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la caduta dell'Impero romano

Ultimo Aggiornamento: 01/07/2014 01:51
22/08/2013 19:01
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Gli storici hanno stabilito una data convenzionale,per segnare la fine dell'Impero romano,il 476 d.c per la consegna dei simboli del potere imperiale a Costantinopoli da parte di Odoacre. Tuttavia la data è posta talvolta in discussione da storici che hanno visto nell'impero romano d'oriente la continuità della "romania" e dunque considerato il 1453 d.c la vera data della caduta finale dell'Impero Romano. Invece c'è un altra corrente storiografica che prende in considerazione la continuità dell'Impero Romano d'Occidente nell'istituto del Sacro Romano Impero e dunque come data ufficiale addirittura il 1806 d.c per mano di Napoleone. Infine c'è l'ipotesi suggestiva ma ideologicamente opnabile in cui considera la continuità dell'Impero nell'istituto della Chiesa Cattolica che si autoproclama appunto erede e fonte della sovranità imperiale ( da ciò l'interminabili dispute che portarono alle guerre fra Chiesa e Impero ) e dunque tuttora "in vita" [SM=g8331]
non abbiate pietà dei nemici! vittoria,vittoria e sempre vittoria!!!!

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22/08/2013 20:19
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Costantinopoli era l'unica erede legittima. L'Impero romano non cade nell'AD 476, semplicemente perché la Pars Occidentalis non era in alcun modo superiore a quella orientale, essendo la divisione in Partes dal punto di vista formale esclusivamente amministrativa ( in breve, non sono mai esistiti due Imperi ). La riconsegna delle insegne imperiali a Costantinopoli da parte di Odoacre inoltre pone fine a qualsiasi possibile legittima continuazione dell'Impero in occidente ( nonostante la permanenza di Giulio Nepote e di Siagrio il quale tuttavia non era imperatore bensì magister militum per Gallias ), riunificandolo nella seconda Roma. Il lascito di vicariati sparsi fu solo un modo per chiarire che era diritto dei Romani riprendersi ciò che l'Impero aveva perso in occidente, come accadde parzialmente per secoli fino all'ultimo tentativo del 1155 ( quando fra l'altro il Regno normanno di Sicilia rischiò di scomparire e le due Chiese furono ad un passo dal riunirsi definitivamente ).

Il Sacro Romano Impero non sarà mai Impero romano o un corrispettivo della Pars Occidentalis, essendo nato su basi totalmente prive di validità giurdica, come del resto il potere temporale del Patrimonium Petri, inventato nella Donatio Constantini.
[Modificato da Legio XIII gemina 22/08/2013 21:00]


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

22/08/2013 21:54
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tuttavia il Sacro Romano Impero era un istituto che si considerò dal punto di visto ideologico erede dell'Impero Romano sopratutto sotto gli Svevi che vedevano nell'Italia il "giardino dell'impero" e vantavano diritti imperiali universali nonostante le basi fragili della Corona nella stessa Germania. Diritti imperiali che dopo gli Svevi verranno recuperati da Carlo V l'ultimo Imperatore "universale" del SRI.
[Modificato da Archita 22/08/2013 21:54]
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22/08/2013 23:02
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Certamente le basi ideologiche erano quelle, il problema è che mancavano di validità, senza contare che il vero Impero romano era ancora in vita. Gli imperatori germanici tentarono in ogni modo di farsi riconoscere da Costantinopoli come loro pari, ma ricevettero giustamente sempre un netto rifiuto.

L'universalismo del SRI sotto gli Svevi ( ma le basi ideologiche sono sempre state molto forti, basti pensare ad Ottone III o allo stesso Carlo Magno ), è uno dei miei temi preferiti essendo ghibellino fino all'osso. Certo è che la Germania si giocò la monarchia nazionale nello sforzo di estendere il suo dominio ( per altro legittimo ), sull'Italia e di farne il polo di un impero centralizzato.

Carlo V poteva vantare il titolo di imperatore universale ma il suo impero era praticamente incontrollabile, separato e privo di collegamenti, senza contare che il Sacro Romano Impero stesso era solo una parte del suo impero, ormai l'universalità era andata perduta. Per dirla con qualcuno che visse due secoli dopo, ormai il SRI non era già più né Sacro, né Romano, né un Impero. p.s. e anzi, francamente non lo era mai stato.
[Modificato da Legio XIII gemina 24/08/2013 23:16]


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22/08/2013 23:34
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Si, dal punto di vista strettamente politico e tecnico il SRI era una "creatura" in qualche maniera "inventata" dalla Chiesa una volta avuto Carlo Magno come Difensore del Soglio Pontificio. Questa "invenzione" poi si è consolidata dal punto di vista giuridico con il graduale recupero della cultura classica e dal fiorire delle università nei secoli successivi tenuto conto che l'amministrazione romana e alcuni istituti romani si erano conservati dopo la caduta della Pars Occidentis compreso lo stesso Senato a Roma ( che ebbe i suoi momenti importanti nella turbolenta storia dell'Urbe medievale ). Dunque un non mai rimosso ricordo dei fasti della romanità che ha caratterizzato tutta la produzione ideologica dell'Imperso Universale del SRI. Inoltre si deve ritenere che i vari regni barbarici emersi nel caos di fine Impero non hanno mai negato di fare parte della Romania e da lì l'idea che il SRI sia dovuto al fatto che i "germanici" hanno ereditato l'Impero essendone stati i custodi naturali per diritto militare dei cittadini romani. Infatti l'Imperatore del SRI diventava imperatore se assumeva il titolo di "Re dei romani" a Roma non solo per investitura papale ma anche per investitura da parte del Senato Romano altrimenti rimaneva "Re di Germania".
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24/08/2013 22:37
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Il Senato non si era conservato. Durante la guerra greco-gotica i senatori romani o vennero uccisi o fuggirono a Constantinopoli, Giustiniano poi non si curò di ricostituire il Senato, il quale scompare infatti dalle fonti. Il nome senatus riemerge a Roma solo nell'VIII secolo insieme alle lotte per le elezioni dei papi, ai proceres, milizie del popolo e via dicendo, del resto in tutto il mondo latino si usava questo termine per indicare un consiglio locale. In realtà il ruolo del senato romano nell'elezione imperiale poi non fu mai ufficializzato, nonostante in molti casi effettivamente il potere laico di Roma si fece sentire e cambiò il corso della storia imperiale. Più si va avanti e più questo ruolo viene meno, soprattutto nel basso medioevo quando l'autonomia del comune romano viene del tutto smorzata a beneficio della signoria papale.


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25/08/2013 00:38
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il Senato, è vero, in sè come ente originale non fu lo stesso ma è stato conservato formalmente il prestigio e i riferimenti al passato imperiale nella forma come la figura dei consoli ( pur non nella classica dualità e non nelle stesse funzioni ) e funzionari imperiali del SRI per il controllo ( spesso simbolico ) della vita politica della città e le lotte interminabili fra le famiglie romane ( e del contado ) passavano anche per il controllo dell'assemblea e tali lotte poi definirono quelle caratteristiche di ente di tipo comunale classico del periodo ( oligarchia ). Il senato era in uso in gran parte di altre realtà municipali mediterranee anche prima della caduta dell'Impero, in pratica ogni città romana ne aveva un proprio senato locale ( perlomeno in età repubblicana ).Si deve ammettere che tuttavia il Senato o Comune era l'espressione delle contingenze politiche ed equilibri fra le fazioni ed ebbe un ruolo marginale in termini pratici nelle decisioni politiche nell'Urbe che sstanzialmente veniva governata dalla fazione dominante che talvolta cacciava i pontefici dalla stessa città ( in sostanza un vero governo accentrato e automo dei Papi sarebbe arrivato molto tardi fra il '500 e il '700 ).

tornando all'ideologia imperiale dello SRI, la figura dell'Imperatore si voleva legare , secondo certa giurisprudenza medievale,all'istituto romano dell'"imperator" come comandante militare e al presupposto di una forma di "contratto" fra cittadini romani e il potere militare del mondo "germanico" a scopo di difesa dei primi visti nell'insieme tutto l'orbe unificato dall'Impero "sacralizzato" dai giuristi cristiani in base alla tesi dell'Impero come tramite e difensore del cristianesimo. Da qui si univa l'imperio militare dei germanici alla loro missione universalistica. Gli imperatori germanici,supportati dalle interpretazioni giuridiche medievali dei cristiani occidentali, si sentirono di definirsi, in quanto imperatori romani, unici veri "sovrani" dell'Ecclesia e non riconobbero a lungo, in base a ciò, la condizione di pari dignità ai sovrani d'europa che per diverso tempo erano definiti "regulus" in base all'antico rapporto gerarchivo fra i sovrani "federali" e gli imperatori romani.
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26/08/2013 20:23
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Secondo me la parte orientale può essere chiamata legittimamente Impero Romano d'Oriente, non Impero Romano in quanto erede dell'Impero unito.
Un impero dove si parla greco e si tiene in bassa considerazione la città di Roma come può definirsi a tutti gli effetti romano?
Per quanto riguarda la Chiesa cattolica essa non ha alcun diritto sull' Impero d'Occidente se non quelli che si è auto attribuito (chi ha detto la donazione di Costantino?).
[Modificato da Costantinus 26/08/2013 20:27]

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"Vi abbiamo insegnato a distinguere se (i legionari che incontrerete) sono delle reclute o se sono veterani. Se sono reclute potete provare ad affrontarli; se sono veterani tiragli addosso tutto quello che avete e scappate il più in fretta possibile." (discorso di Flavio Giuseppe ai suoi soldati)

"A nessuno capita qualcosa che non sia in grado di sopportare" (Marco Aurelio)

"Se avessi avuto simili soldati avrei conquistato il mondo" (Pirro, riguardo i legionari romani)

26/08/2013 21:54
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Infatti gli eserciti ubbidivano a due imperatori diversi che a loro volta perseguivano interessi propri come si è visto poi nel fatto che Attila riceveva i legati uni indipendentemente dagli altri delle due pars e quando iniziò ad ambire alla corona imperiale, si riferiva apertamente a quella portata dai cesari dell'Occidente. Quindi era chiaro che si riteneva le due Pars come ormai due entità politiche distinte pur accumunate.
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02/09/2013 11:46
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Archita, 24/08/2013 23:38:

il Senato, è vero, in sè come ente originale non fu lo stesso ma è stato conservato formalmente il prestigio e i riferimenti al passato imperiale nella forma come la figura dei consoli ( pur non nella classica dualità e non nelle stesse funzioni ) e funzionari imperiali del SRI per il controllo ( spesso simbolico ) della vita politica della città e le lotte interminabili fra le famiglie romane ( e del contado ) passavano anche per il controllo dell'assemblea e tali lotte poi definirono quelle caratteristiche di ente di tipo comunale classico del periodo ( oligarchia ). Il senato era in uso in gran parte di altre realtà municipali mediterranee anche prima della caduta dell'Impero, in pratica ogni città romana ne aveva un proprio senato locale ( perlomeno in età repubblicana ).Si deve ammettere che tuttavia il Senato o Comune era l'espressione delle contingenze politiche ed equilibri fra le fazioni ed ebbe un ruolo marginale in termini pratici nelle decisioni politiche nell'Urbe che sstanzialmente veniva governata dalla fazione dominante che talvolta cacciava i pontefici dalla stessa città ( in sostanza un vero governo accentrato e automo dei Papi sarebbe arrivato molto tardi fra il '500 e il '700 ).

tornando all'ideologia imperiale dello SRI, la figura dell'Imperatore si voleva legare , secondo certa giurisprudenza medievale,all'istituto romano dell'"imperator" come comandante militare e al presupposto di una forma di "contratto" fra cittadini romani e il potere militare del mondo "germanico" a scopo di difesa dei primi visti nell'insieme tutto l'orbe unificato dall'Impero "sacralizzato" dai giuristi cristiani in base alla tesi dell'Impero come tramite e difensore del cristianesimo. Da qui si univa l'imperio militare dei germanici alla loro missione universalistica. Gli imperatori germanici,supportati dalle interpretazioni giuridiche medievali dei cristiani occidentali, si sentirono di definirsi, in quanto imperatori romani, unici veri "sovrani" dell'Ecclesia e non riconobbero a lungo, in base a ciò, la condizione di pari dignità ai sovrani d'europa che per diverso tempo erano definiti "regulus" in base all'antico rapporto gerarchivo fra i sovrani "federali" e gli imperatori romani.



Eheh, reguli provinciarum come diceva il buon Barbarossa.

Costantinus, 26/08/2013 19:23:

Secondo me la parte orientale può essere chiamata legittimamente Impero Romano d'Oriente, non Impero Romano in quanto erede dell'Impero unito.
Un impero dove si parla greco e si tiene in bassa considerazione la città di Roma come può definirsi a tutti gli effetti romano?
Per quanto riguarda la Chiesa cattolica essa non ha alcun diritto sull' Impero d'Occidente se non quelli che si è auto attribuito (chi ha detto la donazione di Costantino?).



Questa è un'osservazione pregnante. Infatti il primo nome adottato fu Impero cristiano dei Romani d'Oriente, per diventare poi più semplicemente Impero dei Romani e Romania ( e come veniva chiamato praticamente da tutti i popoli stranieri tranne che in Occidente dopo l'800 ). Sulla lingua greca e la considerazione di Roma si può discutere. La romanità, proprio nella sua universalità, trascendeva razza, lingua e cultura. Gli abitanti dell'Impero bizantino parlavano prevalentemente il greco ma legittimamente si sentivano e chiamavano Romani, l'aggettivo greco divenne per qualche tempo addirittura sinonimo di pagano e recuperato solo in periodi più tardi, senza comunque mai tradire la romanità. Inoltre fu solo sotto Eraclio I che la lingua ufficiale dell'Impero passò dal latino al greco, alcuni storici infatti considerano il passaggio dell'Impero da romano a bizantino sotto questo imperatore. Sull'integrità politica la riconsegna delle insegne imperiali è considerabile come la riunificazione formale dell'Impero, o meglio il ritorno definitivo del potere imperiale alla Pars Orientalis: inoltre l'Impero riconquistò gran parte dell'Occidente e anche Roma con la diocesi alla quale era sempre stato riconosciuto il primato di onore e carità, rimanendo fermo nell'intento, almeno teorico, di riconquistare tutti i territori appartenenti originariamente all'Impero. Roma rimase in mano all'Impero per un tempo indefinibile, considerando che, anche se divenne geograficamente parte del SRI, rimase comunque un'entità politica autonoma ed infine indipendente fino ad oggi. Si può azzardare dicendo che la Città del Vaticano è l'ultima entità politica discendente dall'Impero romano.


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21/11/2013 10:54
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Re:
Legio XIII gemina, 22/08/2013 20:19:

Costantinopoli era l'unica erede legittima. L'Impero romano non cade nell'AD 476, semplicemente perché la Pars Occidentalis non era in alcun modo superiore a quella orientale, essendo la divisione in Partes dal punto di vista formale esclusivamente amministrativa ( in breve, non sono mai esistiti due Imperi ). La riconsegna delle insegne imperiali a Costantinopoli da parte di Odoacre inoltre pone fine a qualsiasi possibile legittima continuazione dell'Impero in occidente ( nonostante la permanenza di Giulio Nepote e di Siagrio il quale tuttavia non era imperatore bensì magister militum per Gallias ), riunificandolo nella seconda Roma. Il lascito di vicariati sparsi fu solo un modo per chiarire che era diritto dei Romani riprendersi ciò che l'Impero aveva perso in occidente, come accadde parzialmente per secoli fino all'ultimo tentativo del 1155 ( quando fra l'altro il Regno normanno di Sicilia rischiò di scomparire e le due Chiese furono ad un passo dal riunirsi definitivamente ).

Il Sacro Romano Impero non sarà mai Impero romano o un corrispettivo della Pars Occidentalis, essendo nato su basi totalmente prive di validità giurdica, come del resto il potere temporale del Patrimonium Petri, inventato nella Donatio Constantini.




Quotone...


Exaudi, regina tui pulcherrima mundi,
inter sidereos, Roma, recepta polos

« L'imperatore mio figlio è un sovrano capace, ma non di questi tempi, perché vede e pensa grandi cose, quali servivano ai tempi felici dei nostri avi. Invece oggi, che gli eventi ci incalzano, non di un imperatore ha bisogno il nostro stato, ma di un amministratore. Ho paura che dalle sue idee e iniziative deriverà la rovina di questa casata. »





25/06/2014 23:24
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Re:
Legio XIII gemina, 22/08/2013 20:19:

Costantinopoli era l'unica erede legittima. L'Impero romano non cade nell'AD 476, semplicemente perché la Pars Occidentalis non era in alcun modo superiore a quella orientale, essendo la divisione in Partes dal punto di vista formale esclusivamente amministrativa ( in breve, non sono mai esistiti due Imperi ). La riconsegna delle insegne imperiali a Costantinopoli da parte di Odoacre inoltre pone fine a qualsiasi possibile legittima continuazione dell'Impero in occidente ( nonostante la permanenza di Giulio Nepote e di Siagrio il quale tuttavia non era imperatore bensì magister militum per Gallias ), riunificandolo nella seconda Roma. Il lascito di vicariati sparsi fu solo un modo per chiarire che era diritto dei Romani riprendersi ciò che l'Impero aveva perso in occidente, come accadde parzialmente per secoli fino all'ultimo tentativo del 1155 ( quando fra l'altro il Regno normanno di Sicilia rischiò di scomparire e le due Chiese furono ad un passo dal riunirsi definitivamente ).

Il Sacro Romano Impero non sarà mai Impero romano o un corrispettivo della Pars Occidentalis, essendo nato su basi totalmente prive di validità giurdica, come del resto il potere temporale del Patrimonium Petri, inventato nella Donatio Constantini.



Quoto, date a Cesare (anzi, ai Cesari) quel che è di Cesare. Carlo Magno ed i suoi successori sono stati degli usurpatori.
01/07/2014 01:24
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Re:
Legio XIII gemina, 22/08/2013 20:19:

Costantinopoli era l'unica erede legittima. L'Impero romano non cade nell'AD 476, semplicemente perché la Pars Occidentalis non era in alcun modo superiore a quella orientale, essendo la divisione in Partes dal punto di vista formale esclusivamente amministrativa ( in breve, non sono mai esistiti due Imperi ). La riconsegna delle insegne imperiali a Costantinopoli da parte di Odoacre inoltre pone fine a qualsiasi possibile legittima continuazione dell'Impero in occidente ( nonostante la permanenza di Giulio Nepote e di Siagrio il quale tuttavia non era imperatore bensì magister militum per Gallias ), riunificandolo nella seconda Roma. Il lascito di vicariati sparsi fu solo un modo per chiarire che era diritto dei Romani riprendersi ciò che l'Impero aveva perso in occidente, come accadde parzialmente per secoli fino all'ultimo tentativo del 1155 ( quando fra l'altro il Regno normanno di Sicilia rischiò di scomparire e le due Chiese furono ad un passo dal riunirsi definitivamente ).

Il Sacro Romano Impero non sarà mai Impero romano o un corrispettivo della Pars Occidentalis, essendo nato su basi totalmente prive di validità giurdica, come del resto il potere temporale del Patrimonium Petri, inventato nella Donatio Constantini.



Non posso non quotare. Ho sempre guardato con sdegno a quel saro romano impero di stampo germanico, chghe si era preso l'aggettivo "romano". L'impero Romano nacque da una matrice latina, italica, e nessun altro elemento culturale estraneo avrebbe potuto esserne il vero continuatore. Costantinopoli proveniva probabilmente dalla stessa ecumene greco-romana di Roma, quindi..
Senza nulla togliere al Sacro Romano Impero, che all'Europa ha dato molto, nel suo tentativo di unificarla.
Costantinopoli è l'erede legittima dell'Impero romano.



Legio XIII gemina, 02/09/2013 11:46:


Questa è un'osservazione pregnante. Infatti il primo nome adottato fu Impero cristiano dei Romani d'Oriente, per diventare poi più semplicemente Impero dei Romani e Romania ( e come veniva chiamato praticamente da tutti i popoli stranieri tranne che in Occidente dopo l'800 ). Sulla lingua greca e la considerazione di Roma si può discutere. La romanità, proprio nella sua universalità, trascendeva razza, lingua e cultura. Gli abitanti dell'Impero bizantino parlavano prevalentemente il greco ma legittimamente si sentivano e chiamavano Romani, l'aggettivo greco divenne per qualche tempo addirittura sinonimo di pagano e recuperato solo in periodi più tardi, senza comunque mai tradire la romanità. Inoltre fu solo sotto Eraclio I che la lingua ufficiale dell'Impero passò dal latino al greco, alcuni storici infatti considerano il passaggio dell'Impero da romano a bizantino sotto questo imperatore. Sull'integrità politica la riconsegna delle insegne imperiali è considerabile come la riunificazione formale dell'Impero, o meglio il ritorno definitivo del potere imperiale alla Pars Orientalis: inoltre l'Impero riconquistò gran parte dell'Occidente e anche Roma con la diocesi alla quale era sempre stato riconosciuto il primato di onore e carità, rimanendo fermo nell'intento, almeno teorico, di riconquistare tutti i territori appartenenti originariamente all'Impero. Roma rimase in mano all'Impero per un tempo indefinibile, considerando che, anche se divenne geograficamente parte del SRI, rimase comunque un'entità politica autonoma ed infine indipendente fino ad oggi. Si può azzardare dicendo che la Città del Vaticano è l'ultima entità politica discendente dall'Impero romano.



Quindi i cittadini dell'Impero romano, almeno generalmente, devono essersi sempre considerati tutti Romani. E pensare che ultimamente, al cinema, avevo visto un film di stampo anglosassone su Pompei: una cittadina di Pompei si considerava solamente come tale, e non romana... solita propaganda anti-romana...


[Modificato da Iulianus Apostata 01/07/2014 01:51]
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IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

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«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

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