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Il vostro amore per la Storia vi ha mai creato problemi a livello sociale?

Ultimo Aggiornamento: 16/12/2013 00:12
12/05/2013 01:18
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Centurio Primus Pilus
Voivoda
Faccio un esempio. Di recente mi è capitato di essere insultato nella pagina spotted della mia facoltà dai miei colleghi, che mi definiscono lecchino perché faccio molti interventi durante la lezione di Storia Romana. A voi è mai capitato qualcosa di simile, come essere socialmente esclusi dall'ambiente scolastico/universitario a causa di questa vostra passione?
12/05/2013 09:28
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Miles
anche a me succede praticamente ad ogni lezione di storia!XDXD







12/05/2013 16:41
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Tribunus Laticlavius
Fabbro del forum
bhè basta parlare storicamente ed accuratamente delle ragioni politico economiche della nascita di Israele e ti fai nemico tutti, venendo tacciato anche come nazista.
è molto facile :D

Ovviamente esempio estendibile alla chiesa, alla nascita delle nazioni, insomma praticamente a tutto.
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Quisque est Barbarus alio
17/05/2013 00:52
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Praefectus Fabrum
Pennywise
Chi ti critica per il tuo amore per la storia è soltanto un invidioso o un cretino, o un misto fra tutti e 2. Dipende poi se gli interventi che fai sono spocchiosi o cmq umili, senza sembrare il più bravo della classe.


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Stephen King's,IT,1990




Video in italiano:
http://it.youtube.com/watch?v=PBhNkRCmF58

Video in inglese:
http://www.youtube.com/watch?v=8S91U829Ld8&feature=related

"Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà, conosco le vostre paure, vi ammazzerò a uno a uno..." Pennywise Il Clown

"Io sono eterno, sono immortale, sono un Divoratore di mondi e di bambini, finirò per divorarvi tutti..." Pennywise Il Clown

"Credevate di esservi liberato di me?" Pennywise Il Clown

"Non lo vuoi un palloncino colorato?...galleggia...e se anche tu verrai quaggiù con me,galleggerai..." Pennywise Il Clown

"Beep-Beep, Richie!!" Pennywise Il Clown

"Quaggiù tutto vola..." Pennywise Il Clown

"Salve e addio." Pennywise Il Clown








17/05/2013 10:57
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Praefectus Fabrum
Rex bibendi
Ormai la cultura o il sapere non è più un valore.
Una volta chi studiava era una persona da imitare, adesso da evitare...
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Ut sementem feceris, ita metes
17/05/2013 11:18
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Tribunus Angusticlavius
Ελέω Θεού Βασιλευς
και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
Re:
memphe, 17/05/2013 10:57:

Ormai la cultura o il sapere non è più un valore.
Una volta chi studiava era una persona da imitare, adesso da evitare...




Appunto...basta tacere.



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


19/05/2013 23:21
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Tribunus Angusticlavius
Molti disprezzano la storia ed amano, ad esempio il diritto..io ne so qualcosa vivendo la mia facoltà di scienze politiche.
Io che amo la storia, spesso devo confrontarmi con colleghi che criticano fortemente il professore di Storia della Pubblica Amministrazione (o che odiano a morte Storia Moderna) che secondo loro è ripetitivo e monotono..per me invece è solo meticoloso, preciso.
Noi amanti della storia nella mia facoltà siamo una sparuta minoranza e lo vedo; non faccio altro che sentire critiche e lamentale per materie storiche.
Ovviamente, non ho avuto gravi problemi sociali per la mia passione per la storia, ma a volte sono stato ..forse..un pò pesante per chi gradiva ascoltare ben altre cose, parlare di ben altro che non di storia...in realtà, avolta mi hanno tacciato perché non hanno la mia stessa passione.
[Modificato da Iulianus Apostata 19/05/2013 23:22]
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IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

20/05/2013 00:03
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Tribunus Angusticlavius
Beh studiare scienze politiche senza conoscere la storia è come studiare ingegneria senza conoscere la fisica o la chimica...hanno le gambe corte questi di cui parli. Purtroppo la maggior parte delle persone che studia lo fa esclusivamente in termini di laurea = lavoro, prendendo una laurea che tanto poi, priva di altre conoscenze ed interessi, nonchè di volontà, non è altro che carta straccia.

Problemi a riguardo non ne ho mai avuti, piuttosto penso che altri ne abbiano a non conoscere la storia, una volta stavo parlando con una ragazza di lettere insieme ad altre persone ed ho detto che avevo seguito un corso di storia islamica medievale e questa tizia si è messa a ridere ( come a dire, che cosa inutile, che importanza vuoi che abbia la storia islamica medievale? [SM=p1736119] ) ed è calato il gelo nel gruppo.
[Modificato da Legio XIII gemina 20/05/2013 00:16]


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

20/05/2013 01:18
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Tribunus Angusticlavius
Re:
Legio XIII gemina, 20/05/2013 00:03:

Beh studiare scienze politiche senza conoscere la storia è come studiare ingegneria senza conoscere la fisica o la chimica...hanno le gambe corte questi di cui parli. Purtroppo la maggior parte delle persone che studia lo fa esclusivamente in termini di laurea = lavoro, prendendo una laurea che tanto poi, priva di altre conoscenze ed interessi, nonchè di volontà, non è altro che carta straccia.

Problemi a riguardo non ne ho mai avuti, piuttosto penso che altri ne abbiano a non conoscere la storia, una volta stavo parlando con una ragazza di lettere insieme ad altre persone ed ho detto che avevo seguito un corso di storia islamica medievale e questa tizia si è messa a ridere ( come a dire, che cosa inutile, che importanza vuoi che abbia la storia islamica medievale? [SM=p1736119] ) ed è calato il gelo nel gruppo.



Quoto! Molta gente studia solamente per poi ottenere un titolo, senza amare veramente ciò che sta studiando, e di persone così ne ho conosciute...alcune si sono laureate anche prima di me alla triennale, ma non ci hanno messo la mia passione!!. Si tratta, a volte, di gente mediocre...che non apprezza la cultura vera e propria, specialmente la storia..qualunquismo, ragazzi!
Un rispettabilissimo cittadino con un titolo inferiore alla laurea potrebbe approdare all'università e studiare con più passione rispetto a certi scemetti (parlo per esperienza).
E farei un'osservazione.
Almeno nella mia facoltà, salvo eccezioni (magari non sporadiche), sembra che siano soprattutto le ragazze a portare avanti gli studi solo per tornaconto (e questo si ricollega un pò al tuo discorso della ragazza di lettere)..mentre noi uomini dimostriamo un pò di interesse nello studio della storia e della politica.

Certo, non deve essere obbligatorio amare la storia e capisco chi non la gradisca troppo, ma denigrarla in via generale, obiettiva, è diverso..

[Modificato da Iulianus Apostata 20/05/2013 01:27]
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IULIANUS IL VOLSCO

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(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

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«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

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«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

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«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

20/05/2013 10:51
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Portando la mia esperienza, le ragazze verso i 12/13 anni a scuola sono nettamente più brave dei ragazzi i quali, a quell'età, in genere sono solo degli scalmanati disattenti; tuattavia verso gli ultimi anni delle superiori, laddove è richiesta una maggiore capacità critica oltre al contenuto testuale del libro, di solito il genere maschile da risultati migliori e non si trova sgomento di fronte a domande che esulano dal percorso mentale preordinato. Insomma, ho visto molti più ragazzacci che andavano male diventare dei buoni studenti con la maturità, che non le ragazze, le quali in questo invece sono quasi sempre decadute dalla pole position. Con questo spero di non offendere nessuno, certo è comunque che uomini e donne hanno necessariamente e giustamente un modo di crescere e pensare molto diverso, ed interessi differenti.

Anche se non c'entra molto, una cosa che mi da molto fastidio è quando le persone si iscrivono a storia pensando che questa sia una materia "umanistica" che li allontani da ogni competenza scientifica...lasciamo perdere va, che siamo già off-topic.
[Modificato da Legio XIII gemina 20/05/2013 12:40]


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

20/05/2013 20:15
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ci sono persone nella mia classe 1'superiore itis che non conoscono il termine "colonizzazione", "impero", "repubblica democratica", queste cose me lasciano sgomento =0







20/05/2013 21:01
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Re:
boscolino, 20/05/2013 20:15:

ci sono persone nella mia classe 1'superiore itis che non conoscono il termine "colonizzazione", "impero", "repubblica democratica", queste cose me lasciano sgomento =0



Quello non lo sanno neanche molti "grandi" ;)
[Modificato da Legio XIII gemina 20/05/2013 21:02]


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quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
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Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

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« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

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29/05/2013 01:52
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Thomas Muntzer
problemi certamente no, però devo ammettere che è curioso che quando parli con i fascisti ti urlino contro: comunista! e quando parli con i comunisti ti urlino contro: fascista!
no ragazzi, è che semplicemente racconto com'è andata in modo obiettivo, senza ascoltare improbabili santificazioni di stalin, mao o mussolini...
la stessa cosa mi accade quando parlo del risorgimento... quando ne parlo al nord mi trattano come se fossi un irriducibile "sudista", quando ne parlo al Sud mi dicono che sembro un irriducibile "leghista"... bha...
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Bernhard Rothmann (Munster, 13 Gennaio 1534) :i vecchi credenti non vogliono permettere a nessuno di scegliere quale vita condurre, vogliono che voi lavoriate per loro e siate contenti della fede che vi consegnano i dottori. la loro è una fede di condanna, è la fede spacciataci dall'antiscristo! ma noi, fratelli, noi vogliamo redenzione! noi vogliamo libertà e giustizia per tutti! noi vogliamo leggere liberamente la parola del signore e liberamente scegliere chi deve parlarci dal pulpito e chi rappresentarci in consiglio! chi infatti decideva i destini della città prima che lo scacciassimo a pedate? il vescovo. e chi decide ora? i ricchi, i notabili borghigiani, illustri ammiratori di lutero solo perchè la sua dottrina consente loro di resistere al vescovo! e voi, fratelli e sorelle, voi che fate vivere questa città, non potete mettere parola nelle loro sentenze. voi dovete soltanto ubbidire, come sbraita lo stesso lutero dalla sua tana principesca.i vecchi credenti vengono a dirci che i buoni cristiani non possono occuparsi del mondo, che devono coltivare la loro fede in privato, seguitando a subire in silenzio i soprusi, perchè tutti siamo peccatori condannati a espiare. ma il tempo è giunto! i potenti della terra saranno spodestati, i loro scrani cadranno, per mano del signore. cristo non viene a portarci la pace, ma la spada. le porte sono ora aperte per coloro che sapranno osare. se penseranno di schiacciarci con un colpo di spada, con la spada pareremo quel colpo per restituirne cento!!!
29/05/2013 15:39
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Tribunus Angusticlavius
Ελέω Θεού Βασιλευς
και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
questo perché la cultura italiana (ma in generale direi la cultura popolare globale, il problema dell'italia è che spesso lo è pure quella accademica) è ormai abituata ad essere faziosa e schierata, con proprie, personalissime, visioni di ciascun avvenimento storico, quindi se la tua versione non coincide con quella di una fazione, inevitabilmente sarai osteggiato da tutte



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
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"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


29/05/2013 16:44
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Re:
Impepatore, 12/05/2013 01:18:

Faccio un esempio. Di recente mi è capitato di essere insultato nella pagina spotted della mia facoltà dai miei colleghi, che mi definiscono lecchino perché faccio molti interventi durante la lezione di Storia Romana. A voi è mai capitato qualcosa di simile, come essere socialmente esclusi dall'ambiente scolastico/universitario a causa di questa vostra passione?




Ave imperatore, coltiva la tua passione verso la storia e verso quello che più ti piace, è la passione che ci fa andare avanti e ci fa vivere intesamente, questi tuoi amici che ti accusano di lecchinaggio( parola non gradita)non sanno quello che si perdono.
Ho qualche anno più di te e anche di voi tutti potrei essere un nonno (scherzo) e mi son trovato anch'io quando ero più ragazzino in queste vicende solo perché amavo la storia e mitologia greca ad esempio, dietro c'era pura passione e mi piaceva confrontrami con i miei prof .
Qui ci confrontiamo sullo stesso tema ROME 2, e siamo tutti mossi da un'unica passione nord, sud e centro italia e si c rea una bella intesa.
Per finire continua per la tua strada e condividi la tua passione,non lasciarti influenzare da nessuno, alla fine capiranno.
Spero di essere stato d'aiuto
ciao e alla prox da sandro [SM=g8920]
01/06/2013 13:02
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No, problemi no. A scuola sapevano che adoravo la storia (elementari, medie e liceo) e ne approfittavano (o sfruttando le mie conoscenze per farsi belli con la maestra, alle elementari, o richiedendo chiarimenti, o mandandomi "volontario" a farmi interrogare, al liceo). All'Università ho frequentato poco e nessuno s'è accorto di nulla o quasi (ma la mia bella soddisfazione nell'essere l'unico della classe a saper collocare geograficamente Megara con compiacimento del vecchio prof di storia greca ed oooooooooooohhhhhhh di stupore dei compagni di corso me la sono presa! Come alla specialistica quando parlai per un'ora di Tucidide, davanti ai colleghi, per una dimostrazione didattica, e non fermandomi nemmeno per il black out. Da quel giorno il gruppo dei supersecchioni/lecchini, loro per davvero lecchini, mi accolse come membro onorario concedendomi anche di scambiare due parole con loro).

Senza contare che la storia è l'unico punto su cui riesco a zittire mio cognato che si reputa "tuttologo", ma arrivato alla storia greco-romana si deve arrendere davanti a me (sono un po' immodesto!).
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"Odiare i mascalzoni è cosa nobile" (Quintiliano)

"Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile, a ben vedere significa onorare gli onesti" (Aristofane)
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Re:
Antioco il Grande, 01/06/2013 13:02:

No, problemi no. A scuola sapevano che adoravo la storia (elementari, medie e liceo) e ne approfittavano (o sfruttando le mie conoscenze per farsi belli con la maestra, alle elementari, o richiedendo chiarimenti, o mandandomi "volontario" a farmi interrogare, al liceo). All'Università ho frequentato poco e nessuno s'è accorto di nulla o quasi (ma la mia bella soddisfazione nell'essere l'unico della classe a saper collocare geograficamente Megara con compiacimento del vecchio prof di storia greca ed oooooooooooohhhhhhh di stupore dei compagni di corso me la sono presa! Come alla specialistica quando parlai per un'ora di Tucidide, davanti ai colleghi, per una dimostrazione didattica, e non fermandomi nemmeno per il black out. Da quel giorno il gruppo dei supersecchioni/lecchini, loro per davvero lecchini, mi accolse come membro onorario concedendomi anche di scambiare due parole con loro).

Senza contare che la storia è l'unico punto su cui riesco a zittire mio cognato che si reputa "tuttologo", ma arrivato alla storia greco-romana si deve arrendere davanti a me (sono un po' immodesto!).



Grande Antioco![SM=g8335] Sei laureato in storia antica immagino?


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

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Re:
Iulianus Apostata, 19/05/2013 23:21:

Molti disprezzano la storia ed amano, ad esempio il diritto..io ne so qualcosa vivendo la mia facoltà di scienze politiche.
Io che amo la storia, spesso devo confrontarmi con colleghi che criticano fortemente il professore di Storia della Pubblica Amministrazione (o che odiano a morte Storia Moderna) che secondo loro è ripetitivo e monotono..per me invece è solo meticoloso, preciso.
Noi amanti della storia nella mia facoltà siamo una sparuta minoranza e lo vedo; non faccio altro che sentire critiche e lamentale per materie storiche.
Ovviamente, non ho avuto gravi problemi sociali per la mia passione per la storia, ma a volte sono stato ..forse..un pò pesante per chi gradiva ascoltare ben altre cose, parlare di ben altro che non di storia...in realtà, avolta mi hanno tacciato perché non hanno la mia stessa passione.



Io conosco gente che studia storia ma non ha mai studiato economia o diritto. Secondo me chi fa Scienze Politiche capisce la storia meglio di chi fa storia. Diritto ed economia sono materie tecniche, storia dovrebbe essere universale... per questo non la si può approcciare senza conoscere le materie tecniche.



« Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli...
a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto."
George Orwell


"Credi tu, gli chiesi, che io abbia ragione o torto?
Lei ha ragione...
E allora perchè dovrei fuggire?"
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Re: Re:
Pius Augustus, 04/06/2013 16:01:



Io conosco gente che studia storia ma non ha mai studiato economia o diritto. Secondo me chi fa Scienze Politiche capisce la storia meglio di chi fa storia. Diritto ed economia sono materie tecniche, storia dovrebbe essere universale... per questo non la si può approcciare senza conoscere le materie tecniche.




Infatti se prendi 3/4 degli studenti di storia questi ti diranno che hanno scelto la loro facoltà perché odiano la matematica o il diritto. La Storia è la storia di tutto, ed in Italia la competenza scientifica tra gli storici è alquanto raccapricciante.


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Non direi. A me piace molto la storia, è una delle mie passioni.

Magari quando si parla con alcune persone di argomenti paricolari e mirati riguardo determinate cose ti guardano come per dire "ma-non-sei-normale-a-dire-queste-cose", semplicemente perchè loro non ci avevano mai pensato o perchè non è di loro interesse.

Con altre persone ho visto che posso parlare normalmente e dicutere.

E vi garantisco di non essere un secchione (cioè uno che studia troppo) in quanto io studio semplicemente bene gli argomenti, solo se serve studio tanto, ma non di norma.
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Re: Re: Re:
Legio XIII gemina, 04/06/2013 16:27:



Infatti se prendi 3/4 degli studenti di storia questi ti diranno che hanno scelto la loro facoltà perché odiano la matematica o il diritto. La Storia è la storia di tutto, ed in Italia la competenza scientifica tra gli storici è alquanto raccapricciante.




per quello escono pochi storici buoni...se guardi ad esempio gli storici provenienti dal mondo anglosassone contemporaneo, sono spesso personaggi dalla grande competenza politica o socioeconomica, e viceversa diversi politologi o economisti hanno ottime conoscenze storiche...purtroppo l'italica istruzione è quello che è...tanto per dirne una, se vuoi specializzarti da storico in ambito militare, la cosa migliore è frequentare accademie militari come West Point o Sandhurst, e non le facoltà universitarie...



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17/06/2013 19:26
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El bocia
io amo la storia ma non faccio e mai farò l'università...perchè non mi interessa avere una carta che dice che sono un laureato in storia mi acculturo da solo .....
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vene una peste crudele et cominciò a bergamo ,Milano et vene a Bressa et aVerona,Mantoa poi si diffondette in tutte le valli,cioè Val camonica,Valtrompia et Val Sabia,nelli quali logi sempre fese strege gravissima.....et fu colpa de Begamo...."1630 la peste 19 luio"



sono william wallace e davanti a me ho un'intero esercito di compatrioti decisi a sfidare la tirrannia,siete venuti a combattere da uomini liberi e uomini liberi siete,certo chi combatte può morire chi nn combatte fra un po'....agonizzati in un letto , fra molti anni da adesso siete sicuri che non sognerete di barattare
tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi per avere l'occasione SOLTANTO UN'ALTRA OCCASIONE PER URLARE AI NOSTRI AMICI CHE NON POTRANNO TOGLIERCI MAI LA NOSTRA LIBERTAAAAAAAA'
MAIIIIIIIII!!
18/06/2013 14:59
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Re: Re:
Pius Augustus, 04/06/2013 16:01:



Io conosco gente che studia storia ma non ha mai studiato economia o diritto. Secondo me chi fa Scienze Politiche capisce la storia meglio di chi fa storia. Diritto ed economia sono materie tecniche, storia dovrebbe essere universale... per questo non la si può approcciare senza conoscere le materie tecniche.




Esattamente.....La storia è per definizione una scienza multidisciplinare e ripeto è una scienza, non è narrazione fine a sé stessa o pettegolezzo, per tornare anche a Tucidide, o studio di fatti estrapolati dal contesto, bisogna sempre calare nel periodo storico gli eventi di cui si parla e saper indicare in relazione agli stessi le maggiori tendenze e i maggiori sviluppi, a livello politico, culturale, artistico ecc...

Non puoi pensare di capire un evento, chessò la storia del mondo negli ultimi due secoli, e mi riferisco agli storici contemporanei (come si possa pensare di capire la crisi attuale anche senza sapere cosa è stata la storia del capitalismo dall'800 a oggi mi appare arduo), senza avere nessuna competenza di economia o di storia del pensiero economico (che è ciò che manca peraltro nella mia università, la (fu) facoltà di lettere di Bari).

Così non si può pensare di non avere conoscenza, anche minime, di sociologia, e su questo il mio corso è più confacente, o non aver fatto qualche esame di antropologia o anche di filosofia.

Poi ci sono le competenze strettamente tecniche, lo studio delle fonti (con l'acribia che si addice allo storico [SM=g8320] ), quindi la capacità di orientarsi in una biblioteca, in un archivio, il fatto di poter prendere in mano e capire come sono fatti dei diplomi, dei documenti notarili antichi, e quindi avere anche infarinature di diritto certamente, dei codici medievali, degli incunaboli o avere un approccio sciolto con le fonti letterarie (sapere per quel dato periodo storico quali fonti poter utilizzare e averne lette una parte), numismatiche, epigrafiche, questo per gli storici antichi....conoscere quindi il latino o il greco.

E poi qualche interesse archeologico è sempre utile...se non altro a livello metodologico. Bisogna poi conoscere la geografia!! Come si fa a studiare una tendenza, un processo storico (che sempre in quanto tale va valutato, si pensi a Braudel e alla storia evenementiel demolita da Bloch e Febvre), un fatto senza saperlo ricollegare e contestualizzare geograficamente! E di questi casi ce ne sono...E ricordatevi che la geografia influenza sempre le azioni degli uomini, questo è un dato innegabile, pur non sposando completamente io le tesi del determinismo spesso troppo meccanicistiche (quando non si dovrebbe mai trascurare letture sotto un profilo sempre culturale e quindi anche tecnologico).


[Modificato da mattacchioneWeb 18/06/2013 15:14]



Massimo Decimo: Magri e famelici!
Primo Tribuno: Nessun segno...
Massimo Decimo: Da quanto è partito?
Primo Tribuno: Quasi due ore.
Secondo Tribuno: Combatteranno generale?
Massimo Decimo: Lo sapremo molto presto.
Primo Tribuno: Soldato, ti ho ordinato di spostare in avanti quelle catapulte, sono troppo distanti!
Massimo Decimo: La distanza è buona.
Primo Tribuno: Il rischio per la cavalleria...
Massimo Decimo: E' accettabile... Intesi?
21/06/2013 22:45
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La maggior parte della gente pensa che la storia sia una disciplina noiosa, soggettiva.

Invece come dici tu è una scienza e da tale deve essere considerata.
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in questo paese pare che il metodo scientifico sia ormai un lontano ricordo...basti pensare a tutta l'infinità di questioni (incluse quelle "etiche" o presunte tali) relative a vertenze legate ad ambiti tecnico-scientifici come l'ingegneria e la medicina...in italia la gente preferisce credere ad un cialtrone in piazza o su youtube che ad un medico o ad un ingegnere laureato...



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23/06/2013 22:18
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Beh è normale, molte persone (non solo studenti) considerano chi conosce gli argomenti storici (e più in generale umanistici) come delle "bestie strane", nel senso che non ne comprendono il motivo.
Ormai è di moda la superficialità e l'apparenza fine a se stessa, tutto ciò che è più approfondito viene visto con grande sospetto, imparare è faticoso e la gente non ne ha voglia , a loro bastano dei concetti sintetici e basilari , spesso anche sbagliati perchè basati su idee superate o perchè è più comodo pensarla così (ad esempio mi sono capitate ragazze le quali affermavano che le sigarette non provocavano tumori dicendo che gli studi erano tutti falsi per via di una qualche cospirazione, ipotesi che non si reggeva in piedi, semplicemente erano delle fumatrici e non volevano ammettere di essere delle masochiste, stessa cosa succede con la cultura, non vogliono ammettere di essere ignoranti, perchè altrimenti per orgoglio dovrebbero studiare, ma non c'hanno voglia, per cui attaccano tutti coloro che sanno, perchè in un mondo d'ignoranti loro possono emergere).




"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
23/06/2013 23:28
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Fino ad ora abbiamo parlato dell'Italia, comunque, portando la mia personale esperienza, tutti i giovani stranieri ( europei ) con i quali ho parlato casualmente di storia ne sapevano poca, se non zero, nettamente peggio di noi. Del resto l'Italia è un paese classicista, si è ignoranti se non si conosce la storia ( anche se solo nozionisticamente ), mentre se non si conoscono i principi della dinamica si passa inosservati. All'estero mi sembra che si insegni solo la storia del proprio paese ( e bene il più delle volte solo a partire dall'età moderna ), lasciando perdere tutto il resto, almeno noi in Italia, con la scusa dei Romani, abbiamo degli orizzonti temporali e geografici più ampi. Per contro all'estero c'è più selezione nell'istruzione e dopo la scuola non ci si vergogna ad andare a lavorare, al contrario dell'Italia dove, se non sei laureato, sei comunque bollato dalla società come un fallito...

mattacchioneWeb, 18/06/2013 14:59:



Esattamente.....La storia è per definizione una scienza multidisciplinare e ripeto è una scienza, non è narrazione fine a sé stessa o pettegolezzo, per tornare anche a Tucidide, o studio di fatti estrapolati dal contesto, bisogna sempre calare nel periodo storico gli eventi di cui si parla e saper indicare in relazione agli stessi le maggiori tendenze e i maggiori sviluppi, a livello politico, culturale, artistico ecc...

Non puoi pensare di capire un evento, chessò la storia del mondo negli ultimi due secoli, e mi riferisco agli storici contemporanei (come si possa pensare di capire la crisi attuale anche senza sapere cosa è stata la storia del capitalismo dall'800 a oggi mi appare arduo), senza avere nessuna competenza di economia o di storia del pensiero economico (che è ciò che manca peraltro nella mia università, la (fu) facoltà di lettere di Bari).

Così non si può pensare di non avere conoscenza, anche minime, di sociologia, e su questo il mio corso è più confacente, o non aver fatto qualche esame di antropologia o anche di filosofia.

Poi ci sono le competenze strettamente tecniche, lo studio delle fonti (con l'acribia che si addice allo storico [SM=g8320] ), quindi la capacità di orientarsi in una biblioteca, in un archivio, il fatto di poter prendere in mano e capire come sono fatti dei diplomi, dei documenti notarili antichi, e quindi avere anche infarinature di diritto certamente, dei codici medievali, degli incunaboli o avere un approccio sciolto con le fonti letterarie (sapere per quel dato periodo storico quali fonti poter utilizzare e averne lette una parte), numismatiche, epigrafiche, questo per gli storici antichi....conoscere quindi il latino o il greco.

E poi qualche interesse archeologico è sempre utile...se non altro a livello metodologico. Bisogna poi conoscere la geografia!! Come si fa a studiare una tendenza, un processo storico (che sempre in quanto tale va valutato, si pensi a Braudel e alla storia evenementiel demolita da Bloch e Febvre), un fatto senza saperlo ricollegare e contestualizzare geograficamente! E di questi casi ce ne sono...E ricordatevi che la geografia influenza sempre le azioni degli uomini, questo è un dato innegabile, pur non sposando completamente io le tesi del determinismo spesso troppo meccanicistiche (quando non si dovrebbe mai trascurare letture sotto un profilo sempre culturale e quindi anche tecnologico).





Esemplare!
[Modificato da Legio XIII gemina 24/06/2013 19:38]


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

06/11/2013 11:04
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bhè
ciao a tutti...personalmente giusto un pò di discussioni accese, niente di più.....

sono un convinto vichiano comunque, un filosofo GENIALE limitato dal contesto religioso un pelino opprimente..

LA STORIA E' LA SCIENZA DELLE SCIENZE.
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