È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

Total War Games Italia Forum La più grande comunità italiana sui videogiochi Total War. Total War: Warhammer - Total War: Attila - Total War: Rome 2 - Total War: Shogun 2 - Napoleon: Total War - Empire: Total War - Medieval II: Total War - Total War Eras - Rome: Total War

Il vostro amore per la Storia vi ha mai creato problemi a livello sociale?

  • Messaggi
  • OFFLINE
    luifik
    Post: 2.126
    Registrato il: 19/07/2006
    Città: ROMA
    Età: 47
    Sesso: Maschile
    Tribunus Angusticlavius
    PATRICIVS
    00 21/11/2013 10:52
    Re:
    Impepatore, 12/05/2013 01:18:

    Faccio un esempio. Di recente mi è capitato di essere insultato nella pagina spotted della mia facoltà dai miei colleghi, che mi definiscono lecchino perché faccio molti interventi durante la lezione di Storia Romana. A voi è mai capitato qualcosa di simile, come essere socialmente esclusi dall'ambiente scolastico/universitario a causa di questa vostra passione?




    Nella vita ti capiterà frequentemente di inciampare nei cretini.
    "non ti curar di loro ma guarda e passa".

    L'amore per la storia non può che renderti migliore.


    Exaudi, regina tui pulcherrima mundi,
    inter sidereos, Roma, recepta polos

    « L'imperatore mio figlio è un sovrano capace, ma non di questi tempi, perché vede e pensa grandi cose, quali servivano ai tempi felici dei nostri avi. Invece oggi, che gli eventi ci incalzano, non di un imperatore ha bisogno il nostro stato, ma di un amministratore. Ho paura che dalle sue idee e iniziative deriverà la rovina di questa casata. »





  • OFFLINE
    Iulianus Apostata
    Post: 2.079
    Registrato il: 24/03/2009
    Sesso: Maschile
    Tribunus Angusticlavius
    00 08/12/2013 21:32
    Re: Re:
    Pius Augustus, 04/06/2013 16:01:



    Io conosco gente che studia storia ma non ha mai studiato economia o diritto. Secondo me chi fa Scienze Politiche capisce la storia meglio di chi fa storia. Diritto ed economia sono materie tecniche, storia dovrebbe essere universale... per questo non la si può approcciare senza conoscere le materie tecniche.




    La facoltà di Scienze Politiche è estremamente poliedrica, ricchissima: ti trovi a dover studiare materie storiche (relativa ad argomenti specifici) seguendo necessariamente un metodo; materie giuridiche dovendone seguire un altro; economiche adottando altri criteri..A me piace.

    Xostantinou, 05/06/2013 20:56:


    per quello escono pochi storici buoni...se guardi ad esempio gli storici provenienti dal mondo anglosassone contemporaneo, sono spesso personaggi dalla grande competenza politica o socioeconomica, e viceversa diversi politologi o economisti hanno ottime conoscenze storiche...purtroppo l'italica istruzione è quello che è...tanto per dirne una, se vuoi specializzarti da storico in ambito militare, la cosa migliore è frequentare accademie militari come West Point o Sandhurst, e non le facoltà universitarie...



    Anche l'Accademia Militare di Modena prepara egregiamente alla Storia Militare: una persona a me infinitamente cara è uscita da lì. E' innegabile che in quell'ambiente abbia ricevuto una formazione tale da consentirgli di maturare quelle competenze teoriche e tecniche (e, soprattutto dopo l'Accademia, anche operative) per cui oggi è storico militare, e scrive su riviste militari.
    E poi a Modena, fino a diversi anni fa, si studiava Scienze Politiche e Relazioni Internazionali (quella per cui siamo laureati sia io che la persona in questione).


    Sul fatto che in Italia non si adottino ottimamente metodologie scientifiche (almeno in qualche ambito) è vero. Basti pensare alla Pubblica Amministrazione: negli anni '50 un certo Lucifredi cercò di adattare le tecniche di lavoro della P.A. ai principi del taylorismo, secondo i criteri dell'efficienza e dell'economicità: ottimizzazione, per rendere più celere il procedimento amministrativo, senza appesantirlo con la burocrazia; abolizione degli eccessi di gerarchia. Invece fallì. Nella P.A. si è sempre data troppa importanza ad un metodo di lavoro fondato sul formalismo - (basandosi sull'esempio delle pratiche precedenti in archivio, per poter svolgere le quelle correnti) e poi il personale amministrativo ha sempre avuto soprattutto una formazione giuridico-umanistica, non scientifica; forte connotazione gerarchica negli organici.



    [Modificato da Iulianus Apostata 16/12/2013 00:12]
    -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    IULIANUS IL VOLSCO

    Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

    Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

    Su Amazon.it
    https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



    «..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

    (Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

    «Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

    -SOLDATO IGNOTO-

    «Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

    -Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

    «furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

    -Platone, "libro delle leggi"-

    «Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

    Gianni Granzotto, "Annibale"

    «..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

    Gianni Granzotto,"Annibale"

2