo gli archeologi possono offrirci dati certi sulle popolazioni preistoriche. E’ vero che ‘le pietre non parlano’ (Renfrew), ma se sulle pietre sono incise delle immagini, queste ci diranno qualcosa dell’incisore; analogamente i vasi distinguono in genere una cultura o un gruppo di culture da un’altra. Ci troviamo quindi spesso nella situazione imbarazzante di essere in grado di identificare una cultura ma non il popolo che la esprime né la sua lingua. Basta solo sfogliare un manuale dedicato alle culture tra IV e III millennio localizzate nell’area in cui sono attestate lingue indoeuropee (non l’indoeuropeo) tra il II e il I millennio, per vedere come siano numerose le società che hanno sviluppato culture originali. Ma correlare queste culture con i precursori dei parlanti di una lingua documentata è molto difficile. Un problema cruciale per i linguisti che collaborano con gli archeologi è capire in che modo le lingue si diffondano oggi, o si siano diffuse in passato. Non c’è dubbio che nel subcontinente indiano si parlassero lingue non indoeuropee prima dell’arrivo di genti ‘arie’, e ciò vale praticamente per tutta l’area, compresa l’Europa, in cui sopraggiunsero le lingue indoeuropee. Ma la spiegazione di questa diffusione incontra ancora problemi serissimi. Drusilla non semplificare le cose, mica siamo tutti specialisti di antichità, rischieremmo di crederti. In passato i linguisti e gli archeologi attribuivano il cambiamento di lingua alle invasioni di nuovi popoli. Anche Meillet affermava che ‘i dialetti greci risultano dal fatto che ci furono successive ondate di diversi invasori in area ellenica’; ma al tempo stesso egli attribuisce i diversi dialetti gallo-romanzi all’esistenza di regioni separate politicamente e l’espansione del francese parigino al ruolo culturalmente e politicamente dominante di Parigi. Per spiegare la diffusione delle lingue indoeuropee si prendevano spesso come modello i massicci spostamenti di tribù germaniche, a partire dal I secolo a.C., che portarono al collasso dell’Impero Romano (sigh!). Ma purtroppo non sono molti i dati archeologici disponibili a sostegno di questo modello di diffusione delle lingue indoeuropee e dei loro parlanti. Col tempo divenne anche chiaro che nel V millennio i gruppi tribali mancavano tanto dei mezzi quanto della popolazione per realizzare cambiamenti così massicci. Di recente, gli archeologi, spiegando i cambiamenti di lingue e culture, hanno dato rilievo a un modello di diffusione ad onda, secondo il quale le innovazioni culturali e tecnologiche venivano esaminate in rapporto ai vantaggi che portavano, e se il giudizio era positivo esse venivano adottate dalle popolazioni vicine. Naturalmente si può pensare anche a qualche migrazione, ma certamente non delle stesse dimensioni di quelle a ridosso dell’inizio della nostra era. Il contrasto di questi due modelli di diffusione delle lingue indoeuropee acquistò grande evidenza con la pubblicazione del libro di Renfrew nel 1987 (uno degli studiosi che citi tu, Drusilla). Egli riteneva che la diffusione di una lingua dipendesse direttamente dia progressi dell’agricoltura e quindi collocò la patria indoeuropea all’interno dell’area in cui l’agricoltura nacque e si diffuse. Inoltre, in un saggio successivo, egli rivendicò a sé il merito di sostituito l’equazione cultura = popolo = lingua con l’esame delle relazioni sociali, cambiamenti demografici e cambiamenti linguistici (1990, p. 21). Può essere che questa sostituzione abbia rappresentato una innovazione nel suo campo (archeologico), ma certo non lo è in linguistica storica. Refrew propose come patria degli indoeuropei un sito della Turchia centromeridionale, noto come Çatal Hüyük. C’è un accordo diffuso nel ritenere che la pratica dell’agricoltura si sia diffusa a partire dal Vicino Oriente verso l’Europa attraverso l’Anatolia. Ma il collegamento fra la diffusione dell’agricoltura e l’ampiezza del dominio linguistico indoeuropeo non trova conferma in alcuno dei mutamenti linguistici riconosciuti. Inoltre fin dal 1845 gli indoeuropeisti ritenevano che gli indoeuropei fossero già passati alla agricoltura. Il cambiamento nella cultura materiale proposto da Refrew non può dunque essere collegato al cambiamento linguistico, quale che sia stata l’ubicazione della ‘patria indoeuropea’. Per fortuna, lo stesso Refrew ha riconosciuto, nella sua recensione a Mallory (1989), che la pratica dell’agricoltura può essersi diffusa nel Vicino Oriente verso la Russia meridionale che, secondo alcuni, potrebbe essere il territorio di origine degli indoeuropei. Refrew sembra pensare che gli indoeuropei aderiscano ancora al modello dell’albero genealogico perché sarebbe indispensabile per l’applicazione del metodo comparativo e ignora invece che esso è stato superato da tempo dalla teoria delle onde, fra l’altro molto più vicina ai modelli di diffusione dei fenomeni seguiti dagli archeologi. Vorrei proseguire…

Hai scritto: ‘I gruppi linguistici indoeuropei, semitici, altaici, ugrofinnici etc. ESISTONO ECCOME’

E chi nega che esistano ‘gruppi linguistici’, tu avevi parlato di ‘una popolazione che aveva una lingua comune’, come l'italiano per gli italiani, che è ben diverso dal portoghese o dal francese, ed appartengono allo stesso gruppo.

Comunque pensa come preferisci, a me premeva solo che i frequentatori del forum sentissero la voce di qualcuno che dissentiva da affermazioni troppo categoriche e per me, in parte, grossolanamente errate.

Hai scritto: ‘Non risponderò ad altre provocazioni che confondono il concetto di gruppo di popoli o se vogliamo di etnie antiche con quello di ‘razza’ ’.

Io non volevo confondere niente, mi dispiace che tu concluda in questo modo, non si può discutere neanche un po’?


Ciao

‘Conosci te stesso’

Ciao Modred, grazie per questo sito!
04/12/2004 21:48
Comunque non dimentichiamo che gli Indoeuropei sono stati "scoperti" partendo da una supposizione dei glottologi che hanno trovato radici comuni in molte lingue parlate in Europa ed Asia, ma non si sono mai trovate prove archeologiche certe della loro esistenza. Quindi nessuno ci dice che avessero usanze religiose e culturali. Non credo, comunque, che Publio Maro volesse provocare, ma ha fatto una lecita obiezione.
30/01/2005 01:11
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Etnia e Tipi Umani
Vorrei portare il mio contributo a questa discussione interessante, anche se penso che Drusilla non abbia bisogno della mia difesa.

L'Antropologia non usa più il termine "Razza" per l'uomo, lo classifica in "Tipi".

L'Umanità non ha razze, ha Quattro Fenotipi[*1] principali:

Europoide o Caucasico, Mongolide, Negroide, Australoide. [*2]

Questi Fenotipi ovviamente hanno diverse gradazioni, e possibilità di mischiarsi tra loro.

Messo in chiaro questo bisogna definire che cos'è un'Etnia.
Prendo la definizione esatta da Encarta (lo so non è la Treccani..., ma è per fare prima con un bel copia-incolla... [SM=g27964], e poi è cmq chiarificatrice).

Etnia Termine che deriva dal greco éthnos ("popolo") e indica genericamente un insieme di individui che condividono in modo piuttosto stabile diverse caratteristiche, tra cui una lingua, una cultura, un territorio. I membri di un'etnia condividono anche caratteristiche fisiche, che però non sono determinanti per definirla, per cui l'etnia è diversa dalla razza.[*3]



"Etnia." Enciclopedia Microsoft® Encarta® 2001. © 1993-2000 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati.

Gli Indoeuropei probabilmente avevano una lingua e una cultura comune e caratteri somatici prevalentemente europoidi quindi non vedo che cosa ci sia stato di sbagliato da parte di Drusilla nel dire che avevano un'Etnia comune.


[*1]Le caratteristiche somatiche determinate dai diversi Genotipi, cioè i caratteri genetici, che però non determinano una differenza di "razza", come per intenderci tra un cane e un gatto, se no non ci potremmo riprodurre con persone di fenotipo diverso...

[*2]Non mi ricordo se c'è anche un Fenotipo Semitico tra quelli principali.

[*3]Encarta usa ancora il termine "razza" invece di usare il più corretto "tipo".
30/01/2005 01:35
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Re:

Scritto da: dominus9 04/12/2004 21.48
Comunque non dimentichiamo che gli Indoeuropei sono stati "scoperti" partendo da una supposizione dei glottologi che hanno trovato radici comuni in molte lingue parlate in Europa ed Asia, ma non si sono mai trovate prove archeologiche certe della loro esistenza. Quindi nessuno ci dice che avessero usanze religiose e culturali. Non credo, comunque, che Publio Maro volesse provocare, ma ha fatto una lecita obiezione.



Obiettare la NON esistenza degli Indoeuropei su base Archeologica è errato, l'Archeologia non sempre è chiarificatrice, soprattutto per un popolo che probabilmente era semi-nomade e per un territorio sconfinato come quello delle steppe difficile da sondare in ampiezza data la sua vastità.
Non ci sono state delle vere e proprie campagne di scavo su vasta scala, ma sarebbe impossibile scavare a fondo un territorio che va dalla Russia Meridionale all'Asia Centrale.
Le Comunanze Linguistiche, Religiose e Culturali sono ormai una certezza comparando la lingua, la religione e la cultura dei Greci, dei Romani, dei Celti, dei Germani e degli Indo-Iranici.

Breve Bibliografia:

L'uomo indoeuropeo e il Sacro, Milano, Jaca Book, 1991.
G.Dumezil, Gli Dei sovrani degli indoeuropei.
G.Dumezil, L'ideologia tripartita degli indoeuropei.

[Modificato da Antioco III il Grande 30/01/2005 1.38]

10/03/2007 20:09
vorrei sapere se qualcuno a qualche link utile su informazioni riguardanti ritrovamenti ossei di antichi italici(indoeuropei)
[SM=x506693]
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