I due imperi uscivano entrambi da una lunghissima ed estenuante guerra, i reparti migliori erano o rimasti distrutti in battaglia o comunque esausti e decimati, e come se non bastasse era pure scoppiata una devastante pestilenza.
Al loro arrivo, gli Arabi si trovarono di fronte nemici scarsi di numero, malati, mal nutriti, mal equipaggiati, poco o nulla addestrati, comandati da ufficialucoli sopravvalutati che sopravvalutavano sé stessi e sottovalutavano il nemico.
La popolazione civile (parliamo sempre di entrambi gli imperi) si trovava quindi incredibilmente vessata, essendo costretta in queste condizioni a versare pesanti tributi alimentari e monetari, non ché a mandare uomini sotto le armi per riempire gli scarni ranghi.
Un po' come i popoli germanici al loro primo ingresso nell'impero dei cesari, gli Arabi chiedevano solo il pagamento di un tributo e promettevano di non imporre né la loro nuova religione, né un reclutamento forzato, è comprensibile che accettassero i nuovi signori con un certo qual sollievo.
La questione religiosa è relativa solo al caso particolare dell'Egitto, in quanto all'epoca era aperta la questione monofisita con il Patriarca di Alessandria, ma non fu la chiave per la caduta dell'Egitto, figuriamoci per la caduta della Siria e della Palestina che erano teologicamente concordi con Costantinopoli.
Tutte le altre sono solo congetture di storiografie cattolicocentriche ed ostili...ma i cattolici sembrano dimenticare che il rifiuto del Monofisismo e del contrasto alle altre eresie dell'epoca è parte del Cattolicesimo stesso e che all'epoca esso era ancora parte della stessa comunità cristiana cui fanno parte gli ortodossi...in ogni caso, se pensiamo alla differenza di queste "persecuzioni" con quelle medievali ordinate e dirette in prima persona dalla Chiesa Cattolica, queste erano opera di Eraclio in qualità di capo dello Stato, non della Chiesa che non comandò mai né chiese la persecuzione degli eretici, ma solo il loro allontanamento dal ruolo di ministri del culto e l'interdizione all'insegnamento delle loro dottrine erratiche.
Ah, in Siria oltre ai monofisiti (siriaci), c'erano già ariani e nestoriani, e poco dopo la conquista araba si scissero pure i maroniti...quindi non c'è alcun legame tra le divisioni teologiche e l'invasione araba.
Eraclio I non fu affatto inerte durante caduta della Siria, l'invasione araba iniziò nel 634 e solo con le due sconfitte di Yarmuk nel 636 e di al-Qadisiyya nel 637, che furono il preludio alla caduta di Antiochia e Gerusalemme, la situazione divenne preoccupante, perché fino al 637 era caduta solo Damasco e non era la città così importante che diverrà nel medioevo. Fino a quel momento Eraclio fece il possibile per arruolare nuove truppe, addestrarle alla meno peggio e mandarle a contrastare l'invasore, ma, tra il 638 ed il 639, con il contributo della peste e della siccità Eraclio non aveva più nemmeno un esercito da schierare in Siria, anche l'Egitto, che verrà invaso nel 640, era praticamente sguarnito.
[Modificato da Xostantinou 30/12/2011 22:09]
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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.
"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."
"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."
"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."
"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."
"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”