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Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2022 11:22
18/08/2020 23:00
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Tribunus Angusticlavius
Libro sulla storia e topografia dell'antica Antium
Salve a tutti. Presento su questo forum il mio breve libro, opuscolo pubblicato a dicembre 2019 dalla Youcanprint; un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia di Antium, città natale di Caligola e Nerone. Segue la ristampa.

Marco Riggi, Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno, Lecce, Youcanprint, 2019.

Sinossi:

Sulla costa a meridione di Roma, circa a metà strada fra il Tevere e il Circeo, le medie città di Anzio e Nettuno rappresentano l'eredità territoriale e archeologica di Antium, centro e comunità di matrice latina, poi tenace caposaldo dei Volsci e infine notevole città romana, seconda colonia di diritto romano ab Urbe condita, per poi divenire città natale di Caligola e Nerone.

Questa opera nasce dall'intento dell'autore di trasmettere al pubblico la conoscenza di un patrimonio storico e culturale di grande considerazione; inoltre si propone di aggiungersi alla già vasta letteratura locale di Anzio e Nettuno, per una approfondita indagine sulla storia della costa anziate lungo il percorso dell'età antica, precedente all'Alto Medioevo, che ha visto sorgere la comunità di Nettuno come realtà a sé stante, forse un continuum di una comunità di Antium.

Origini del nome, storia (con aspetti politici) e topografia sono i riferimenti fondamentali di questa opera, che ricalca la tradizione monografica di Antium, ma con la nuova prerogativa di un approfondimento della storia politica.


Su Amazon.it (cartaceo):

www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/88...


[Modificato da Iulianus Apostata 01/09/2022 11:22]
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IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

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