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Ma Alessandro Magno come li "magnava" i persiani?

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    fregata13
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    00 04/11/2012 01:18
    Ciò'è,50.000 macedoni contro 200.000-300.000 persiani?Io inizialmente pensavo usasse molta cavalleria con cui accerchiare il nemico impegnato contro le sue falangi...ho detto giusto??
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    andry18
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    00 04/11/2012 09:11
    il "magnava" è tristissimo, sappilo -.- :P

    cmq diciamo che faceva in modo che i due eserciti fossero della stessa lunghezza (quindi con meno file di quello persiano vista l'inferiorità numerica), per poi andare all'attacco con l'ala destra (cavalleria), annientare quella nemica e tornare indietro prendendo i nemici alle spalle, quindi l'ormai classica tattica ad incudine e martello

    poi diciamo che si adattava alle circostanze ovviamente


    "Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

    "Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

    "You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

    "ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

    "Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
    L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
    Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
    Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

    http://www.youtube.com/watch?v=_M3dpL4nj3Q
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    Costantinus
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    00 04/11/2012 12:09
    Be a Gaugamela per esempio la sua ala sinistra era molto più corta tanto che Parmenione finì quasi accerchiato e gli stessi persiani erano praticamente arrivati indisturbati all'accampamento macedone... Se Dario III non fosse fuggito le cose sarebbero andate diversamente [SM=g8113]

    ___________________________________________

    "Vi abbiamo insegnato a distinguere se (i legionari che incontrerete) sono delle reclute o se sono veterani. Se sono reclute potete provare ad affrontarli; se sono veterani tiragli addosso tutto quello che avete e scappate il più in fretta possibile." (discorso di Flavio Giuseppe ai suoi soldati)

    "A nessuno capita qualcosa che non sia in grado di sopportare" (Marco Aurelio)

    "Se avessi avuto simili soldati avrei conquistato il mondo" (Pirro, riguardo i legionari romani)

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    andry18
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    00 04/11/2012 13:09
    la fortuna aiuta gli audaci, alessandro era audace e ha sempre avuto una fortuna sfacciata, a gaugamela bastava che la cavalleria persiana ed indiana del centro non si disinteressasse dello scontro per andare a far bottino (non lo considero un errore di dario), e alessandro avrebbe probabilmente perso (bisogna vedere cosa avrebbe fatto la falange di riserva, la cui funzione era evitare un accerchiamento del fianco sinistro)
    per la fuga non si sa con esattezza se sia stato prima dario a fuggire, oppure come viene detto da un contemporaneo (versione confermata mi pare da diodoro siculo) la fuga sia iniziata dalle truppe del centro, ma la sostanza non cambia.
    [Modificato da andry18 04/11/2012 13:11]


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    gothic13
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    Miles
    00 06/11/2012 11:24
    tutti i grandi condottieri sono stati sia audaci ma anche molto fortunati, da alessandro a giulio cesare a napoleone, oltre alle loro capacita' innegabili hanno spesso trovato avversari che hanno commesso errori tattici, che li hanno favoriti. poi in battaglia bastava una caduta da cavallo per essere uccisi, e cambiare la storia
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    memphe
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    Rex bibendi
    00 06/11/2012 11:26
    Mi sembra di ricordare anche che le lance dei compagni fossero un pò più lunghe di quelle della cavalleria persiana e ciò dava un notevole vantaggio al primo contatto.
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    Ut sementem feceris, ita metes
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    andry18
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    00 06/11/2012 11:35
    sì avoglia, l'esercito macedone era all'avanguardia all'epoca, nettamente superiore a qualsiasi altro, ma bisognava saper comandarlo bene, altrimenti si potevano perdere battaglie in 5 minuti, bastava riuscire ad aggirare la falange


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    "Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
    L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
    Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
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    Legio XIII gemina
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    00 11/11/2012 22:52
    Infatti la lunghezza delle sarisse ( 7-9 m? ), e la disposizione dei soldati all'interno della formazione era atta a rendere frontalmente indistruttibile la falange e ad impegnare il nemico più a lungo possibile contro di essa. Il meglio che si potesse fare per sfaldarla era appunto aggirarla, ed ovviamente i macedoni si avvalevano di altre truppe più mobili ( vedi gli hypaspistai ), per proteggere i fianchi...poi con gli hetairoi si dava il colpo di grazia.

    Grande sistema. Vedere una falange macedone all'opera deve essere stato qualcosa di eccezionale.
    [Modificato da Legio XIII gemina 11/11/2012 23:00]


    « ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

    Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


    « Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

    Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


    « Pallida no ma più che neve bianca
    che senza venti in un bel colle fiocchi,
    parea posar come persona stanca:
    quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
    sendo lo spirto già da lei diviso,
    era quel che morir chiaman gli sciocchi:
    Morte bella parea nel suo bel viso. »

    Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


    « Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

    Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


    « Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

    Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

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    andry18
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    00 11/11/2012 23:10
    Re:
    Legio XIII gemina, 11/11/2012 22:52:


    Grande sistema. Vedere una falange macedone all'opera deve essere stato qualcosa di eccezionale.




    l'hai detto! ;D
    beh, spero di poter rimanere soddisfatto con rome2, e voglio il maledettissimo comando di indietreggiamento!!! (altrimenti cheronea come la faccio?? :S)
    come al solito, prima campagna coi romani, la seconda rigorosamente coi miei macedoni. il megas sarebbe fiero di me! xD


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    Augusto.Carducci
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    00 15/11/2012 12:17
    detto alla spicciola, non sono pochi gli storici che dicono che sia Alessandro (o meglio dire Filippo) ad aver inventato incudine e martello. quindi fanti tenevano botta (falangi) e cavalleria mazzolava aggirando. difatti moltissimi degli sconti fatti iniziavano con manovre di fanti leggeri coperti dal movimento di cavalleria, attacco alla cavalleria nemica con fanti leggeri e cavalleria, e conclusione con ripiegamento di fanti leggeri e cavalleria verso il centro a falange
    ----------------------------------------
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    Costantinus
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    00 15/11/2012 19:49
    Si però è riduttivo dire che era tutto incudine e martello... la cavalleria macedone era sì ottima ma pure quella persiana era molto più numerosa e altrettanto ben equipaggiata e addestrata.

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    00 15/11/2012 21:45
    per l'esattezza l'ha inventato alessandro la tecnica incudine e martello, filippo usava molto più spesso la cavalleria come forza d'urto per incunearsi tra le truppe nemiche laddove la formazione stava cedendo o si aprivano varchi

    non era tutto incudine e martello semplicemente perché ha utilizzato svariate tattiche nei suoi scontri, ma diciamo che questa è stata quella più rivoluzionaria se vogliamo, o che cmq è passata alla storia

    il problema dell'esercito persiano era, cavalleria compresa, l'assoluta mancanza di armature (o quasi). sì ok, le tuniche ti tengono leggero e stai comodo, ma una carica di hetairoi ti spacca letteralmente il cu...lomb xD


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    "Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

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    "ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

    "Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
    L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
    Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
    Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

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    00 16/11/2012 10:21
    Re:
    Costantinus, 15/11/2012 19:49:

    Si però è riduttivo dire che era tutto incudine e martello... la cavalleria macedone era sì ottima ma pure quella persiana era molto più numerosa e altrettanto ben equipaggiata e addestrata.



    Quoto, un documento di Dario II stabiliva che tra i requisiti di equipaggiamento dei cavalieri, tra le altre cose, vi dovesse essere anche un'armatura di ferro. Senza contare che dalla Sogdiana, Battriana e altre satrapie provenivano cavalieri con i controcacchi.

    Inoltre i numeri dei persiani sono sempre stati estremamente pompati.
    [Modificato da Legio XIII gemina 16/11/2012 11:20]


    « ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »

    Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I


    « Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »

    Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784


    « Pallida no ma più che neve bianca
    che senza venti in un bel colle fiocchi,
    parea posar come persona stanca:
    quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
    sendo lo spirto già da lei diviso,
    era quel che morir chiaman gli sciocchi:
    Morte bella parea nel suo bel viso. »

    Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172


    « Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »

    Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti


    « Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »

    Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale

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    00 19/11/2012 10:09
    ma infatti la prima frase è "detto alla spicciola". se dovessimo trattare battaglia per battaglia staremmo qui anni.
    una cosa innegabile e continua in tutta la sua lunga campagna asiatica è stata prorpio la tattica della cavalleria usata a sfondare mentre i fanti tenevano botta.

    PS: i persiani col cacchio che non avevano armature, guardate meno RTW, perchè le cavallerie persiane erano di gran lunga migliori di quelle di alessandro e molto meglio corazzate, ma erano usate ad minchiam, e con piccoli stratagemmi (come la fanteria leggera nascosta dai cavalli et simila) alla fine la spuntava sempre quella alessandrina, molto molto ben addestrata ma indubbiamente "leggera" a confronto di quella multuivariegata persiana ma molto spesso pesante stile catafratto
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    00 19/11/2012 18:13
    beh oddio, vada per qualche corazza a placche (che cmq non veniva usata da tutte le truppe, anzi), ma adesso paragonarla ai catafratti ce ne vuole o.o

    invece che la cavalleria macedone sia assai leggera non lo metto in dubbio


    "Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

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    "Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
    L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
    Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
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    00 20/11/2012 09:34
    ma secondo te i catafratti da dove vengono?
    le cavallerie del medioriente sono sempre state orientate alla corazza, poi ovvio che ve ne fossero anche di leggere.
    ti ricordo che 2 secoli dopo alessandro i catafratti erano conosciuti e incontrati anche dai romani, quindi non credere che siano spuntati dal nulla con l'arrivo di Crasso.
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    00 20/11/2012 18:07
    non dico spuntati dal nulla, ma il tuo discorso mi sembra tanto stile "pensi che la bomba atomica sia spuntata dal nulla? se ce l'avevano nel xx secolo, pensi che non venisse utilizzata anche nel xviii?". pensi che due secoli siano pochi? o.o

    nell'impero achemenide c'era sì della cavalleria pesante, ma non era neanche lontanamente paragonabile ai catafratti. questi sono nati per poter contrastare lo strapotere della cavalleria macedone, e vennero successivamente adottati da molti regni ed imperi, fino a scomparire in epoca bizantina (Manzikert)


    "Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

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    L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
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    00 20/11/2012 20:11
    Diciamo che la verità sta nel mezzo. Corazzarsi è un'esigenza pratica, un catafratto poteva esistere anche nel 1000 a.C., i popoli dell'Asia centrale hanno cominciato da tempi antichissimi a combattere con quel concetto. La cavalleria catafratta ( se la vogliamo semplicemente intendere come cavaliere corazzato su cavallo parzialmente corazzato ), esisteva anche nell'esercito achemenide, anche se era una minoranza.
    L'Impero bizantino ha continuato ad usare la cavalleria catafratta anche dopo Manzicerta, in parte grazie/a causa di altri popoli che la usavano, per non parlare del mondo turco e mongolo ( ma anche di quello cinese, coreano, tibetano ecc.), che ne ha fatto ampio uso.

    Nel nostro immaginario abbiamo una certa idea di catafratto, ma in pratica anche il cavaliere corazzato del nostro Rinascimento si può definire tale, stando al significato della parola. Le armature, come le armi, sono sempre state un adattamento alle circostanze.
    [Modificato da Legio XIII gemina 20/11/2012 21:51]


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    parea posar come persona stanca:
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    00 20/11/2012 23:26
    Re:
    andry18, 20/11/2012 18:07:

    non dico spuntati dal nulla, ma il tuo discorso mi sembra tanto stile "pensi che la bomba atomica sia spuntata dal nulla? se ce l'avevano nel xx secolo, pensi che non venisse utilizzata anche nel xviii?". pensi che due secoli siano pochi? o.o

    nell'impero achemenide c'era sì della cavalleria pesante, ma non era neanche lontanamente paragonabile ai catafratti. questi sono nati per poter contrastare lo strapotere della cavalleria macedone, e vennero successivamente adottati da molti regni ed imperi, fino a scomparire in epoca bizantina (Manzikert)




    paragonare il 300 a.C. al ventesimo secolo non fa altro che mettere in luce il fatto che evidentemente ci stai ragionando ben poco sulla storia dell'epoca.
    l'epoca del bronzo e del ferro sono durate millenni, mentre negli ultimi 100 anni si è passati da penna e calamaio alle centrali nucleari. mi sembra quantomeno fuoriluogo il tuo paragone.

    per quanto riguarda le percentuali erano OVVIAMENTE una minoranza, ma su 100.000 uomini, dei quali un 30% a cavallo, una metà corazzata, vale a dire che un equivalente quasi metà dell'esercito di Alessandro (si suppone dai 35.000 ai 45.000) era cavalleria pesante.
    Oltretutto ti posso dire per certo che erano stile catafratti, non è affatto inverosimile.
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    00 20/11/2012 23:50
    obiettivamente non ho fatto in alcun modo il paragone di cui tu stai parlando, semplicemente volevo focalizzare l'attenzione sul salto temporale che hai fatto te, passando dall'esercito achemenide a quello partico

    non sto mettendo in dubbio la presenza di cavalleria pesante nell'esercito persiano, quanto l'effettiva presenza di catafratti. io non ne ho mai sentito parlare, potrei sbagliare, ma la prova che esistevano perché 2 secoli dopo vengono utilizzati non regge, ecco tutto


    "Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

    "Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

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    "ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

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    Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
    Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

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    00 21/11/2012 00:48
    ma scusa non arrampicarti sugli specchi ora.
    ho mai detto CATAFRATTI? no, ho detto stile catafratti.
    hai fatto quel paragone temporale? si lo hai fatto.
    inoltre i catafratti (visto che sono nel tema ormai) sono esistiti e documentati da almeno il 100 aC fino all'epoca bizantina in pieno medioevo, quindi 1000 anni e qualche secolo...quindi direi che il tuo concetto è sbagliato, come del resto lo provano le falagi greche durate secoli interi, come la legione romana che seppur con modifiche è rimasta equipaggiata pressochè identica per interi secoli.
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    00 21/11/2012 16:54
    1) ho fatto un paragone temporale di 200 anni (xviii e xx secolo), per rendere evidente come in 200 anni le cose possano cambiare, quindi era una sorta di critica al tuo concetto "2 secoli dopo alessandro i catafratti erano conosciuti e incontrati anche dai romani"

    2) infatti ora dici " i catafratti (...) sono esistiti e documentati da almeno il 100 aC", il che non presuppone che ci fossero anche 2 (e più) secoli prima, quindi siamo tornati a quello che dicevo io...e non direi che mi sto arrampicando sugli specchi, ho preso le frasi paro paro

    3)alla fine ho notato il punto di incomprensione (si dice? o.o): "ho detto stile catafratti"...non comprendo pienamente cosa intendi dire con "stile", ma diciamo che la questione è nata da quest'incomprensione, quindi ok, colpa mia

    per finire...lasciando perdere i catafratti, ti do ragione quando dici che c'erano truppe di cavalleria pesante nell'esercito persiano, ma non concordo appieno sul numero, né sull'effettiva superiorità di questi nei confronti degli hetairoi (che sono sì leggerini, ma all'epoca erano considerati cavalleria pesante anch'essi, per far capire quanto in effetti poco ci volesse per essere definiti "pesanti"). secondo me qualche armatura a piastre non è sufficiente per considerarli corazzati (penso a questo si riferisca lo "stile catafratto")

    se ho sbagliato qualcosa correggetemi


    "Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

    "Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

    "You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

    "ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

    "Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
    L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
    Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
    Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

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    00 21/11/2012 17:50
    sui numeri di Alessandro sono tutti abbastanza coerenti, dai 35.000 circa ai massimo 50.000, su quelli dell'esercito persiano , a parte le numerose battaglie, parliamo spessi di cifre attorni ai 200.000 uomini, considerando l'ovvio pompaggio dati dei vincitori, direi che un 100.000 è credibilissimo.
    ti riporto alcune citazioni:
    "le fonti ci informano che l'armata nazionale persiana disponeva di 30.000 cavalli, sotto il comando generale di un asapatis, il maestro dei cavalli"
    "Particolarmente temibili erano i saka, dell'asia centrale, proveniente dall'Indostan settentrionale, il cui pesante armamento era una diretta derivazione del continuo stato di guerra in cui vivevano [...]. Si trattava di cavalieri corazzati in modo assai accentuato, con armature a piastre di metallo sia per l'uomo che per l'animale; bracciali di acciaio ricoprivano il lato esterno dell'avambraccio del combattente, le cui gambe erano difese da schinieri divisi in due parti, stinco e coscia, unite assieme sul ginocchio da lacci di cuoio. un pronunciatissimo paranuca si dipartiva dalla corazza per quasi tutta la circonferenza del collo, mentre l'elmo sembra essere una semplice calotta di bronzo cui erano saldate piastre di ferro. ilò cavaliere disponeva di lancia per la carica e di una lunga spada [...]"

    sul discorso dei 2 secoli continui a sbagliare, stai facendo un paragone assurdo paragonando il 1800 con il 200 aC. l'epoca antica è stata tecnologicamente molto lenta e non è perniente assurdo supporre che vi siano delle unità da combattimento similari a distanza anche di millenni.
    La fonte è:
    Le grandi battaglie di Alessandro Magno
    Andrea Frediani
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    00 21/11/2012 18:48
    l'ho letto quel libro :D
    vero, gli sciti costituivano la più potente cavalleria dell'esercito persiano, ed erano abbastanza ben difesi, ma erano mercenari, ed una minoranza dell'intera cavalleria persiana, nella quale la cavalleria pesante costituiva l'elite

    il confronto è una voluta forzatura per dimostrare quanto in 2 secoli le cose cambino. ho scelto l'epoca moderna apposta, vi sono stati tantissimi cambiamenti negli ultimi 200 anni. con ciò non voglio paragonare questi due periodi storici, è ovvio che in passato le cose fossero assai più lente, ma cmq non così statiche come (ho capito così) le hai descritte tu, almeno per quanto riguarda il periodo ellenistico, durante e a seguito del quale lo stravolgimento dei poteri tra le potenze ha portato ad una vera e propria età dell'oro (siamo passati da greci, macedoni e persiani a romani e parthi, giusto per dirne una)


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    "Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
    L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
    Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
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    00 21/11/2012 19:37
    attenzione che non erano sciti quelli della descrizione, gli sciti erano molto più leggeri.
    inoltre l'esercito persiano, tanto era grosso l'impero, che era costituito da moltissimmi tipi di cavallerie e fanti, tra i quali anche reparti pesantissimi come quello saka descritto.
    sempre sulla questione dei 2 secoli, continui a sbagliare.
    leggi la descrizione dei saka, e dimmi cosa ci sarebbe di differente da un catafratto del 700 dC per es.
    oppure dimmi sostanzialmente che differenza c'era tra un falangita greco delle poelis dell'800 aC e del 300 aC che hanno combattuto Alessandro nelle rivolte.
    all'epoca le differenze si notano nell'organizzazione sopratutto (vedi manipolo delle legioni) oppure con grandi scoperte scientifiche (ferro anzichè bronzo, staffa che permise la carica con lancia in resta etc)
    [Modificato da Augusto.Carducci 21/11/2012 19:38]
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    00 21/11/2012 19:52
    ma...io so che i persiani chiamavano saka gli sciti, o meglio le tribù sciite più vicine a loro (secondo plinio il vecchio), quindi non ho ben capito che vuoi dire ^^

    tornando ancora sulla questione dei 2 secoli...secondo me cambia parecchio. ovviamente gli opliti sempre quelli sono, ma ad esempio in 50 anni i macedoni sono passati sostanzialmente da pecoroni alla miglior forza militare dell'epoca, quindi...è ovvio che le innovazioni non erano tante, ma ce n'erano cmq, e queste non si facevano non notare


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    "ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

    "Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
    L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
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    Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

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    00 21/11/2012 20:22
    no gli sciiti sono a nord del mar nero, i saka sono in afghanistan-
    iran-turkmenistan.
    per la storia dei macedoni pecoroni c'è stata di mezzo la riforma di Filippo (appunto come dicevo cambio di organizzazione).
    quindi non sono i 50 anni che hanno cambiato ma delle riforme militari serissime, che in medioriente non ci sono state di tale entità per secoli interi, difatti una dwescrizione seppur accurata di un esercito persiano, difficilmente potrebbe essere distinto da uno dei parti per es, anche se parliamo di 4 o 5 secoli di distanza
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    00 21/11/2012 20:46
    beh oddio, i parti ad esempio non usavano la fanteria, giusto per dirne una. è vero che probabilmente non ci sono state riforme di tal genere, ma uno sviluppo più "lento", ma cmq alla fine le cose sono cambiate anche lì, passando (restando in tema) dai proto-catafratti (come li definirei io) dell'esercito achemenide (guardie del re e dei satrapi, e alcune truppe fornite dalle province [sapevo zona armenia]) a quelli parthi integralmente protetti

    PS: quella non è la battria?

    PPS: cmq mi piace un sacco sta discussione [SM=g8920] [SM=g8920] [SM=g8920]
    [Modificato da andry18 21/11/2012 20:46]


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    "Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

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    Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

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    00 21/11/2012 21:17
    non è assolutamente vero che non l'usassero, e non citarmi solo Crasso come esercito partico :D
    secondo te un cavaliere del genere non è come un catafratto? e cosa cambierebbe? inoltre non è he un catafratto avesse una sorta di divisa uniforme, erano semplicemente corazzati, chi con cotta chi a scaglie, ma erano corazzati, e questo li rendeva catafratti o cmq cavalli pesanti.
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    00 21/11/2012 23:07
    beh, smontavano...non la considererei fanteria però, ma non andiamo ot
    per me c'è differenza tra catafratti e cavalieri pesanti, cmq sì, ho capito il tuo ragionamento ;)


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    "ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

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    L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
    Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
    Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

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