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AAR - La guerra del Peloponneso

Ultimo Aggiornamento: 28/09/2016 13:36
23/05/2016 17:45
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Sparta, Febbraio 432 a.C.

Voi chiedete troppo! Non possiamo permettere che l’indignazione dei Corinzi ci porti alla guerra. Se scegliamo di gettare al vento la pace con Atene saremo esposti alle minacce dall’Egeo, e il nostro popolo ci rimetterà. Se i Corinzi vorranno la guerra ci andranno da soli!” Brasida, generale Spartano sulla quarantina dai capelli brizzolati e sfregiato da una vistosa cicatrice in volto, stava cercando di convincere la Lega Peloponnesiaca ad opporsi alla guerra, come ordinatogli pochi giorni prima dall’anziano re europontide Archidamo II, rimasto a nord per fronteggiare i Messeni. Dopo che le poleis greche, unite sotto lo stesso stendardo, avevano respinto i Persiani di Serse a Platea e Salamina, Atene aveva condotto una politica aggressiva per conquistare l’egemonia causando solamente il malcontento delle principali forze peloponnesiache. La disputa tra Corinto e Atene per la guerra tra Corcira ed Epidamno era solo un Casus Belli: i Greci sono terrorizzati da chi assume troppo potere. Brasida osservò i presenti, infervorati dal suo discorso, per poi volgere gli occhi all’ufficiale Corinzio alla propria destra che attendeva il silenzio per ribattere. Dovette subire ingiurie di ogni tipo prima di poter proseguire. “Così la Grecia si piegherà sotto il peso di Atene, impaurita come uno schiavo appena frustato! Abbiamo sparso sangue a Potidea e ora ci servono degli alleati: la potenza di Sparta fermerà le loro ambizioni! Tutti gli occhi sono su Sparta. È questo che volete che tutti vedano? Sin dalla nascita voi Spartani siete stati addestrati per andare in guerra. Loro osano credersi vostri eguali, ma nessuno è alla vostra altezza. Vi imploro, attaccate subito!” “Volete gettare la Grecia nel caos?” Brasida si bloccò appena conclusa la frase. Plistoanatte, re Agiade di Sparta e detentore del potere in assenza del collega, aveva appena colpito con la lancia il pavimento di marmo, producendo un fragore che riecheggiando nella sala attirò su di sé gli sguardi dei presenti, ammutolendoli. Facendo leva sull’asta il re si erse e decretò: “Allora dal caos risorgeremo!” Brasida impallidì.

Cerigo, Marzo 432 a.C.
Non è onorevole per uno Spartano dormire a sole alto...” Trollios, ammiraglio della flotta Spartana, trasalì. Come poteva essere entrato quello sconosciuto nella sua stanza? Perché le guardie avevano lasciato passare quel claudicante anziano dai radi capelli grigi? A occhio non pareva un sicario. "Chi sei vecchio? Perché disturbi il mio sonno?“ “L’età cambia inesorabilmente i lineamenti degli uomini ma dovresti ricordarti di me, ragazzo…” Trollios si alzò sfregandosi gli occhi, tentando di scacciare il fastidioso intorpidimento che spesso assale gli uomini quando svegliati bruscamente, immobilizzandosi esterrefatto dopo aver osservato attentamente lo straniero. “Stenelaida per gli Dei! Come hai fatto ad entrare senza che nessuno te lo impedisse? E cosa ti porta in questo buco abitato solo da rozzi pescatori?” “Re Plistoanatte mi ha incaricato di recarti un messaggio che finendo in mani sbagliate potrebbe decretare la rovina del nostro popolo. Evidentemente mi ha ritenuto incorruttibile.” disse mostrando il sigillo reale. “Per una volta quel pazzo sanguinario ci ha visto giusto” rispose sorridendo l’ammiraglio “ma ora soddisfa la mia curiosità e consegnami il messaggio, immagino che non vedrai l’ora di ripartire per la tua villa di Pilo…” “Trollios, preparati perché non porto buone notizie per noi Europontidi. Brasida ha fallito nel suo compito e Plistoanatte ha dichiarato guerra alla Lega delio-attica, radunando un esercito e marciando verso lo stretto di Corinto. Archidamo ha potuto solo constatare l’avventatezza di quell’Agiade incapace, unendosi a lui. Mi hanno ordinato di raggiungerti per comunicarti i tuoi compiti strategici quale ammiraglio di Cerigo: dovrai impedire alle forze navali Ateniesi di doppiare Capo Malia, e vista la difficoltà di questo compito ti verranno inviati legno e uomini per rinforzare la flotta. Per quanto mi riguarda non potrò tornare a Pilo, avendo l’ordine di raggiungere l’Attica via mare per poi fare rapporto ai re sulla situazione nella regione. Pare che Tebe e Corinto stiano assediando Atene.” Trollios ascoltò il messaggio sorretto dal muro, schiacciato dalle responsabilità che improvvisamente lo assalivano, riuscendo solo a fissare stralunato il proprio interlocutore senza proferire parola.

Mar Egeo, a est di capo Malia, Ottobre 432 a.C.
Ammiraglio, le vedette!” “Che mi facciano rapporto di persona, tu ordina agli altri di prepararsi per il combattimento.” “Sì, ammiraglio.” Erano passati 6 mesi dalla sconvolgente visita di Stenelaida a Cerigo, e Trollios si trovava ora sul ponte dell’ammiraglia Spartana, nel cuore del mar Egeo, con di fronte parte della leggendaria flotta Ateniese. In attesa dei rapporti delle spie, inviate camuffate su piccolissime barche da pesca ad osservare il nemico, l’ammiraglio Europontide osservava i propri marinai prepararsi al combattimento imminente, mettendo finalmente in pratica mesi di addestramento. Il tempo era perfetto, il mare piatto ed il vento nullo, tutto lasciava presagire che sarebbe stata una battaglia tradizionale, di quelle che si studiano sui manuali militari. Era il primo combattimento della guerra: il peso psicologico dello scontro era enorme, ed in caso di sconfitta Spartana gli Ateniesi avrebbero doppiato capo Malia minacciando tutta la costa del Peloponneso. Si doveva vincere. “Allora giovane, cos’avete visto laggiù?” “Sono in leggera inferiorità numerica Ammiraglio, abbiamo contato circa otto navi ma non ne siamo certi, si stanno preparando e si muovono così rapidamente da rendere difficile il nostro compito. A capo degli Ateniesi c’è Lamaco” “Grazie mille, ora torna alla tua nave e posizionati per il combattimento.” La mente di Trollios tornò alle lezioni di tattica militare di Stenelaida, quando gli aveva insegnato che nelle battaglie navali lontane dalla costa uno dei due ammiragli finisce sempre per morire o per essere catturato, e rabbrividì. Allora si scosse improvvisamente, e preso dal furore afferrò la lancia per alzarla con veemenza verso il cielo sbraitando: “Avanzare!

Flotta Spartana:
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Flotta Ateniese:
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I remi della triere dell'ammiraglio fendevano con forza le acque dell'Egeo. Trollios osservava davanti a sè il terribile spettacolo prodotto dalle agili navi Ateniesi in manovra chiedendosi cosa gli avrebbe riservato il Fato. "Ufficiale, rallentiamo l'avanzata, manteniamo freschi i rematori o presto saremo in difficoltà." Sembrava che lo stratega di Atene, Lamaco, avesse schierato la propria flotta in linea, tentando di allargare la formazione per affrontare la superiorità numerica nemica, ma Trollios rimaneva in guardia. Temeva qualche manovra originale dell'esperto avversario, e così fu. Quando le due flotte si trovarono poco distanti una nave Ateniese interruppe la propria avanzata virando verso l'ala destra.

La manovra di Lamaco
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"Fermiamoci, lasciamo sfilare le triere alleate! Intercettiamo quei bastardu là dietro, non dobbiamo farci aggirare!" Trollios vide ai lati della sua nave le flotte cozzare violentemente l'una con l'altra. Non fece in tempo a rendersi conto dell'accaduto che lo sforzo dei rematori portò l'ammiraglia a contatto con la triere Ateniese ancora impegnata nella manovra avvolgente. "All'arrembaggio! Ammazzate questi eunuchi Ateniesi!"

L'arrembaggio dell'ammiraglia
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"Ufficiale, fai suonare il segnale per gli arcieri!" Due triere piene di arcieri avrebbero dovuto accerchiare da sinistra lo schieramento avversario, speronando una nave alla volta e demolendo lentamente la flotta Ateniese e questo fu ciò che permise a Sparta di vincere la battaglia senza perdite significative. Trollios fece in tempo ad uccidere due nemici, infilzandone uno al collo e l'altro al basso addome dopo aver frantumatone lo scudo prima che le navi alleate giungessero a mettere in fuga gli opliti rimanenti.

L'accerchiamento
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"Ammiraglio, vittoria! Gli Ateniesi sono tutti morti o nelle nostre mani, Lamaco è affogato e non abbiamo perso nemmeno una nave! Quali sono gli ordini ora?" Trollios, ancora in stato confusionale dovuto alla furia della battaglia, scrutò l'ufficiale da testa a piedi col volto corrucciato. "Abbiamo vinto..." L'ammiraglio si riscosse e abbracciò con forza il sorpreso subalterno, e il cielo risuonò delle urla di gioia degli Spartani dell'ammiraglio Trollios. La guerra del Peloponneso era iniziata.
[Modificato da Tutubo 24/05/2016 00:12]
04/06/2016 17:38
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Deus ex machina
Mi piace! Continua così! :bravo
30/08/2016 12:37
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bello ! è dal mod Ellenika ?
non abbiate pietà dei nemici! vittoria,vittoria e sempre vittoria!!!!

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31/08/2016 01:54
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Ma cos'ha in più questa mod? Che novità porta rispetto al DLC?


"La morte è bella,quando il prode combatte in prima fila e cade per la Patria." Tirteo I,10
01/09/2016 20:47
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il mod Ellenika inserisce realistiche texture in base a vere ricerche su materiale storiografico e la mappa è ridisegnata focalizzandosi sul mondo greco, vale assolutamente la pena di essere provata :)
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02/09/2016 02:54
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In che senso la mappa è stata ridisegnata? hanno aggiunto città,l'hanno allargata o cosa?


"La morte è bella,quando il prode combatte in prima fila e cade per la Patria." Tirteo I,10
02/09/2016 21:07
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la mappa del mod è fra le immagini proposte in questa pagina workshop Steam

steamcommunity.com/sharedfiles/filedetails/?id=656921464


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mi piace seguo con piacere!! :D


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Voilà! Alla Vista un umile Veterano del Vaudeville, chiamato a fare le Veci sia della Vittima che del Violento dalle Vicissitudini del fato. Questo Viso non è Vacuo Vessillo di Vanità, ma semplice Vestigia della Vox populi, ora Vuota, ora Vana. Tuttavia questa Visita alla Vessazione passata acquista Vigore ed è Votata alla Vittoria sui Vampiri Virulenti che aprono al Vizio, garanti della Violazione Vessatrice e Vorace della Volontà. L'unico Verdetto è Vendicarsi... Vendetta... E diventa un Voto non mai Vano poiché il suo Valore e la sua Veridicità Vendicheranno un giorno coloro che sono Vigili e Virtuosi. In Verità questa Vichyssoise Verbale Vira Verso il Verboso, quindi permettimi di aggiungere che è un grande onore per me conoscerti e che puoi chiamarmi V
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