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Il primo tra gli imperi

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    Praefectus Fabrum
    00 27/08/2011 16:11
    Si ritiene che la politica estera britannica abbia fornito sostegno in varia misura ai nazionalismi nell'impero ottomano nei balcani nell'800 ( evidenti i richiami di Gladstone sul tema della repressione turca ) e il governo del Regno di Iugoslavia emerso dopo la IWW fu sostenuto con prestiti da Londra tra l'altro molto sensibile a supportare non gli slavi in generale ma in particolare i serbi e in tal caso non è escluso che l'organizzazione terroristica "mano nera" potesse aver tenuto legami con il governo britannico. Sicuramente l'attentato all'arciduca non era nei progetti inglesi comunque e certo non la dissoluzione dell'impero in sè ma Londra teneva d'occhio la penisola guardando alla Russia.

    riguardo alla Galizia hai ragione perfettamente, interi reggimenti defezionarono all'inizio del conflitto e in Russia si creavano unità boeme costituite da disertori e una cosa simile poteva anche avvenire per l'Italia ma Roma non ebbe mai interesse serio sul tema a parte qualche eccezione. Comunque c'è anche da dire che i cechi in passato avevano richiesto il trialismo ed erano intanto riusciti ad acquisire alcune forme di autonomia locale ( come l'uso della lingua locale per i servizi amministrativi regionali ). Di certo la responsabilità del disastro finale per l'impero è tutta per il governo imperiale che ha gestito la crisi serba in modo maldestro provocando la fatale catena delle alleanze e la guerra mondiale. Tuttavia era anche inevitabile la crisi balcanica per riflesso dei scompensi per le guerre risorgimentali poichè l'annessione della bosnia-erzegovina viene vista in quest'ottica.

    non abbiate pietà dei nemici! vittoria,vittoria e sempre vittoria!!!!

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    00 27/08/2011 17:06
    avevo cercato di spostare la discussione agli arabo/russi come nn detto [SM=g8360] [SM=g8360]

    ci riprovo cn questo nuovo video e commentate [SM=g8335]

    [Modificato da Pico total war 27/08/2011 17:08]




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    Xostantinou
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    00 27/08/2011 17:12
    La questione galiziana fu leggermente diversa, da Lemberg a Gorlice-Tarnów l'armata ImperialRegia pagò cari degli errori di sottovalutazione sull'entità e sulla rapidità della mobilitazione russa (cosa che fece anche il comando Tedesco, ma la cosa non si ripercosse drammaticamente visto il successo quasi fortuito di Tannenberg) ma, soprattutto, pagò la scarsa collaborazione con il comando tedesco, che portò a reazioni scoordinate tra i due fronti, cosa che facilitò il gioco russo.
    Tutto ciò coinvolse il fronte Austro-Ungarico tenuto dai corpi d'armata XII reclutato tra i romeni di Transilvania, il III reclutato nel Litorale ed il XI reclutato tra gli ucraini della Galizia.
    Questi corpi erano stati reclutati e spediti al fronte con molta fretta e con scarsa preparazione, il XII romeno in particolare era considerato uno dei peggiori corpi dell'Impero. Di fronte ad un'avanzata di buon livello e di vasta portata ed una reazione da parte dei loro alti comandi sbagliata e scoordinata, molti degli uomini di questi reparti preferirono disertare per non farsi massacrare in qualche insensata azione di guerra.
    Tuttavia, una volta riorganizzati, questi corpi diedero spesso prova di grande valore, a differenza di quanto raccontato dalla propaganda, ad esempio, il III corpo d'armata, composto da friulani, sloveni, italofoni ed altre genti del litorale (Gorizia, Trieste, Istria) combatté distinguendosi sull'Isonzo.

    Non solo la Boemia, ma anche la Galizia ed il Litorale godevano di amplissime autonomie all'interno dello statuto imperiale, inoltre, come accenni tu alla questione linguistica, la legge n° 142 del 21 dicembre 1867, diceva testualmente: “Tutte le nazionalità dello Stato hanno uguali diritti e ad ognuna di esse deve essere riconosciuto, come inviolabile, il diritto al riconoscimento della cura della propria nazionalità e della lingua rispettiva; Lo Stato riconosce quindi la parità di trattamento di tutte le lingue usate entro i confini della Monarchia, così nella scuola come negli uffici e nella vita privata, ed in tutti i paesi nei quali abitano popolazioni di diversa nazionalità, gli istituti di educazione devono porgere occasione a ciascuno di poter acquistare la necessaria cultura servendosi del proprio idioma, senza essere costretto ad un’altra qualsiasi lingua.”
    Anche nell'esercito, gli ufficiali erano tenuti ad imparare almeno 8 lingue come formazione base più l'eventuale lingua parlata dal reparto cui erano a capo e quella parlata nel luogo in cui erano distaccati.
    Non era raro per un semplice Sergente conoscere anche 10 lingue.
    Inoltre, anche la questione religiosa era tenuta in considerazione, ad esempio quando un reparto bosniaco musulmano venne distaccato nell'alta Slovenia, l'intendenza provvide a far erigere una moschea nella cittadina in cui erano stanziati, in modo da venire in contro alle loro esigenze.

    L'Inghilterra era interessata principalmente ad evitare la concorrenza nel Mediterraneo, quindi puntava principalmente a sostenere la Grecia, chi era più coinvolto era la Francia, che intendeva assumere un ruolo di primo piano nei Balcani in funzione antigermanica, sopratutto proponendosi come protettrice della Romania e favorendo i gruppi indipendentisti cechi e magiari. Ma per tutte le potenze in gioco, l'ago della bilancia era la Serbia.

    La questione Bosniaca indubbiamente rifletteva i futuri scenari bellici, ma anche la politica tedesca post-bismarchiana diede un robusto colpo di acceleratore ad una concatenazione di eventi tutt'altro che inevitabili.



    ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
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    "Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
    So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
    Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

    "Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
    Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

    "La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

    "Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
    E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
    Per spalancare la murata porta d'Oro;
    E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
    Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
    Cercherò riposo sui miei antichi confini."

    "Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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    Pius Augustus
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    00 27/08/2011 19:09
    Re:
    Archita, 27/08/2011 16.11:

    Si ritiene che la politica estera britannica abbia fornito sostegno in varia misura ai nazionalismi nell'impero ottomano nei balcani nell'800 ( evidenti i richiami di Gladstone sul tema della repressione turca ) e il governo del Regno di Iugoslavia emerso dopo la IWW fu sostenuto con prestiti da Londra tra l'altro molto sensibile a supportare non gli slavi in generale ma in particolare i serbi e in tal caso non è escluso che l'organizzazione terroristica "mano nera" potesse aver tenuto legami con il governo britannico. Sicuramente l'attentato all'arciduca non era nei progetti inglesi comunque e certo non la dissoluzione dell'impero in sè ma Londra teneva d'occhio la penisola guardando alla Russia.

    riguardo alla Galizia hai ragione perfettamente, interi reggimenti defezionarono all'inizio del conflitto e in Russia si creavano unità boeme costituite da disertori e una cosa simile poteva anche avvenire per l'Italia ma Roma non ebbe mai interesse serio sul tema a parte qualche eccezione. Comunque c'è anche da dire che i cechi in passato avevano richiesto il trialismo ed erano intanto riusciti ad acquisire alcune forme di autonomia locale ( come l'uso della lingua locale per i servizi amministrativi regionali ). Di certo la responsabilità del disastro finale per l'impero è tutta per il governo imperiale che ha gestito la crisi serba in modo maldestro provocando la fatale catena delle alleanze e la guerra mondiale. Tuttavia era anche inevitabile la crisi balcanica per riflesso dei scompensi per le guerre risorgimentali poichè l'annessione della bosnia-erzegovina viene vista in quest'ottica.





    1) riguardo al primo punto in effetti stai dando ragione a me. Peraltro gli inglesi difesero l'impero ottomano fino a quando questo si alleò con i tedeschi. Le riluttanze gladstoniane non modificano questo dato di fatto.

    2)il fatto è che l'austria era intenzionata ad espandersi nei balcani sottomettendo popolazioni slave (vedi bosnia). La sua ww1 non fu del tutto difensiva.


    « Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli...
    a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto."
    George Orwell


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    Lei ha ragione...
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    Pius Augustus
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    00 27/08/2011 19:15
    Re:
    Xostantinou, 27/08/2011 17.12:

    La questione galiziana fu leggermente diversa, da Lemberg a Gorlice-Tarnów l'armata ImperialRegia pagò cari degli errori di sottovalutazione sull'entità e sulla rapidità della mobilitazione russa (cosa che fece anche il comando Tedesco, ma la cosa non si ripercosse drammaticamente visto il successo quasi fortuito di Tannenberg) ma, soprattutto, pagò la scarsa collaborazione con il comando tedesco, che portò a reazioni scoordinate tra i due fronti, cosa che facilitò il gioco russo.
    Tutto ciò coinvolse il fronte Austro-Ungarico tenuto dai corpi d'armata XII reclutato tra i romeni di Transilvania, il III reclutato nel Litorale ed il XI reclutato tra gli ucraini della Galizia.
    Questi corpi erano stati reclutati e spediti al fronte con molta fretta e con scarsa preparazione, il XII romeno in particolare era considerato uno dei peggiori corpi dell'Impero. Di fronte ad un'avanzata di buon livello e di vasta portata ed una reazione da parte dei loro alti comandi sbagliata e scoordinata, molti degli uomini di questi reparti preferirono disertare per non farsi massacrare in qualche insensata azione di guerra.
    Tuttavia, una volta riorganizzati, questi corpi diedero spesso prova di grande valore, a differenza di quanto raccontato dalla propaganda, ad esempio, il III corpo d'armata, composto da friulani, sloveni, italofoni ed altre genti del litorale (Gorizia, Trieste, Istria) combatté distinguendosi sull'Isonzo.

    Non solo la Boemia, ma anche la Galizia ed il Litorale godevano di amplissime autonomie all'interno dello statuto imperiale, inoltre, come accenni tu alla questione linguistica, la legge n° 142 del 21 dicembre 1867, diceva testualmente: “Tutte le nazionalità dello Stato hanno uguali diritti e ad ognuna di esse deve essere riconosciuto, come inviolabile, il diritto al riconoscimento della cura della propria nazionalità e della lingua rispettiva; Lo Stato riconosce quindi la parità di trattamento di tutte le lingue usate entro i confini della Monarchia, così nella scuola come negli uffici e nella vita privata, ed in tutti i paesi nei quali abitano popolazioni di diversa nazionalità, gli istituti di educazione devono porgere occasione a ciascuno di poter acquistare la necessaria cultura servendosi del proprio idioma, senza essere costretto ad un’altra qualsiasi lingua.”
    Anche nell'esercito, gli ufficiali erano tenuti ad imparare almeno 8 lingue come formazione base più l'eventuale lingua parlata dal reparto cui erano a capo e quella parlata nel luogo in cui erano distaccati.
    Non era raro per un semplice Sergente conoscere anche 10 lingue.
    Inoltre, anche la questione religiosa era tenuta in considerazione, ad esempio quando un reparto bosniaco musulmano venne distaccato nell'alta Slovenia, l'intendenza provvide a far erigere una moschea nella cittadina in cui erano stanziati, in modo da venire in contro alle loro esigenze.

    L'Inghilterra era interessata principalmente ad evitare la concorrenza nel Mediterraneo, quindi puntava principalmente a sostenere la Grecia, chi era più coinvolto era la Francia, che intendeva assumere un ruolo di primo piano nei Balcani in funzione antigermanica, sopratutto proponendosi come protettrice della Romania e favorendo i gruppi indipendentisti cechi e magiari. Ma per tutte le potenze in gioco, l'ago della bilancia era la Serbia.

    La questione Bosniaca indubbiamente rifletteva i futuri scenari bellici, ma anche la politica tedesca post-bismarchiana diede un robusto colpo di acceleratore ad una concatenazione di eventi tutt'altro che inevitabili.



    uno sproloquio insensato,che prova a sommergere con chiacchiere i fatti fondamentali:

    gli slavi e i boemi combatterono male sul fronte orientale (strano caso, il crollo si ripetè, ancora peggiore, nel 1916).

    le minoranze non tedesche e magiare erano sotto un giogo straniero.

    I contentini non significano parità di diritti o di dignità; una basica forma di autonomia locale non significa niente di più che un contentino, per l'appunto. I magiari lo sapevano, ed avevano lottato per imporsi come altra etnia dominante. Non avrebbero tollerato un avanzamento degli slavi a regno unito da unione personale...figuriamoci gli italiani, gli ucraini, i romeni.

    Gli ufficiali non riuscivano a comunicare con i loro stessi soldati, spesso e volentieri, nonostante le chiacchiere.





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    Pius Augustus
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    00 27/08/2011 19:17
    Re:
    Costantinus, 27/08/2011 15.18:

    Tutta questa esaltazione del commonwealth è del tutto effimera. E' vero, ci sono stati come Canada e Australia che hanno formalmente come Re il sovrano d'Inghilterra, ma per il resto niente. Sono Stati AUTONOMI, il Regno Unito da parte sua è economicamente inferiore all'Italia e nell'Unione Europea vivono da esiliati (quando converrebbe loro integrarsi), hanno un'influenza pari a zero se si esclude il fatto che sono pappa e ciccia con gli USA.
    In Europa sono molto più rilevanti Francia e Germania. Il Regno Unito, USA esclusi, sono al livello italico.




    L'uk ha, a livello mondiale e a livello europeo, un peso molto maggiore del nostro. Il commonwealth centra in maniera marginale, tuttavia.
    Il loro essere esiliati è un volontario esiliarsi (visto che nell'ue abbiamo gente come berlusconi come dargli torto?), ed economicamente, checchè ne dica papi, non ci sono affatto inferiori.


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    Re: Re:
    Pius Augustus, 27/08/2011 19.15:



    uno sproloquio insensato,che prova a sommergere con chiacchiere i fatti fondamentali




    descrizione perfetta del tuo post.




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    So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
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    "Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
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    00 27/08/2011 23:27
    Re: Re:
    Pius Augustus, 27/08/2011 19.15:


    Gli ufficiali non riuscivano a comunicare con i loro stessi soldati, spesso e volentieri, nonostante le chiacchiere.



    anche la marina sabauda ebbe questo difetto di non poco conto e fu subito Lissa [SM=g8298]

    l'unità d'italia dal punto di vista militare fu indietro sul campo della lingua quasi la maggior parte dei alti gradi parlavano piemontese o sardo mentre ufficiali di complemento e bassi gradi e soldati semplici parlavano calabrese o napoletano.

    comunque stavamo parlando di imperi e un impero ha la sua logica di essere quando unisce a livello amministrativo e politico le componenti etniche e i popoli concedendole autonomia in vario grado senza però rompere la necessaria unità statale con concessioni al limite dell'indipendenza. La differenza è chiara fra impero e federazione e una linea grigia potrebbe essere la confederazione. Riguardo al caso dell'impero austroungarico l'istituzione monarchica era il collante fondamentale e la fonte stessa di legittimazione dell'esistenza dell'Impero e difatti l'impero cessò di esistere con la morte fisica dell'Imperatore che per decenni ha rappresentato lo Stato sia per i suoi sudditi sia al mondo. il fatto cruciale è che non è che i cechi fossero marginalizzati in sè dall'Impero ma che essi hanno subito le pretese di equiparazione di un altra etnia altrettanto non tedesca ( gli ungheresi ) poichè tradizionalmente gli asburgo venivano incoronati a Praga. Non si tratta semplicemente di tedeschi soppraffatori di etnie non tedesche ma di dinamiche tipicamente imperiali dove un etnia più forte ha preso soppravvento su un altra e la corona imperiale, come in altri esempi di imperi classici, doveva creare un nuovo sistema in base al nuovo equilibrio fra i popoli soggetti all'ordinamento imperiale. Se i cechi fossero stati più forti degli ungheresi avrebbero creato un impero austro-boemo piuttosto...

    tutto sommato anche il civilissimo impero britannico non poteva concedere autonomia al limite dell'indipendenza prima della IIWW come il caso dell'India che fu al lungo proprietà della Corona stessa una volta assorbita la compagnia delle Indie e l'autonomia fu acquisita
    gradualmente dagli indiani solo per l'impegno bellico fornito generosamente durante la IIWW e dalla capacità diplomatica di Gandhi altrimenti il commonwealth attuale senza le due guerre mondiali sarebbe rimasto ancora impero sotto amministrazione britannica in chiave imperiale.

    [Modificato da Archita 27/08/2011 23:31]
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    Pius Augustus
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    00 28/08/2011 10:20
    l'impero inglese era molto diverso da quello austriaco, perchè era un impero coloniale. è più sensato paragonare la situazione nelle isole britanniche a quella dell'impero austro ungarico.


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    00 21/10/2011 13:46
    Re: il più Grande e il più Felice(volevo scriverlo in latino,ma non ricordo come...)
    arysfalian, 04/08/2011 16.11:

    ricordo vagamente una discussione simile parecchi anni fa,ma per interesse la ripropongo.
    Quale impero,o ente statuale propriamente detto come tale,può attribuirsi la palma di migliore per tutta una serie di motivi,quali la supremazia militare,la solidità economica,l'influenza politica e culturale,e perché no,anche per la vastità di terre assoggettate?
    Unendo tutti questi e altri fattori,quali tra questi secondo voi risulta essere stato il più "grande e felice"?
    Ovviamente si parla di tutte le epoche,da quello straovvio dei romani a quello mongolo(dove una frase diceva che una vergine con un piatto d'oro poteva attraversarlo per tutta la sua vastità senza temere alcun male),da quello britannico a quello arabo,da quello ottomano agli imperi militari degli ultimi 300 anni...

    EDIT:ho corretto una imprecisione,mettendo mongolo al posto di unno.
    La frase su wiki era infatti riferita alla pax mongolica


    La Repubblica di Venezia [SM=g8806]

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    leonida.99
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    00 05/08/2013 10:25
    L'impero Romano è una cosa scontata, io direi quello Egizio(non Tolomeo, sarebbe la stessa cosa di dire Macedone, anche se Alessandro il grande aveva un bellissiMo impero [SM=x1617498] [SM=x1617498] [SM=x1617498] [SM=x1617498] [SM=x1617498] ).
    --------------------------------------------------






    ID Steam:Leonida.99
    http://twitaliamod.freeforumzone.leonardo.it/f/189885/Total-War-mod-italia-forum/forum.aspx




    Davanti al pozzo della morte:
    L'imperatore vuole la terra di Sparta
    arrendetevi e consegnate le terre
    Leonida pensa:beh , questo è già successo...
    leonida dice : e sei dicessi di no?
    il romano : beh , Roma o morte!
    Roma o morte!
    Leonida prende fiato e pensa: questo è il momento , su questo volta il calcio glielo do da un altra parte!

    Roma?no , questa è Spartaaaaaaaaaaaaaaaaa!
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    Iulianus Apostata
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    Re:
    Costantinus, 15/08/2011 09:55:

    C'è una chiara differenza tra Stati Uniti e Roma, che non è nè l'impero nè il capitalismo nè altro.
    Gli Americani si ritengono investiti di una missione divina, vedono nel loro nemico l'Anticristo e via dicendo. I Romani no.




    Infatti. I Romani puntavano soprattutto a unificare il mondo mediterraneo, culla della civiltà ellenica e italica (Platone, nel "libro delle leggi", sostenne addirittura che furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa; ma ovviamente tutto è discutibile); per questo, alla fine, rinunciarono a sottomettere definitivamente la Germania, che a Teutoburgo aveva inferto un brutto colpo alle legioni augustee.



    [Modificato da Iulianus Apostata 28/08/2013 17:52]
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    IULIANUS IL VOLSCO

    Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

    Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

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    «..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

    (Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

    «Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

    -SOLDATO IGNOTO-

    «Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

    -Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

    «furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

    -Platone, "libro delle leggi"-

    «Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

    Gianni Granzotto, "Annibale"

    «..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

    Gianni Granzotto,"Annibale"

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