Assedio di Forte Haakon
Premessa
La Norvegia era nuovamente partita all'assalto della penisola Britannica: per lungo tempo aveva mantenuto il controllo di numerosi arcipelaghi settentrionali e,quando il Principe Rangnar aveva sconfitto in battaglia presso l'isola di Arrai un drappello di 600 Scozzesi che avevano osato varcare i confini dell'isola in armi, scoppiò la guerra con il Ducato di Scozia, guerra inevitabile dopo la battaglia visto il brutale trattamento riservato alle truppe sconfitte, decapitati tutti.
In attesa di Re Haakon, che dalla patria reclamava la sua venuta per prendere parte alla guerra, il Principe, al comando di un esercito di 1200 valenti guerrieri, cingeva d'assedio un isola ribelle a nord dell'isola di Arrai mentre ordinava ad una guarnigione di 800 soldati circa di presidiare Forte Haakon, un forte al confine con le Highlands scozzesi, fronte su cui si presumeva si sarebbe abbattuto per primo il colpo di maglio scozzese.
Col passare del tempo si accumulavano eserciti nelle Highlands, il Principe, terminato l'assedio dell'isola e apprestandosi a partire alla volta di Forte Haakon, si accorse di come la guarnigione della fortezza era insufficiente per contrastare la venuta del nemico e diede l'ordine al Capitano Ulf, con 120 Uscarli, di raggiungere la posizione via mare precedendolo.
Nell'estate del 1268 gli eventi precipitarono: il capitano Ulf abbandonò la causa Norvegese per unirsi a quella degli Scoti e ben 1900 guerrieri delle Highlands cinsero d'assedio Forte Haakon.
Il 9 Dicembre 1268, con il clima oramai gelido, le armate scozzesi attaccarono il forte: il Capitano Harold era da solo, in una battaglia che avrebbe segnato per sempre l'andamento della campagna.
Lo Scontro
Harold era al comando di un'unità di Uscarli, era un semplice capitano ma destinato a diventare leggendario: la sua armata era composta da 120 Uscarli (cavalieri pesanti), circa 400 arcieri e balestrieri, 150 picchieri delle Highlands e circa 200 guerrieri scandinavi.
Il nemico disponeva di due catapulte, una gruppo di 4 scale d'assedio, tre arieti e due torri d'assedio, oltre ciò contava un grandissimo numero di guerrieri delle Highlands e più in generale di feroci soldati.
Harold schierò i suoi balestrieri tutti sulle mura, mentre i picchieri delle Highlands stavano a ridosso del portone, pronti a respingere qualsiasi minaccia, e i guerrieri stavano alle spalle di questi, pronti a colmare eventuali buchi.
Lo scontro cominciò con un fittissimo tiro di freccie e dardi verso l'armata scozzese, che rimaneva immobile, non potendo spostarsi dal rateo di tiro troppo elevato delle torri, ad assistere al tiro delle catapulte sulle mura coperte dal fossato.
Dopo una decina di minuti di tiro, vista la sostanziale inefficacia delle catapulte sulle solidissime mura e le perdite a cui venivano sottoposti i fanti, gli Scozzesi decisero di far avanzare uno dei loro tre arieti.
Tuttavia, quasi a contatto con la porta, venne bruciato e l'unità che lo trasportava venne praticamente distrutta dal violentissimo tiro proveniente dalle mura.
Non perdendosi d'animo gli scozzesi avanzarono con il secondo ariete, che fece pressappoco la fine del primo: un fremito di gioia si levò dalle file Norvegesi, per il fallito assalto.
Allora, quando era passata circa mezz'ora di vano assalto alla fortezza, gli Scozzesi lanciarono il loro assalto maggiormente coordinato: coperti dagli arcieri tentavano di portare una torre d'assedio sul lato a destra del cancello e una scala sul lato sinistro mentre con una torre d'assedio tentavano di aggirare la fortezza.
Harold ordinò il tiro a volontà degli arcieri, che fecero moltissime vittime in questo periodo, fino a quando i mezzi d'assedio non furono nei pressi delle mura: il capitano norvegese inviò i guerrieri scandinavi per contrastarli.
Battendosi con enorme vigore, dopo una lotta di circa dieci minuti, i guerrieri Norvegesi esultavano dalla cima delle mura dinnanzi ai reparti nemici che issavano bandiera bianca: gli Scozzesi avevano perso il 45% dei soldati.
Il generale scozzese, visto il nulla di fatto a cui era arrivato, preferì non compromettere l'intero esercito ed ordinò una lenta ritirata; appena Harold se ne accorse, raccolti gli Uscarli intorno a lui e fatti aprire i portoni, suonò la carica contro la retroguardia scozzese formata da milizia cittadina e guerrieri delle Highlands: andarono incontro al massacro dinnanzi ai pesanti cavalieri e furono costretti ad un'ignominosa fuga.
Debellata la retroguardia Harold si diresse contro il fianco dell'esercito nemico, dove stavano i tiratori; fu allora che il generale Scozzese, forse colpito nell'orgoglio o forse vista la possibilità di distruggere la cavalleria nemica, diede l'ordine di tornare in battaglia.
Gli Uscarli tornarono dentro le mura e i tiratori caricarono le ultime munizioni; gli scozzesi nel frattempo inviavano due reggimenti di guerrieri delle Highlands sulla torre d'assedio posizionata alle spalle della fortezza.
Esaurite le freccie le truppe delle highlands fecero avanzare il pesante ariete che, per la prima volta, riuscì ad arrivare incolume al cancello e a sfondarlo.
I primi reggimenti in prossimità del portone caricarono con impeto ma vennero fermati dai Picchieri delle Highlands mercenari (al soldo dei Norvegesi) in perfetta formazione, contemporaneamente i guerrieri norvegesi respingevano definitivamente l'assalto alle mura.
Di fronte a questa ennesima disfatta Harold intuì il basso morale dell'esercito Scozzese, che tentava il tutto per tutto con un assalto delle riserve al cancello.
Radunati sotto di se gli Uscarli e suonata la carica, Harold andò con impeto animalesco contro le truppe nemiche in prossimità del portone: andarono quasi immediatamente in rotta.
Le bandiere bianche parevano issarsi su tutta la schiera Scozzese e, quando gli Uscarli stavano caricando un ultimo reparto di 150 guerrieri delle highlands, Harold cadde a terra eroicamente colpito da una spadata.
Le truppe norvegesi ottennero una grande vittoria, perdendo solo 120 uomini e infliggendo 600 morti e 1300 prigionieri ai nemici.
Conseguenza:
L'indomani tutti i prigionieri vennero decapitati, l'armata settentrionale scozzese venne debellata lasciando un momento per respirare ai Norvegesi: l'anno successivo sbarcarono delle Highlands il Principe Rangnar, con 1200 uomini, e Re Haakon con 1900, pronti ad invadere la scozia sul suo suolo.