Vabbè, già che siamo del tutto OT, cerchiamo di ristabilire un minimo di verità ed obiettività storica.
Storicamente la conquista della Macedonia, sebbene non difficoltosa come le Guerre Puniche, o la conquista della Gallia stessa, non fu di certo agevole: ci vollero ben 3 Guerre (215-205 a.C;200-196 a.C;171-168 a.C.) per conquistare il regno macedone e le riottose poleis (formalmente avvenuta nel 146 a.C.), sempre pronte (del resto era la loro unica possibilità di sopravvivenza) ad alleanze estemporanee con chi, in teoria, garantiva la loro indipendenza. La prima guerra macedone, concordo con augusto.carducci, fu quasi una formalità, ma del resto, Roma non aveva nessuna intenzione di penetrare in territorio ellenico (non ne aveva ancora la forza, impegnata com'era con la guerra a Cartagine). La seconda guerra macedone, invece, fu completamente diversa: Publio Sulpicio non ottenne mai, contro Filippo, vittorie decisive, e soltanto con l'arrivo di Flaminino gli eserciti romani iniziarono a prevalere definitivamente. E, comunque, anche qui si impone una precisazione: i Romani, benchè superiori per preparazione militare e disciplina, erano perfettamente consapevoli che uno scontro in campo aperto contro le famigerate (anche se in decadenza) falangi macedoni sarebbe stato letale (il mondo antico era abbastanza lento nel metabolizzare contromosse per nuovi metodi di combattimento e, giunti al 200 a.C., ancora non c'era una vera e propria strategia "anti falange"); soltanto il genio militare di Flaminino consentì di sbaragliare l'esercito di Filippo, sfruttando il terreno scosceso di Cinocefale,che impedì di fatto tutte le manovre alle falangi e consentì a Roma di trattare da vincitrice.
La terza guerra macedone iniziò, se possibile, ancora peggio: Perseo, seppur con difficoltà, inflisse numerose sconfitte agli eserciti dell'aquila, e questo testimonia quanto in realtà, benchè regno in decadenza, la macedonia fosse ancora una delle più pericolose e forti potenze del Mediterraneo. Soltanto l'immenso potenziale bellico e diplomatico di Roma permise a Lucio Emilio Paolo di riprendere il controllo della situazione e di costringere Perseo allo scontro in campo aperto a Pidna. E anche qui, nonostante questa venga ricordata come una delle battaglie più gloriose e importanti di tutta la storia di Roma, in realtà uno dei motivi più importanti della vittoria romana fu proprio l'incredibile forza d'urto della falange macedone: la prima linea ellenica infatti sfondò in più punti quella romana, ma proprio lo slancio preso (unito ad una scarsa disciplina) consentì alla II linea romana di accerchiare e sterminare l'esercito nemico. Addirittura paradossale, quasi 20 anni dopo, è la campagna romana contro lo Pseudofilippo (Andrisco mi pare si chiamasse ma non ne sono sicuro): un "criminale" da due soldi radunò un esercito di traci e macedoni e annientò addirittura una legione romana, prima di essere battuto e condannato a morte. Tutte queste parole (scusate la lunghezza, ma è sempre un piacere, per me, parlare di sotria romana) per dire che in realtà Roma tratto la "questione macedone2 sempre con i guanti, conscia della grossissima pericolosità e forza del Regno che fu di Alessandro, sebbene ormai in declino. Per tornare a RTW, di fondo c'è un errore storico: nel 287 a.C. la Macedonia è il vero colosso (assieme all'Egitto e alla Siria) del Mediterraneo, ed averla ridotta ad un misero fazzoletto di terra è un errore grossolano. Tanto più che all'Activision hanno trattato i vicini Traci e Greci con molto più rispetto.
Ultima epigrafe vs Silenziario: credo sia un errore storico definire "molto più grande e gloriosa" la storia delle poleis greche rispetto a quella romana. Straordinaria è l'incredibile resistenza delle poleis a qualunque tentativo di conquista esterna (Persia,Macedonia e Roma stessa), a volte eserciti messi insieme in fretta e furia, ed infinitamente inferiori di numero, hanno sbaragliato o messo alla frusta eserciti decisamente superiori per numero e forza, ma al di la di questo...Diciamo che la sotria greca è una sotria di grandissime eroiche battaglie (straordinarie, ripeto, specie se in rapporto agli avversari) ma proprio il loro orgolio particolarista ha rappresentato il limite invalicabile alla definizione di una comune, grande, storia....Scusate....