E' davvero un peccato che non abbiano messo il guerriero vero e proprio, tra l'altro i persiani li usavano, quindi magari per Alexander ce lo potremmo aspettare, ma dubito.
Quindi in pratica non serve a molto il fatto che lancino giavellotti... avessero lanciato delle frecce magari sarebbe già stato un po' meglio.
I carri falcati li trovo utilissimi specialmente all'inizio della campagna, dove sono poche le unità in grado di formare un muro di scudi.
I carretti britannici sono, secondo me, i peggiori, perchè per perforare le linee nemiche possono solo contare sul proprio peso.
Una via di mezzo potrebbero essere i carri numidi, che mi pare abbiano le falci ai lati e i giavellottisti sopra.
Exodus 89, 01/09/2018 11.39:
Dal punto di vista storico, per quel che ho capito, l'utilizzo dei carri vede il suo apogeo durante l'età del bronzo (qui abbiamo effettivamente l'uso estensivo dei carri come "unità da tiro"), per poi declinare inesorabilmente. Giusto l'utilizzo dei carri falcati ha "resistito" di più presso alcune parti. Troppo difficili probabilmente da usare, poco flessibili... e se poi succede come nella battaglia di Magnesia...
Difatti mi pareva che gli egizi antichi usassero molti carri, così come gli ittiti.
Visti i disastri che loro e gli elefanti combinavano, direi che hanno fatto bene ad abbandonarne l'uso. Di tutte le battaglie che hanno avuto dei carri/elefanti come unità in campo, in buona parte questi hanno fatto più danni all'utilizzatore che all'avversario. Mi fanno sempre pena questi poveretti che perdono le battaglie perchè usano delle armi inutili, non per altro
"Povero me,sto per diventare un Dio." Tito Flavio Vespasiano, imperatore romano, sul letto di morte, 79 d.C.
"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno" Niccolò Sagundino, sulla morte(29 maggio 1453) di Costantino XI Paleologo.