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l'essere supremo

Ultimo Aggiornamento: 24/02/2014 09:49
25/04/2013 00:08
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il titolo sembra suggerire una discussione sulla massoneria ma l'argomento verte su uno de concetti su cui la filosofia e le religioni occidentali hanno affrontato per secoli quale la questione dell'esistenza sul piano materiale di essenza divina. La questione ovviamente non avrà mai una risposta perchè non esistono per il momento prove definitive. Tuttavia ritenete secondo le vostre convinzioni che possa essere possibile l'esistenza di una forma di volontà propria "cosciente" di sè più antica del tempo e dello spazio e dotato di illimitata capacità ( l'attributo di "onnipotenza" creatrice ) e dotata secondo il nostro metro umano di "morale" e "arbitrio" tale da poter avere facoltà di giudicare e condannare ? sempre nei limiti della nostra mente umana concepiamo tutto quello che è intorno a noi nelle tre cardinali dimensioni dello spazio ma abbiamo scoperto tramite le convenzioni matematiche l'esistenza di più livelli non lineari del tempo ( la relatività ) e dunque verrebbe spontaneo il grande dubbio amletico sulla posizione a livello materiale di tale essenza, se esiste secondo i nostri punti di riferimento oppure accettare la possibilità già sostenuta dalla teologia di un piano separato dove le leggi che stabiliscono il nostro sistema non valgono.
non abbiate pietà dei nemici! vittoria,vittoria e sempre vittoria!!!!

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25/04/2013 10:05
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Tribunus Angusticlavius
Ελέω Θεού Βασιλευς
και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
Questa è la posizione ufficiale mia e della mia chiesa.
Seguendo i Santi Padri, l'Ortodossia non cerca di riconciliare fede e ragione, o di provare la fede con la logica e la scienza; in questa attitudine essa vede piuttosto un pericolo di mistificazione della fede nel tentativo di adeguamento ai processi intellettuali del tempo.
L'Ortodossia ritiene piuttosto che la conoscenza di Dio sia impiantata nella natura umana, ma che la ragione sia stata intaccata dalla caduta allo stesso modo di tutte le altre facoltà umane; salvo un intervento di Dio, quindi, la ragione umana non può scoprire altro.



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


25/04/2013 11:40
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Da agnostico l'unica entità che concepisco è un lógos inteso come causa ( non necessariamente originaria ), di tutte le cose. Non so se ciò valga in ambito metafisico, dove non posso indagare, è piuttosto importante per me stesso: è più facile per me vivere accettando una causa a me superiore e sconosciuta che inventare una risposta per spiegare cose che non conosco.
[Modificato da Legio XIII gemina 25/04/2013 11:44]


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

25/04/2013 12:10
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"Quando in codesto sentire ti senti veramente felice, chiamalo pure come vuoi: chiamalo felicità, cuore, amore. Per questo io non ho nome alcuno. Sentimento è tutto! La parola è soltanto suono e fumo." - Goethe


"Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

http://www.youtube.com/watch?v=_M3dpL4nj3Q
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26/04/2013 13:39
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non escludo che possa esistere qualcosa, ma per il momento sono felice di credere nella selezione naturale e nelle leggi della fisica...del resto chi esclude che questa "entità" non sia altro che una legge fisica che spiega tutto l'universo e la sua creazione ed evoluzione?
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Quisque est Barbarus alio
26/04/2013 14:45
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non credo nell'esistenza di un essere supremo,non ho alcun motivo logico per farlo,non nego che potrebbe comunque esistere ma anche se così fosse io non me ne preoccuperei più di tanto anche perchè al crescere della sua ipotetica potenza(immortale,onnipotente etch)le mie possibilità di interazione con lui sarebbero essenzialmente nulle.Io credo che il concetto di Dio sia stato creato dall'umo come ente di comodo per rispondere alle sue domande,l'uomo da un lato si pone un infinità di domande(e questo è un bene perchè il progresso è figlio della curiosità)però speso si accontenta di una risposta data da altri senza verificarne l'autenticità,un pò come il bambino che crede nelle favole.
28/04/2013 03:11
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Il Pagano
hmmmm argomento complesso, lungo la mia vita mi sono via via convinto che ogni singolo episodio che succede in natura sia esso stesso divino, la forza di un uragano, la creazione di un fulmine, un terremoto, un esplosione vulcanica, è l'evento naturale in se che per me assume connotati divini e ogni evento ha un suo essere divino personale

una visione che mi ha portato vicino al politeismo romano

la personificazione invece è solo frutto della mente umana, che all'atto di onorare questo e quell'evento ha dovuto dare, per una mera questione di saldo ponte divino-umano, un aspetto antropomorfo e un nome a questi eventi naturali

la concezione giudaico-cristiana non mi appartiene più da un pò ormai

[Modificato da Tito Flavio 28/04/2013 03:12]
"TV REGERE IMPERIO POPVLOS ROMANE MEMENTO, PARCERE SVBIECTIS ET DEBELLARE SVPERBOS",(ricordati o romano, che dovrai reggere col tuo potere le genti, perdonare i vinti e domare i superbi, Virgilius, Aeneis liber VI, vv. 852-854)






30/04/2013 19:43
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Da buon romano vecchio stile odio la filosofia, anche se ne capisco qualcosa. In sostanza sono più per un buon pragmatismo romano [SM=x1771228]

Comunque mi faccio questa domanda: ammesso che esista un essere supremo, può essere buono o cattivo. Se è cattivo le nostre buone azioni non contano nulla; se è buono siamo comunque sottoposti al suo libero arbitrio e quindi non siamo liberi. Dunque la soluzione sarebbe quella di vivere liberamente? [SM=g8113]
[Modificato da Costantinus 30/04/2013 19:48]

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"Vi abbiamo insegnato a distinguere se (i legionari che incontrerete) sono delle reclute o se sono veterani. Se sono reclute potete provare ad affrontarli; se sono veterani tiragli addosso tutto quello che avete e scappate il più in fretta possibile." (discorso di Flavio Giuseppe ai suoi soldati)

"A nessuno capita qualcosa che non sia in grado di sopportare" (Marco Aurelio)

"Se avessi avuto simili soldati avrei conquistato il mondo" (Pirro, riguardo i legionari romani)

30/04/2013 19:48
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se non ci stavano i greci i rozzi romanacci non sarebbero andati molto lontano :P
impara dai romani più vecchio stile di te xD


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"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
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Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

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30/04/2013 19:49
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Se non c'erano i greci forse conquistavano il pianeta ma è un'altra storia :P

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"A nessuno capita qualcosa che non sia in grado di sopportare" (Marco Aurelio)

"Se avessi avuto simili soldati avrei conquistato il mondo" (Pirro, riguardo i legionari romani)

30/04/2013 19:55
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Re:
Costantinus, 30/04/2013 19:49:

Se non c'erano i greci forse conquistavano il pianeta ma è un'altra storia :P


sèè vabbè vabbè, manco in rome1 :P xD


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"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

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30/04/2013 20:38
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nella teologia cristiana una delle prerogative di Dio è proprio la sua volontà di non interferire con il libero arbitrio umano...in parole povere, Dio non obbliga l'Uomo a compiere una scelta, pur potendo sapere gli esiti di ciascuna scelta l'Uomo compirà.



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"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
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"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
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"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


03/05/2013 17:03
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Re:
Xostantinou, 30/04/2013 20:38:

nella teologia cristiana una delle prerogative di Dio è proprio la sua volontà di non interferire con il libero arbitrio umano...in parole povere, Dio non obbliga l'Uomo a compiere una scelta, pur potendo sapere gli esiti di ciascuna scelta l'Uomo compirà.



in parte coccia con il principio in cui gli uomini dovevano agire come era stato già "scritto" per la condanna di Cristo e il principio della Salvezza che doveva scaturire da tale esito. Pietro era libero di tradire ? si poteva decidere una sorte diversa per Gesù da parte del Tempio e dai romani?


non abbiate pietà dei nemici! vittoria,vittoria e sempre vittoria!!!!

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03/05/2013 17:10
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non coccia affatto, sei sempre tu a decidere come agire. dio sa già cosa farai, ma ti concede comunque il libero arbitrio. poi se fai cavolate brucerai all'inferno

PS: non sono esperto, ma quello non era giuda? xD


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"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

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intendo il tradimento di Pietro :) se Gesù disse a Pietro "tu mi tradirai etc etc" significa che il tradimento è "già avvenuto" e in un certo senso Pietro è obbligato a commettere il tradimento. Giuda è anche questo è un argomento di libertà o atto predestinato ovvio :)
non abbiate pietà dei nemici! vittoria,vittoria e sempre vittoria!!!!

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in realtà il tutto viene fatto di propria spontanea volontà. dio prevede il futuro, ma non è egli stesso a plasmarlo


"Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

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"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
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sembra una contraddizione sul concetto di predestinazione che è uno dei pilastri della teologia cristiana, il Dio cristiano ha già stabilito il futuro che è già quindi "passato" e che è "conosciuto" da Dio ( onnisciente ). Ritenere che gli uomini possono plasmare il futuro significa concepire il creato divino in "divenire" cosa che contraddice l'infinito finito dell'Alfa e Omega della creazione divina.
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non esattamente, dio essendo onniscente conosce il futuro (in potenza) sono gli uomini che, agendo in modo libero e responsabile, lo plasmano (atto). dio non ha alcun ruolo in tale processo


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"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
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in tal caso scaturirebbe la Salvezza come una probabilità, non come parte del disegno divino e questo farebbe traballare parte della dottrina teologica cristiana...

in tal guisa se Giuda avesse deciso autonomamente di non tradire, il disegno divino non si sarebbe realizzato, non in quel modo comunque ma in tal caso renderebbe privo di significato il messaggio profetico della natività quando gli angeli annunciarono il mutamento dei tempi e il ruolo chiave di Dio fatto Uomo.
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per quanto ci riguarda la salvezza è decisamente una probabilità, in quanto ignari della predestinazione. stessa cosa ovviamente non vale per dio, che, in quanto onniscente, ha tutte le certezze del caso

per quanto riguarda giuda...era assolutamente certo che tradisse in quanto disegno divino. tuttavia non è stato costretto a farlo, ma ha agito di sua spontanea volontà. ecco quindi che libertà decisionale dell'uomo e sovranità divina coesistono perfettamente


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L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

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Tribunus Angusticlavius
Nemmneno io sono un esperto ma concordo con quanto sostenuto da andry. Certo però tutto ciò lascia spazio a perplessità.


« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »

Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

03/05/2013 23:16
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Praefectus Fabrum
le vie del Signore sono infinite ma è anche corretto dal punto di vista dottrinario affermare che il libero arbitrio è un illusione perchè crediamo di agire secondo nostre scelte ma alla fin fine siamo destinati senza saperlo a sorti già progettate dal Disegno. Infatti è il grande dilemma del "Fato" che è una costante di tutte le religioni che vedono l'Uomo sul palcoscenico dell'universo. Le religioni asiatiche infatti escludono il concetto di Fato perchè gli uomini non sono al centro del Cosmo anche se è pur vero che gli asiatici definiscono il concetto di Fato non come esito finale dell'esistenza del mortale ma come valore delle azioni del mortale prima di ogni nuova vita nel ciclo delle reincarnazioni ( il concetto di reincarnazioni è quasi assente nel pensiero occidentale di matrice-romano-giudaica ).
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04/05/2013 16:29
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Tribunus Angusticlavius
Ελέω Θεού Βασιλευς
και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
"L'onnipotenza si compie limitandosi. Nello stesso atto creativo, in certo qual modo Dio si limita, si ritira, per dare all'uomo lo spazio della libertà. Dio può tutto, recita un adagio patristico, fuorché costringere l'uomo ad amarlo; e così, accedere ad un amore significa abbandonarsi senza protezione alla peggiore delle sofferenze, quella del rifiuto e dell'abbandono da parte di chi amiamo. Dio è quindi un mendicante d'amore che attende alla porta dell'anima senza osare varcarla. E, infatti, egli non si accontenta solo di chiamare a sé lo schiavo che ha amato, ma scende egli stesso alla ricerca, lui, il ricco, si accosta alla nostra indigenza, si presenta da solo, dichiara il suo amore e prega che gli sia ricambiato; ad un rifiuto non si ritira, non si formalizza per l'offesa, respinto, attende alla porta e fa di tutto per mostrarsi vero amante, sopporta i danni e muore."
(St. Nikolas Cabasilas [Thessaloniki, 1322-1397]; Της ζωής εν Χριστώ, VI, A, I).
[Modificato da Xostantinou 04/05/2013 16:30]



------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


05/02/2014 23:09
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Filius Armeniae
scusate il necroposting....
volevo sottolineare che la piega che la discussione ha preso è la stessa che si creò tra calvinisti e cattolici e/o protestanti.
la base del calvinismo è proprio la predestinazione e l'inesistenza pratica del libero arbitrio. e il successo è ovviamente una prova della benevolenza a cui si è destinati.
per quanto riguarda la domanda principale, la mia opinione è semplice:
io ci credo.


NEMO ME IMPUNE LACESSIT.
Hardware confguration:
MONITOR FullHD 32" samsung
CASE: XpredatorX3 Red Devil BigTower - ALIMENTATORE: Corsair 650W 80+Platinum - MOTHERBOARD: Asrock Z84 Extreme4 - RAM Corsair 16gb 1600 - CPU: i5 4670k - DISSIPATORE: Artic Freeze Xtreme rev2 - VGA: GTX770 Ti 2gb -
MEMORIA: ssd 250gb samsung + 2tb sata 3 + 1 tb sata3.

Voilà! Alla Vista un umile Veterano del Vaudeville, chiamato a fare le Veci sia della Vittima che del Violento dalle Vicissitudini del fato. Questo Viso non è Vacuo Vessillo di Vanità, ma semplice Vestigia della Vox populi, ora Vuota, ora Vana. Tuttavia questa Visita alla Vessazione passata acquista Vigore ed è Votata alla Vittoria sui Vampiri Virulenti che aprono al Vizio, garanti della Violazione Vessatrice e Vorace della Volontà. L'unico Verdetto è Vendicarsi... Vendetta... E diventa un Voto non mai Vano poiché il suo Valore e la sua Veridicità Vendicheranno un giorno coloro che sono Vigili e Virtuosi. In Verità questa Vichyssoise Verbale Vira Verso il Verboso, quindi permettimi di aggiungere che è un grande onore per me conoscerti e che puoi chiamarmi V
21/02/2014 16:56
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Tribunus Angusticlavius
Re:
boboskus, 2/5/2014 11:09 PM:

scusate il necroposting....
volevo sottolineare che la piega che la discussione ha preso è la stessa che si creò tra calvinisti e cattolici e/o protestanti.
la base del calvinismo è proprio la predestinazione e l'inesistenza pratica del libero arbitrio. e il successo è ovviamente una prova della benevolenza a cui si è destinati.
per quanto riguarda la domanda principale, la mia opinione è semplice:
io ci credo.




Un buon necroposting,ti seguo e necroposto anche io:
Per me è la realtà ad essere illusoria e noi stessi siamo tutt'uno con l'essere supremo, semplicemente siamo parti di un unicum a livello cosmico che è l'universo, che sperimenta se stesso soggettivamente, essendo che la materia tende naturalmente alla vita. L'universo materiale (alias velo di maya) è talmente tanto contingente, relativo e fallace, che se dovessi prendere un cervello umano e collegarlo a un computer che da gli stessi stimoli che il cervello riceve dal corpo nella vita comune, l'io che abita quel cervello sarebbe al 100% convinto di trascorrere una vita normale pure non avendo un corpo. E non è una prospettiva inquietante in quanto se inquieta questo, dovrebbe inquietare anche la "vita reale". Ergo la vita non esiste e tantomeno la morte, e anche la paura della stessa, che sta alla radice di buona parte delle religioni abramitiche e di qualsiasi tipo di morale, è una panzana. Questo porta a una conclusione semplice, la morale è una presa in giro, e il bene e il male non esistono, quindi possiamo fare come straminchia ci pare in stile superuomo di Nietzsche? In parte, poichè se le emozioni esistono, e si distinguono in odio/amore principalmente, se amiamo noi stessi dobbiamo amare l'essere supremo, quindi amare il Tutto, ergo agire in modo corretto e distaccato, senza godere dei frutti delle nostre azioni, nella vita e nei confronti degli altri "io". Se scegliamo l'odio, significherebbe odiare se stessi e scegliere la non esistenza, dato che è impossibile scegliere di non esistere (anche se l'argomento si può approfondire ma ci vuole troppo), e bada, non morire, ma non esistere, va da se la conclusione che siamo spinti per natura verso un agire retto e positivo, e qualsiasi distorzione di questo agire fa solo danni.
21/02/2014 18:50
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in teologia si "rolla" da pazzi! :boing
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24/02/2014 09:48
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Re: Re:
-kapo-, 2/21/2014 4:56 PM:




Un buon necroposting,ti seguo e necroposto anche io:
Per me è la realtà ad essere illusoria e noi stessi siamo tutt'uno con l'essere supremo, semplicemente siamo parti di un unicum a livello cosmico che è l'universo, che sperimenta se stesso soggettivamente, essendo che la materia tende naturalmente alla vita. L'universo materiale (alias velo di maya) è talmente tanto contingente, relativo e fallace, che se dovessi prendere un cervello umano e collegarlo a un computer che da gli stessi stimoli che il cervello riceve dal corpo nella vita comune, l'io che abita quel cervello sarebbe al 100% convinto di trascorrere una vita normale pure non avendo un corpo. E non è una prospettiva inquietante in quanto se inquieta questo, dovrebbe inquietare anche la "vita reale". Ergo la vita non esiste e tantomeno la morte, e anche la paura della stessa, che sta alla radice di buona parte delle religioni abramitiche e di qualsiasi tipo di morale, è una panzana. Questo porta a una conclusione semplice, la morale è una presa in giro, e il bene e il male non esistono, quindi possiamo fare come straminchia ci pare in stile superuomo di Nietzsche? In parte, poichè se le emozioni esistono, e si distinguono in odio/amore principalmente, se amiamo noi stessi dobbiamo amare l'essere supremo, quindi amare il Tutto, ergo agire in modo corretto e distaccato, senza godere dei frutti delle nostre azioni, nella vita e nei confronti degli altri "io". Se scegliamo l'odio, significherebbe odiare se stessi e scegliere la non esistenza, dato che è impossibile scegliere di non esistere (anche se l'argomento si può approfondire ma ci vuole troppo), e bada, non morire, ma non esistere, va da se la conclusione che siamo spinti per natura verso un agire retto e positivo, e qualsiasi distorzione di questo agire fa solo danni.




il sunto sembrerebbe essere la morale Cristiana (immagino anche di altre religioni, ma quella più vicina mi sembra la Cristiano-cattolica)....ama tutti e non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te.....



Archita, 2/21/2014 6:50 PM:

in teologia si "rolla" da pazzi! :boing



oooo yessssss :smokin



[Modificato da boboskus 24/02/2014 09:49]


NEMO ME IMPUNE LACESSIT.
Hardware confguration:
MONITOR FullHD 32" samsung
CASE: XpredatorX3 Red Devil BigTower - ALIMENTATORE: Corsair 650W 80+Platinum - MOTHERBOARD: Asrock Z84 Extreme4 - RAM Corsair 16gb 1600 - CPU: i5 4670k - DISSIPATORE: Artic Freeze Xtreme rev2 - VGA: GTX770 Ti 2gb -
MEMORIA: ssd 250gb samsung + 2tb sata 3 + 1 tb sata3.

Voilà! Alla Vista un umile Veterano del Vaudeville, chiamato a fare le Veci sia della Vittima che del Violento dalle Vicissitudini del fato. Questo Viso non è Vacuo Vessillo di Vanità, ma semplice Vestigia della Vox populi, ora Vuota, ora Vana. Tuttavia questa Visita alla Vessazione passata acquista Vigore ed è Votata alla Vittoria sui Vampiri Virulenti che aprono al Vizio, garanti della Violazione Vessatrice e Vorace della Volontà. L'unico Verdetto è Vendicarsi... Vendetta... E diventa un Voto non mai Vano poiché il suo Valore e la sua Veridicità Vendicheranno un giorno coloro che sono Vigili e Virtuosi. In Verità questa Vichyssoise Verbale Vira Verso il Verboso, quindi permettimi di aggiungere che è un grande onore per me conoscerti e che puoi chiamarmi V
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