SCRIVI LA TUA BATTAGLIA.!...competizione...

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Iulius Jimi
00lunedì 11 ottobre 2004 11:48
Appassionati di Rome Total War!
Scrivete un racconto su una battaglia particolarmente avvincente, l'animo dei soldati, i movimenti dei generali, i tranelli e le cariche,le fughe precipitose, gli assedi sanguinari...in singolo o in multiplayer, poi voteremo i migliori, i quali verranno pubblicati sul sito RTW Italia! [SM=g27961]

Questa iniziativa scade il 30 Ottobre 2004, i migliori tre racconti saranno pubblicati sul sito RTW Italia, nella sezione LVDVS... [SM=g27973]

Ave

[Modificato da Iulius Jimi 11/10/2004 12.21]

[Modificato da Modred 15/10/2004 21.43]

Marius Aurelii
00lunedì 11 ottobre 2004 12:26
Bella iniziativa!

Unità Giocatore: Gens Giulia
Unità Nemiche: Galli
Luogo: Monti della Gallia Meridionale

Comincio io allora: tenevo la famiglia Giulia, nel prologo, e mi hanno teso una imboscata (sporchi Galli!!). Avevo unità di cavalleria e qualche fanteria, comunque un "esercitino" niente di epico. L'Asterix di turno era quasi soverchiante, credo un rapporto di 2-2.5 a 1 ed eravamo sui monti della Francia (quella che sarebbe diventata Francia, ovviamente) meridionale, ad Ovest di Marsiglia. Stavo marciando tranquillamente, fischiettando un'allegra marcetta militare, quando mi sono ritrovato addosso una marea verde che voleva farmi la pelle. Aiuto!!! Gli omini con cresta e bargigli avevano anche degli alleati che stavano arrivando, al momento razzolazano beati nel loro cortile e ne ho approfittato per cercare di mettere in rotta il contingente dell'imboscata. Ho diviso in due il mio esercito, fanti in centro e cavalleria ai lati (un classico: non molto geniale ma in tempo reale non hai tempo di pensare con comodo e io il tasto "pausa" NON LO USO!): attacco frontale con i fanti e cavalleria a tenaglia con attacco e carica non appena i marmittoni erano impegnati a combattere, e quindi sostanzialmente fermi, alle loro spalle... Ho perso mezza unità di fanteria ma li ho quasi sterminati tutti (gioco con un livello di difficoltà impostato su "medio). Molti non canteranno più ad annunciare il giorno nelle fattorie. Soddisfazione!!!
Una veloce occhiata al display tattico e ho visto gli alleati (i capponi) che erano quasi arrivati nel bosco e ho scagliato i miei fanti con un attacco frontale alla disperata visto che i nemici erano tanti. Ho riunito la cavalleria fuori dal bosco, sul fianco sinistro dei "verdi" e ho caricato. Attacco congiunto fanti-cavalieri e ho distrutto la loro ala sinistra (che per dei galli è tremendo: non possono svolazzare via ;-) )con relativa facilità. A questo punto i pochi galli rimasti han tentato una disperata difesa ma con un'altra carica (e perdendo quasi tutti gli effettivi) li ho messi in fuga. Sterminarli fino all'ultimo uomo è poi stato un giochetto. Risultato Poco più della metà dei miei morti e dei galli almeno il 90% stesi a terra. Così imparano a venire a beccare in posti che non gli compete!

Sulla mappa strategica è rimasto il simboletto di "Battaglia Famosa" ad imperaturo ricordo dello scontro.

..ma che fatica e soprattutto che paura, all'inizio...

Ave
Stefano

[Modificato da Marius Aurelii 11/10/2004 12.28]

[Modificato da Marius Aurelii 11/10/2004 12.44]

Gordio Iulius Carbo
00lunedì 11 ottobre 2004 12:32
Allora JIMI eccola:
Campagna: JULI
Nemico: Galli
Località: Dalle parti di BARDONECCHIA (TO)

Racconto del GENERALE GORDIO tratto dal DE BELLO LEONES

Sono alcuni turni che siamo accampati alle pendici delle ALPI, dopo una facile avanzata nelle province galliche confinati con la ns capitale ARETIUM (GIUSTO?). La popolazione si sta abituando alla ns cultura e non da segni di malcontento. Ma quella mattina di quel maledetto turno ecco ke la ns spia intercetta un armata gallica di imponenti dimensioni, per lo più composta da schermagliatori e fanteria leggera con un paio di unità a cavallo compresa quella di un erede di questo popolo così primitivo.
Leviamo il campo e ci mettiamo in marcia per affrontarli in posizione più favorevole x la cavalleria. Ci appostiamo sul valico ed ecco risuonare le grida della battaglia.
Gli uomini sono carichi, con me ci sono soldati veterani di molte battaglie vinte per la gloria di ROMA.
Si leva la nebbia sul campo di battaglia, i capitani posizionano le coorti, arcieri davanti dietro i veliti con alle spalle gli astati in riga con spazzi adeguati a fa arretrare i lanciatori non appena si verrà allo scontro fisico. Alle due ali dello schieramento la cavalleria e piu due unità di equiti nascoste nel bosco vicino. Io dietro agli astati con affianco la guardia cittadina.
I GALLI AVANZANO !!
ORDINO !! “Che gli arcieri scaglino una pioggia di morte sui barbari !”
Avanzano fino a portata di tiro dei miei Veliti che tempestano la prima linea (e unica) nemica.
Sono sempre più vicini, sono molti più di noi. Gli astati lanciano il loro pilo e si scagliano contro quell’insulsa marmaglia. La cavalleria nemica spinge sul fianco destro è il momento, do l’ordine alla mia cavalleria che aggira il nemico e lo colpisce ai fianchi (dx e sx) e dietro! Richiamo le due unità di equiti che erano nel bosco e con una carica si portano alle spalle dei galli, una si lancia al centro dello schieramento ed io con le mie guardi faccio lo stesso è una morsa. L’altra unità aspetta la ritirata del nemico ormai prossima per non lasciar superstiti. ROMA HA VINTO !
[SM=g27980]

Iulius Jimi
00lunedì 11 ottobre 2004 12:58

ho distrutto la loro ala sinistra (che per dei galli è tremendo: non possono svolazzare via ;-)


hahahah bella questa [SM=g27963]

Bravi ragazzi ottimi racconti. [SM=g27961]
Ave
KhenuBaal
00lunedì 11 ottobre 2004 13:39
Ragazzi dovreste fare gli scrittori, [SM=g27964] secondo me questo sara' un thread bello e divertente se continuate cosi'.[SM=g27960]
papapino
00lunedì 11 ottobre 2004 13:51
tocca a me
campagna juli
nemici(ovviamente) GALLI
difficolta alta
localita mediolanum

allora come al solito io mi sto facendo i fatti miei coltivando patate e giocando con i miei cagnolini che il senato mi telefona.
senti non e che ti andrebbe di andare a farti un giro verso mediolanum?
uffa e va bene.prendo le mie 3 unita di equiti piu una unita di astati e il generale con l asinello.
partiamo per una piacevole gita.metto la spia nell insediamento e questa mi fa trovare le porte dell insediamento gia aperte.allora assalto direttamente senza arieti.con mia sorpresa la citta era difesa da 2 unita di fanteria leggera.una passeggiata.
ma qui succede il fattaccio.zitti zitti quatti quatti ecco che arrivano i rinforzi.saranno stati attorno alle mille unita tra fanteria leggera,pesante e cavalleria.comincio a sudare freddo ma pensoche ormai il guaio e fatto e combatto fino alla morte.mi butto a capofitto nel villaggio sterminando le poche difese ma mi viene la sadica idea di non prendere il centro citta cosi da lasciare entrare i rinforzi nemici e chiuderli nella morsa della cavalleria.
risultato straordinario.tutte le unita nemicghe in rotta che cercavano di entrare e io che calpestavo galletti allegramente.a fine battaglia non c erano strade ma cadaveri su cadaveri.
ho goduto per tutta la giornata ma non sapevo come fare gli screen.
InGr0
00lunedì 11 ottobre 2004 17:16
Campagna: Julii
Nemici: Galli
Difficoltà: Alta
Località: Alesia

Il Generale Tiberio il Folle avanzava orgoglioso nella pianura Gallica. La Capitale dei Galli, Alesia, era stata da poco presa e pensava che conquistare il resto della regione sarebbe stato un giochetto. Purtroppo aveva fatto male i conti. Un esercito guidato dal re dei Barbari forte di oltre 3500 uomini con un rinforzo di altri 300 lo attacco. Tiberio esitò, aveva a dispozione 2.400 uomini, sarebbero bastati contro quell'orda di nemici? D'un tratto la follia a cui doveva il nome balenò nei suoi occhi e decise di rispondere alla sfida... dispose le truppe secondo l'ordinario schema romano, veliti davanti, astati e principi dietro e cavalleria ai fianchi... il nemico avanza in un fila interminabili lanciando urla atroci verso le mie truppe che mantengono la posizione... ad un secco ordine del generale i Veliti lanciano una marea di Giavellotti contro i nemici, troppo pochi per provocare un grave danno... mentre i veliti si ritirano astati e principi inpugnano i loro pilum e li scagliano contro il nemico, e con un poderoso urlo si lanciano alla carica.... lo scontro è durissimo ma i romani sembrano farcela, il centro e il fianco sinistro dei barbari cedono e le truppe insieme al generale si lanciano al folle inseguimento resi ebbri dalla battaglia... così il generale non si accorge in tempo che il suo fianco destro è in enorme difficoltà a contenere il nemico straripante... appena resosi conto della situazione, dall'alto della sua follia richiama il suo esercito x prendere i barbari alle spalle, con lui in testa... purtroppo non arrivano in tempo, 2 manipoli di astati e 2 di principi sono in rotta, il nemico si volta x fronteggiare la nuova minaccia e Tibero crolla colpito da uno spadaccino nemico... l'esercito è in preda al panico, i Galli fuggiti si riorganizzano e attaccano i resti dell'esercito Romano da dietro, mandandolo completamente in rotta... dalla parte Romana si contano 1.800 caduti, mentre tra i Galli quasi 2.000... questa Battaglia ha però soltanto rallentato la corsa dei Romani, che hanno potuto ripianare in fretta le perdite subite. Il Generale Tiberio fù vendicato pochi anni dopo dal generale Gaio il Magnifico che pose fine alla vita del Re dei Galli durante l'assedio di Condate Redonum, cancellandoli di fatto dalla Carta Geografica...
Iulius Jimi
00lunedì 11 ottobre 2004 18:04
La battaglia di Lugdunum - 249 a.C.

Eserciti: Romani Iulii vs Galli
Comandanti: Generale Tiberius Gessius (4 stelle) con 556 uomini per i Romani
Generale Cocolitanus (1 stella) con 795 uomini + 216 uomini di rinforzo provenienti da Lugdunum

Un soldato scruta nella tenda del generale Tiberius, assorto nei suoi pensieri mentre consulta delle carte geografiche.
"Generale,gli esploratori sono di ritorno"
"Fateli entrare"
Le notizie non sono buone. Un esercito di quasi il doppio delle forze comandate da Tiberius si sta dirigendo verso di loro. Li aspettavano, ma sembrava volessero dirigersi a sud verso Narbo Martius. Invece puntano decisi verso di loro. Sono passati 6 anni da quando Tiberius è in Gallia. Il luogotenente del grande Flavius Julius, suo nonno, ci è già stato a Lugdunum, distruggendo un contingente di Galli 3 anni prima. Flavius aveva condotto la guerra magistralmente, non permettendo mai ai Galli di riunirsi in un solo esercito molto più numeroso di loro, ma costringendoli a difendere 2 fronti: vesro Narbo Martius e verso Lugdunum.
In 6 anni i Galli sono stati ripetutamente sconfitti, il loro esercito quasi disfatto. Poi Flavius è venuto a mancare. Tiberius si è trovato improvvisamente comandante in capo delle armate romane in Gallia, e i nemici hanno rialzato la testa. Hanno ancora diverse città, ma questa battaglia è indubbiamente quella decisiva per la guerra.

"Centurione Decius, sellate il mio cavallo, andiamo a conquistarci un posto d'nore nei Campi Elisi!"
La macchina da guerra romana si mette in moto. Lasciato l'accampamento, tutte le forze marciano per radunarsi su una collina poco lontano da Lugdunum.
E' pieno inverno, il terreno è ricoperto da chiazze di neve, il vento sferza i volti affaticati, le armature sembrano macigni.

Tiberius non ha truppe da tiro, a parte un paio di reparti di velites, ha diversa cavalleria, non ha fanteria pesante. Sarà costretto al corpo a corpo contro quel migliaio di Galli assetati di vendetta. Conosce bene lui quelle truppe, specie quei fanatici che combattono nudi e inebriati, votati alla morte.
Uno sciame comincia a delinearsi nella valle. Uno sciame fragoroso, come un'ondata sempre più roboante man mano che si avvicina: una linea di uomini, gran parte a petto nudo, incuranti del freddo, della morte ma solo avidi di battaglia, avanza dritta, con l'arrogante sicurezza di chi crede di essere nettamente superiore.
"Non sanno riconoscere che oggi o tra un anno saranno sconfitti, schiavi o seppelliti", dice il luogotenente di Tiberius Gessius.
Il generale romano guarda avanti, come alla ricerca di una verità. E la pronuncia, sotto forma di ordini perentori: "2 formazioni di hastati al centro, cavallerie alle ali ma dietro, mastini da guerra al centro.
I Galli sono ai piedi della collina, una linea che sembra poter ingoiare i Romani.
"Avanziamo verso di loro", i Romani muovono dal leggero piano della cima della collina verso la metà ripida.
Il generale Cocolitanus incita alla battaglia, i suoi salgono come se non ci fosse differenza fra pianura e salita. Vedono i nemici ancora fermi, sogghignano pensando che vorranno immolarsi da eroi fino all'ultimo. Sono quasi al contatto.
La fanteria romana si apre, si divide in due gruppi, tutta la cavalleria va sul centro. Per un attimo i due generali possono vedersi. Poi la cavalleria romana carica impetuosamente, trascinando corpi, mozzando braccia, con i mastini che si avventano su chi si è accasciato. Il centro dei Galli è sorpreso, vacilla e cede di schianto, Cocolitanus si ritrova i Romani addosso in un attimo, deve lottare. La fanteria pesante gallica pensava di sfondare facilmente sulle ali, invece ora si trova a girarsi perchè metà della cavalleria romana indemoniata invece di inseguire il nemico ritorna sulla collina per prenderli alle spalle. Tiberius sfodera la spada, lui e la sua guardia caricano la destra gallica ormai isolata, che va in rotta fragorosa.
E' poi la volta del lato sinistro. L'onda gallica non è che un rosso fiume che scivola via dalla collina. I Romani fanno strage, Cocolitanus cade. L'esercito gallico è distrutto, un solo cavaliere riesce a fuggire.
"Lasciate che racconti a chi resta la potenza di Roma" urla Tiberius indicandolo. I soldati esultano felici. Lugdunum si arrende. Roma è di nuovo vittoriosa!

Ave

[Modificato da Iulius Jimi 12/10/2004 19.59]

GreekWarriorGWC
00lunedì 11 ottobre 2004 18:09
ciao...i racconti naturalmente possono essere anche con protagonisti non romani giusto ?
Iulius Jimi
00lunedì 11 ottobre 2004 18:10
certo,anzi meglio!
Ave
GreekWarriorGWC
00lunedì 11 ottobre 2004 18:19
và bene allora vedrò di postarvi una battaglia circa domani o dopodomani che mi arriverà il gioco [SM=g27960]
Daniele Manin
00lunedì 11 ottobre 2004 22:00
gens giulia contro gens valeria
assedio di tarentum

comincio la battaglia con quattro coorti di legioni, due di coorte pretoriana, due di coorte cittadina, una prima coorte legionaria originaria ed una prima coorte legionaria più due di ausiliari e due di arcieri. Inoltre ho anche due di cavalleria pretoriana.0
faccio a pezzi una torre con gli onagri poi li dirigo verso la porta principale. Intanto mando due torri d'assedio, una verso destra l'altra verso sinistra. Quella a sinistra viene distrutta mentre l'altra raggiunge la meta e fa andare sulle mura la coorte cittadina. Quest'ultima sfida prima una coorte della legione originaria massacrandola poi combatte duramente contro due coorti di legioni. Infine sconfigge degli ausiliari e degli astati prendendo il controllo del cancello d'ingresso i due arieti che avevo erano stati distrutti ed anche la terza torre d'assedio). i pretoriani entano in citta insieme alla prima coorte legionaria ed ingaggiano la cavalleria nemica che si ritira. più avanti, in una via della città, i pretoriani, rinforzati dagli ausiliari appena scesi dalle mura poichè li avevo mandati a conquistare una torretta che infastidiva le mie truppe nelle vie della città, si scontrano vittoriosamente con due coorti di legionari. A il nemico schiera tutta la sua cavalleria nel centro della città e nella via a fianco tutta la fanteria. Nella via con i fanti (tutti legionari) mando i pretoriani e la coorte cittadina che li ingaggia furiosamente. intanto mando dei legionari a fare il giro della città in modo che attacchiano alle spalle questi nemici che, dopo essere stati circondati, si arrendono.
Intanto la cavalleria pretoriana carica la cavalleria nemica nella piazza centrale conquistando così la bandiera e facendomi vincere la battaglia.
Flavio Stilicone
00lunedì 11 ottobre 2004 23:11
campagna : Giuli
luogo : Poco a Nord di Capua
nemici : Corneli

Dopo aver marciato su Roma e aver preso il titolo imperale riunisco le mie forze per prepararmi alla conquista dell'italia.
Calando dal nord con 1500 uomini arrivo appunto a Capua dove poco a Nord mi sta aspettando un armata di 1400 uomini.
Le mie forze erano composte 3 coorti di pretoriani, 2 coorti cittadine, 8 coorti legionari, 2 unità di arceri, 2 ausiliari , 2 cavalleri pretoriane, piu' il generale. Facendo avanzare compatto il mio esercito verso il nemico lo inizio a bersagliare con gli arceri, quindi tenendo il fronte piu' compatto possibile affondo la carica con la fanteria pesante.
I miei legionari sfondando le prime linee si sono andati ad infossare sulle seconde mettendomi in serio percolo, visto ke potevano essere accerchiate. Per fortun l'esercito avversario era quasi del tutto sprovvisto di cavalleria pesante e dopo averla messa in fuga sono riuscito a sopraggiungere dai lati con la cavalleria pretoriana a rinforzo della carica della fanteria.
L'esercito nemico è andato in rotta quasi subito e i miei legionari li hanno potuti sconfiggere unità per unità (visto ke mi ero tenuto per precauzione una coorte pretoriana di riserva).
L'esito di questa battaglia (uomini persi 250, uomini uccisi 1000) mi ha poi aperto la strada per tutta l'italia meridionale ke è stata poi una facile conquista.

[Modificato da Flavio Stilicone 11/10/2004 23.12]

Modred
00martedì 12 ottobre 2004 07:44

visto ke mi ero tenuto per precauzione una coorte pretoriana di riserva



Wow proprio come Cesare...si teneva sempre delle coorti di riserva che lanciava in battaglia nel momento critico...


[SM=g27960] [SM=g27960] [SM=g27961]
Iulius Jimi
00martedì 12 ottobre 2004 20:01
Raccontateci anche l'assalto alla città eterna, Roma! [SM=g27980]
Ave
KhenuBaal
00martedì 12 ottobre 2004 21:14
Diario del capitano
Anno astrale 2o48 a.c.
Localita' Iberia centrale
Fazione controllata: Cartaginesi (naturalmente).

Cartagine, dopo un lungo periodo di addestramento decido di portare la maggior parte delle mie truppe in Iberia per concludere la campagna, la Sicilia e' mia i romani li ho mangiati a colazione [SM=g27965] e dato che i miei uomini stanno ingrassando (colpa dei cannoli) decido di portare anche queste truppe in Iberia. Il viaggio in nave e' stato lungo i miei uomini continuavano a vomitare, per fortuna non ho portato gli elefanti[SM=g27964] e avevo una scorta di 'biochetasi'.
Oggi e'una bella giornata andiamo a sgranchirci le gambe, oltretutto negli ultimi giorni ha piovuto e magari troviamo anche i funghi.
Attraverso una valle [SM=g27981] e come volevasi dimostrare un'imboscata, la fortuna e' cieca ma la sf..a ci vede bene.[SM=g27970]
Zoom sulla mappa, solito discorso che non incoraggia nessuno, loro sono il doppio di noi,[SM=g27981] siamo in una valle e loro ci guardano dall'alto di una collina a nord, a est e ovest alberi a non finire, a nord est una collina molto alta, uhm mi e' venuta un'idea, prendo la cavalleria e mi butto nella boscaglia a est. Intanto faccio correre la fanteria verso gli avversari per attirarli verso di me, i pesciolini abboccano[SM=g27965] la superiorita' numerica mi mette in difficolta' e gli iberici sono veramente degli ossi duri. Le cose si mettono male "...il terzo giorno guarda a est", ma questo non e' il signore degli anelli? Dopo un lungo giro la mia cavalleria si trova in cima alla collina, non c'e' tempo da perdere, la fanteria da entrambe le parti e stanca, "per il re", questa me la potevo risparmiare[SM=g27965]. Lo scontro con la cavalleria e tremendo pochi minuti e i nemici sono in rotta. Vittoria. La cavalleria ha schiacciato tutti i funghi, torniamo a casa.

Ragazzi questo gioco da assefuazione e anche un po' di demenza.[SM=g27966]

[Modificato da KhenuBaal 12/10/2004 21.16]

[Modificato da KhenuBaal 12/10/2004 21.17]

GORDIO~
00mercoledì 13 ottobre 2004 15:04
Campagna: JULI
Nemico: DACI
Località: CONFINI ORIENTALI DELL'IMPERO (il mio piccolo impero)

Racconto del GENERALE GORDIO tratto dal DE BELLO LEONES

Nella notte è giunto un emissario da ROMA.
Il senato chiede la conquista della citta DACIA di HAVANA [SM=g27983]
domani all'alba muoverò la LEGIO verso la battaglia.

Domani...

Il nemico si è posizionato su una collina, è in numero!
Tra noi e loro c'è una valle, sento che un attakko frontale porterà solo perdite e morte!
Mando la cavalleria sui lati dello schieramento e la faccio avanzare con al centro gli arcieri.
Inizia la marcia....
Adistanza adeguata spronano i cavalli ad avanzare! Le ali dello schieramento nemico cadono nel tranello e seguono i mie EQUITI!
Gli arcieri avanzano e scagliano le frecce al centro della linea dei daci che rispondono ! Faccio avanzare la fanteria e serro i ranghi sto per dare l'ordine di carica quando.....[SM=g27982] il nemico fa una mossa diversiva e indietreggia.
Fermo l'avanzata richiamo la cavalleria è una guerra di nervi, stanno cercando di portarci in posizione troppo sfavorevole... gli uomini sono nervosi...
mentre penso alla prossima a mossa alzo gli occhi e ?????????
[SM=g27982] [SM=g27982] [SM=g27982] [SM=g27982] [SM=g27982] [SM=g27982]

I DACI SE NE STANNO ANDANDO ???

sONO RIMASTO COSì STUPIDO CHE NN GLI HO LANCIATO NEANCHE LA CAVALLERIA DIETRO...

[SM=g27983] [SM=g27982] [SM=g27983]

VIENI QUà PUPAZZO .....[SM=g27979] [SM=g27979] [SM=g27979]
Sebastiano Ferrero
00mercoledì 13 ottobre 2004 17:50
Mi è capitato pure in MTW, una battaglia contro i Russi: mi bombardano dall'altro capo di una foresta con una colubrina (nessun morto :D) e poi finiti i colpi se ne vanno senza motivo. Ed erano di più!
Pretoriano-
00giovedì 14 ottobre 2004 15:31
In confronto alle vostre battaglie questa sembrerà una scaramuccia, ma che volete ho iniziato la campagna solo stamattina!!!!

L’anno è il 267 A.c., un gelido inverno sulla pianura padana un territorio ostile dove abitano i Galli gli acerrimi nemici della famiglia Giulia. Il generale Amulio Giulio si trova su un guado del Po dove l’estate prima aveva cacciato i galli in una insignificante battaglia, ma adesso la situazione è critica un esercito di 379 galli si muove alla sua volta, Amulio decide di restare li e difendersi. Se lui fallirà i galli non solo riconquisteranno Mediolanum ma potranno scorazzare indisturbato per tutta l’Italia. Amulio deve resistere con i suoi prodi guerrieri in totale 138 soldati
3 unità di astati, 1 di veliti, tra l’altro decimata, e le guardie del corpo del generale
i barbari forti di 379 guerrieri contato su diverse unità di lancieri, 2 di cavalleria e una di schermagliatori.

Amulio decide di attenderli al varco sono costretti ad attraversare quel guado. L’esercito dei galli tre volte più numeroso arriva, secondo la previsione del generale romano. Amulio fa schierare gli astati in prima fila a ridosso del guado e gli da l’ordine di fuoco a volontà i veliti dietro di essi, sul lato sinistro i pochi cavalieri. Che discorso che ha fatto il generale cercando di infondere coraggio dice di aver visto un’aquila che volava sopra il campo e che era un segno degli dei per la vittoria che sicuramente Roma avrebbe riportato, la sua voce pero non era arrogante come l’anno prima e non chiamava più i galli come rozzi e puzzolenti barbari ora Amulio li temeva. Lo scontro inizia, i galli muovono tutto l’esercito lungo il guado gli astati lanciano la prima ondata di pila falciando la prima linea nemica subito dopo viene dato l’ordine di attacco dopo aver scagliato la seconda ondata si arriva nel corpo a corpo e si vedono cozzare i due fronti in un boato assordante, mentre i barbari mandato tutte le truppe in prima linea i veliti continuano a bersagliare i galli, allora quando ancora la situazione era incerta il generale entra nella mischia sul fianco sinistro facendo andare in rotta subita una unità di lancieri, ma all’improvviso accade l’imprevedibile inspiegabilmente l’unità di astati che si trovava sul fianco destro si sposta si muove verso destra, il generale imprecando ordina ai veliti di andare nel corpo a corpo anche se verranno massacrati, Amulio lascia perciò il fianco sinistro e con rapidi movimenti va a destra qui vede per la prima volta il generale nemico lo scontro è violentissimo i veliti si comportane bene, nonostante tutto, dopo minuti concitati che sembravano durare anni il generale nemico è ucciso Amulio si sposta alle spalle dei galli che ancora resistono e li massacra mandandoli in rotta. La battaglia è finita i barbari che credevano in una facile vittoria sono stati sgominati dei 379 iniziali solo 84 sono rimasti in vita tuttavia anche Roma ha subito le sue perdite che ammontano a 61 valorosi guerrieri. I sopravvissuti, in totale 77 uomini si sono successivamente mossi alla volta di Arretium li abbiamo atteso la fine dell’inverno e rinfoltito le nostre file. Io Lucio Vero sono uno di quei fortunati 77 che è sopravvissuto e che oggi può raccontare questo scontro.

L’estate successiva gli 84 galli rimasti mossero alla volta di Ariminum ma qui sono stati sgominati una volta per tutte. La stessa estate un contingente di Mediolanum occupa Patavium la gallia Cisalpina è in nostre mani.
Rex Romanorum
00venerdì 15 ottobre 2004 22:53
Guerra Civile
Famiglia : Gens Valeria
Data : 140 A.c.
Località : Aegyptus (Africa)

Dopo tanto che mi ero fatto il mazzetto per conquistare buona parte del mondo orientale, che peraltro mi ha anche arricchito molto, ecco che mi arriva un messaggio (sms) del senato che mi dice : "Chediamo il suicidio del tuo capofazione"...

Visto che il mio capofazione era un pò vecchiotto ho accettato, anche perchè non sarebbe vissuto abbastanza per tutta la guerra civile e quindi l'ho fatto ammazzare ed è stato eletto un altro capo fazione più giovane e arrapato. :)
Anche stavolta mi arriva il senato e mi dice uccidi il capo fazione, ma stavolta no!
Comincia la guerra civile e io da bravo romano ho preso la legione in Africa in Egitto e prima di attaccare l'armata Cornelia ho detto la frase celebre "Alea iacta est".
Comincia la battaglia...
Le due armate erano composte da :

Armata Gens Cornelia

4 unità di cavalleria pesante
6 unità di fanteria pesante (choorte della legione)
2 unità di arcieri
5 unità di fanteria leggera (hastati)
2 unità di triarii
1 unità del geneale

Rinforzi :
4 unità di cavalleria pesante
3 unità di fanteria pesante

Armata Gens Valeria

8 unità di fanteria pesante (choorte della legione)
4 unità di fanteria leggera (principes)
2 unità di arcieri
6 unità di cavalleria pesante (compreso il generale)

La battaglia per mi fortuna è stato uno scontro campale e su di un deserto quindi non c'erano possibilità di imboscate...

Legenda :

X = Generale
//// = arcieri
**** = cavalleria
---- = fanteria pesante
++++ = fanteria leggera
<<<< = Triarii

disposizione sul terreno :

Gens Cornelia :

***** X *****
////////// //////////////// ++++
***** *****
***** ---- ---- ---- ---- ---- ---- *****
---------- --------- --------
++++ ++++ <<<< <<<< ++++ ++++



Gens Valeria

++++++++ ++++++++ ++++++++ ++++++++
<<<<<< ***** -------- -------- -------- -------- ***** <<<<<<<
***** -------- -------- -------- -------- *****
***** ////////////// //////////////////// *****

Questa era la disposizione sul campo di battaglia..
Iniziamo e subito il bastardo tanta di aggirarmi con la cavalleria che io intercetto e gli scaglio contro la mia, dopo mando la fanteria leggera al macello contro la sua che cade nel tranello e mentre trita la mia leggera io li bersaglio con gli arcieri e con le prime quattro choorti di legionari che scagliano tutti i loro Pila.
Una volta esaurite le scorte comincia lo scontro corpo a corpo tra i miei fanti pesanti perfettamente riposati e freschi e i suoi ormai un pò stanchetto dopo la collisione della mia fanteria leggera....
Impegno la sua fanteria e con la cavalleria (quella che resta li aggiro) senonchè, il maledetto aveva mandato solo tre choorti della sua fanteria pesante e quindi i resti della mia cavalleria si è dovuta scontrare con le choorti ancora intatte del malefico.
Allora tento di usare la fanteria per aggiralo e farla finita con la battaglia...
Ci riesco, lui resta imprigionato e lo massacro, ma quanto ho faticato!!
In definitiva sono riuscito a battere, solo perchè si è ritirato, il mio nemico ma ho ottenuto una "Vittoria di Pirro" perchè tutte le mie migliori unità hanno perso parecchi uomini e durante il riaddestramento hanno perduto parecchia esperienza!!

Ho vinto una battaglia totalmente inutile perchè pochi giorni di marcia dietro il mio nemico aveva una legione nuova di zecca..e mi sono dovuto ritirare!!!!

Che figura!!!
Daniele Manin
00sabato 16 ottobre 2004 18:50
Seleucidi (io) contro egizi (IA).
Dopo la presa di Sidon da parte delle mie truppe, gli egizi hanno capito che sto facendo sul serio e decidono di attaccarmi in forze: la prima armata si dirige verso Damasco e la assedia ma un mio diplomatico arriva a corromperla e quindi a liberare la città dal pericolo dell'invasione.
Intanto però un'altra armata ancora più potente si dirige verso Sidon per tentare di riconquistarla e di rompere il mio fronte.
io mi presento in campo con un esercito reclutato da pochissimo (i preparativi erano durati fino al turno precedente e decido di uscire dalla città per affrontare i nemici in una battaglia campale (sono uscito per cercare un campo di battaglia favorevole). I nemici mi attaccano subito: loro sono in 1590 io 1n 1350. In prima linea ci metto i picchieri coscritti in posizione a falange mentre schiero la cavalleria su una collina in questo modo: i carri falcati in prima fila con accanto i cammelli e gli arcieri su cammelli mentre nascosti dietro la collina metto i cavalieri greci. In questo modo la mia cavalleria ha il vantaggio di stare in alto.
La batttaglia comincia e subito gli egizi cercano di conquistare la collina con delle furiose cariche di cavalleria tuttavia, disturbati dalle frecce e costretti a caricare dal basso verso l'alto, vengono respinti, ma non è finita; provano a salira dal lato della collina per colpirmi sul fianco ma mi accorgo di questa manovra e mi posiziono adeguatamente respingendoli di nuovo. Ma intanto loro hanno approfittato di questa cosa per far salire dei cavalieri frontalmente mentre io ero impegnato sul lato. Qui mi prendo uno spavento perchè i cavalieri stanno per caricare i picchieri in formazione a falange ma ecco entrare in scena la cavalleria greca nascosta dietro la collina che riesce a sconfiggere il nemico contando sull'effetto sorpresa.[SM=g27964]
Gli egizi proveranno a mandarmi altre due cariche di cavalleria ma verranno respinte tutte e due senza perdite rilevanti.
Intanto la fanteria non si affronta se non con qualche scambio di frecce (anzi loro di frecce io di giavellotti[SM=g27964] ). il primo attacco sarà sul fianco con dei contadini che sono subito respinti. Vedo altra cavalleria che si dirige verso i fanti orientali e decido di prepararli allo scontro: Vengono messi in fuga ma nel frattempo arrivo a posizionare dei picchieri dietro che respingeranno l'unica carica di cavalleria verso la fanteria.
poco dopo ecco partire un'assalto di fanteria verso la falange che però resiste il fianco, protetto da altri fanti orientali, cede ma fortunatamente ci pensano gli elefanti a rimettere a posto tutto.
A questo punto decido di usare gli elefanti per caricare la poca fanteri rimasta che va completamente in rotta.
Rimangono solo gli arcieri, che verranno travolti dalla cavalleria.
Rimane solo il generale in campo con altri guerrieri su biga: il genrale si ritira mentre gli altri, dopo aver subito perdite a causa dei miei arcieri, sono travolti dagli elefanti.
E così finisce la battaglia con una mia vittoria schiacciante ed ora le porte verso Gerusalemme sono spalancate![SM=g27964]
Sebastiano Ferrero
00domenica 17 ottobre 2004 11:49
Sono riuscito a convincere un amico a prestarmi il suo PC con annesso gioco per qualche partita ([SM=g27964] ).


Romani... uomini dalle lingue di fiamma: non sai mai quante siano e a quale dare ragione. Noi per gli altri popoli siamo un popolo unico, ma non è così. I Romani ci danno i loro nomi e non rispettano i nostri; ma dato che probabilmente per voi il nostro nome è troppo difficile da pronunciare, ci chiameremo come fanno i Romani: Galli.
Sì, siamo noi. Per i Romani siamo tutti uguali. E così credono di poterci tutti assogettare con false parole e con la forza. Ma non è così. Noi vivevamo in pace nella nostra terra: guerreggiavamo, amavamo, lavoravamo... quando un giorno scoprimmo che un villaggio sulla costa era stato occupato dai Romani. Vigliaccamente, perché l'avevano fatto mentre gli uomini erano lontani, a cercare di fermare gli altri Romani e per lo più di notte. Alla notizia mio padre, capo della tribù, decise di non intervenire subito, ma di raccogliere un esercito forte, proveniente anche dalle tribù vicine e fece pattugliare i confini per prevenire l'arrivo di rinforzi; inoltre alcuni boscaioli si appostarono nelle foreste vicine per vietare le sortite e costruire le scale necessarie.
Aspettammo un anno, mentre le noste mogli, i nostri figli, le nostre messi e i nostri animali erano tenuti in ostaggio da quei traditori. Intanto, in quel lasso di tempo, erano riusciti a costruire una muraglia di legno attorno alle case.
Quel giorno estivo mi fu dato l'ordine di marciare verso il villaggio e conquistarlo. Pochi giorni dopo incontrai le retroguardie di quegli arcieri delle foreste che mi aspettavano. Un rinnegato romano aveva agito come spia e ci aveva informati che loro erano in inferiorità numerica, ma erano bene addestrati. Fortunatamente solo il generale aveva qualche guardia del corpo a cavallo. Era la cosa che temevo di più, la cavalleria romana, ma i miei timori si dissolsero a quella notizia. Decisi di render loro il torto e di attaccare la notte.
Quella notte non si aspettavano un attacco, ci credevano troppo stupidi per tentare una sorpresa. Mi piazzai esattamente davanti alla porta dell'insediamento ababstanza vicino in modo che potessero sentirmi amici e nemici e urlai:
"Morte ai Romani!" prima in latino (grazie a quel rinnegato) e poi nella mia lingua; fui poi seguito dalle urla di altre centinaia di guerrieri. Gli arcieri iniziarono a tirare le loro salve. Era alla cieca, ma non importava: le fiaccole nemiche illuminavano a sufficienza i bersagli; pure gli arcieri nemici tiravano, ma alcuni giavellottieri arrivarono fin sotto le mura e, con molta fatica, disturbavano il tiro romano. Alla fine partì l'ultima nostra salva di frecce, ma infuocate: era il segnale. L'esercito parte con le scale e sfidando le frecce appoggia le scale alle mura. Nell'esatto momento in cui inizia la scalata, dal bosco escono altri arcieri dei boschi e l'élite degli spadaccini, nascosti fra gli alberi dalla parte opposta della battaglia. Corrono con le loro scale verso le mura e quando i contadini rischiano di venire ricacciati indietro dagli arcieri, i miei corrono verso i nemici, eiliminando la scarsa resistenza. I Romani si erano messi come una testuggine nelle strade, ma la fulminea apparizione dei rinforzi scompagina le loro file e mentre gli arcieri fanno tiro al bersaglio, l'ultima carica del generale finisce per incontrare la resistenza di una banda guerriera locale e di alcuni guerrieri nudi. Il generale muore e con lui tutte le speranze di vittoria nemiche. I primi a giungere nel centro del villaggio sono proprio gli uomini della banda guerriera. I nemici sono stati poi inseguiti dalla mia cavalleria. Abbiamo vinto.
GreekWarriorGWC
00domenica 17 ottobre 2004 21:01
Colgo l'occasione di scrivere anche io un mio racconto...

L'assedio di Sparta
Armate : 2588 per i Valeri
1500 per i Greci
Generali : Amulio Valerio per i Valeri , Ordolomeo Di Sparta per i Greci

Nella data 245 a.C , l'imperatore Amulio Valerio , ormai diventato un grande imperatore e promosso come il miglior comandante dell'anno , decise di proseguire con altre conquiste greche e selse Sparta , città Greca . Amulio Valerio quindi Prese 5 unità di Equiti , 6 unità di astati , 4 di principi e 5 di arcieri romani . Iniziò muovendosi via mare con le sue tante flotte e finalmente riuscì a toccare il suolo di Sparta . I Greci non sapevano niente dell'arrivo dei Valeri , e per questo i Valeri avevano un vantaggio , e quindi Amulio Valerio decise di aver le unità schierate in tre lunghe file , la prima fila contente la fanteria , la seconda linea conteneva tutti gli arcieri e la terza la cavalleria . I Valeri iniziarono a mandare due unità di arcieri ad iniziare a lanciare qualche freccia infuocata per fare impaurire la maggior parte delle falangi greche , cosa che riuscì perfettamente e molti arcieri nemici furono bruciati dalle frecce infuocate dei Valeri . Però i greci non si allarmarono e quindi il loro generale decise di mandare fuori alle mura i suoi opliti spartani e corazzati . Pero' i romani mandarono tutti gli arcieri romani ad attaccare i pochi rimanenti arcieri dei Greci e li distrussero completamente senza perdere un arciere . Poi i romani fecero avanzare tutte le unità in gruppo facendo ritornare gli arcieri nella seconda fila e quindi iniziò la vera battaglia . I Greci rimasero in difensiva e le unità iniziarono a disporsi a falange allungandosi in un muro lungo circa cinquecento metri . I Valeri si avvicinarono , ma quando videro quella formazione così lunga iniziarono ad allarmarsi avendo paura di essere chiusi facilmente per la maggior lunghezza della formazione nemica . Ma Amulio Valerio decise di fare di corsa e metterti in formazione in due linee lunghe quanto le formazioni greche e fece andare la cavalleria da dietro i boschi per un tentativo di prendere la falange da dietro e distruggerla . La battaglia iniziò ed i romani iniziarono a caricare con la prima linea . Gli astati iniziarono a lanciare il Pilum agli opliti greci ed iniziarono ad ucciderne circa una cinquantina , poi iniziarono a caricare approfittando dello scompiglio delle falangi . Però gli opliti corazzati e gli opliti riformano la falange priam della carica nemica e quindi riuscirono a respingere gli astati che erano in serie difficoltà perdendo tanti uomini uno ad uno . Amulio Valerio decise poi di far scagliare agli arcieri qualche altra freccia e di supportare gli astati che avevano serie difficoltà . Intanto gli equiti arrivarono alla destinazione e tante unità furono travolte nei fianchi dagli equiti romani che distrussero una ad una ogni linea , mentre poi fecero lo stesso anche gli astati ed arcieri liberi distruggendo completamente i greci , rompendo le porte di Sparta , e poi entrando conquistando la bandiera e distruggendo il generale che però riuscì a scappare . Il risultato fù una vittoria schicciante per i Valeri che finalmente riuscirono a prendere Sparta ed avere una economia più forte ed un miglior commercio marittimo .

I risultati furono : 1488 morti per i Greci , 871 morti per i Valeri
Marius Aurelii
00lunedì 18 ottobre 2004 16:43
Ho battuto i Romani (Valerii)!
Giocatore: Germani
Nemici: Gens Valeria
Luogo: Città di Luvavum (Svizzera settentrionale) 216 A.C. Inverno

Le mie forze ammontavano a 103 effettivi ripatiti in 2 signori barbarici, 3 unità di mastini e 1 cavaliere barbaro mentre i nemici erano 188: tutti fanti e il loro generale a cavallo.
Mi hanno attaccato, forti del fatto che erano praticamente il doppio dei miei. Le mie vedette mi hanno riferito che avevano 3 arieti e volevano sfondare in 3 punti la mia palizzata allora ho mandato i miei mastini, uno per ogni punto dell'ariete a presidiare e tenere occupato il nemico mentre facevo uscire i miei cavalieri da un'altra porta laterale. Il nemico, stoltamente , ha lanciato tutta la fanteria all'assalto delle mura lasciando il suo generale e una ventina di cavalieri da soli. Ho fatto il giro della città con la mia cavalleria e ho caricato il generale nemico. L'ho spazzato via... Nel frattempo aspettavo che mi sfondassero la palizzata e ho liberato i cani ad assalire quei vermi che portavano l'ariete. Liberarsi dei cani non è affatto facile... Con la cavalleria ho poi attaccato ad uno ad uno i reparti già impegnati a combattere i cani e li ho presi alle spalle. Li ho messi in fuga. I Romani. I migliori guerrieri che c'erano (dicevano loro...)!! ;-)
Risultato della battaglia:

Ostina di Albis (mio generale):uccisi 188 nemici+il Generale
Caio Valerio: 66 uccisi.
Se ne è salvato solo uno...
Quella notte ho brindato nel cranio di Caio Valerio mentre i miei guerrieri festeggiavano ubriacandosi e giocandosi ai dadi le spoglie dei nemici.
Buon bottino

Ave
Stefano
Iulius Jimi
00lunedì 18 ottobre 2004 18:28
Bravi ragazzi, tutti novelli Giulio Cesare in erba sia come capacità militari che come scrittori, complimenti [SM=g27960] [SM=g27961]
Ave
Marius Aurelii
00lunedì 18 ottobre 2004 23:09
Altro scontro epico con i Britanni
Giocatore: Germani
Nemico: Britannici
Luogo: Città di Batavodurum (mia, sotto assedio)
Forze in campo: Capitano Rudolf (Germani)251 uomini
Capitano Deiotaro (Britannici) 484 uomini

I miei ripartiti in: 2 unità di lancieri, 2 unità di schermagliatori e 2 unità di cavalieri barbarici.

Mi hanno riferito che una grande armata di Britannici si stava avvicinando alla città e con i miei sottoposti abbiamo riso e brindato: tutti sanno che i Britannici sono delle donnicciole e non conoscono l'arte della guerra. Anzi: le nostre donne vengono in battaglia con noi quindi quei rammolliti valgono meno delle donne!! La mia città risuonava di grida: "Che vengano, gli mostreremo la strada più breve per raggiungere i loro stupidi antenati!!". Verso le due del pomeriggio la parte orientale della città era in tumulto: li hanno avvistati, una grossa armata con due arieti si stava avvicinando a grande velocità alle mura. Ho diviso il mio esercito in 2 parti uguali: ogni parte era formata da una unità di lancieri, di schermagliatori e di cavalieri e ho messo i lancieri a ridosso del punto che sarebbe stato sfondato. Quei vermi hanno fatto tutto come previsto da me... Una volta sfondata la palizzata (l'ho fatto apposta a non uscire, tanto lo sapevo che sbagliavano mosse. L'ho già detto e lo ripeto: non sanno assediare quei cani) si sono lanciati dentro andando ad infilzarsi sulle lance dei miei. Dovevate vedere con che gioia quegli stupidi si immolavano a Votan, il notro Dio della guerra!! Dopo avere perso due intere compagnie si sono ritirati e ho pensato che forse un po' di sale ce l'avevano, in quella loro zucca, ma mi sono subito corretto perchè hanno tentato un altro assalto. I miei lancieri ridevano mentre quei poveri stolti cercavano di sfondare un muro di lance con i loro petti nudi ma il massimo l'hanno raggiunto quando il loro Capitano ha tentato lo sfondamento con i carri. Ma come si fa?? E' morto al suo primo assalto. Pazzo!!! I Britannici, vedendo cadere il loro capo, si sono dati ad una fuga disperata e ho lanciato la mia cavalleria al loro inseguimento. Al loro ritorno li ho promossi "contadini falciatori" tra le risate generali nella grande Sala dei Guerrieri. Scommetto che quelli là stanno ancora scappando!!

Resoconto: Britannici 430 morti su 484, salvati 42
Germani 86 morti su 251

Da notare che uso la difficltà settata al massimo, per le battaglie

Ave
Stefano
Flavio Stilicone
00mercoledì 20 ottobre 2004 15:29
fazione : gens Giulia
nemico : gens valeria
luogo : poco a est di vicus marcomanni

I vessili di Roma giugenvano ovunque, da Cartagine a Ctesifonte, da Tingis a Halicarnassus, da Tarantum a Londium, dappertutto le aquile imperiali e le legioni romane vi aveveno posto piede e romanizzato la zona.
L'inverno giungeva gelido nelle pianure del nord europa, dove la legione comandata dal generale Giuliano Giulio avanzava per porre fine all'ultima resistenza dei valeri. L'esercito del genrale era stremato per i chilometri percorsi, ma proseguiva la sua marcia inesorabile per la gloria di Roma. Avevano conquistato città e sconfitto possenti eserciti, in battaglie che giungeranno ai posteri scritte nei poemi epici delle generazioni a venire. Il generale Giuliano era un comandante esperto e valoroso e per questa battaglia poteva contare su un vigoroso esercito composto da 1100 uomini circa tutti veterani, che l'avrebbero seguito ovunque. Erano per lo + legionari provinciali, arruolati in macedonia e in dacia di carattere forte e di statura possente , vi era anche un discreto numero di cavalieri legionari e 2 coorti pretoriane che si univano a una coorte cittadina. Contro la cavalleria nemica Giuliano poteva contare su due unità di ausiliari e 2 di arceri, piu' un manipolo di cavalieri sarmati, donati dal quel senato tempo addietro ke ora era diventato un simbolo per ricordare il passato repubblicano. LE avanguardie avevano rivelato che il nemico era + numeroso e che era solidamente composoto da 1500 uomini anche essi romani che combattevano per qualcun altro e per altri ideali. Il generale aveva disposto i suoi legionari su 3 linee con gli arceri davanti e la cavalleria a protezione dei fianchi, sperando nella sua tattica e nel coraggio dei suoi uomini.
Il vento che soffiava sopra gli scudi dei soldati era il solo rumore, negli occhi di ognuno di loro c'era solo la speranza, e la voglia nel dire che quella sarebbe stata la loro ultima battaglia prima di poter ritornare a casa. Nessuno di loro pretendeva di sapere per cosa combattessero i suoi nemici, ma sapeva solo per quello che combatteva lui e il soldato al suo fianco, la sua legione e il suo generale. Combatteva per un nome, per un ideale, per una città ke si sentiva sussurrare dal vento, combatteva per ROMA. La carica delle linee nemiche fu subito dirompente e nonostante fossero bombardati dagli arceri si scagliarono contro i legionari che li aspettavano immobili, come una tempesta. Giuliano ordino' agli ausiliari di andare a arginare la cavalleria nemica, e ai sarmati di cercare di respingerne un'altra parte mentre passava per le seconde linee a dare ordini e a incitare gli uomini. a Poco a poco i legionari e i pretoriani dalle seconde e terze linee avanzarono compatti respingendo la carica dei legionari nemici. La cavalleria nemica battuta volse in ritirata e Giuliano guidando i suoi potè aggirare la fanteria per stringerla in una tenaglia. I nemici furono massacrati e i supertiti volsero in ritirata, ma al grido "non fate prigionieri" la strage fu completa. Il resoconto della battaglia recitava 800 uomini uccisi 200 persi , e i giuli poterono cosi' assicurarsi la definitiva vittoria sui valeri, diventando signori incontrastati di roma. Il vento continuava a soffiare nelle pianure del Nord, ma era un vento che parlava di vittorie , e di soldati che sono finalmente tornati a casa.
Sebastiano Ferrero
00venerdì 22 ottobre 2004 15:42
La vittoria, foresta nei pressi del Rodano
(Frammento giocato da una campagna di un amico, sempre costretto ad elemosinare).
La Gallia era stata divisa in tre. A sud ovest, gli Iberi, con cui eravano alleati contro i Germani, a est. A sud est noi Cornelii, che eravamo riusciti a raggiungere la supremazia nel Mediterraneo, conquistando l'Egitto, la Fenicia, i territori cartaginesi e la Grecia; inoltre la nostra potenza era tale che anche i Giulii e i Valeri, con i loro senatori, avevano dovuto piegare il capo: Roma era nostra. Ma ci eravamo spinti pure a nord, verso le boscose terre di Gallia, in parte già romanizzate. Il mio esercito migliore era composto guardie pretorie e legionari veterani, oltre alla cavalleria pretoriana, alle mie guardie personali e a fedeli, se così si può dire, arcieri persiani mercenari. Un corpo di arcieri corazzati e di ausiliari completava l'armata; purtroppo non avevo armi pesanti con me, erano impegnate su altre fronti. Dicevo: la mia armata migliore, che capitanavo, era in marcia verso una cittadina ibera assediata dai germani e avevo intenzione di presenziare alla morte del loro capofazione, comandante degli assedianti.
Per tagliare la strada decisi di passare per un bosco. Non l'avessi mai fatto! ma gli esploratori mi assicuravano che non c'era da temere.
In una piovosa mattinata il mio esercito, in marcia, era nervoso. Secondo gli ausiliari qualcosa di umano si muoveva nella foresta e anche i persiani lo sentivano. La risposta venne a mezzogiorno: pochi secondi prima che smettesse di piovere, dalle profondità della foresta di fecero avanti i Germani. Sporchi e subdoli Germani. Ordinai ai legiornari e ai pretoriani di mettersi a testudo, mentre gli altri cercavano riparo in mezzo a queste formazioni; la chiusi in una specie di riccio e mandai gli ausiliari sul lato che sarebbe stato investito dalla cavalleria nemica. Ma mentre la coda della colonna confluiva per chiudere la formazione, spuntarono i mastini da guerra: decine e decine, che attaccarono gli arcieri appiedati e alcuni legionari, tutti decimati. Chiusi ancor di più la formazione; era mia idea resistere solo al primo assalto per poi ripiegare su una posizione migliore; i persiani erano impegnati a rispondere al tiro. Presto i mastini furono sterminati, ma non bastò. Fortunatamente la prima carica di cavalleria s'infranse sugli ausiliari e si ritirarono, ma pure i miei uomini erano stati provati; li feci rientrare nella formazione. A un certo punto, quando gli arcieri nemici terminarono le frecce (così come i miei), dall'esercito nemico partirono urla selvagge, pure dalle donne che avevano seguito i loro uomini, che rincuorarono loro e impaurirono le mie truppe: seppure combattessero da anni, quasi mai avevano dovuto combattere i barbari. Partirono alla carica tutti: contadini, bande sregolate, spadaccini, arcieri, azzieri, fanatici nudi e non. Quando i miei uomini iniziavano a vacillare, i nemici si ritirarono per ricomporsi. Allora, cercando un diversivo, feci caricare la cavalleria pretoriana, già ridotta di effetivi, contro i contadini nella foresta. Nessuno dei cavalieri tornò e ben presto capii perché: si fece avanti il generale nemico, seguito dalle donne. Tentai di incoraggiare gli uomini; si tolsero dalla testudo. Arrivò l'ultima carica, la peggiore. Una massa disumana ci fagocitò tutti. Una parvenza di speranza giunse quando decisi di caricare con le mie guardie i contadini sul lato destro: andarono in rotta e si aprì un varco, allargato dai persiani. Allora vidi: se avessi ordinato la ritirata saremmo stati massacrati. Decisi quindi di caricare ai lati del nemico. La formazione vacillò e si ruppe, sempre più legionari riuscivano a liberarsi dalla morsa e unirsi al contrattacco. Il generale germanico perì, colpito da un ausiliario. Era la rotta. Tutti noi inseguimmo i nemici rimasti, colti da una furia improvvisa, seppure richiassimo una nuova imboscata. Vincemmo, anche se a duro prezzo. Purtroppo dovetti mandare i miei uomini ad Alesia, per ricostituirsi e un mio capitano portò un'armata appena costituita a rompere l'assedio. Fu aiutato pure da un altro esercito iberico. Da allora nessun altro esercito germanico osò colpirci in modo sì subdolo.
Giulio Valerio
00venerdì 22 ottobre 2004 15:46
Il diciassettenne Giras quel giorno non si aspettava di dover ingaggiare battaglia, era nei deserti ad est di Hatra, dove stava radunando un esercito per andare a liberare dall’assedio la città di Seleucida stretta nella morsa da un possente esercito dei Parti.
Il futuro della sua gente era attanagliato da molteplici minacce, la guerra con gli egizi, con i Parti e bande di rivoltosi che imperversavano sul suolo natale stavano mettendo a dura prova la tempra dei Seleucidi.
A sud Tirone era stata conquistata dallo zio ma tre eserciti egizi si stavano preparando a sferrare un potente attacco con un rapporto di forze superiore al 2:1.
A lui ancora inesperto e privo di esperienze in battaglia, era stato affidato il compito di liberare la città più ad est dei possedimenti Seleucidi e di muovere contro i Parti se non si fosse trovata una soluzione diplomatica, ma il suo esercito non era ancora pronto e la maggior parte delle unità erano ancora in viaggio, ad ovest di Hatra.
La notizia dell’avvistamento dell’esercito dei Parti in avvicinamento gli arrivò di primo mattino ed il tempo sarebbe bastato solo per organizzare un’ignominiosa ritirata o prepararsi allo scontro.
Lui aveva a disposizione un totale di 4 unità, due di peltasti, una di opliti miliziani ed il suo reggimento di cavalleria per un totale di 1.965 uomini, il nemico aveva a disposizione 3 unita di lancieri del deserto per un totale di 2.715 uomini.
Il rapporto di forze non era poi così sfavorevole a guardare solo i numeri, ma qualitativamente le sue unità non potevano reggere da sole lo scontro, lui aveva solo i 600 opliti (tra l’altro di qualità inferiore alle truppe del nemico) per una battaglia di mischia, la cavalleria poteva offrire il vantaggio tattico della mobilità ma doveva scontrarsi contro dei lancieri, i peltasti secondo l’inesperto Giras poco aiuto potevano offrirgli, gli eventi gli dimostrarono il contrario.
Ritirarsi e tradire la fiducia della sua famiglia? MAI! Piuttosto la morte sul campo di battaglia e quel giorno Giras ingaggio battaglia sicuro di morire.

Da un’altura poteva osservare il nemico avvicinarsi sicuro sul suo terreno, il deserto roccioso. Le due unita di peltasti erano schierate davanti pronte a tempestare il nemico di giavellotti, dietro gli opliti, dietro ancora i 165 uomini della sua cavalleria. Il nemico avanzava con due unità davanti, chiaramente dirette verso i peltasti ed una dietro con il generale.
Quando le due unità di lancieri cominciarono a caricare ed i peltasti a lanciare i giavellotti, Giras ordinò alla sua cavalleria di spostarsi sul fianco destro del fronte di battaglia. Al galoppo Giras passo le due unità frontali nemiche posizionandosi alle loro spalle, la terza unità cominciò a caricare il reggimento di Giras che era riuscito nel suo intento, distrarre un’unità nemica. Quando i lancieri nemici credevano di aver ingaggiato il reggimento di Giras, questi ordinò una ritirata improvvisa, lontano dal campo di battaglia, il terzo reggimento dei lancieri nemici (con il generale) si lanciò all’inseguimento.

I peltasti incalzati dai lancieri nemici cominciarono a ritirarsi ma con ordine, un reggimento lancieri finì con impattare gli opliti ma sfortunatamente per gli uomini di Giras non proprio frontalmente, un po’ di lato e la falange di opliti si ritrovò in inferiorità numerica 900 contro 600 e con il fianco attaccato, l’altro reggimento lancieri si lanciò all’inseguimento di un’unità peltasti (e fu il secondo errore del nemico), questi più veloci avevano il tempo di fermasi e continuare a lanciare i giavellotti prima di riprendere la fuga. L’altra unità di peltasti tentò la riorganizzazione dietro l’unità lancieri che stava massacrando gli opliti.

Intanto Giras stava facendo un “tira e molla” con il terzo reggimento lancieri, si fermava ed avanza contro di essi quando vedeva che i Parti abbandonavano il suo inseguimento per tornare sul campo di battaglia principale. Ad un certo punto il terzo reggimento abbandonò completamente l’inseguimento di Giras, allontanatosi un po’ troppo, puntò dritto contro l’unità di opliti che stava lottando disperatamente e che ora offriva le spalle alla terza unità del nemico.
I peltasti che si stavano organizzando dietro l’unità nemica, che stava combattendo contro gli opliti, videro la manovra e capirono che il tempo stava stringendo, non erano ancora pronti ma si scagliarono sul fianco dell’unità nemica che era in mischia.
Il nemico sopportò bene quest’impatto e continuò a combattere un po’ meno sicuro di vincere ma rincuorato nel vedere il terzo reggimento, con il loro generale, che caricava alle spalle gli opliti.
Giras non esitò un attimo e lanciò la cavalleria alle spalle della terza unità del nemico.
Proprio nell’attimo in cui le lunghe lance nemiche cominciarono a trafiggere le spoglie spalle degli opliti seleucidi il violento impatto della cavalleria di Giras faceva volare in aria corpi senza vita dei lancieri della terza unità che andò in rotta quasi subito, il generale nemico fu preso dal panico. A distanza di meno di un minuto anche l’altra unità, che era in mischia con i peltasti e gli opliti, cercò la fuga.
Il generale nemico trovò la morte infilzato dalle lance della cavalleria di Giras, nel giro di poco tempo i lancieri delle due unità furono o catturati o uccisi.

L’unità nemica superstite interruppe l’inseguimento dei peltasti e sembrò ripiegare per trovare una posizione migliore. Giras gli lanciò contro gli opliti superstiti (avevano lascito sul campo più della metà dei soldati) e i peltasti per continuare a colpirli con i giavellotti rimanenti.
Giras ci mise un po’ a capire che il nemico non stava ripiegando tatticamente ma stava proprio fuggendo, anche se ordinatamente.
Quando lo capì carico alle spalle il nemico con i suoi 165 cavalieri e distrusse completamente l’unità.
Non un nemico lasciò il campo di battaglia senza catene ai piedi ed anche quelli che subirono l’onta della schiavitù furono davvero pochi.
I Seleucidi lasciarono sul campo 345 opliti e 60 peltasti fra morti e feriti, il nemico tutti i 2.715 uomini. Giras aveva avuto il suo battesimo d’armi e la battaglia entrò nei libri di storia e tattica militare.

Scusate la lunghezza.

P.S. Ho moltiplicato la grandezza delle unità per 15 per rendere “storicamente più veritiero” il racconto.
Kheron
00venerdì 22 ottobre 2004 16:26
-Il Destino d'un Regno...il Coraggio degli Uomini...l'Onore di Quattro Generali-
Anno Domini: 236 A.C

Difficoltà: VERY HARD - VERY HARD

Prologo: La Grecia e La Macedonia vivevano un momento drastico l'impero di roma si espandeva bramando sempre più popoli da sottomettere al suo potere in costante crescita... e difatti una ad una le resistenze nordiche cadderò sotto le legioni giulie mentre a sud un ardua resistenza si stava ammassando contro i corneli ed i loro alleati i valerii per respingerli oltre mare nella loro beneamata penisola italiana che comunque mai vide tornare più a casa migliaia di questi valorosi romani con la semplice consolazione della disfatta d'un popolo e di un organizzazione secolare madre della democrazia ed anche della guerra -un pezzo di impero d'alessandro magno sparito per sempre... ma vivo per l'eternità nei cuori di coloro che combatterono per uno scopo comune , l'ostentata e stupenda libertà fisica che comunque sottratta sopravvivò in libertà legata all'essenza unificata degli animi-

Luogo dello Scontro: Ultima Roccaforte Macedonica - Bylazora e Territori Circostanti

Totale Armate -Amiche/Nemiche-: 12.000

I Legione Cornelius Grecieae [Comandi di Flavio Cornelius il Sanguinario Nobile Condottiero Consulente alla Difesa dell'impero romano sezione greco-africana a sud]: 4000 uomini - 2000 legionari pesanti 1000 cavalieri legionari - 500 arcieri - 500 triari + bonus armi esperienza di guerra - malus sicurezza del generale nella missione

2 Legione Cornelius Siciliae Siracusana -in rinforzo ad un ora di cavallo dalla I Legione Cornelius Greciae-[al comando di Antigonos di Sparta unitosi all'impero di roma dopo la disfatta greca a causa dei macedoni nell'anno domini 237 A.C]: 1200 soldati - 200 fanti pesanti - 500 cavalieri romani medi - 500 hastati + bonus usciti dall'addestramento freschi malus - poca esperienza pratica sul campo

I Armata Macedonica Phoenix di Bylazora [Comando di Therksus di Thessalonica Capo Fazione]: 6000 - 3000 falangi pesanti - 2000 compagni cavalieri - 1000 cavalieri leggeri + bonus armi - malus pochi arcieri e armi miste

2 Armata Macedonica Signifer -i Veterani- [Comando di Arkens di Larissa nobile generale figlio del capo fazione Therksus]: 600 compagni cavalieri - 200 arcieri macedonici + bonus esperienza di guerra armamenti evoluti

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Città di Bylazora: evoluzione penultima - mura di pietra larghe - popolazione stimata - 23.000 anime devote alla macedonia]

Storia: oltre i monti della macedonia ... oltre la bellezza infinita della grecia ripresa da un enorme calo economico/sociale ancora la guerra con la macedonia era aperta infervorando gli animi di migliaia e migliaia di soldati pronti a morire per le loro cause pronti ad una causa che poteva ancora avere alti e bassi da ambo le parti.

Da Thessalonica il Generale Romano Flavio Cornelius il sanguinario rinomato in tutta la grecia per la sua esperienza sul campo di battaglia ma soprattutto per la mania di amare la distruzione ed il sangue del nemico sulla propria lama parti dopo un colloqui generale nella risistemazione organizzativa interna della città con la sua legione di soldati senza scrupoli la Cornelius Greciae I alla volta della prima fiorente e adesso decadente città di bylazora... la marcia fù lunga ... le lune passarono ma a roma ancora nulla si sapeva di preciso su questa nuova campagna in una regione poco conosciuta e fredda tra i valichi montuosi piu pericolosi del territorio circostante che molte volte hanno impedito a traci e daci di infiltrarsi nel territorio a razziare i beni della civilta greco-macedonica grazie anche al coraggio di uomini astuti e pronti alla nobile causa della libertà che senza esitare sfruttarono questo vantaggio territoriale che anche in questa nuova epoca sanguinosa poteva essere usato senza alcun problema.
Dunque il senato preoccupato da certi riscontri ordino di far partire una flotta di milleduecento trireme alla volta di apollonia cosi da effettuar un viaggio anche in una rotta sorvegliata dagli alleati valeri senza incorrere in possibili attacchi pirateschi dei ribelli un pò piu a nord o perfino degli egiziani che stavano combattendo sempre con i romani una guerra lunga e disastrosa nella cireinaica e nella zona vicino al nucleo della ricchezza di ogni faraone... alessandria.
Fortunatamente tutto andò per il verso giusto e al porto d'apollonia sbarcò il piccolo drappello di 1200 uomini sotto il comando del valente antigonos di sparta ex governatore della magna citta di thermon e soprattutto uno dei nobili piu astuti e coraggiosi di tutta la città capitale dell'ex impero dell'unite città greche indipendenti sparta... la vendetta motivava il suo animo... vendetta nei riguardi dei macedoni ma soprattutto verso un uomo Therksus il grande re macedoni che in un agguato alla città ove governava uccise donne e bambini e tra questi proprio la famiglia del valente generale che ritroviamo in una guerra che sotto certi aspetti pur appartenendo a roma appartiene moralmente soprattutto ad egli un uomo d'onore alla quale causa è legato da un filo vitale per la pace dell'anima.
Intanto a Bylazora mentre gli eserciti romani posti ad incrocio avanzavano verso la città ed il valico per chiuderla in una morsa il piccolo drappello signifer comandato da arkens figlio del grande re macedone therksus venne mosso proprio tra le due alture di tale valico sapendo in un modo alquanto probabile che gli eserciti romani non avrebbero fatto di sicuro un giro per impiegare altre lune cosi da far preparare maggiormente i macedoni alla guerra... ma avrebbero colpito duramente in modo frontale e compatto tipico delle legioni romane.
Questo movimento del giovane arkens venne effettuato senza il consenso del proprio padre proprio perchè esso non voleva dividere le forze avrebbe *preferito* lasciarli passare ma di sicuro svolgendo un modo del genere si sarebbe chiuso nella sua stessa gola e questo suo figlio determinato e carismatico lo comprendeva meglio di lui.

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La Battaglia del Valico
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Perdite Macedoniche: 100 cavalieri compagni 100 arcieri

Perdite Romane della I Legione: 500 - 500 arcieri triari
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Lenta fù l'avanzata del primo esercito romano oltre il valico in quel misero passaggio per l'armata che fù costretta a porsi in una formazione posta [ -------------- ] linearmente senza protezione nei fianchi... e difatti il nobile condottiero futuro re del regno macedonico sfrutto proprio questa situazione ovvero un attacco alla retro guardia dell'esercito romano ignaro di tutto formato da 500 triari a copertura di altrettanti 500 arcieri piu un drappello di cavalleria legionaria di 300 uomini...

L'attacco inizio mentre duecento arcieri macedonici dalle due alture scoccarono una miriade di freccie in direzione dei poveri romani centrali di cui non si contanto le vittime non molto rilevanti... la cavalleria macedonica dei "compagni cavalieri" guidata da quella del generale sfondarono dai fianchi a sinistra e a destra [300 uomini da una parte e dall'altra] la formazione dei triari falciandola come burro caldo sotto la pressione di una lama normale... naturalmente la cavalleria legionaria retrocedette e gli arcieri tentarono la fuga ma fù troppo tardi la furia della cavalleria si rivolse anche su i poveri uomini armati di arco in preda al panico che furono sterminati quasi tutti sotto carica... mentre i pochi dovetterò con un manciata di coraggio vedersela assieme al drappello dei trecento legionari cavalieri contro i loro nemici che gli arrivavano da dietro...
Lo Scontro fu arduo devastanti... impatti colpi bassi urla grida fuoco e fiamme uno scontro ed un imboscata regolare che portò le sue perdite ai macedoni ma di sicuro piu danni all'esercito romano... cosi il giovane figlio del re dovette ritirarsi da dietro verso la radura di "sertenekas" un piccolo passaggio che di sicuro non poteva garantire ad un enorme esercito un passaggio piu rapido...e a loro volta gli arcieri retrocedettero dall'altura a ricongiungersi con la forza macedone che ritornava a bylazora vittoriosa sotto onore e gloria... mentre il sanguinario flavio cornelius andò su tutte le furie non aspettandosi una cosa del genere da pochi ma potenti cavalieri il cui nome era rinomato e giunto alle sue orecchie da tempo.
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L'assedio di bylazora
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Le Armate romane si riorganizzarono in un turno (un anno) adeguatamente per ripartire alla volta del valico che ormai fu superato anche grazie al largo impiego di spie e incursori equites provenienti da thessalonica tanto che arrivarono proprio alle mura della stupenda città di bylazora contrariati... irati pronti a devastarla ma ancora il sanguinario non si aspettò un altra dose di coraggio dei macedoni... essi decisero di lasciare i loro arcieri all'interno della città portando fuori 3000 cavalieri della prima armata macedonica phoenix piu 1000 falangi disposte linearmente in posizione frontale all'esercito romano che rispettivamente poneva allo stesso modo i suoi legionari dividendo la cavalleria sui fianchi in quella poca dose di uomini rimasti circa 700 se ne contarono... la battaglia sembrò a sfavore dei romani seppure le legioni incutevano grande timore alla popolazione locale che scoppiò in parte nel panico... panico che non aggevolava il morale di ogni soldato.
Allora come al solito la testardaggine del giovane figlio del re non aveva eguali tanto che quando lo scontro infuriò tra romani e macedoni regolarmente in un massacro a dir poco piu frontale che tattico quasi per volerla finire senza tatticismo... come animali pronti a sbranarsi... esso mise da parte i rancori ed utilizzo un raggiro ai danni della fanteria ausiliaria del sanguinario flavio cornelius che si ritrovo con le spalle chiuse e il fronte in pieno svolgimento evolutivo... perfino i fianchi stavano cedendo sotto i colpi della cavalleria che perdurava in una carica costante da far tremare la terra ma.... nessuno si aspettò l'arrivo di antigonos di sparta che con i suoi uomini giunse da dietro a chiudere a sua volta le spalle ai poveri macedoni del giovane Arkens che dovettero combattere con tutte le loro forze per non arrivare ad una fine praticamente certa mentre la cavalleria romana rimanente andava a dare man forte arrestando la furia dei potenti cavalleggeri e compagni cavalieri macedoni...le falangi iniziavano a cedere i legionari a sfondare il centro mentre nella mischia arkens vide il sanguinario flavio cornelius... che a sua volta non potè non vedere con un certo disappunto il figlio del re... ed è subito lotta i due con un ardita carica tra la mischia iniziarono a combattere a cavallo onorevolmente mentre il primo flavio impiegava come arma la sua crudeltà il secondo l'amore della patria... finchè la fanteria romana ormai aveva spezzato i compagni cavalieri di arkens e si stava dirigendo a supporto del sanguinario che vedendo una minima distrazione del suo rivale menò un fendente in direzione della fronte del giovane figlio del re che spostandosi in tempo ne rimedio una profonda ferita alla spalla sinistra ma il duello perdurava giu da cavallo.
La Diplomazia non ci poteva essere nulla di nulla finchè oramai gli hastati da dietro raggiunserò i due e massacrarono il figlio del re senza onore ne rispetto buttandolo in terra come un cane rognoso...senza scrupoli senza eguali...senza un briciolo di lealtà solo la mania del sangue e della morte dava sostegno al loro animo ormai corrotto dall'odio profondo per i nemici di roma...
Oramai i macedoni in rotta dovettero ritirarsi perdendo uno dei loro valenti generali e quindi la battaglia decisiva...

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La Caduta di Bylazora ed il Compimento del Fato
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Oramai i romani dopo altri quattro anni di chiusura della città tra piccoli scontri sotto le mura prepararono delle armi d'assedio per mettere la parola fine in definitiva all'esercito macedonico oramai moralmente a pezzi.
Ma vi fù un diverso modo di concludere le cose...i pochi uomini macedoni un migliaio circa uscirono da bylazora e in massa guidati dal nobile re Therksus un valente generale e guerriero senza pietà astuto e diabolico come pochi per svolgere un ultimo attacco verso le schiere romane...
Il Risultato fù semplicemente il danneggiamento dell'artiglieria romana resa in utilizzabile ma uno scontro in piena regola con la potenza legionaria che ci mise poco a sradicare l'ultima resistenza macedone tanto che nell'incentrarsi nello scontro verso il margine dello schieramento sinistro macedone tarksus il re iniziò a combattere sfrenatamente in un duello a dir poco quasi barbaro e privo di civilizzazione contro il sanguinario flavio cornelius.
I due non finirono facilmente tanto che alla fine esso tento di sferrare al suo rivale un potente diritto sgualembrato verso il collo che comunque venne parato dal re dei macedoni che con astuzia riusci a stroncare il proprio avversario stroncandolo con un mezzo fendente al capo... il morale dei romani inizio a calare seppure antigonos di sparta con la sua cavalleria grecia decimata circa dieci uomini in una sorta di vendetta caricò il proprio rivale da dietro falciandolo come un bambino privo di difesa... una lancia nel cuore... la caduta di un altro eroe e la devastazione della città che cadde... facilmente ma di sicuro rese giustizia ad un nobile guerriero che comunque due anni dopo venne eliminato da un assassino tracio per una semplice campagna che andò subito al favore di roma.
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