La questione galiziana fu leggermente diversa, da Lemberg a Gorlice-Tarnów l'armata ImperialRegia pagò cari degli errori di sottovalutazione sull'entità e sulla rapidità della mobilitazione russa (cosa che fece anche il comando Tedesco, ma la cosa non si ripercosse drammaticamente visto il successo quasi fortuito di Tannenberg) ma, soprattutto, pagò la scarsa collaborazione con il comando tedesco, che portò a reazioni scoordinate tra i due fronti, cosa che facilitò il gioco russo.
Tutto ciò coinvolse il fronte Austro-Ungarico tenuto dai corpi d'armata XII reclutato tra i romeni di Transilvania, il III reclutato nel Litorale ed il XI reclutato tra gli ucraini della Galizia.
Questi corpi erano stati reclutati e spediti al fronte con molta fretta e con scarsa preparazione, il XII romeno in particolare era considerato uno dei peggiori corpi dell'Impero. Di fronte ad un'avanzata di buon livello e di vasta portata ed una reazione da parte dei loro alti comandi sbagliata e scoordinata, molti degli uomini di questi reparti preferirono disertare per non farsi massacrare in qualche insensata azione di guerra.
Tuttavia, una volta riorganizzati, questi corpi diedero spesso prova di grande valore, a differenza di quanto raccontato dalla propaganda, ad esempio, il III corpo d'armata, composto da friulani, sloveni, italofoni ed altre genti del litorale (Gorizia, Trieste, Istria) combatté distinguendosi sull'Isonzo.
Non solo la Boemia, ma anche la Galizia ed il Litorale godevano di amplissime autonomie all'interno dello statuto imperiale, inoltre, come accenni tu alla questione linguistica, la legge n° 142 del 21 dicembre 1867, diceva testualmente: “Tutte le nazionalità dello Stato hanno uguali diritti e ad ognuna di esse deve essere riconosciuto, come inviolabile, il diritto al riconoscimento della cura della propria nazionalità e della lingua rispettiva; Lo Stato riconosce quindi la parità di trattamento di tutte le lingue usate entro i confini della Monarchia, così nella scuola come negli uffici e nella vita privata, ed in tutti i paesi nei quali abitano popolazioni di diversa nazionalità, gli istituti di educazione devono porgere occasione a ciascuno di poter acquistare la necessaria cultura servendosi del proprio idioma, senza essere costretto ad un’altra qualsiasi lingua.”
Anche nell'esercito, gli ufficiali erano tenuti ad imparare almeno 8 lingue come formazione base più l'eventuale lingua parlata dal reparto cui erano a capo e quella parlata nel luogo in cui erano distaccati.
Non era raro per un semplice Sergente conoscere anche 10 lingue.
Inoltre, anche la questione religiosa era tenuta in considerazione, ad esempio quando un reparto bosniaco musulmano venne distaccato nell'alta Slovenia, l'intendenza provvide a far erigere una moschea nella cittadina in cui erano stanziati, in modo da venire in contro alle loro esigenze.
L'Inghilterra era interessata principalmente ad evitare la concorrenza nel Mediterraneo, quindi puntava principalmente a sostenere la Grecia, chi era più coinvolto era la Francia, che intendeva assumere un ruolo di primo piano nei Balcani in funzione antigermanica, sopratutto proponendosi come protettrice della Romania e favorendo i gruppi indipendentisti cechi e magiari. Ma per tutte le potenze in gioco, l'ago della bilancia era la Serbia.
La questione Bosniaca indubbiamente rifletteva i futuri scenari bellici, ma anche la politica tedesca post-bismarchiana diede un robusto colpo di acceleratore ad una concatenazione di eventi tutt'altro che inevitabili.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.
"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."
"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."
"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."
"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."
"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”