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La battaglia piu sanguinosa dell'epoca classica

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    Riccardo.Cuor di Leone
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    00 08/10/2013 16:51
    Secondo le vostre conoscenze quale fu la BATTAGLIA PIU SANGUINOSA(ovvero che fece più morti) che si ricordi nell'EPOCA CLASSICA?
    Da chi fu combattuta?
    quante presone vi trovarono la morte li?


    <>

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    andry18
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    00 08/10/2013 17:33
    probabilmente canne, primo perché la maggior parte degli scontri si basavano su vittoria o sconfitta, non sulla sopravvivenza in terra straniera (quindi appena c'era un evidente svantaggio ci si ritirava, cosa che annibale non ha permesso), secondo perché spesso le stime erano esagerate. qui la storia l'hanno fatta i perdenti, quindi i dati sono più attendibili
    [Modificato da andry18 08/10/2013 17:34]


    "Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

    "Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

    "You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

    "ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

    "Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
    L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
    Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
    Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

    http://www.youtube.com/watch?v=_M3dpL4nj3Q
    https://www.youtube.com/watch?v=QcvjoWOwnn4
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    00 08/10/2013 18:03
    In Asia ci sono state battaglie con centinaia di migliaia di morti durante la storia antica, tuttavia la battaglia più costosa in termini di vite umane per i Romani fu Arausio ( 80.000 ), seguita poi da Canne


    « ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

    Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


    « Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

    Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


    « Pallida no ma più che neve bianca
    che senza venti in un bel colle fiocchi,
    parea posar come persona stanca:
    quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
    sendo lo spirto già da lei diviso,
    era quel che morir chiaman gli sciocchi:
    Morte bella parea nel suo bel viso. »

    Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


    « Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

    Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


    « Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

    Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

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    Augusto.Carducci
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    00 08/10/2013 19:17
    non dimentichiamoci delle migrazioni barbariche. quando finivano gli scontri si lasciavano a terra centinaia di migliaia di persone
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    andry18
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    00 08/10/2013 19:20
    grazie per la precisazione legio ;)

    per quanto riguarda l'oriente i dati sono spesso e volentieri alterati a scopo propagandistico, basti vedere alle varie battaglie tra greci e persiani, i numeri di questi ultimi sono sempre 3-4 volte maggiori rispetto alla realtà


    "Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

    "Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

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    "ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

    "Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
    L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
    Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
    Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

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    00 08/10/2013 19:36
    andry18, 08/10/2013 18:20:

    grazie per la precisazione legio ;)

    per quanto riguarda l'oriente i dati sono spesso e volentieri alterati a scopo propagandistico, basti vedere alle varie battaglie tra greci e persiani, i numeri di questi ultimi sono sempre 3-4 volte maggiori rispetto alla realtà



    E' vero, mi riferivo comunque a battaglie come quella di Changping o Gaixia, per quanto anche la più "vicina" battaglia di Thymbra fu molto sanguinosa.

    Augusto.Carducci, 08/10/2013 18:17:

    non dimentichiamoci delle migrazioni barbariche. quando finivano gli scontri si lasciavano a terra centinaia di migliaia di persone



    A quali battaglie ti riferisci Augusto? p.s. beh si, pensando ad Arausio basta collegare ai Campi Raudii e...a un buon centinaio di migliaia di morti.


    Forse Riccardo.Cuor di Leone chiede qual'è stata la battaglia con più soldati uccisi, ché di stragi di centinaia di migliaia di civili a seguito delle battaglie ce ne sono state una marea
    [Modificato da Legio XIII gemina 08/10/2013 20:00]


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    00 08/10/2013 22:47
    Non sempre si può accertare sulla veridicità dei conteggi dei morti in considerazione di carattere propagandistico delle narrazioni del periodo, in genere le perdite umane si calcolano, in base ad ipotesi storiografiche più moderne, su un 1/3 degli effettivi in media nell'immediato scontro più una non trascurabile perdita di altri uomini per ferite che potevano procurare morte o invalidità e in più da tener conto i dispersi per fuga o per cattura.

    Canne,secondo me, fu più un mattatoio in piena regola che una battaglia e un esito così devastante era raro nelle guerre antiche, il più delle volte gli eserciti sconfitti al primo impatto si disperdevano e si faceva incetta abbondante di prigionieri come l'esercito ateniere sconfitto dai siracusani e ridotto a lavorare nelle miniere.
    non abbiate pietà dei nemici! vittoria,vittoria e sempre vittoria!!!!

    http://www.storiainpoltrona.com/
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    Riccardo.Cuor di Leone
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    00 09/10/2013 15:46
    Woow Canne va per la maggiore dunque
    Cmq ha ragione Legio XIII intendevo con un maggior numero di soldati morti tralasciando i fuggitivi o le conseguenze e le successive stragi di civili


    <>

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    Augusto.Carducci
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    00 09/10/2013 23:56
    cimbri e teutoni per esempio. non furono "stragi civili" ma un popolo in marcia che combatteva. annientarlo significava far fuori tutti o quasi, e quindi centinaia di migliaia di persone.
    ma insomma, anche tutti gli spostamenti di fine 400 sono stati spesso dei veri e propri massacri.
    oltretutto, essendo interi popoli, si ritrovavano a combattere tutti, ovviamente evitando prime linee di donne e vecchi, che erano però barricati in una sorta di fortino costituito dai carri trasporto...ma non sono poche le narrazioni di donne germaniche all'assalto a guerra finita, o spesso anche di suicidi di massa una volta finito lo scontro e decretata la sconfitta certa

    PS: il concetto di "soldati" fuori dai confini di roma e medioriente perde completamente di significato
    [Modificato da Augusto.Carducci 10/10/2013 00:22]
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    00 10/10/2013 01:56
    nella civiltà celtica e germanica i "guerrieri" erano una vera e propria classe numericamente minoritaria e pochissimi erano armati di spade di solito appannaggio dei nobili la classe al vertice della società tribale. Il concetto di "fanteria" disciplinata rimase un elemento assolutamente alieno per le civiltà oltre il limes finchè appunto non assimilarono questo elemento dai romani stessi. Si potrebbe parlare di prime formazioni militari organizzate per gli eserciti oltre il limes dal IV-V secolo in poi e di solito di origine romana per la formazione dei suoi condottieri e ufficiali e per l'acquisito equipaggiamento anche se ci sono alcune rare eccezioni come i Vandali che avevano proprie tradizioni militari e comandanti privi di formazione nell'esercito romano.
    non abbiate pietà dei nemici! vittoria,vittoria e sempre vittoria!!!!

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    Augusto.Carducci
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    00 10/10/2013 02:01
    Re:
    Archita, 10/10/2013 01:56:

    nella civiltà celtica e germanica i "guerrieri" erano una vera e propria classe numericamente minoritaria e pochissimi erano armati di spade di solito appannaggio dei nobili la classe al vertice della società tribale. Il concetto di "fanteria" disciplinata rimase un elemento assolutamente alieno per le civiltà oltre il limes finchè appunto non assimilarono questo elemento dai romani stessi. Si potrebbe parlare di prime formazioni militari organizzate per gli eserciti oltre il limes dal IV-V secolo in poi e di solito di origine romana per la formazione dei suoi condottieri e ufficiali e per l'acquisito equipaggiamento anche se ci sono alcune rare eccezioni come i Vandali che avevano proprie tradizioni militari e comandanti privi di formazione nell'esercito romano.




    appunto, ma anche nelle razzie stesse non erano presenti le sole sippe, ma anche bande di uomini armati alla meglio, e con questa filosofia, durante le migrazioni, tutti erano guerrieri della tribù
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    Riccardo.Cuor di Leone
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    00 10/10/2013 16:47
    Si so anche io cosa significasse il termine specifico di soldato o simili in questo caso volevo generalizzare indicando i combattenti e non i civili


    <>