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Romani in America

Ultimo Aggiornamento: 26/01/2019 11:17
07/12/2018 18:54
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Miles
Ho letto diverse teorie e studi sulla scoperta dell'America anticipata da parte dei romani, voi che ne pensate?
08/12/2018 16:18
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Tribunus Angusticlavius
Pontifex Maximus
Hanno prove scientifiche questi studiosi? no perchè sai...si può dir di tutto😊.So che hanno trovato dei reperti nell'Africa subsahariana,e che un Imperatore (non ricordo se Caligola o Nerone) mandò una spedizione nel cuore del continente nero perchè si era fissato di scoprire dove nascesse il Nilo,ma per quanto riguarda l'America la vedo veramente dura.


"La morte è bella,quando il prode combatte in prima fila e cade per la Patria." Tirteo I,10
09/12/2018 15:29
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Tribunus Angusticlavius

Mah anni fa avevo sentito parlare di un ritrovamento di una nave romana (tardo imperiale) nel golfo del Messico. Non so se avevo capito male o fosse una fake news. Credo ci sia qualche evidenza storica in più se parliamo di isole dell'Atlantico, Canarie e Azzorre. Più o meno è lo stesso discorso dei Romani in Cina. Poco più di leggende.
11/12/2018 14:53
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Centurio
Per quel che ricordo le navi dell'epoca nemmeno affrontavano il mare aperto (troppo rischioso e fragili le navi), preferendo di fatto navigare non troppo lontano dalla costa.

C'erano dei limiti evidenti, figurarsi ad attraversare l'oceano...

Di spedizioni particolari romane, oltre al tentativo di risalire tutto il Nilo, ricordo di un qualche tentativo in Arabia Felix, ovvero in particolare nell'odierno Yemen.
11/12/2018 22:25
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Praefectus Castrorum
Στρατηγός
Beh, in una spedizione militare attraverso il sahara soggiogarono i garamanti, che ai tempi (periodo augusteo) facevano qualche incursione verso la costa. Ma cmq ce ne furono varie altre

Per quanto riguarda l'america...la navigazione in mare aperto era un suicidio: le navi non erano abbastanza resistenti per resistere ad un viaggio transoceanico. Poi vabbè, magari con parecchia fortuna trovi 2 mesi di meteo limpido e sereno, vento favorevole ecc, ma la vedo difficile...oltre a questo bisogna pensare ai viveri. Era necessario fare scali ogni tot giorni per rifornirsi di viveri e, soprattutto, di acqua potabile. Restare al largo per due mesi non era proprio fattibile, senza neanche considerare un equipaggio così numeroso (i rematori consumano)


"Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

http://www.youtube.com/watch?v=_M3dpL4nj3Q
https://www.youtube.com/watch?v=QcvjoWOwnn4
11/12/2018 23:23
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Centurio
Si dice che il greco "marsigliese" Pitea (in ogni caso un grande navigatore) riusci ad arrivare in Islanda o comunque oltre l'attuale Scozia.

In effetti per arrivare in america l'unica rotta a mio parere "leggermente meno impossibile" per gli antichi, in linea puramente teorica, poteva essere quella diciamo così "vichinga", se ci si "appoggiava" alla Groenlandia in qualche modo.

Di certo attraversare l'oceano atlantico "alla Colombo" sarebbe stato un suicidio come già ben spiegato da andry18.
[Modificato da Exodus 89 11/12/2018 23:30]
26/01/2019 11:17
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Praefectus Fabrum
Come già ben esposto, le navi antiche erano piccole e poco resistenti. Adatte al Mediterraneo,dove navigavano sotto costa e facendo scalo ogni sera (non c'era quasi spazio a bordo), l'Oceano, anche a trovare meteo perfetto, era insuperabile, tranne passando da nord, alla vichinga, per l'appunto. E sempre ci voleva fortuna. Cesare se la vide brutta solo per superare la Manica, ed era Cesare...

Negli anni '80, fecero un esperimento. Gli archeologi greci ricostruirono una trireme e la diedero da manovrare a uomini della marina militare greca, gente quindi di mare e abbastanza in forma. Dopo poche ore di remate erano stremati, sudati, quasi morti di fatica.
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)

"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)
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