Total War Games Italia Forum La più grande comunità italiana sui videogiochi Total War. Total War: Warhammer - Total War: Attila - Total War: Rome 2 - Total War: Shogun 2 - Napoleon: Total War - Empire: Total War - Medieval II: Total War - Total War Eras - Rome: Total War

Unità arcaica Italica

  • Messaggi
  • OFFLINE
    Iulianus Apostata
    Post: 2.079
    Registrato il: 24/03/2009
    Sesso: Maschile
    Tribunus Angusticlavius
    00 14/12/2012 15:26
    La civiltà degli Umbri unì culturalmente l'Italia peninsulare, ben prima della conquista romana
    Ragazzi guardate un pò quì:

    politicainrete.it/forum/movimenti-e-cultura-politica/patria-italiana/58548-unita-arcaica-ital...


    Riporto quanto scritto nel link:

    Copertina libro:




    PREFAZIONE dottor Augusto Lancillotti al saggio "la lingua degli umbri"
    di Francesca Pinna JAMA EDIZIONI

    Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all ‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con L ‘apporto safino) pian piano fino all’italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’italia fu una realtàculturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica,
    Ma perché non si è parlato di Umbri sino ad oggi? Per una serie di ragioni, tutte legittime, ma ormai tutte superate. in primo luogo perché gli studiosi del settore sono riusciti a comprendere in modo pressoché definitivo e sicuro i testi umbri antichi solo negli ultimi trent’anni, e solo dagli anni Settanta hanno raggiunto la certezza dell’importanza e dell’originalità della cultura umbra (prima si tendeva ad interpretare i contenuti delle tavole come influenzati dalla romanità); poi perché alle pur solide con getture che i contenuti delle Tavole di Gubbio avevano suggerito mancava il supporto documentale dei reperti archeologici, in genere scarsissimi per l’ambiente umbro pre-romano. Oggi però va detto che le cose stanno cambiando. Anzitutto perché con il Convegno Internazionale sugli Antichi Umbri, tenutosi a Gubbio nel mese di settembre 2001, si è manifestato il consenso generale degli studiosi di tutto il mondo intorno alla significatività ed originalità di questa cultura; in secondo luogo perché l’archeologia sta scoprendo importantissime testimonianze materiali della vita di comunità umbre risalenti al secondo millennio a. C. (gli attuali scavi a Colle i mori di Gualdo Tadino, a cura della Soprintendenza Archeologica dell’Umbria, raccontano di una città umbra fondata due-tre secoli prima di Roma e prima di tante altre città greche ed etrusche che si riteneva fossero le più antiche in italia); ed infine perché si sono cominciate a rivalutare le testimonianze degli storici antichi (fondamentale è il recente libro di Andrea Carandini, La nascita di Roma), sino a qualche anno fa tenute in poca considerazione a causa della tendenza al gusto del mito che spesso le caratterizza.
    il libro di Francesca Pinna viene ad inserirsi in questo quadro di sviluppo delle nostre conoscenze sull ‘antico mondo italico pre romano, portando un ‘importantissima tessera al mosaico che si viene ricostruendo. E chi, come me, si occupa di recuperare i possibili resti linguistici dello strato prelatino sopravvissuti nei toponimi dell’italia centrale, nelle voci dialettali ed in quelle che hanno avuto la sorte di trovar posto nel lessico della lingua standard, oggi, grazie a questo lavoro, dispone di un repertorio di caratteri morfologici “targati umbro antico, ” per recuperarle al proprio legittimo proprietario,anche il patrimonio di quella cultura umbra che sta alle radici stesse del mondo romano.


    L'Italia nella tarda età del Bronzo (Protovillanoviani = Italici):





    Alla faccia di chi non ha mai creduto in un' unità italica antica, di chi ha sempre visto l'Italia come un crogiolo di lingue/stirpi diverse eheheheh
    [Modificato da Iulianus Apostata 14/12/2012 15:29]
    -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    IULIANUS IL VOLSCO

    Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

    Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

    Su Amazon.it
    https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



    «..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

    (Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

    «Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

    -SOLDATO IGNOTO-

    «Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

    -Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

    «furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

    -Platone, "libro delle leggi"-

    «Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

    Gianni Granzotto, "Annibale"

    «..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

    Gianni Granzotto,"Annibale"

  • OFFLINE
    Augusto.Carducci
    Post: 8.931
    Registrato il: 27/04/2006
    Sesso: Maschile
    Tribunus Laticlavius
    Fabbro del forum
    00 15/12/2012 11:59
    bhè cultura non è certo nazione. dubito che se si presentasse un esercito calabrese sulle coste toscane, erano accolti come esercito di casa...
    l'unità italica è ben lontana da questo concetto, che riunisce solo culturalmente queste genti.
    altrettanto culturalmente anche i galli, dalle alpi ai pirenei, dal mediterraneo fino all'irlanda, erano un popolo culturalmente unito...ma da li a dire che erano nazione...
    ----------------------------------------
    Quisque est Barbarus alio
  • OFFLINE
    Iulianus Apostata
    Post: 2.079
    Registrato il: 24/03/2009
    Sesso: Maschile
    Tribunus Angusticlavius
    00 21/12/2012 21:09
    Re:
    Augusto.Carducci, 15/12/2012 11:59:

    bhè cultura non è certo nazione. dubito che se si presentasse un esercito calabrese sulle coste toscane, erano accolti come esercito di casa...
    l'unità italica è ben lontana da questo concetto, che riunisce solo culturalmente queste genti.
    altrettanto culturalmente anche i galli, dalle alpi ai pirenei, dal mediterraneo fino all'irlanda, erano un popolo culturalmente unito...ma da li a dire che erano nazione...



    Mancò l'unità politica, che diede poi Roma, ma già il fatto che fosse presente (salvo prove contrarie)una cultura comune in ampie zone della Penisola, la dice lunga sulla propensione degli italici a lottare insieme, come fecero al tempo della Guerra Sociale contro Roma (91 - 88 a.c., e lì sorse un vero stato-nazione italico). Analogamente gli italici si comportarono al tempo di Annibale, quando alla fine, dopo alterne vicende, lo considerarono un vero "straniero", al contrario dei Romani, che invece furono considerati tutt'altro che stranieri dagli altri popoli della Penisola.

    D'altronde i Romani, che affondavano le loro origini tra i Latini (popolo assolutamente italico, poiché appartenente al gruppo indoeuropeo dei Latino-falisci, presente, insieme all' Osco-Umbro, solo in Italia) erano senz'altro italici, escludendo le influenze degli Etruschi, popolo non "italico" nel senso indoeuropeo del termine.


    L'unità culturale italica, che presumibilmente avrebbero instaurato in epoca remota gli Umbri protovillanoviani, sarebbe stata infranta dall'arrivo di altre popolazioni dall'estero:

    - Gli Etruschi, venuti da chissà dove (ma è probabile che invece fossero autoctoni), presero la Toscana

    - I Celti presero l'Italia settentrionale e si spinsero fino alle Marche, scacciando gli Umbri (vedi Sena Gallica)

    - I coloni greci presero l zone costiere del Sud, spingendo gli indigeni nell'entroterra

    - stessa storia coi popoli illirici, gli Iapigi, che occuparono la Puglia

    - forse i Venetici storici (che forse erano Latino-falisci, e non Illiri) avrebbero rappresentato nel Nord una resistenza "italica" all'arrivo dei Galli.




    [Modificato da Iulianus Apostata 21/12/2012 21:16]
    -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    IULIANUS IL VOLSCO

    Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

    Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

    Su Amazon.it
    https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



    «..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

    (Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

    «Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

    -SOLDATO IGNOTO-

    «Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

    -Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

    «furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

    -Platone, "libro delle leggi"-

    «Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

    Gianni Granzotto, "Annibale"

    «..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

    Gianni Granzotto,"Annibale"

  • OFFLINE
    Augusto.Carducci
    Post: 8.931
    Registrato il: 27/04/2006
    Sesso: Maschile
    Tribunus Laticlavius
    Fabbro del forum
    00 22/12/2012 08:21
    si vero, ma il discorso che fai è abbastanza utopistico...nel senso che unità nazionale e senso di appartenenza ad un solo popolo e nazione sono cose venute al mondo ben dopo quelle date. neanche roma aveva quel senso, poichè appunto si chiamava ROMA e non lazio o italia o che ne so io. l'entità di nazione come idea e progetto nasce con la discesa dei barbari. è proprio l'unione delle culture romaniche con quelle barbariche che crearono il concetto di nazione, regno. difatti con la caduta dell'impero romano e gli sconvolgimenti di goti vandali longobardi franchi sassoni etc etc, nacquero le idee di "FRANCIA" "INGHILTERRA" "SPAGNA" ed "ITALIA". quest'ultima ebbe purtroppo 2 aborti rispetto agli altri che invece si formarono anche se con mille agonie...e specificatamente furono gli "aborti" di Goti e Longobardi che non riuscirono a istaurarsi veramente come invece riuscirono altri popoli in altre regioni ex romane...e da lì nasce la vera agonia-gioia dell'Italia. Agonia perchè solo nel 1800 ritrova un movimento di pura voglia di nazione vera...gioia perchè essendo stata territorio di diatribe e conquiste per tutto il mondo conosciuto da 1500 anni si è arricchita di arte cultura e bellezze che nessuno può vantare al mondo
    ----------------------------------------
    Quisque est Barbarus alio
  • OFFLINE
    Iulianus Apostata
    Post: 2.079
    Registrato il: 24/03/2009
    Sesso: Maschile
    Tribunus Angusticlavius
    00 22/12/2012 15:56
    Re:
    Augusto.Carducci, 22/12/2012 08:21:

    si vero, ma il discorso che fai è abbastanza utopistico...nel senso che unità nazionale e senso di appartenenza ad un solo popolo e nazione sono cose venute al mondo ben dopo quelle date. neanche roma aveva quel senso, poichè appunto si chiamava ROMA e non lazio o italia o che ne so io. l'entità di nazione come idea e progetto nasce con la discesa dei barbari. è proprio l'unione delle culture romaniche con quelle barbariche che crearono il concetto di nazione, regno. difatti con la caduta dell'impero romano e gli sconvolgimenti di goti vandali longobardi franchi sassoni etc etc, nacquero le idee di "FRANCIA" "INGHILTERRA" "SPAGNA" ed "ITALIA". quest'ultima ebbe purtroppo 2 aborti rispetto agli altri che invece si formarono anche se con mille agonie...e specificatamente furono gli "aborti" di Goti e Longobardi che non riuscirono a istaurarsi veramente come invece riuscirono altri popoli in altre regioni ex romane...e da lì nasce la vera agonia-gioia dell'Italia. Agonia perchè solo nel 1800 ritrova un movimento di pura voglia di nazione vera...gioia perchè essendo stata territorio di diatribe e conquiste per tutto il mondo conosciuto da 1500 anni si è arricchita di arte cultura e bellezze che nessuno può vantare al mondo




    Il tuo discorso è in gran parte vero, ma riduttivo.


    Si parla di utopia quando ci si riferisce a futuro, ma io sto parlando del passato.

    La nazione italica si è formata ben prima dell'arrivo degli Ostrogoti o dei Longobardi. I popoli della Penisola avvertirono un'appartenenza comune, politica oltre che culturale, al tempo delle Guerra Sociale contro Roma, durante la quale fu instaurato un vero e proprio Stato Italico, con capitale Corfinium. Venne creato appositamente un nuovo Senato, composto da cariche di nobili italici. E soprattutto....sulle monete del nuovo stato era scritto ITALIA, con un toro sannita che assaliva la Lupa Capitolina. Durante il Risorgimento coloro che concepirono la Nazione Italiana non si inventarono nulla, perché la tradizione storico-letteraria italico-italiana esisteva già da moltissimi secoli.
    Nel I secolo a.c. , al tempo della Guerra Sociale, secondo quanto scrisse Luigi Salvatorelli ("Pensiero e Azione del Risorgimento"), si ebbe per la prima volta l'alba di una vita quotidiana italiana.

    E poi cosa credi che avrebbero fatto Longobardi ed Ostrogoti, creato una nazione? Non credo, dal momento che erano ben pochi numericamente e gli italici autoctoni li vedevano come invasori! Avrebbero al massimo creato uno stato unitario sotto la loro egida, come avvenne al tempo di Roma, ma mai una nazione! (stato e nazione sono due concetti ben distinti)
    Se parliamo nel Risorgimento, la voglia di nazione vera la ebbero soltanto pochi strati di popolazione, ossia i colti, tra cui il grande Mazzini: e il nuovo Stato sabaudo non fu certo l'espressione della volontà popolare, in quanto l'Italia sarebbe dovuta nascere come Repubblica, sulla base di un'Assemblea Costituente che avrebbe sancito, grazie al voto popolare, una stupenda costituzione.
    Se vogliamo parlare del vero e proprio concetto di nazione, ben teorizzato, questo risale all'Ottocento, e non al tardo periodo antico, durante il quale si posero le basi per il sorgere dei primi "Stati" (poi nati alcuni secoli dopo), ma non delle "Nazioni", nel senso della concezione di una comune appartenenza ad un'identità.
    [Modificato da Iulianus Apostata 23/12/2012 09:57]
    -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    IULIANUS IL VOLSCO

    Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

    Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

    Su Amazon.it
    https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



    «..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

    (Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

    «Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

    -SOLDATO IGNOTO-

    «Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

    -Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

    «furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

    -Platone, "libro delle leggi"-

    «Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

    Gianni Granzotto, "Annibale"

    «..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

    Gianni Granzotto,"Annibale"

  • OFFLINE
    Costantinus
    Post: 5.570
    Registrato il: 10/09/2007
    Città: ROMA
    Età: 33
    Sesso: Maschile
    Praefectus Castrorum
    Roma Victrix
    00 23/12/2012 12:37
    C'è un libro di Giardina che si chiama proprio l'unità incompiuta dell' Italia Romana o una cosa simile in cui sostiene espressamente che i Romani si atteggiarono sempre a "superiori" e "dominatori" anche dopo la guerra sociale e questo impedì l' uniformazione totale del concetto di Italico e Romano nonostante il primo fosse in epoca imperiale uno status symbol tanto quanto il secondo e anche molto simile per certi versi a quest'ultimo.
    [Modificato da Costantinus 23/12/2012 12:38]

    ___________________________________________

    "Vi abbiamo insegnato a distinguere se (i legionari che incontrerete) sono delle reclute o se sono veterani. Se sono reclute potete provare ad affrontarli; se sono veterani tiragli addosso tutto quello che avete e scappate il più in fretta possibile." (discorso di Flavio Giuseppe ai suoi soldati)

    "A nessuno capita qualcosa che non sia in grado di sopportare" (Marco Aurelio)

    "Se avessi avuto simili soldati avrei conquistato il mondo" (Pirro, riguardo i legionari romani)

  • OFFLINE
    Iulianus Apostata
    Post: 2.079
    Registrato il: 24/03/2009
    Sesso: Maschile
    Tribunus Angusticlavius
    00 23/12/2012 14:43
    I Romani infatti, pur essendo, almeno alle origini, di stirpe italica (latini) non credo rinoscessero il loro stato come "italico". Essi si consideravano un popolo a parte rispetto agli altri della Penisola.

    Anche Luigi Salvatorelli sostiene che la Repubblica Romana non meritò il nome "italica", poiché non si poté parlare di stato italiano, in quanto i municipia italici non avevano diritto al voto, perciò a livello politico, quotidiano, non si sviluppò l'italicità.
    Questa si intravide soltanto con il Bellum Sociale, la Lega Italica del 91 - 88 a.c.

    E'anche vero però che i Mamertini, mercenari di origine italica (campani), stanziati nella zona di Messana (Sicilia) nel III secolo a.c., chiesero aiuto ai Romani per un certo motivo (non ricordo). Questi ultimi, "per le comuni origini italiche" (così lessi su un libro) intervennero in Sicilia e scoppiò la Prima Guerra Punica.

    In età imperiale l'Italia era considerata una regione privilegiata, non certo alla stregua delle provincie vere e proprie (Gallia, Hispania, Britannia etc...)

    [Modificato da Iulianus Apostata 23/12/2012 14:56]
    -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    IULIANUS IL VOLSCO

    Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

    Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

    Su Amazon.it
    https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



    «..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

    (Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

    «Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

    -SOLDATO IGNOTO-

    «Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

    -Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

    «furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

    -Platone, "libro delle leggi"-

    «Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

    Gianni Granzotto, "Annibale"

    «..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

    Gianni Granzotto,"Annibale"

  • OFFLINE
    Archita
    Post: 3.452
    Registrato il: 16/12/2005
    Città: TARANTO
    Età: 45
    Sesso: Maschile
    - Moderatore -
    Praefectus Fabrum
    00 05/01/2013 22:43
    in teoria si potrebbe considerare una federazione "alternativa" a quella di Roma nata proprio dall'esigenza di contrastare l'imperialismo romano quella strana alleanza di sanniti,etruschi,galli e umbri. Certo fu un avventura estremamente effimera ( un anno di vita ) e la potenza militare dell'Urbe davvero eccezionale per l'epoca (e per certi aspetti già superiore al generale declino delle falangi di tipo greco in tutto il mediterraneo ).
    non abbiate pietà dei nemici! vittoria,vittoria e sempre vittoria!!!!

    http://www.storiainpoltrona.com/