Ooops, pardon...
Almeno la situazione è diventata interessante
Molte campagne, a parer mio, perdono attrattiva quando si diventa troppo potenti, dato che non c'è nessuna vera sfida, ma la tua è piuttosto movimentata.
Diciamo che sì, le fazioni da 1 insediamento mantengono spesso una quantità di truppe impensabile... molto probabilmente poi saranno eserciti di scarsa qualità, comunque.
Per la crisi alimentare la situazione è semplice. Credo che i secessionisti abbiano "rubato" una buona parte di fattorie. Inoltre, ma adesso non ricordo se succede solo in Attila o anche in Rome 2, la quantità di cibo disponibile varia a seconda della stagione(non volendo dare indicazioni sbagliate, evito di specificare quando ce n'è di più e viceversa).
Per gli introiti le cause del tuo problema possono essere due, e molto probabilmente si sono verificate entrambe:
-interruzione dei rapporti commerciali con l'Oriente(se Egitto e Pergamo erano grandi regni, allora ti davano un bel quantitativo di introiti).
-devastazione dovuta alle guerre civili. Magari gli edifici sono stati depotenziati, o sostituiti(tieni conto che i secessionisti hanno creato uno stato in un luogo dove magari non vi erano caserme, e hanno dovuto risolvere).
L'importante in generale è che ci siano sempre delle entrate. Data la tua grande potenza militare, usa le tue truppe per avanzare ancora, senza lasciarle ferme a prendere la paga e riposarsi. Se sei a corto di fondi nell'immediato saccheggia le terre che occupi, altrimenti potresti demolire tutte le caserme o simili che costruisti nel centro del tuo impero, e sostituiscile con edifici commerciali o attività produttive.
Dimmi se la situazione si risolve(speriamo che non sia un fail come con la politica
"Povero me,sto per diventare un Dio." Tito Flavio Vespasiano, imperatore romano, sul letto di morte, 79 d.C.
"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno" Niccolò Sagundino, sulla morte(29 maggio 1453) di Costantino XI Paleologo.